A Palazzo d’Orleans dal 28 ottobre siede sulla poltrona di Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. Il nuovo eletto sembra essere finalmente l’uomo giusto al posto giusto.
In verità era accreditato come tale già in campagna elettorale, ma sembra dimostrare di esserlo per davvero già dai suoi primi atti e, soprattutto, per il piglio tenace con il quale sta componendo il nuovo governo.
L’uomo è “nuovo” nella mappa del “potere che conta”. Ma, in verità, lo è molto di meno, anzi molto poco, nella storia della politica siciliana degli ultimi 15 anni. Infatti, dopo una lunga militanza politica nel nisseno fin dalla sua giovinezza (classe 1951), è “solo” dal 1998 che comincia per lui una parabola di “cursus honorum” sempre in ascesa fino a raggiungere oggi l’apice con la Presidenza dell’Isola. Ha iniziato all’Assessorato regionale Beni Culturali come segretario particolare e consulente per i grandi eventi. Un paio di anni dopo è stato eletto Sindaco di Gela. Dal 2008 è eurodeputato del PD. Ha svolto questi incarichi con grande intelligenza ed eccellenti risultati. Diciamo che finora non ha sbagliato un colpo. Incarna il giusto mix di novità ed esperienza.
Crocetta dunque ha elevate ed indiscutibili qualità. Per la nostra Sicilia è quello che si dice “una risorsa” politica ed istituzionale da incoraggiare e spendere “senza se e senza ma”.
Ma le nubi del dubbio su un felice esito del suo mandato si addensano minacciose, scacciando il raggio di sole che per qualche giorno, dopo troppo tempo, era finalmente tornato a splendere sulla Sicilia. I pericoli, e con essi le trappole e i complotti dei “malpancisti”, gli provengono da tutti i partiti (a cominciare da quelli che lo hanno appoggiato e adesso vogliono mettere all’incasso le “cambiali”). Ma è soprattutto la crisi finanziaria, con le sue dimensioni aritmetiche stratosferiche ed il coacervo di motivazioni che l’anno originata, che rischia di essere un “tornado” invincibile. E Crocetta questo la sa molto bene, così come i suoi avversari.
La Regione Siciliana su un bilancio di 27 mld, ha almeno 11 mld di deficit tra mancate entrate (pressoché irrecuperabili) e debiti per crediti maturati e non pagati. Dunque Crocetta cerca soldi a Bruxelles e a Roma. Ma l’Europa deve raschiare il barile per finanziare il Fondo Salva-Stati (debito pubblico sovrano) e le Banche (crediti insolventi e unici acquirenti di Titoli di Stato). Roma addirittura ha già bucato il fondo del barile e sta arrivando agli antipodi per tenere a galla la spesa pubblica, poiché il rigore di Monti che ha affamato gli italiani non è bastato ad impedire che il debito pubblico si avvicinasse ormai al record storico dei 2.000 mld ( in vecchie lire si capisce meglio, perché fanno 4.000.000 di mld – quattro milioni di miliardi!).
Crocetta, per il momento, taglia quello che può, ed in primo luogo le spese della casta burocratica. Ma, diciamolo, francamente si tratta di misure oneste e condivisibili, ma che sono pur sempre una goccia in mezzo al mare. Il nocciolo duro della riduzione del debito finanziario deve ancora essere affrontato, e consiste nel cercare 11 mld e non qualche decina o anche centinaio di milioni. Il Presidente questo lo sa molto bene. Infatti ripete continuamente che lui farà tagli e razionalizzazione della spesa senza però fare macelleria sociale. Sono sicuro che seguirà ostinatamente questa strada.
Ma sorge spontanea e irreprimibile una domanda: ma non è che forse è troppo tardi? In altri termini. Ma che forse l’impresa di risanamento alla quale è stato preposto Crocetta è troppo ardua, anche per un uomo giusto e coraggioso come lui? Insomma, i tagli che farà saranno “dovuti”, e non delle “scelte”. Non sarà possibile una politica alla “Robin Hood”: togliere ai ricchi per dare ai poveri. Sarà imperativo fare dei tagli a carico degli uni e degli altri. Il bilancio pubblico (di tutte le istituzioni) dovrà essere ridotto all’essenziale (personale sufficiente a svolgere i soli servizi dovuti per legge). Lo stesso Crocetta ha dichiarato nel suo discorso alle autorità cittadine che se non si taglia entro il 2013, nel 2014 ci sarà il default della Sicilia, e sarebbe peggio di quello della Grecia.
E quindi, si potrà fare rigore senza macelleria sociale? Lo speriamo tutti. Intanto aiutiamo e sosteniamo Crocetta in questa ardua missione in tutti i modi di cui ciascuno di noi è capace.
