venerdì 8 febbraio 2013

L’AGONIA DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA

Pasquale-Nevonedi Pasquale Nevone - Lentamente e stancamente stiamo arrivando alle votazioni per le politiche 2013. Ma soprattutto ci stiamo arrivando demoralizzati. Ciascuno di noi, infatti, ha problemi seri in famiglia.
Noi, infatti, siamo una parte infinitesimale, quasi molecolare di un grande corpo: il cosiddetto corpo elettorale, cioè il famoso “popolo sovrano”. Dunque il nostro individuale e molecolare problema messo insieme a quello degli oltre 60 milioni di cittadini-molecola diventa un problema di dimensioni ciclopiche. Ciascuno di noi lotta, com’è doveroso d’altra parte per le ferree leggi della vita, con tutte le sue migliori energie e risorse per, diciamo così, “cavarsela da solo”. Alla fine rimarrà la soddisfazione di poter dire a testa alta “ce l’ho fatta con le mie sole forze”.
Però, ed ecco il nocciolo dei problemi, vi sono cose importanti e fondamentali che non si possono fare da soli, ma soltanto insieme, necessariamente insieme. Il lavoro, un reddito minimo dignitoso, la salute, l’istruzione, la giustizia, la legalità, la democrazia, i diritti, l’assistenza sociale e psicologica necessitano della massima ed efficace solidarietà sociale, quella degli altri intanto, come il famoso volontariato, ma soprattutto quello dell’amministrazione pubblica, dunque dello Stato in tutte le sue articolazioni territoriali (Stato, Regioni, Province e Comuni), che sono le uniche dotate di potestà, strumenti e denaro adeguato.
Se un povero affamato è per strada probabilmente troverà qualcuno (quasi mai uno dei suoi), quasi sempre un samaritano (un estraneo), che lo curerà, lo vestirà, gli darà da mangiare. Però questo aiuto fraterno è occasionale, estremamente temporaneo, può durare una o qualche volta in più, ma non è sostenibile a lungo. Pure i missionari cristiani in Africa dicono che ai poveri affamati non basta dargli un pesce da mangiare, ma bisogna insegnarli a pescare, non bisogna dargli un pane ma insegnargli a coltivare, mietere e panificare. E così via.
Insomma, ma è proprio così difficile e impossibile che uno Stato riesca a sostenere ed aiutare i suoi cittadini fin quando diventino autosufficienti e liberi nel vivere la loro individuale esistenza e nel dare a loro volta un aiuto materiale e spirituale agli altri meno fortunati? La modernità, il progresso culturale e tecnologico, davvero sono diventati inversamente proporzionali al progresso ed al benessere degli uomini. In diversi paesi del Nord Europa questo è realtà consolidata ed indiscussa da decenni. Politicamente si chiama socialdemocrazia. Religiosamente si chiama protestantesimo. Eticamente si chiama umanesimo laico. E allora? Se funziona in quelle terre, fra l’altro climaticamente a dir poco ostili, perché non può funzionare anche qui in Italia?
La vera democrazia è affrancamento dal bisogno materiale, è poter vivere liberamente le proprie idee ed il proprio tempo biologico assegnato, nel rispetto degli altri e dello stato che è “tutti noi”, quindi anche “me” e “gli altri”.
Oggi, invece, viviamo nell’agonia della democrazia italiana. Le caste di pochi avidi individui troneggiano sulle nostre vite, con i loro stolti e sbeffeggianti programmi. Non mancano alcuni personaggi pubblici, molto pochi in verità, ma comunque veramente credibili e capaci, che parlano e si propongono, ma sono spazzati via e silenziati dalla violenza arrogante dei Cesari di turno e dei loro pretoriani. E il popolo, cioè tutti noi, è ormai intontito da questo declino che sembra inarrestabile. Non crede nella sua sovranità perché vede che pochi manipoli di loschi e perfidi figuri riescono a vanificare ed inzozzare ogni timido e serio tentativo di milioni di mansuete e volenterose brave persone.
No, per Dio! Dante disse che “fatti non fummo per viver come bruti”. Ed allora ribelliamoci, senza violenza fisica, ma con tutte le nostre forze materiali e culturali fuori dagli schemi di tutte queste squallide controfigure dei partiti politici democratici che furono e rimangono nobili (ovunque tranne che in Italia), perché hanno detto ed indicato tutto quello che c’era e ci sarà sempre da fare per difendere e realizzare la vera democrazia in un nazione, e cioè la dignità e la libertà delle persone oneste, e non invece i privilegi degli impresentabili e dei sepolcri imbiancati.
Pasquale Nevone
08 febbraio 2013





