di Fabrizio Ferrandelli - La marina militare degli Stati Uniti d’America sta installando, all'interno della base militare di Niscemi, un sistema di telecomunicazioni satellitare chiamato MUOS in grado di permettere la comunicazione da ogni parte del globo di tutti gli utenti militari degli USA.
Questo sistema prevede di utilizzare tre antenne radar con parabole da 18.4 metri di diametro, che emetteranno costantemente onde elettromagnetiche ad altissima frequenza (banda Ka) e di grande potenza che da studi condotti da studiosi del Politecnico di Torino, costituiscono un rischio per la salute per l’inquinamento elettromagnetico del territorio in cui saranno istallate.
Considerata la pericolosità del MUOS ho presentato una mozione per chiedere al Governo regionale, all'assessore per la Salute e all’assessore per il Territorio e ambiente di provvedere in tempi rapidi alla revoca delle autorizzazioni precedentemente rilasciate per la realizzazione del sistema militare presso la base militare Ntrf di Niscemi.
Le tre antenne radar costituiscono non solo un rischio per la salute per l’inquinamento elettromagnetico del territorio, ma anche un pericolo per il vicino aeroporto di Comiso, perché le onde elettromagnetiche possono interferire con le apparecchiature di volo.
Oltre al rischio per la salute, va considerato anche il danno ambientale. Il Muos, infatti, dovrebbe essere istallato in contrada Ulmo, all'interno della riserva naturale Orientata “Sughereta di Niscemi” definita sito SIC (Sito di Importanza Comunitaria) dalla Comunità Europea e coinvolgerebbe, con le sue onde elettromagnetiche, un vasto territorio di oltre 300 mila abitanti dei Comuni di Gela, Vittoria, Caltagirone, Niscemi, Butera, Riesi, Mazzarino, Acate, Mazzarrone, Piazza Armerina, San Cono, Mirabella Imbaccari, Chiaramonte Gulfi, San Michele di Ganzaria e Vizzini. Un’area che è già stata definita ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) dallo Stato Italiano.
Per questi motivi, ho deciso di lottare al fianco del Comitato No MUOS delle associazioni e dei movimenti che chiedono solo il rispetto del territorio e il diritto alla salute della popolazione. Sono comunque certo che il presidente Crocetta farà quanto in suo potere per bloccare l’istallazione del Muos, così come ha già più volte dichiarato.
Fabrizio Ferrandelli
31 dicembre 2012
* deputato PD all'Ars
segretario commissione Ambiente e territorio
MUOS. Un acronimo prima sconosciuto che però, adesso, ci fa paura. E se questo impianto altamente tecnologico e potente, può far male alla salute, ben vengano le battaglie per il blocco immediato e larevoca delle autorizzazioni. E, quindi, bravo a Fabrizio Ferrandelli. Ma siamo così certi di tutto? Il nostro Paese è così bislacco da far impiantare sul notro territorio uqalcosa di così muostroso e pericoloso? E l'ARPA regionale cosa fa? Un ente appositamente creato per la protezione dell'ambiente. E, in ultimo, considerato che l'Italia ha una delle legislazioni più restrittive per quanto riguarda proprio le emissioni elettromagnetiche, aspetto di conoscere il pronunciamento ufficiale delle autorità competenti. Dopo, se le cose stanno come riferisce Angioltta Massimino nel suo articolo e Ferrandelli con la mozione presentata, anch'io scenderò in piazza con i cartelloni!!!
RispondiEliminaSono contento che Fabrizio ci abbia messo a conoscenza di una iniziativa talmente nociva ed insensata cui lui e tutti noi giustamente dobbiamo opporci.
RispondiEliminaLe bellezze naturali, l'ambiente, la salute, sono beni primari che non possono essere sacrificati sull'altare di un militarismo che non appartiene alla nostra cultura.
Beh, tutte le grandi opere sono state accusate di nuocere alla bellezza naturale del territorio e di non rispettare l'ambiente. Opere come l'"Obbrobrioso" Vittoriano con annesso l'Altare ella Patria, adesso meta di milioni di turisti, la Torre Eiffel in mezzo alla città con tutta la sua ferraglia, la Statua della Libertà che avrebbe potuto nuocere, chissà, al volo degli uccelli o avrebbe potuto deviare di qualche metro il passaggio della creature marine, per non parlar d'altro, secondo questa tesi non sarebbero neanche nate, e forse neanche il Palazzo di Giustizia di Palermo, con tutto quel cemento buttato là, nel centro della città.
RispondiEliminaIl metodo è sempre lo stesso: intanto cominciamo con le lamentazioni, con le previsioni catastrofiche e con le manifestazioni di piazza, poi , insisti e insisti, qualcosa otterremo.
Io invece concordo col direttore, e cioè: se le cose stanno come riferisce Angioltta Massimino nel suo articolo e Ferrandelli con la mozione presentata, anch'io scenderò in piazza con i cartelloni!!!