Pasquale Nevone
18 novembre 2012
Sono uno di quelli che ha votato Crocetta convinto di farlo e ho pure pubblicato un articolo su questo.
RispondiEliminaL'ho appena visto su RAI 1 all'Arena di Giletti. E il risultato mi è parso molto positivo. Grinta, decisione, padronanza del mezzo televisivo. Ha detto con chiarezza ciò che intende fare e che i partiti si dovranno adeguare. Ovviamente lo sappiamo tutti che le difficoltà sono enormi e che la Regione Siciliana non è un comune come Gela, ma quando c'è la volontà di cambiare non ci sono santi che tengono. L'autore si pone il problema del tempo. Forse è troppo tardi. Io dico che non è mai troppo tardi, c'è sempre tempo, c'è sempre la possibilità di fare ciò che non si è fatto prima. Ci vuole collaborazione e le forze politiche, i sindacati, i dirigenti e i dipendenti fino all'ultimo della scala gerarchica devono fare il loro dovere. Che è quello di impegnarsi per salvare la Sicilia. Il resto sono solo parole al vento. Auguri, Sicilia!
Allo stato attuale abbiamo assistito ad una serie di proclami e poco più. La realtà ci consegna un presidente che resta espressione di una coalizione, che già ha cominciato a porre una serie di veti incrociati su chi dovrà o non dovrà entrare in giunta, inducendo Crocetta a pensare ad un governo di esterni che di fatto comporta una spesa di 3 milioni l'anno. Sul resto, siamo in presenza di proclami, appunto, che se servono ad aizzare la piazza, con piglio grillino o grillesco, poco hanno a che vedere con il buonsenso e il buon amministrare. Ad esempio ha parlato di giornalisti, ha parlato di mega stipendi dell'ARS, che non sono affatto di competenza del governo, ha parlato di forestali dimostrando una profonda ignoranza sulla materia, se non per scaricare sul passato quest'errore, sempre che lo sia, offrendo a Salvini la sponda per darci sotto, ma non ha parlato per esempio dei 29 dirigenti esterni del Dipartimento guidato dalla Borsellino prima che la stessa diventasse assessore, e che basterebbe rimandare alle Asp di appartenenza per la regione risparmiare 4,5 milioni di euro all'anno, senza attivare macelleria sociale. Parecchi dubbi rimangono circa la volontà di volere continuare a ricorrere a dirigenti esterni per i Dipartimenti. Poi tutti aspettano tagli, più per realizzare piccole vendette che non per una azione risanatrice dei conti. Ma dove è scritto che tagliando si risana? Io mi aspetto proposte per lo sviluppo che ancora non si sentono. Anche oggi da Giletti, ha parlato di una legge che lasci qui in Sicilia le tasse delle imprese collocate altrove. Crocetta dimentica o non sa che queste norme sono state oggetto di impugnative e ricorsi alla corte costituzionale, e che l'annuncio oggi suscita l'applauso, ma domani, quando il tutto resterà lettera morta? Anche questa sua voglia di creare un partito del Presidente, aprendo a chi ci sta. E vuoi che non si sappia chi ci sta? basterebbe guardare i fac simili di quanti sono stati eletti in liste non coalizzate con Crocetta e che non facevano alcun cenno al candidato presidente della propria coalizione, e non c'è da stare allegri. Io spero poter ammettere un mio sbaglio su ciò che fino ad oggi vado vedendo e cercando di capire, ne sarei ben felice, ma temo che alla fine ci ritroveremo in presenza di un continuismo camuffato. Se sarà presto o tardi, questo non dipenderà solo dalla Sicilia. Molto dipenderà dalle prossime elezioni nazionali e dal rapporto tra i due governi. Certo oggi con Casini, cameriere di Forlani ieri come di Monti oggi, che si ritrova in maggioranza in Sicilia, diciamo che Crocetta può godere di una certa copertura, se il gioco salta a Roma, non possiamo sapere come andrà a finire.
