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martedì 27 novembre 2012
GRANDE PROVA DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
di Giangiuseppe Gattuso - Si va al ballottaggio. Un duello a colpi di voti che si esaurirà domenica 2 dicembre. Il primo tempo, domenica 25 novembre, lo ha vinto Pierluigi Bersani, il segretario PD con il 45,9%.
E secondo è arrivato Matteo Renzi con il 35,5%, lo sfidante che ha animato il panorama politico italiano spingendo tantissimi cittadini a riappropriarsi del proprio destino. Un bel successo per lui e per tutto il partito, una prova di maturità democratica e di voglia di partecipazione. Oltre tre milioni e centomila cittadini hanno fatto la fila, si sono registrati, hanno pagato con convinzione due euro a testa e hanno votato. L’antipolitica, per adesso, è servita.
Le “primarie”, lo si deve riconoscere, rappresentano quanto di meglio il sistema politico italiano può offrire. Un momento importante, una occasione per riavvicinare i cittadini e riaccendere una fiammella di fiducia verso la politica. Un metodo che andrebbe istituzionalizzato e che risolverebbe tantissimi problemi di crisi dei partiti e contribuirebbe molto a cambiare il Paese.
E se il centro destra si decidesse a fare altrettanto farebbe un bel regalo al sistema Italia. Ma non sarà semplice e non sarà indolore. Le anime del PDL sono in fermento e l’incognita Berlusconi resta sempre il problema originario. Il buon Angelino Alfano deve avere coraggio, tanto coraggio e determinazione. Deve scrollarsi di dosso la patria potestà e affermare, una volta per tutte, l’indipendenza dal grande capo-padrone. È un momento delicatissimo che rischia di scompaginare definitivamente l’intero PDL. Un partito che, pur con i difetti di nascita, è riuscito a rappresentare, per parecchi anni, una vasta area del Paese che, spesso, è maggioranza elettorale. Ma che non è riuscito ad esserlo nella società, nella cultura e non ha fatto nulla per rappresentarne i valori di fondo. Dedicando più attenzione alla gestione del potere, all’occupazione di poltrone, di governo e di sottogoverno, a livello centrale e a livello periferico. Peccato.
C’è ormai poco tempo per preparare il nuovo governo del Paese e per eleggere il nuovo Parlamento che dovrà sostenerlo. E c’è bisogno di uomini e di donne di buon senso, capaci di fare le scelte per fermare la deriva e invertire la rotta. Quelle scelte difficili e dolorose che solo con il consenso popolare possono essere fatte. Quel consenso che potrà arrivare solo se gli italiani avranno fiducia, solo se chi sarà chiamato a guidare il Paese sarà credibile, se darà per primo l’esempio, se i sacrifici richiesti saranno ritenuti giusti ed equi, e se la Politica riconquisterà il ruolo che merita.
Il Partito Democratico ha mostrato una grande prova di forza e di coinvolgimento popolare. Un approccio diverso nei confronti dei cittadini, che hanno risposto con entusiasmo e fiducia. Adesso ha raggiunto il punto di non ritorno, dovrà dimostrare capacità di governo, serietà, onestà e grande senso delle istituzioni. Ha in mano il futuro del Paese e ha il dovere di andare avanti. Le altre forze politiche sono in grande ritardo, e si sentono solo gli echi delle manovre di palazzo. Il 2012 segnerà un periodo di grave crisi politica ed economica che ha aggredito le famiglie, i più deboli e i bisognosi. E l’Italia non può aspettare oltre, il tempo è scaduto e di governi tecnici non se ne sente più il bisogno.
La scelta di domenica sarà determinante per l’Italia intera. Pierluigi Bersani lo sa benissimo e la sua pacatezza, l’ esperienza, la capacità di governo e la serietà rappresentano una garanzia. Matteo Renzi incarna la forza della gioventù, l’innovazione, uno spirito aperto e coinvolgente. Insomma, una scelta importante tra due politici che sono una preziosa risorsa da non disperdere. E il voto popolare e democratico legittimerà e darà autorevolezza al candidato Presidente del Consiglio dell’Italia che verrà.
Giangiuseppe Gattuso
27 novembre 2012
Queste primarie nazionali 2012 del PD si sono dimostrate per davvero un gradita sorpresa politica. Intanto per la elevata partecipazione di elettori, cosa sulla quale c'era molto scetticismo alla vigilia dell'apertura dei gazebo (poco più di 1 mln di registrazioni on-line.E poi perchè in questi giorni di sospensione dei partiti e del dilagare dell'antipolitica, a fronte di una crisi economica ben lontana dall'essere domata, francamente un pò tutti si pensava che questo evento sarebbe stata poca cosa. E invece, vedi un pò che scoppiettante partecipazione, risultati inattesi e prospettive interessanti. Insomma la rinascita nei cittadini della voglia politica di esserci, di partecipare alle decisioni fondamentali e dirimenti della vita pubblica collettiva.Non solo nel centrosinistra, ma anche e forse ancora di più nel centrodestra.
RispondiEliminaInsomma bisogna ammettere, che dopo anni di rodaggio, adesso le primarie sono una "istituzione di fatto" che "piace" molto alla gente, che determina scelte politiche che poi le classi dirigenti dei partiti non possono invalidare o aggirare.
Pertanto, forse non sarebbe sbagliato inserire l'obbligo delle primarie nella nuova "legge elettorale".
Caro Gianni, condivido ciò che hai scritto. Dimostri, sempre più, equilibrio e lucidità. Solo una cosa – a mio modesto avviso – manca: una proposta per il lavoro. I Latini dicevano: “Primum vivere, deinde philosophare!”. Perciò, sono certo, che appresso verrà anche questa…
RispondiEliminaLa penna aurea del brillante direttore, in questo articolo, ci dà una "politica prima" di quel recente avvenimento che ha l'ambizione di preparare tempi nuovi, per una maggiore partecipazione popolare alle future scelte degli schieramenti politici: le primarie del centro sinistra! Momento guida per l'altra coordinata, quella del centro destra, che, almeno per ora, sembra voler sinceramente aprirsi alle scelte della base.
RispondiEliminaDa buon "conduttore di pensieri", Giangiuseppe non si schiera: auspica il meglio....comunque vada, per l'una e per l'altra.
Per ora l'interesse primo, in ordine di tempo, è al ballottaggio di domenica prossima. Di qua Bersani, di là Renzi!
Il primo, riflessivo e capace di moderazione, si espone con serenità al giudizio popolare, nella saggezza di chi è consapevole di rischiare, ma non demorde: non sta lì a "pettinare i capelli delle bambole", sapendo bene che "per far cadere l'impero, bisogna far cadere l'imperatore"!
Di là Renzi, nella fiumana dei discorsi, implacabile nel suo progetto di rottamazione, avanza con irruenza contro tutto, in primiis contro l'Europa della Merkel!
Il saggio vecchio sa cosa fare: verso dove andare!
Il giovane rottamatore sa di più cosa eliminare, ma poi a riempire "il vuoto" ha qualche difficoltà: soprattutto quella imposta dalla realtà delle cose, che non possono essere "baypassate" senza rompere tutto!