12 commenti:

  1. E' la Democrazia ad essere in agonia,oppure, come io credo,siamo noi cittadini a soffrirne l'assoluta inadeguatezza a fronte dei compiti e delle funzioni che essa dovrebbe avere?
    La Democrazia, come tutti i sistemi istituzionali e le forme di governo o di rappresentanza sui quali si reggono le comunità nazionali, di per se è una parola alla quale bisogna che si diano precise connotazioni, contenuti.
    Fermo restando, come diceva Churchill, che resta la forma migliore di organizzazione dello Stato in quanto aggregazione di cittadini sui territori,essa va ripensata alla luce delle trasformazioni sociali, economiche, politiche e culturali che si sono avute, almeno dalla caduta dei sistemi totalitari in occidente, sino ad arrivare all'oggi.
    Se, anzitutto, Democrazia è sinonimo di partecipazione alle scelte della cosa pubblica,oggi NON SIAMO IN DEMOCRAZIA.
    O,meglio, viviamo un simulacro di democrazia, svuotata di contenuti per effetto del trasferimento fortemente voluto delle potestà decisionali, attraverso le forme della rappresentanza,dalle aggregazioni politico-sociali volute dalla Costituzione a poteri che stanno al di fuori ed al di sopra di esse.

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    1. E' proprio così, purtroppo. In Italia oggi non c'è democrazia. Una delle cause determinanti, infatti, è che la potestà decisionale è stata strappata al Parlamento (cervello) ed al Governo(suo braccio operativo) ad opera e a favore di poteri (più o meno occulti) che allignano al di fuori ed al di sopra della Costituzione e dello Stato di diritto.
      La mia tristezza civile ed etica sta proprio nel fatto che l'unico vero sovrano (il popolo dei cittadini) sta a guardare e, ancora peggio, lascia fare.
      Il rispetto che ognuno deve ai propri sacrifici e a quelli delle altre persone perbene come lui, però, deve passare dall'indignazione alle scelte di fondo ed alla militanza concreta.
      Diversamente sarà troppo tardi, e oggi siamo già al limite di guardia.

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  2. Perchè non diciamo come stanno realmente le cose?
    La stragande maggioranza degli Italiani non ha mai amato,nè tantomeno sentirebbe la mancanza di forme partecipative.
    Agli Italiani piace l'uomo forte al comando, piace chi può assumere a se ogni tipo di responsabilita'.
    L'importante e' che venga assicurato un livello di benessere percepito accettabile.
    Caro Pasquale credi che in cambio di danaro fresco e spendibile,qualcuno sentirebbe la mancanza del parlamento,della stampa libera o tantomeno di partiti politici?
    IO sento discutere e dibattere solo ed esclusivamente di danaro,non che non sia importante,ma per i più è l'unica cosa che conta,di altre cose non si occupa nessuno o quasi.

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    1. Dici bene amico Sergio. Gli Italiani sono un popolo di cittadini immaturi, perchè vogliono l'uomo forte che assuma su di sè tutte le responsabilità e dispensi pane e serenità. Di più non vogliono. Non vogliono volare alto, migliorare, crescere, essere qualcosa di più di uno stomaco pieno e di una cicala che se la spassa.
      Gli antichi Romani avevano capito tutto sulla vera natura politica degli italioti. Difatti sfruttando questa loro pessima indole sono riusciti ad assoggettarli, ad avere il loro consenso,e soprattutto per realizzare il loro (quello dei Romani intendo) Impero.
      Quello che mi è insopportabile ed indigeribile è che oggi, pur essendoci l'uomo forte di turno (Prodi, Berlusconi, Monti) che però non gli riempie lo stomaco anche se continua a farlo divertire (calcio e Tv), non si sveglia per farsi sentire e chiedere ed imporre con il voto un cambiamento, sia pure di un nuovo uomo forte ma fattivo (sia puire nella solita pratica che dicevo pocanzi).