RispondiEliminaQuale alternativa? Tanti dubbi, tutti leciti, ma quale alternativa al programma di un presidente che sta cercando di toccare tutti i punti marci delle precedenti amministrazioni, per “medicare” e risanare laddove possibile anche con interventi pesanti; che, per altro, non tutti saranno disposti a condividere, per lo meno “di getto”, all’interno della futura amministrazione: senza cioè prima considerare quale possa essere la mossa più conveniente per la propria parte? Né è questione di essere in ritardo rispetto al mare delle cose da affrontare: non il quando ma il come! E qui sì che la nota diventa dolente. Le risposte del presidente all’Arena di oggi, sono state forti e chiare, tanto da capirle pure il lumbard Salvini, che francamente ha scocciato (pardon!) da tempo con i suoi continui rimbrotti al sud, responsabile di non foraggiare ulteriormente il suo efficientissimo nord. Nulla sa questo signore della questione meridionale? Del colonialismo di fatto, consentito dal silenzio-assenso dei tanti passati governi, e perciò complici della corruttela e dei potentati mafiosi:……sempre con il pretesto di evitare scontri sociali e lasciare le cose “così come sono”, per continuare a tenere il malato in piedi in virtù di una malata (pure essa) pace comune? Amministratori Incapaci, dal primo all’ultimo, troppo pigri nello svolgere il ruolo affidato loro dai cittadini, per affrontare con orgoglio la questione sud; nella quiescenza di un disinteresse condiviso come i lauti stipendi di cui hanno goduto, e godono, senza ritegno. Ora è finita! Non ci sono più sconti per nessuno, neanche per i partiti della futura area governativa. La frase a riguardo è stata netta! Quando qualcuno ha alluso alla difficoltà nel dover costituire la futura maggioranze, il presidente, nello sconcerto generale, ha affermato : “non m’importa niente dei partiti!”. Ha pure parlato di non licenziamenti (forestali: nel contesto) e …..”di latte per i bambini”….Chi ha orecchi per intendere intenda!
RispondiEliminaIl presidente Crocetta sta dimostrando un impegno ed una coerenza encomiabile. MA ORMAI E' TROPPO TARDI. I buoi sono fuggiti dalla stalla. Quindi essendoci debiti altissimi si possono fare le nozze con i fichi secchi. Gli ultimi sprechi, spregi, fatti con arroganza e disprezzo della sicilia, sono di Lombardo fino all'ultimo minuto dell'elezione di Crocetta. I 90 ladroni dovevano essere ridotti a 70 e si è trovata la strada per non toccare la casta. Ma ora invece bisogna abolire anche le regioni. Le provincie ed i quartieri sono sempre li a sprecare. Poi che dire di una regione fallita che ha un burocrate, chiamato segretario generale, che scippa 400 mila euro di stipendio come se fosse Marchionne, mentre Obama e Merkel forse arrivano a 300 mila. Naturalmente il segretario generale essendo l'apice della piramide... sotto di lui ci sono migliaia di parassiti con stipendi e buonuscite e pensioni cervellotiche. Te lo dice uno che dopo 40 anni di professione, non ha preso un euro di buonuscita. Infatti l'enpam ente privato è in attivo e richia di essere derubato dall'inps che nel frattempo ha assorbito l'inpdap con le sue passività. Tanto quest'ultime vengono pagate dalla fiscalità generale, una catena di sant'antonio che durerà fino a quando il cosidetto mercato ci presterà i soldi. Poichè la sicilia dipende dai trasferimenti di roma e di bruxelles, ma quando arrivano i soldi dall'europa i nostri onorevoli super pagati non sanno neanche spenderli, ma poi si prendono pure i premi per il lavoro svolto, straordinari e incentivi fasulli. Siamo nella terra di bengodi. Se teniamo conto che Monti ha dichiarato che dopo le elezioni non garantirà più gli italiani in europa, puoi immaginare a quanto salirà lo spread ! Perciò Crocetta può adoperare "il bisturi ed anche la mannaia", può fare anche il suo partito personale, ma ormai per me "E' TROPPO TARDI"! Ormai le elezioni nazionali incombono e le truppe "lealiste e rivoluzionarie" si stanno posizionando sullo scachiere dello stivale. Ripeto a MARZO NULLA SARA' COME PRIMA, cambiare radicalmente(la costituzione) o morire!!!
