di Pasquale Nevone - Mario Monti ha aperto la sua campagna elettorale a Bergamo, addirittura alla vigilia della scadenza dei termini per la presentazione delle liste dei candidati.
Ha presentato la sua squadra di sette tecnici a capo del movimento, dei quali francamente non se ne intuisce l’indispensabilità. Ha presentato la sua agenda che è la negazione di tutte le misure prese finora, e somiglia piuttosto agli appunti che ha preso ascoltando le dichiarazioni di tutti i partiti e leader. Ma già la sua campagna elettorale rischia di essere la prima e forse anche l’ultima della sua ”salita” in politica, cosa universalmente ritenuta la madre di tutti i suoi errori. Se infatti era stato chiamato al capezzale dell’Italia martoriata dai politici perché ritenuto un prestigioso tecnico, va da sé che tale doveva rimanere al fine di restare anche in futuro una risorsa per il paese. Giusto in questa veste apparve sul finire del 2011.
Sorprendentemente il Financial Time, cioè il settimanale economico, direi quasi l’organo ufficiale, della city londinese, lo ha bocciato immediatamente come politico, si potrebbe dire già mentre si spegnevano le luci del palco. Quel giornale sostiene che Monti “non è il politico giusto per guidare l’Italia”. Mi ha sorpreso molto questa tempestività della maggiore voce economica mondiale. E mi sono chiesto che questo vorrà pur dire qualcosa. Nulla avviene per caso, tanto meno un articolo di stampa internazionale autorevole su un premier nazionale uscente che apre la sua campagna elettorale per chiedere la sua riconferma al governo. Ed allora ragioniamoci sopra un po’.
Monti fin dall’inizio del suo mandato fu osannato da tutti i governi mondiali tranne la Gran Bretagna. A Draghi invece, attuale prestigioso e autorevole banchiere centrale BCE, le cose sono andate bene fin dall’inizio e continuano ad andare benissimo, anzi in crescita, in termini di stima e di incisione nella politica economica mondiale. Quando lo spread italiano qualche mese fa improvvisamente ed inspiegabilmente salì ad oltre 590 punti, e stava per superare la soglia critica dei 600 punti, fu Draghi che si fece una passeggiata di un paio di ore a Londra, parlò con i maggiori investitori (meglio dire speculatori finanziari e monetari) inglesi (meglio dire del mondo) e gli disse con chiarezza (direi di stile siciliano) che o la smettevano immediatamente di speculare per far fallire l’Euro e l’Europa oppure gli avrebbe fatto una guerra senza precedenti, in quanto gli avrebbe scatenato contro sul mercato tutte le armi e le munizioni della BCE, precisando che queste ultime erano notevolissime.
Risultato? Il Bulldog inglese si è messo la coda tra le gambe, e oggi lo spread è vicino ai 200 punti. Di chi è il merito? Di Mario Monti? Io direi senza dubbio di Mario Draghi! Ed allora perché Monti rivuole il governo avanzando come suo merito il frutto della caduta dello spread, mentre ciò è merito della splendida e ciclopica battaglia di Draghi? Monti si vende la farina del sacco altrui. Perché?
Probabilmente perché Monti ha tirato per la locomotiva Franco-Tedesca, mentre Draghi ha imposto al cervello anglosassone del potere economico mondiale il rispetto e la stima per l’Italia e la vera Europa dei popoli (non solo di due). Insomma Draghi ha convinto USA-GB che da soli non riusciranno ad impedire che la CinIndia distrugga l’Occidente se non si alleano con l’Europa e l’Euro. La strategia di Draghi era giusta ed ha dato i suoi frutti. Gli Usa hanno ripreso, ad esempio, l’industria automobilistica, la GB ha salvato le sue banche, mentre la Cina comincia ad arrancare e vede diminuire il suo PIL, come il sud-est asiatico.
Ed allora, è davvero patetico vedere che un “manipolo” di tecnici si atteggiano a Dei che hanno salvato gli umani dal baratro, mentre tutto il mondo sa (umani compresi) che Draghi è stato il vero SupeMario che ha ridato all’Italia ed all’Europa fiducia nel presente e progettualità nel futuro.
Dunque, a Bergamo l’inizio della campagna elettorale dei Tecnici si è risolta nella caduta degli Dei. È un risultato che va accolto con sollievo. Adesso sì che la politica, anche se ancora molto debole, potrà tornare a governare l’Italia.
