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sabato 22 dicembre 2012

La falsa teoria del doppio Stato e l’alternativa antiliberista del partito dei Giudici

Antonio Ingroiadi Calogero Dolcimascolo - Ho trovato deplorevole l’accanimento di qualche magistrato della Procura di Palermo nei confronti dell’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro per la fantomatica trattativa Stato-mafia.
Nessuno, dalle Istituzioni, si è alzato per dire: “Io non ci sto”.
Un silenzio assordante e accuse verso un servitore dello Stato che ahimè, per legge di natura, non può difendersi dall’aldilà.
Oscar Luigi ScalfaroOscar Luigi Scalfaro nel 1946, toltosi la toga, si candidò alle elezioni per la Costituente e venne eletto a Torino, come indipendente nella lista della Democrazia Cristiana. A livello nazionale era stato deciso l'appoggio aperto della gerarchia ecclesiastica e delle organizzazioni cattoliche, per difendere l’Italia dalla possibile conquista del potere da parte dei social-comunisti (Fronte popolare).
Fu deputato ininterrottamente dal 1946 al 1992, e fu eletto Presidente della Repubblica, mentre era presidente della Camera. Una candidatura “istituzionale”, dopo diversi scrutini andati a vuoto.
Sin dall’inizio del suo mandato ha dovuto affrontare una brutta pagina della storia repubblicana, una grave crisi morale del paese sfociata in tangentopoli e un attacco senza precedenti di azioni terroristiche che fecero ricadere il paese negli anni di piombo.
Paolo BorsellinoUno dei momenti più difficili, del suo settennato, è certamente legato alla strage di via D’Amelio, il 19 luglio del 1992, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta.
Il giorno dei funerali, in Cattedrale a Palermo, il capo dello Stato e i politici presenti, furono oggetto di un feroce contestazione da parte della folla indignata, che non degenerò in linciaggio solo grazie all’intervento delle forze dell’ordine presenti in massa. Nei palermitani c’era una forte rabbia nei confronti di uno Stato considerato debole nella lotta alla mafia.
Per la prima volta i mafiosi diventano terroristi e le stragi si spostano oltre lo stretto, si tratta di un attacco senza precedenti dove perdono la vita altre vittime innocenti.
Nel paese, per chi se lo ricorda, sembrava stesse calando una fitta nebbia e non si intraveda alcuna luce e oltre agli attacchi mafiosi esplose tangentopoli, provocando un vero affievolimento della classe politica. Tuttavia i risultati da parte dello Stato sono arrivati quasi subito con la cattura di pericolosi superlatitanti e con una lotta alla mafia senza precedenti.
Parlare, oggi, della scellerata trattativa Stato/mafia nella quale Scalfaro avrebbe avuto il ruolo di burattinaio è una cosa ignobile e un’offesa non solo al de cuius ma anche alle Istituzioni democratiche del Paese; Lui avrebbe sicuramente detto “Io non ci sto”.
Per capire il carisma della persona basta ricordare che non ha firmato il decreto-legge sulla depenalizzazione del finanziamento illecito ai partiti, perché credeva fermamente nei principi fondamentali per la democrazia come quella Italiana basata sulla piena separazione dei poteri.
Non ha ostacolato la Magistratura ordinaria capeggiata da Di Pietro e & C, all’attacco soprattutto delle forze del pentapartito convinto che nessuno, tantomeno i politici, poteva sottrarsi alla giustizia per gli abusi commessi durante il mandato politico.
La giustizia per quell’uomo aveva un valore assoluto.
Giorgio-NapolitanoLo stesso attacco ignobile di recente è stato messo in atto contro l’attuale capo dello Stato Giorgio Napolitano da alcuni magistrati, che oggi, alla stessa maniera dei tempi di tangentopoli, si candidano alla leadership del Paese attaccando da uomini delle Istituzioni le Istituzioni stesse.
Movimento ArancioneSi ha la sensazione di un assalto, pianificato, di quel partito dei Giudici, alleato alle prossime elezioni politiche: Grillini, Arancioni e Italia dei valori, che con la lotta politica extraparlamentare tentano di costruire un’alternativa di governo al berlusconismo e alle scelte liberiste: economiche, sociali e culturali del governo Monti”.
La mancata riforma della giustizia consente ai Giudici, che spesso si basano su teoremi, di candidarsi mettendosi semplicemente in aspettativa. E non meravigliamoci se attaccano il Parlamento, perché sono pronti ad esserne i nuovi inquilini.
Quell’uomo onesto, che oltre ad essere parlamentare e capo dello Stato non ha mai abbandonato nel suo animo la toga, si spense a Roma il 29 gennaio 2012. Chissà cosa avrebbe pensato della discesa in campo del partito dei Giudici.