RispondiEliminaRosario Crocetta l'uomo giusto al posto giusto e al momento giusto.Lo ha dimostrato ieri a Domenica in mettendo a tacere quel becero e farneticante leghista, antimeridionale ,antisiciliano e sottoprodotto della cultura padana di Matteo Salvini e dando una lezione di economia e di professione d' autonomia al direttore del Tempo Sechi e di stile al conduttore della trasmissione Giletti che cercava in tutti i modi di metterlo in difficoltà. Crocetta, uomo giusto, al posto giusto e al momento giusto ieri ha dimostrato a tutti gli italiani e ai siciliani che lui con la schiena dritta ( non me ne voglia il sindaco Orlando se prendo in prestito una sua battuta) il presidente della Regione lo saprà fare e più che bene.E ora Sicilia alzati e cammina. Buon lavoro Rosario
RispondiEliminaCrocetta è l'unico presidente che può salvare la Sicilia, e se non lo vogliono capire i partiti lui andrà avanti. Non possiamo avere dubbi anche perchè non nci sono altre soluzioni se non quello di dichiarare fallimento della regione con le conseguenze che si possono immaginare, stipendi pensioni imprese che falliscono e non credo che i nuovi consiglieri regionali si prenderanno questa responsabilità
RispondiEliminaIl problema dei dipendenti della regione è enorme, non si sa bene nemmeno cosa fanno, se servono e dove sono. Oggi sul giornale di sicilia, il direttore del personale ha dichiarato che molti dipartimenti non hanno risposto alla domanda sulle effettive esigenze. E quindi come sarà possibile rendere produttivi tutti questi dipendenti? si parla di oltre 20.000 lavoratori a cui si devono aggiungere i precari i forestali e non si sa chi altri. la situazione è drammatica
RispondiEliminaLa Funzione Pubblica ha i dati di tutti i dipendenti ufficio per ufficio, dal più centrale al più sperduto. Il dr. Bologna firma e pubblica tutti gli atti di interpello che provengono da tutti i Dipartimenti circa il fabbisogno che ognuno di essi ha. Per cui invece di scrivere circolari inutili e che servono per andare sui giornali al fine di ingraziarsi il nuovo "principale", si mettessero li a fare quattro conti e a tirare fuori i numeri. Il problema reale è che nessuno si vuole assumere la responsabilità di tagliare una serie di uffici di dimensioni comunali come collocamenti, condotte agrarie, recapiti, soat, e mandare questo personale negli uffici centrali che in massima parte sono tutti o quasi, realmente sottodimensionati. Sui 20.000 dipendenti: siccome a dirlo è il conto annuale del personale della ragioneria centrale dello stato, in Sicilia il personale regionale svolge le funzioni che in Lombardia svolgono i poco più di 3.000 regionali sommati ai 40.000 statali, in servizio in quella regione. Lo stesso conto ci dice, che la Lombardia con quasi il 13% del totale del pubblico impiego italiano, è in testa alle regioni d'Italia e la Sicilia è quarta con il 9,6%. O per esempio che la provincia autonoma di Bolzano ha 500mila abitanti e 30mila dipendenti, e nessuno grida allo scandalo. Sui forestali, bisogna fare chiarezza una volta e per tutte: trattasi di operai stagionali assunti di anno in anno, secondo fasce di garanzie previste dalla legge. In Sicilia la regione si fa impresa dal 1949, chiamando attraverso il sistema di lavori in economia diretta questi braccianti inseriti in graduatorie speciali, bloccate dal 1996 gestite dagli uffici regionali del lavoro. Quanti sono? il conteggio si può fare solo a consuntivo, ogni anno si registrano pensionamenti o rinunce, che per ovvi motivi si possono solo quantificare a fine anno. Per quest'anno tra chi si occupa degli interventi forestali propri attraverso il dipartimento azienda forestale, e quelli dell'antincendio attraverso il comando del corpo forestale, si prevedono complessivamente meno di 24.000 unità. Se si fanno semplici conti, per esempio, il totale delle giornate lavorative effettuate divise per i giorni lavorativi dell'anno ci ritroveremmo come se impegnassimo solo 6000 lavoratori su una superficie di circa 300mila ettari di demanio boschivo forestale, che comprende tra l'altro, 34 riserve naturali gestite dall'azienda foreste, oltre 100 aree attrezzate sparse in tutto il territorio regionale, oltre ad altre riserve gestite da altri soggetti, ma nelle quali le opere silvo colturali restano a carico della regione. Cosa succede nelle altre regioni? tralasciando che in Calabria pochi mesi fa hanno stabilizzato nel silenzio 10.000 operai, andiamo alla virtuosa Lombardia. Lì la proprietà demaniale della regione è di appena 23.000 ettari di boschi, nei quali sono impegnati 500 operai. A far che? la custodia. E gli interventi? attraverso i privati a mezzo appalti. il sistema si allarga a chi in Lombardia ha competenze su boschi e foreste ossia province e comunità montane, o fondazioni (vedi il Parco di Monza sede dell'autodromo).Quanti operai quindi sono impegnati nelle foreste e boschi lombardi? non si sa! quanto costa il sistema lombardo in manutenzione e interventi? boh!!! io ho sbirciato nel bilancio della regione: a fronte di 23.000 ha e 500 operai sono postati in bilancio 120 milioni di euro. in Sicilia a fronte di 300.000 ha e 17.000 operai (7.000 fanno antincendio) quest'anno chiuderemo con una spesa di circa 160 milioni. Certo la situazione è drammatica perché si legge, li invece si nasconde. Ora se ieri, Crocetta avesse snocciolato questi numeri, Salvini sarebbe rimasto sepolto nella sua supponenza e virtù! Forse è venuto il momento che invece di piangerci addosso, pensando che l'erba del vicino è sempre più verde, iniziassimo a raccontare una Sicilia certo piena di vizi ma anche di virtù, senza sensi di colpa verso chi ritiene di essere virtuoso per destinazione, ma brigante per azione.