Pasquale Nevone
27 gennaio 2013
L'affare dei tecnici è stata un'operazione verticistica, architettata dal direttorio franco tedesco per garantire il pagamento del debito e le sofferenze bancarie e della finanza creativa, con il taglio delle pensioni e l'imu. Ma il PD? Il PD se avesse voluto, un anno fa, poteva andare alle elezioni, mettere una bella patrimoniale... ma non ha avuto il coraggio. Ma allora, chi arrivava al posto di berlusconi, dopo la politica "bunga, bunga" e le risate in diretta TV della coppia franco tedesca, chiunque sarebbe stato chiamato, padre della patria. Bersani...perfino casini, figuriamoci Monti che ha risollevato l'umore nero dei mercati e che ci ha fatto rientrare, dalla porta principale, nell'eurotecnocrazia dell'europa. Il prof. dopo che il caimano lo ha fatto cadere si poteva sedere sulla riva del fiume aspettando i cadaveri...tanto sarebbero tornati sbavando chiedendogli di accettare almeno la poltrona del quirinale! Perchè ha rinunciato ad un regalo facile, facile per salire in politica? Sputtanandosi con casini, fini, buttiglione, cesa? Alla faccia del rinnovamento! Dopo l'affare monte paschi vedo il povero Bersani cianotico...Forse l'unica salvezza o speranza di fare pulizia è ancora Grillo?
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RispondiEliminaE già caro Pino, anch'io insieme a te credo proprio che considerato che Monti e i c.d. tecnici si sono "squalificati", Berlusconi anche se ha confermato di essere un politico in sintonia con l'elettorato purtroppo (per lui)rimane pur sempre un vecchio Fauno che l'ha fatta troppo grossa, e Bersani tra la sua assenza di carisma da leader e la bomba MPS è in caduta libera e inarrestabile,gli elettori si rivolgeranno a Grillo , cioè all'unica alternativa rappresentante della vera società civile (non quella taroccata dei 3 candidati sopracitati).
La presa in giro di tuti i partiti sulla mancata riforma elettorale, quindi la conferma del porcellum che manda in Parlamento solo chi dice "mamma e papà, spingerà molti a ritornare dall'astensionismo per dare maggiore fiato a Grillo, magari non come voto di opinioone ma come voto di "dispetto" all avecchia casta. M5S può arrivare anche secondo partito più votato. Grillo, infatti, non è il Pannella del 2013, è uno che sa di che cosa parla perchè le ha studiate e propone soluzioni concrete ai problemi. Dunque è davvero insidioso per molti personaggi.
Basta governo dei tecnici. Su questo, mi pare, siamo tutti d'accordo. E poi, per noi, la Politica deve avere sempre il primato che le spetta. Ma il problema adesso è il futuro del Paese. E quindi dobbiamo fare uno sforzo per dare agli uomini migliori le redini di questo cavallo impazzito, che è la situazione italiana degli ultimi tempi. MPS o quant'altro ancora, speculazioni finanziarie e arricchimenti, privilegi e disuguaglianze dovranno trovare una soluzione. E sarà il momento nel quale la Politica dovrà dimostrare che non ci sono tecnici che tengono. Perchè di fronte alla salvezza del popolo c'è l'esigenza di un sussulto di dignità, c'è il bisogno di uomini e donne seri e onesti e che hanno nel loro cuore l'interesse della collettività.
RispondiEliminaIl braccio di ferro tra Tecnici e Politici per la conquista del potere è la vera novità inedita dell'attuale competizione elettorale. Addirittura sembra inverosimile. I tecnici, infatti, sono sempre stati "consulenti" dei politici, e comunque sempre al servizio "temporaneo" della politica. Si è sempre detto e considerato che i governi tecnici erano governi di decantazione delle problematiche politiche, giusto per dare il tempo alla politica di riprendere un nuovo punto di equilibrio dopo una rottura del quadro e politico.
RispondiEliminaAdesso è un evidente colpo di mano quello perpetrato dai tecnici, che vogliono sostiuirsi alla politica. Bisogna fermarli, e perentoriamente.
Dici bene Giangiuseppe, ci vuole un nostro sussulto di dignità.
Ma perchè eleggiamo politici per poi farci governare dai tecnici?
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