Calogero Dolcimascolo  Calogero Dolcimascolo
  22 dicembre 2012

17 commenti:

  1. Ho appena visto su La7 il magistrato Ingroia collegato da Palermo. Lo intervistavano Telese e Porro. Si candida. Forse. Ma ha spiegato quali sono i suoi principi. La Politica con la P maiuscola, una politica che ha perso negli anni il suo ruolo e che è diventata un qualcosa di sporco e mal visto dai cittadini. Sembrava, quasi quasi, uno di PoliticaPrima. Comunque, pare proprio che vedremo un candidato premier sostenuto da un'area che va da Grillo a Di Pietro a De Magistris. Aspettiamo e vediamo. Intanto apprezziamo l'analisi dell'autore che ci ha ricordato un grande Presidente della Repubblica e ha ipotizzato questo "partito dei Giudici".

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    1. Avevo scritto velocemente questo commento appena dopo la pubblicazione dell'articolo. Adesso ho letto il lungo commento di Nino Pepe, molto circostanziato, e devo ammettere di avere sbagliato a scrivere "grande" Presidente della Repubblica. Faccio una correzione e tolgo "grande". Non me ne voglia l'autore ma condivido buona parte dello scritto di Pepe.

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  2. Oscar Luigi Scalfaro, presidente della Repubblica dal 1992 al 1999 ed ex magistrato è stato deputato dal primo parlamento all’ultimo, senza nessuna interruzione di mandato. Se oggi vengono definiti dinosauri coloro che sono al parlamento soltanto da una ventina d’anni, come definiremmo uno che dopo quarantasei anni di stare in parlamento è stato eletto presidente della repubblica e dopo il suo settennato ha continuato ad essere parlamentare perché senatore a vita? Diciamo che è stato al parlamento dal 1946 al 2012, anno della sua morte, Praticamente 59 anni da parlamentare più sette anni da presidente della repubblica. Credo che sia un record assoluto, attualmente non superato nemmeno da Andreotti che andò in Parlamento soltanto nel 1948..
    Tutti, oggi, lo ricordano come “difensore della Costituzione” o con espressioni del tipo “custode della Carta”: che è un modo, elegantissimo, per non dire nulla. E’ come ricordare un panettiere perchè “faceva il pane”, o un muratore perchè “costruiva muri”. E’ una tautologia. Infatti un Presidente della Repubblica è il difensore della Costituzione, per definizione.
    La verità è che Oscar Luigi Scalfaro è stato il peggior presidente della storia della Repubblica: davvero, il peggiore. Senza dubbio alcuno.
    Il suo mandato presidenziale venne segnato dall’onta del ribaltone: con un gioco di palazzo, con un inciucio indegno e incivile, il Presidente Scalfaro cacciò il governo eletto (il primo Berlusconi, era il 1994). Lo ricordiamo per aver sovrapposto la propria personale volontà alla sovranità popolare: in realtà mai fedele al ruolo di garante della Costituzione, mai al di sopra delle parti, Il suo vero capolavoro politico fu il già citato ribaltone, con le elezioni prima promesse poi negate, poi continuamente rinviate per sfinire l’allora Polo e per dar tempo all’Ulivo di trovare un candidato (poi spuntò infatti Romano Prodi). Sulla presidenza Scalfaro (con premier Ciampi) è ancora ben presente e ingombrante un altro atroce interrogativo: la resa dello Stato con la mafia. Io non voglio dire cose che non penso, ma, perchè e cosa spinse lo stato a togliere dal carcere duro e a trattare con i boss stragisti?
    Vogliamo parlare del triplo stipendio? Un’altra ombra su Scalfaro deriva dal suo vitalizio d’oro da senatore a vita, 15mila euro al mese, anche se le sue presenze a Palazzo Madama si contavano sulle dita di una mano. E a quei 15mila euro mensili si dovevano aggiungere quelli da ex parlamentare e anche i 4.766 euro per aver superato i 30 mesi da magistrato, carica ricoperta tra il 1943 e il 1946 e in virtù della quale condannò a morte due fascisti dopo la liberazione. E nonostante questo, Scalfaro riusciva a prendersela con i privilegiati: “Basta con le pensioni d’oro. C’è chi ha troppo e chi ha niente. Ci sono cifre che danno le vertigini. Non è accettabile”. Lui era così: coerente con gli altri, incoerente con se stesso.
    .Accusato di aver ricevuto, mentre era ministro dell’interno nel governo Craxi, cento milioni di lire al mese per la sua carica, non solo non dimostrò mai come avesse utilizzato quei soldi, ma pronunciò, a sua autodifesa, la famosa frase “IO NON CI STO”, come dire che basta pronunciare “io non ci sto” e qualunque delinquente accusato di qualsiasi reato, con quella frase può discolparsi di fronte ai suoi accusatori. L’abbraccio al Partito Democratico, la continua ossessione verso il centro-destra di Silvio Berlusconi e la simpatia verso girotondini e popolo viola, sono in grado di garantirgli ricordi, pensieri e la solita buona stampa di sinistra. Ma è tutto falso.