RispondiElimina
RispondiEliminaE’ vero, forse è troppo tardi per poter cercare di risanare la situazione in Sicilia. E allora che facciamo, ci fermiamo?
Certo i problemi di tutta la regione non si possono risolvere solo togliendo soldi ai più ricchi per distribuirli ai più poveri. Ma si deve pur cominciare. Almeno la dove è possibile toccare gli interessi di questa casta e poi certamente creare sviluppo. Questo, il Presidente Crocetta con responsabilità viva, tenacia e forza lo sta iniziando a fare. Un lavoro che altri capi di governo, invece non hanno mai fatto. Per es. Monti, uomo di cosi apprezzato ingegno non ha fatto altro che mettere tasse a tutti i cittadini (cosa giusta se bisogna tamponare una crisi) ma non ha minimamente toccato i poteri forti.
In questi anni abbiamo assistito ad un generale affievolimento del senso di responsabilità, invece oggi il Presidente ricorda a tutti che bisogna riappropriarsene senza paura. La vita è nostra e non possiamo dire “ è troppo tardi”. Crocetta da protagonista e noi ognuno per il ruolo che abbiamo in questa isola, dobbiamo lavorare con impegno per il cambiamento di cui tutti noi abbiamo sempre parlato. Ne vale la pena, soprattutto in questo momento che abbiamo chi ci dà coraggio.
Il problema non sta nel fatto, se il governatore riuscirà o no ad attuare i cambiamenti di cui parla, visto che sono così ardui e non ha la maggioranza all’ARS. Bensì io penso che le difficoltà le riscontrerà nei partiti che lo appoggiano. Dato che provengono da logiche politiche passate, forse non gli permetteranno di lavorare in tal senso, anzi.
Ma lui come ha ben detto, per il bene dei siciliani andrà avanti anche se i partiti non sono d’accordo. Bravo.
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Sono passati 2 mesi dalla vittoria di Crocetta. Ancora mancano 40 giorni al raggiungimento del famoso traguardo dei primi 100. Pur tuttavia, un primo bilancio credo sia possibile.
RispondiEliminaTorno a chiedermi: Crocetta è ancora l’uomo giusto al posto giusto?
Personalmente continuo a credere di sì.
Però, forti interrogativi si sono già appalesati su quale potrà essere lo svolgimento del suo mandato.
Intanto, dopo la sua elezione Crocetta ha consumato diverse e forti “rotture” con i partiti della maggioranza che lo hanno sostenuto, disattendendo diversi accorsi preelettorali, ad esempio, sulla composizione del governo.
Ha subito inondato i media con delle “uscite” individualistiche troppo estemporanee quanto improvvide (vedi l’impossibilità giuridica di revocare all’istante tutti i contratti con consulenti e dirigenti sia esterni che interni). E’ stato costretto a massiccie repentine e silenziose marcie indietro.
Crocetta alterna le sue presenze tra Palazzo D’Orleans e gli uffici di tre Assessorati (Beni Culturali; Turismo e Cultura; Formazione Professionale) perchè i relativi assessori non sono ancora operativi: Zichichi è ancora privo del Decreto registrato dalla Corte dei Conti per lo scandalo sui biglietti che coinvolge, sia pure indirettamente, suo figlio; Battiato studia (forse) ma neanche canta più; la Scilabra è ancora troppo inesperta per affrontare l’altro scandalo europeo sulla formazione.
All’ARS, che domani 27 riprende i lavori, già in due sedute ha coagulato due maggioranze diverse da quella governativa ed ha piazzato i propri uomini di riferimento. C’è da temere che domani se ne possa formare una quarta. La quinta è in cantiere per le prossime lezioni politiche del 24 febbraio p.v.
Dunque il povero Crocetta sembra già bello e inghiottito dalla rivincita della palude politica regionale e nazionale.
Mi chiedo: cosa possiamo fare per sostenere Crocetta nel suo programma di legalità e lavoro? Dovremo votare la lista PD (che non ha voluto la riforma del porcellum) oppure la sua lista civica “Il Megafono” ?