di Carmelo Pulvino - “Mentre i medici studiano l’epidemia… gli infermieri fanno sparire gli ammalati”!Potrebbe essere un nuovo detto se purtroppo non fosse vero. I medici sono gli economisti che studiano il fenomeno della “decrescita felice”.
L’epidemia è il tasso di “vecchiaia” che aumenta in tutta Europa. La soluzione tedesca è impeccabile…, hanno semplicemente rispolverato una tecnica dei loro nonni ed hanno cominciato a deportare i loro vecchi verso i paesi dell’Est!!!
Analisti stimano in circa 7.146 tedeschi pensionati deportati in case di riposo in Ungheria nel 2011. Più di 3.000 sono stati inviati in Repubblica Ceca, e più di 600 in Slovacchia. Numerosi in Spagna, Grecia, Ucraina, Thailandia e Filippine.
Sembra assurdo ma è la nuda realtà è pubblicata in un articolo di Kate Connolly pubblicato il 26 dicembre sul Guardian, (Germany 'exporting' old and sick to foreign care homes).
Ne ha parlato anche Paolo Lepri nel nostro Corriere della Sera il 28 (Ora la Germania «esporta» anziani in fuga dalla crisi).
Una trovata semplicissima… perfetta per ridurre i costi sociali… ricordate quando un governo italiano, per fare spazio nelle nostre carceri, pensò di deportare i detenuti “rumeni” nelle carceri “rumene”? Vi ricordate cosa si scatenò? Eppure ciò che sta succedendo da qualche anno nella democraticissima ed europeissima Germania non desta scalpore… anzi… tutto tace (o almeno fino a questi giorni).
Alcuni commenti sulla rete si chiedono come vengano organizzati i viaggi e se, in futuro, c’è in programma il ripristino dei convogli ferroviari. Probabilmente noi, come tanti altri, ci chiediamo se effettivamente si tratti di “deportazione” o se, tutto sommato, si permette di far “vivere” o sopravvivere in condizioni “umane” gli ultimi anni di vita di un povero pensionato con 400/600 euro di pensione, al mese. Una pensione con la quale è impossibile barcamenarsi in una Germania europeizzata con costi di vitto e alloggio, tasse e soprattasse decuplicati negli ultimi anni.
E allora? Meglio una badante dell’est a casa o a casa della badante dell’est?
Medioevo o globalizzazione del sistema sociale? Disperazione e demolizione dello stato sociale o internazionalizzazione geriatrica?
Il problema comunque è reale, e l’aumento dell’aspettativa di vita non fa che accrescere la preoccupazione di milioni di anziani in tutta Europa, Italia compresa.
Se vogliamo tagliare sui costi prima o poi dovremo adattarci alla moderna Germania… e prima o poi ci ritroveremo con i “nannò” a Kiev insieme al vino e alle arance di Ribera. Ma allora cominciamo con l’esportare i detenuti soprattutto se con precisa origine geografica, o no… no… noi siamo un paese civile… come la Germania!
Carmelo Pulvino
29 dicembre 2012
Non riesco a credere a ciò che leggo e mi sforzo di trovare il lato buone ( se ce ne uno ?) della questione :
RispondiEliminavisto che nella civilissima Germania non riuscirebbero a vivere , forse in quei paesi possano avere una vita meno disumana , ma poi mi chiedo , ma come si può sdradicare una persona anziana dal suo ambiente ? resto semplicemente stupefatto.
… sradicare una persona anziana dal suo ambiente ? Si può e come, senza tanto meravigliarsi! Basta prendere il "vecchio/a" ed andarlo/a a "posare" in una di quelle case cosidette "residenze per anziani " a 1000/1200 euro al mese. In Sicilia, come altrove ce ne sono tante. Non è questione di civiltà di una nazione, ma di morale dei figli e parenti tutti
EliminaMi riesce difficile parlare di “civilissima” Germania, come si usa dire normalmente quando succedono in questa nazione cose che poco si accordano con una nazione appunto civilissima.
RispondiEliminaAl tempo dei miei studi liceali, leggevo spesso invece della “barbara Germania”, quella che esportò i barbari all’abbattimento della civiltà romana e all’instaurazione di quel periodo buoi e oscuro chiamato Medioevo. Nella nazione tedesca c’è una dicotomia difficilmente risolvibile, perchè se da un lato la Germania ha dato i natali ai più grandi compositori di musica, ai più importanti filosofi della storia, dopo la Grecia, se ha prodotto tecnologia e progresso scientifico a iosa, in dialetto siculo diremmo “a fètiri”, a cotanto fiorire di civiltà bisogna contrapporre il rovescio della medaglia, cioè quel fenomeno raccapricciante che fu il nazismo, conseguenza di un razzismo che ha sempre attraversato e continua ad attraversare come un fiume carsico la società tedesca. Adesso stiamo leggendo queste notizie sugli anziani mandati a terminare i loro giorni all’estero Io ho visto con gli occhi miei, in America dove mi ero recato per trascorrervi un breve periodo di vacanza, alcuni anziani marinesi, emigrati da diversi decenni, che riuniti presso la Società S. Ciro di Garfield passavano le loro serate giocando a carte e ricordando il loro paese. Li ho visti piangere, parlando con me di Marineo, della loro patria abbandonata per motivi economici.