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  3. Devo ammettere che anch'io non ho un giudizio positivo su Scalfaro. Lo stesso Marco Pannella, che fu grande sostenitore della sua lezione a Presidente della Repubblica indicandolo come il "Pertini cattolico", poco tempo dopo disse pubblicamente che si era sbagliato e pentito di essersi adoperato in quel senso.
    Scalfaro fu un parlamentare "dinosauro", ma non fu mai incisivo e protagonista di alcunchè. Fu un "bigotto" che indosso pubblicamente la veste bianca di "integralista duro e puro" pronto a "soccorrere" chi avesse avuto bisogno o utilità di utilizzare la sua "veste bianca ed immacolata" per coprire o raggiungere i propri scopi.
    Troppe macchie nere sul suo settennato presidenziali: dai 100 milioni al mese quale ministro degli interni, all'avvallo del ribaltone contro Berlusconi,alla trattativa stato/mafia (Scalfaro fu eltto presidente il 25 maggio 1992, cioè subito dopo la strage di Capaci. Fino a pochi giorni prima la Presidenza se la giocavano Andreotti e Forlani).
    Insomma, molto verosimilmente, ci fù del marcio al Colle in quel settennato.

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  4. DIMENTICAVO:
    Bisogna ricordare una legge voluta e quasi imposta da Scalfaro, di cui si è molto parlato: la «Par condicio», studiata ap­pos­ta per comprimere la forza mediati­ca di Berlusconi, e dare a qualsiasi par­tito (grande, piccolo, non importa) lo stesso spazio televisivo su emittenti pubbliche o private, indifferentemen­te. La norma vige ancora.
    Oscar Luigi Scalfaro, uno straordinario bacchettone di suc­cesso involontario, è stato capace di passare nel corso della sua esisten­za, non breve (93 anni), da strenuo di­fe­nsore della democristianità ortodos­sa a paladino degli ex comunisti, nume tutelare della putrida decadenza del si­stema politico che ha rovinato il Paese...
    Indro Montanelli di­ceva di lui: lo abbiamo avuto come ca­po dello Stato per disgrazia ricevuta.
    Cosa sulla quale, ca va sans dire, io concordo pienamente.

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  5. Scalfaro, da molti sostenitori, è ricordato come il garante della Costituzione. Necessita ricordare loro che questo è un compito che tutti i Presidenti debbano avere. E’ come dire che lui solamente ha avuto quest’ accortezza, mentre altri l’hanno dimenticato. Peccato però che tutti i Presidenti siano stati contestati dalla stampa di sinistra e solo Scalfaro è stato risparmiato perché attaccava il centrodestra. Non sopportava il gruppo politico di centrodestra che aveva vinto le elezioni. No, non posso proprio partecipare alle lodi. Il così definito “partito dei giudici” potrebbe rappresentare sicuramente una garanzia di correttezza politica in un momento in cui la gente ha bisogno di credere nella politica, quale arte nobile del governare. Speriamo in un partito politico autonomo che abbia l’accortezza di inserire cittadini animati al confronto democratico, lontani dagli interessi di parte dei partiti che ultimamente hanno governato e con prospettive e scelte diverse da quelle del governo Monti. Si ha bisogno di respirare aria nuova e pulita. Non è l’assalto pianificato del partito dei giudici, dei Grillini e degli arancioni. E’ la necessità di pulizia che nasce da parte della società civile. E’ la voglia di mettersi in gioco e apportare il proprio contributo per un cambiamento vero.

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  6. Per me un magistrato, deve fare il magistrato, perché in Italia oltre alla buona politica abbiamo bisogno anche di buona giustizia. Ma se uno come Antonio Ingroia vuole fare politica nessuno glielo può impedire. Il problema, però, è che se diventa un politico non può più tornare a fare quello che faceva prima. Non è corretto il fatto che si faccia un partito dei giudici altrimenti non si capisce più nulla, i ruoli si mischiano e non è giusto.
    Speriamo, comunque, che questa candidatura possa essere sul serio un segnale di cambiamento e non la solita smania di potere. L’Italia ha bisogno di uomini e donne che hanno voglia di impegnarsi senza avere interessi personali. E anche se è difficile io credo che c’è ancora tanta gente onesta e seria che può dare tanto a questo Paese.
    Buon Natale a tutti.