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  3. Costituzione italiana
    Articolo 49
    “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
    Un articolo breve, semplice, chiarissimo. I cittadini, quindi, hanno il diritto di partecipare alla vita pubblica attraverso i partiti. I padri costituenti, però, hanno lasciato che la loro organizzazione e la loro regolamentazione fosse decisa in seguito. Non immaginavano cosa sarebbero diventati in mano a personaggi che ne hanno snaturato l'essenza. Ecco quindi un dei problemi più importanti: i partiti sono diventati, nel tempo, delle organizzazioni padronali, gestiti in maniera poco democratica da gruppi di potere che decidono tutto e su tutto. I cittadini sono stati completamente esclusi.
    Ecco che emerge l'altro dato importante. I cittadini hanno la voglia di impegnarsi sul serio? Hanno la volontà di cambiare questo stato di cose? Ne dubito e su questo concordo pienamente con Sergio.

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    1. Caro Direttore Giangiuseppe, hai toccato uno dei punti vitali del cuore della democrazia italiana: l'organizzazione e la regolamentazione dei partiti politici.
      I padri costituenti della Repubblica Italiana vollero e misero i partiti al centro del motore della democrazia: Purtroppo i figli (prima repubblica)non li hanno voluto disciplinare per avere le mani libere (ricordi le battaglie dentro i partiti storici per il tesseramento trasparente contro i Signori delle tessere?).
      Oggi, poi, i nipoti sono proprio una peste bubbonica.

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  4. Caro Pasquale, veramente interessante, il tuo articolo: "L'agonia della democrazia italiana" che ci fa riflettere e meditare. Tu mi conosci e sai che, da inguaribile ottimista, mi verrebbe da contraddirti, ma non posso non condividere le cose che tu dici e non posso non dirti che hai ragione da vendere.
    Vedendo la serie di servizi che dovrebbero essere garantiti al cittadino dallo stato democratico, e che un motivo o per l’altro mancano, tutti ci accorgiamo che il conto profitti e perdite è in rosso, ma di parecchio per i cittadini.
    Ma come dice nel suo commento, Ettore Carcione, riportando il pensiero di Churcill, fin quando non ce n’è una migliore, la democrazia è questa!
    Ma in questi anni c'è stato un crescendo di fattori negativi, che ha portato il sentire della gente ad avercela con il mondo intero.
    Gli scandali di questi ultimi anni, le ruberie di qualunque tipo, a finire a quelli di questi giorni, che riguardano banche e banchieri, petrolieri e società, e così via dicendo, che sono i peggiori da quando è nata la Repubblica, o forse dall'unità d'Italia.
    Allora viene da chiedersi: di chi la colpa del malgoverno? Di questa democrazia o nostra dei cittadini, che accettano supinamente queste cose?
    Penso anche alla differenza tra le regioni del SUD, che sono sempre più indietro in tutte le classifiche, rispetto a quelle del NORD più produttivo e più ricco, dove i servizi vengano erogati regolarmente e c’è un welfare più sostenibile.
    Ma è la classe politica che abbiamo, che non ci fa fare quel passo avanti? o è soprattutto la mancanza di valori che ci porta a non credere più in niente?.
    E se non vogliamo cadere, sempre più nel baratro, occorre che oltre ad essere una nostra idea fissa pensare al domani per i giovani, dobbiamo augurarci di avere un governo del paese, che non pensi solo all’economia, ma pensi anche ai valori che sono alla base del vivere civile: la cultura, la famiglia, il lavoro, la solidarietà.
    Questa solamente ritengo sia la strada per un futuro migliore.

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    1. Grazie Filippo per il tuo incoraggiamento sulle mie modeste osservazioni, forse un pò troppo cupe.
      Vorrei soffermarmi sui valori, sui quali fai un forte appello per il risorgere della vera democrazia.
      Da tempo, ormai, ho letto diverse volte la stessa affermazione fatta da parecchi autorevoli opinionisti.
      Non è vero che i valori sono morti. Essi sono ancora vivissimi nei cuori di ognuno di noi. Però li lasciamo lì, nei nostri cuori. Non a marcire, ma chiusi e rinserrati gelosamente nel nostro intimo individuale.A volte non sono esternati e vissuti neanche a livello familiare.
      Perchè accade questo?
      La spiegazione viene individuata nella credenza, che è diventata certa consapevolezza, che i valori vengono ritenuti non più idonei a risolvere i problemi concreti, sono un impaccio, sono considerati quasi alternativi alla sopravvivenza. Insomma i valori sono percepiti come un lusso che non ci possiamo più permettere sia nel privato, sia e soprattutto nel pubblico. Figuriamoci in politica.
      Dunque i valori sono una pelliccia pregiata da tenere dentro l'armadio di casa nostra per riscaldarci dal freddo del cinismo e dello scempio della vita democratica.

