mercoledì 30 gennaio 2013

Scherza con i fanti e lascia stare i Santi...

23/11/1987, GIOVANNI FALCONE, CONGRESSO ANM SULLA NAVE ACHILLE LAURO<br /><br /><br /><br /><br /><br />©MIMMO CHIANURA / AGFdi Giuseppe Bianca - “Come ha potuto Antonio Ingroia paragonare la sua piccola figura di magistrato a quella di Giovanni Falcone? Tra loro esiste una distanza misurabile in milioni di anni luce. Si vergogni".
Lo ha detto il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini al TgLa7 riferendosi al candidato premier di Rivoluzione civile. La dichiarazione ripresa dall’Agenzia Ansa, rilasciata dalla super PM più “rossa d’Italia”, è una bella pagina di politica comparata, tra due giganti della Sinistra italiana, in prestito alla Magistratura.
Ilda BoccassiniNon entriamo nel merito della tesi della Boccassini e dimentichiamo per un attimo l’esilarante performance di Crozza in tv su Ingroia, più vera del vero. Dimentichiamoci anche del Guatemala, e concentriamoci sull’Italia. Il movimento di Ingroia sta scalando le hit parade del consenso e si attesterà più o meno sui voti che aveva prima l’IDV di Di Pietro, dissipatore di eredità, non solo elettorali. Alla fine Ingroia (Orlando) sarà contento e soddisfatto, e sarà cambiato poco o niente. Tra Boccassini ed Ingroia però, non corre buon sangue.
Correva l’anno 2011 quando in soccorso armato del giudice palermitano, veniva in soccorso addirittura il “Re Buono”, Marco Travaglio, vice direttore del “FATTO” "Io non avrei mai dato credito a chi collabora a distanza di 17 anni", la frase della Boccassini a proposito di Massimo Ciancimino che mandò in visibilio i peones di Berlusconi pronti alla ola, ed il “Re Buono” su tutte le furie.
Antonio IngroiaQualche sera fa ad Ingroia, da Vespa, è stato chiesto cosa ne pensasse dell'anomalia tutta italiana in Europa dei giudici in politica. Lui anziché rispondere che anomalia si combatte con anomalia, Berlusconi cioè Tycoon dell'industria e capo del governo, ha nicchiato, senza sfruttare l'assist.
L'ex Procuratore aggiunto insomma un poco di strada, ancora la deve fare, e della Boccassini non si avvertiva grande bisogno in questa campagna elettorale.
La discussione è scesa parecchio di livello, al punto da sorridere d'imbarazzo, tutti insieme.
In realtà però da sorridere c’è molto poco. Io, più ci penso e più me lo immagino, Giovanni Falcone, a sentire questi discorsi. Cosa direbbe?
Troppo intelligente per rispondere. A tutti e due.
Giuseppe-Bianca  Giuseppe Bianca
  31 gennaio 2013





6 commenti:

  1. Non è quello che serve al Paese. Non abbiamo bisogno di polemiche tra magistrati, magistrati in aspettativa, e magistrati-politici. E politici contro magistrati. Non se ne può più.
    L'Italia ha bisogno di coesione, di unione, di impegno e di collaborazione per combattere questa gravissima crisi. Le famiglie sono allo stremo, e milioni di persone sono sull'orlo del baratro. Siamo al grottesco, manca la dignità e il senso della misura. Basta.
    Che la politica batta un colpo. Ma forte però!

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  2. Il problema è che ormai tutti vogliono fare politica, per il bene del popolo sovrano.
    Che credibilità può avere un magistrato che dovrebbe essere super partes per avere sempre la coscienza di giudicare senza pregiudizi.
    Oggi il popolo, sovrano, ha bisogno di tutto, le
    difficoltà giornaliere per vivere non si contano più e ci mancavano le diaspore fra magistrati.
    Magistrati che dovrebbero dare l'esempio di correttezza e intergrità morale. Una dice all'altro di essere piccolo, l'altro dice alla prima che sa lui cosa diceva, di lei, un eroe dell'antimafia.
    Altro che sorridere di imbarazzo è una schifezza.

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    1. che credibilità puo avere un magistrato che dovrebbe essere super partes per avere sempre la coscienza di giudicare senza pregiudizi AGGIUNGERE quando, politicamente, sposa la causa di una delle parti in competizione o quando in campagna elettorale, da non candidato, partecipa a convengni di altra formazione politica rispetto a candidati indagati dallo stesso.

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  3. Hai ragione è giusto diatribe, mi sono complicato un pò volendo dare un significato di abbandono delle proprie origini per poi dispedersi.

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  4. E se fossero ancora tra noi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, voi pensate che questa stupida guerra ci sarebbe stata stata?
    Ingroia ha ricordato che ci furono grossi scontri allora (cioè oltre 20 anni fa), tanto che Giovanni Falcone fu costretto ad abbandonare Palermo, per andare a dirigere il dipartimento Affari Penali del Ministero della Giustizia, accettando la proposta del Ministro Martelli (quindi accettando uno sponsor politico...).
    E comunque, in tono quasi di minaccia, non ha voluto dire cosa pensava Paolo Borsellino della Boccassini (evidentemente non saranno state rose e fiori!).
    Caro dottor Ingoia, sono trascorsi invano allora questi 20 anni dalle stragi di Palermo? o dobbiamo parlare sempre delle stese cose? Dobbiamo vivere sempre con la spada di Damocle sulla nostra testa? E cosa c’entra questa velata minaccia di riferire cosa pensava Borsellino, da vivo, sulla Boccassini? Tra l’altro non potremo aver mai più conferma.
    E lei dott.ssa Boccassini, che convoca le tv per accusare il Dott. Ingroia di lesa maestà. Ma dove vuole arrivare? E’ stato profondamente sbagliato arrivare a questo punto da parte di due alti magistrati, che sinora hanno portato con prestigio le indagini da loro portate avanti.
    Una guerra di cui non avevamo assoluto bisogno e che non ci saremmo mai aspettata nella magistratura, soprattutto in una fase così delicata della campagna elettorale!



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