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  7. Il problema dovrebbe essere risolto a monte: chi sceglie di fare il magistrato sappia che non potrà mai fare politica, neanche in caso di dimissioni dalla magistratura.
    Due semplici parole e la questione si chiude lì. Se è incostituzionale, si cambia l'articolo della costituzione, e si sistema la pratica. In un paese serio, la soluzione si sarebbe trovata, come si sarebbe trovata la soluzione di spostare i processi a carico dei governanti a dopo che termina il loro mandato, come si fa in Francia e della qual cosa nessuno si lamenta.
    In Italia non si può perchè la casta dei magistrati pianta un casino totale e chi non è d'accordo con loro passa per delinquente di fronte all'opinione pubblica.

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  8. Sono veramente deluso, ancora una volta, dai magistrati simbolo della "migliore giustizia" che gettano alle ortiche la toga per andare a fare un semplice "megafono umano" in parlamento in mezzo ad altri "appena" 945 parlamentari e, per di più, eletti senza neanche 1 voto di preferenza (neanche il loro).
    Ma se i migliori magistrati (Ayala, Di Lello, Colombo, Di Pietro, De Magistris, Ingroia, etc..) lasciano i tribunali a chi potremo chiedere investigazioni incisive? a mezze calzette?
    La Magistratura è uno dei tre poteri fondamentali dello Stato.E si vede quanto conta quando arriva nel salotto dei vertici istituzionali e comunque del potere.
    Insomma,mi spiace dirlo, ma non riesco a non vedere nelle "persone fisiche" dei magistrati eccellenti la grande debolezza della "misera ambizione" di passare da "dominus" sugli imputati a "dux conductor" su tutti i cittadini. Insomma il Delirio di onnipotenza.
    I magistrati che abbandonano la toga per passare alla politica non mi piacciono. Non solo. Ma Ingroia e compagni, facendo il partito dei giudici, hanno fatto uno dei migliori regali a Berlusconi, dimostrando che è vero"che c'è del marcio in Danimarca".
    Infine, e questo lo dico al partito dei giudici, agli arancioni, a Grillo e quant'altri: la smettano di rompere "le scatole" con l'attacco a chi è politico anche per professione , difendendo questa bufalata che chi viene dalla società civile (cioè che non ha mai fatto politica) è "duro e puro" e sa risolvere i problemi di una società complessa. Non è vero. Non è mai stato vero.
    Fare politica significa essere persone che devono avere una passione assoluta per questa attività, devono studiare a fondo i problemi su cui legifereranno o che dovranno amministrare, devono lavorare a tempo pieno, anzi senza limite massimo di tempo, ed infine devono avere talento naturale per non farsi mettere nel sacco dai lupi e dalle volpi che si annidano tra gli scranni.
    Dunque politici "si nasce", è il buon Dio che dà il talento naturale (il carisma). Da solo questo non basta. Bisogna aggiungere quello che dicevo prima.
    Un vero politico deve essere un leader, non un gregario o un cane sciolto.
    Ingroia ed altri, pertanto, hanno gettato alle ortiche l'unico talento che hanno: saper smascherare le macchinazioni dei maligni e metterli fuori gioco. Non posso ringraziarli per questa abdicazione e non li voterò.

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  9. Un piccola chiosa allo scritto di Nevone, sul quale concordo.
    Ingroia e compagni, facendo il partito dei giudici, NON hanno fatto uno dei migliori regali a Berlusconi, dimostrando che è vero"che c'è del marcio in Danimarca", HANNO soltanto dimostrato che Berlusconi ha avuto ragione quando ha denunciato le persecuzioni dei giudici politicizzati.
    Questo non vuol dire che Berlusconi sia immacolato come l'ermellino o non sia colpevole di nulla, ma qualche processo nato morto e portato avanti per mero desiderio di fottere Berlusconi, ma senza speranza di riuscita e per giunta con i nostri soldi, questi magistrati bianchi di fuori ma rossi di dentro avrebbero potuto risparmiarcelo.