Ecco, il pensiero che questi anziani tedeschi vengano mandati o vadano di loro iniziativa all’estero perché la loro pensione non permette loro di vivere in patria, questo pensiero mi sconvolge e mi fa pensare a quanto ancora e sempre una nazione come la Germania non abbia ancora cessato di fare schifo, dalla caduta del nazismo in poi. Gratta il tedesco e vi troverai il razzista e il nazista. Vorrei essere smentito, ma se le cose stanno così, c’è poco da stare allegri.
Che vergogna! Mi sembra paragonabile ad un esilio forzato: Come può, una nazione civilizzata ed altamente idustrializzata come la Germania, trasferire gli anziani all'estero, sradicandoli dai luoghi dove erano nati e cresciuti?.
RispondiEliminaMi meraviglia come la stampa tedesca non ne abbia parlato fin ora, ed anche la stampa occidentale.
E' veramente un fatto molto grave, di puro ed autentico razzismo, questo. Come si fa a esportare all'estero, ciò che rappresenta la storia, la cultura, la saggezza di un popolo e trapiantarla all'estero. Mi sembra questa un'aberrazione bella e buona che, deve far riflettere tutti, anche noi italiani. Che certo populismo esasperato, dio non voglia, possa far impazzire anche i nostri poilitici?
Un grande complimento a Carmelo per aver ritenuto (giustamente)importante questo argomento.
RispondiEliminaLa considerazione, le condizioni e l'assistenza riservate agli anziani sono sempre state lo specchio più fedele della società e del suo grado di civiltà.
Da come vivono e vengono trattati gli anziani si capiva che la società, fino agli anni 50/60 si avviava al definitivo progresso e benessere economico, ma conviveva ncora con i valori tradizionali di rispetto ed affetto per gli anziani.
Dagli anni '70 i figli non si sono più potuti occupare dei loro genitori perchè il "lavoro" e le "esigenze" della loro famiglia moderna non glielo consentivano più, e così hanno scaricato sullo stato questo "problema". Dunque grande crescita dello debito pubblico per sostenere lo stato sociale (sanità, assistenza sociale e a domicilio, case di riposo comunali, etc..).
Adesso, dopo i figli, è lo stato che "non può più" occuparsi degli anziani. Perciò gli anziani devono "sbrigarsela" da soli.
Il futuro verosimile sarà la gistificazione e regolamentazione legislativa della "eutanasia" per chi non è più autosufficente fisicamente (rifiuto dell'accanimento terapeutico) o economicamente (depressione per lo svilimento della propria dignità).In Svizzera ci sono cliniche da tempo attrezzate per l'autanasia assistita: il cliente preme da solo e da se stesso il pulsante che inocula il farmaco letale; nessun infermiere o altro personale è coinvolto in parte attiva nell'attimo finale /vedi il caso di Lucio Magri).
Che bella civiltà abbiamo messo su!!!
VECCHI O ANTICHI?
RispondiEliminaIl presente articolo merita un commento circa i contenuti, infatti, già da tempo, nella politica italiana si nota un preoccupante calo di interesse nei confronti dello stato sociale. Ma, quel che è peggio, adesso abbiamo modo di vedere che la cosa non riguarda soltanto il nostro paese, ma forse tutta l’Europa. Ciò mentre la punta più avanzata del pensiero occidentale, l’America, invece, cerca di recuperare il welfare come valore esistenziale e fondamento di ogni stato moderno. La cosa quindi non può rassicurarci. Se da un lato, infatti, è facile sostenere che ciò possa essere determinata dalla crisi economico finanziaria, d’altro canto si avverte il pericolo che venga fuori una di quelle considerazioni che giacciono nella parte recondita nell’animo di molti uomini, e covano come brace sotto la cenere, e che portano a considerare ciò che è vecchio, come qualcosa di inutile, sottraendo alla persona umana la dignità che le è propria.
Tutto ciò ci rimanda inevitabilmente ad un passato neanche troppo lontano, nel quale persone ritenute “socialmente inutili”, venivano sacrificate nei forni crematori. Altro è il livello della misconsiderazione che si esercita anche soltanto nelle famiglie, quando gli anziani, lungi dal ricevere la stima e l’apprezzamento che avevano nella società patriarcale, addirittura adesso vengono indirizzati verso case alloggio o comunità protette, dove concluderanno più rapidamente la propria vita tra anziani e malati come loro. Da ciò spesso, la storia ci insegna, inizia il decadimento di un popolo e di un sistema. Riflettiamoci.