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  5. La colpa maggiore è sempre dei cittadini che non fanno valere le loro ragioni. Non protestano come dovrebbero e accettano passivamente tutto. La corda forse non è ancora tesa del tutto e si può ancora aspettare. O forse non c'è la consapevolezza delle reali condizioni delle famiglie e della povertà. In queste condizioni la democrazia, questa democrazia, dimostra tutta la sua inadeguatezza.

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    1. Sono d'accordo. Noi cittadini dobbiamo avere l'umiltà di fare autocritica. La massiccia astensione dal voto e dalla partecipazione all'attività politica non giustifica il ricorso all'antipolitica o, addirittura, a pratiche molto ben più gravi.

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  6. Caro Pasquale, noi cittadini l'autocritica la facciamo ogni giorno quello che manca è la chiarezza degli intenti, sulle cose da farsi, dei cosidetti politici.
    Assistiamo ogni giorno in TV a scontri fra personaggi più o meno impresentabili. Tutti abbasseranno le tasse, tutti toglieranno l'IMU, tutti si occuperanno delle vergognose partite IVA etc. etc. ...!!!
    Ma qual'è la sostanza vera? Nei dibattiti assistiamo il tutti contro Berlusconi e Berlusconi contro tutti.
    Tutti hanno criticato il Porcellum ma nessuno lo ha cambiato vogliamo commentare anche questo?
    Come dici bene "la dignità delle persone oneste" viene calpestata ogni giorno e solo in campagna elettorale ci si ricorda del popolo sovrano (?).
    Ma dimmi, con sincerità. credi veramente che uno qualsiasi di questi politici, rappresentanti di partiti e movimenti vari, farà quello che predica in campagna elettorale?

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  7. No, caro Giuseppe, anch'io come te sono convinto che nessuno dei leaders e dei loro partiti o movimenti, finite le elezioni, farà nulla di quello che strombazzano oggi nei comizi.
    Lo sappiamo tutti, e loro per primi.
    Il motivo, che non è comunque un giustificazione, sta sicuramente, come anche tu ribadisci e anch'io mi associo, nella volontà imposta con la "violenza"delle loro menzogne da PDL e PD nel mantenere "intatto" il "porcellum". Il PD, fiutando la vittoria quasi certa, non voleva privarsi di una legge che gli garantiva vaste praterie verso la maggioranza assoluta del 55%. Il PDL, invece, non voleva privarsene perchè, sapendo di perdere le elezioni, sapeva di poter vanificare al Senato (per il quale vigono dei correttivi fortissimi rispetto alla Camera) l'eventuale vittoria del PD alla Camera.
    Ma anche i partitini hanno vantaggio dal porcellum, perchè gli basta avere almeno il 2% dei voti validi per allearsi con una grande ammiraglia vincente (PD o PDL) per entrare dal portone principale nel salone delle riunioni del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi.
    Ma perfino i nano-movimenti, nati come funghi in questa campagna, hanno la loro convenienza a presentarsi, perchè, grazie all'altra mancata riforma della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, basta conseguire lo 0,20% dei voti validi per riscuotere un finanziamento per ognuno dei 5 anni della prossima legislatura.
    Mi spiace dovere ammettere, ma la correttezza intellettuale che va al di sopra delle proprie simpatie politiche ce lo impone, Grillo ed il suo M5S dicono bene che la prima cosa da fare è andare a votare per mandarli a casa, tutti. Poi si vede cosa fare. E anche su questo, oggettivamente, le proposte concrete e praticabili di Grillo sono molte ed interessanti.
    Personalmente andrò a votare, come sempre, ma oggi sono veramente indignato come non ai davanti a questo teatrino di uomini mascherati.
    Aspetto che passi Carnevale. Fra tre giorni, dopo il Martedì grasso, mi sforzerò per individuare il meno peggio.

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