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  10. Voglio rispondere a Nino Pepe.
    In definitiva sarebbe meglio che ognuno facesse solo ciò che sa fare meglio: magistrato, imprenditore, politico, professore, tecnico, velina, giornalista, cantante, attore,e quant'altro.
    Ma perchè oggi è diventato così difficile, impossibile osservare questa elementare regola di vita?
    Sembra che tutte le strade delle professioni e delle attività lavorative debbano , prima della pensione, essere premiate con uno scranno in parlamento (comunque e chiunque).
    Ma questo non è impazzimento e degrado della vita pubblica italiana?

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  11. Rispondo alla domanda posta da Pasquale: Perchè lo scranno in parlamento risponde a due tra le più comuni ispirazioni dell'uomo, e cioè, potere e denaro. Abbiamo visto come di fronte a queste due cose non c'è moralità che tenga, non c'è persona che non si faccia corrompere da queste due magiche parole. Ovviamente ci sono le eccezioni, ma sono mosche bianche.
    Per Berlusconi dovremmo parlare di solo potere, in quanto di "grano" ne aveva già in quantità.

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  12. Ne aveva, giusto!, ma fatto con il potere, però, molto di più! Saluti e buon Natale

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  13. non so perchè, ma dopo che anche Grasso sta maturando l'idea di una candidatura nel PD, mi vado convicendo che Berlusconi si prepari all'ennesima mission impossible! e il perchè lo hanno scritto alcuni commentatori.E'chiaro che in Italia la partita che conta è quella per il potere, e oggi con questa legge elettorale che nomina e non elegge la deputazione, per molti, non avendo da giocarsi la partita con la ricerca personale del consenso, la presa del potere sembra più facile e forse lo è davvero. E allora pare paradossale, ma se Monti è il potere delle banche, se Bersani raccoglie il potere dei magistrati,alla povera gente che lotta giorno per giorno la sua personale battaglia di sopravvivenza, cosa gli rimane da votare grillo o berlusconi? morale se tutto va bene siamo rovinati....

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  14. Ci sono rimasto malissimo anch'io nell'apprendere che anche Piero Grasso abbandona alle ortiche la toga e va a fare uno dei 945 parlamentari. La sua scelta del PD, poi, non la capisco proprio. Sapevo che la sua sponda politica era tutt'altra. Che cosa è successo? Boh!! Altri misteri italiani.
    Piuttosto questa "scellerata" sfida tra Bersani e Monti è proprio surreale. Dimostra che a danno e beffa di noi cittadini-elettori da oltre 1 anno si mise su questo governo "pseudo-tecnico".
    Quello che mi diverte (amaramente) è che i "macchinatori" sono rimasti vittime delle loro stesse macchinazioni. E questo un pò tutti.
    Speriamo che tra i due litiganti non goda uno dei due sfidanti (Grillo su Bersani o Berlusconi su Monti). Certo è che sembra proprio che i "guru" della "la politica io lo sa fare" ce la stanno mettendo tutta per mandare all'aria gli ultimi residui di speranza per il ritorno della buona e sana politica.

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  15. per maggiori INFO sulle TRATTATIVE SCALFARO MAFIA visitare il diario facebook

    SCALFARO.DIMAGGIO.BOCCASSINI&MAFIA ante 26.04.91

    STATO.SCALFARO.DIMAGGIO.BOCCASSINI&MAFIA post 25.05.92

    http://www.facebook.com/baithan.dattastare

    L’impatto col diario è DEVASTANTE, appare il cartello LUCIANO LAMBERTI.... Magistrato, FUCILATO a NEVERI il 26.04.91 i mandanti: la Banca Popolare di Neveri e la Scalfaro&C, i fiancheggiatori: i TOGABANI ASSASSINI i “pompini”: della Boccassini, la PROSSIMA FINE DEL SOTTOSCRITTO… amen

    Nei 60 album, suddivisi per argomento, selezionate album, le foto sono mischiate, sono esposti, 19 anni di fatti, più o meno in ordine cronologico, non sono di immediata lettura, ma le "face" aiutano... a capire... come i TOGABANI & ASSASSINI, Borrelli & Boccassini, in primis, stanno abusando da anni, della mia "non violenza"... non ho reagito alle loro provocazioni, ai loro TSO, non ho fatto il “loro subdolo gioco”, quando l’INGIUSTIZIA DIVENTA LEGGE, non resta che porgere l’altra “chiappa”, subire il “martirio”... ASSASSINI!!
    emerito indignato jo
    Giorgio Dini Ciacci Milano gio2opg@gmail.com

    su facebook Baithan Dattastare
    http://www.facebook.com/baithan.dattastare

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  16. Per Giogio Dini Ciacci. Aiutaci a capire meglio. Facci un breve riaussnto delle informazioni che hai attinto.

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