di Calogero Dolcimascolo - Nel 2013 andremo a eleggere il nuovo Parlamento, e nonostante gli appelli di Napolitano e i 46 ddl in Commissione Affari Costituzionali, i partiti non hanno ancora trovato un’intesa per la nuova legge elettorale.
A volere l’attuale legge, nell’autunno del 2005, è stato l’On.le Silvio Berlusconi. La minaccia di una crisi fece approvare quella riforma elettorale proporzionale sostituendo le leggi 276 e 277 del 1993 (Mattarellum) con quella che è stata definita da uno dei principali ideatori, l’On Calderoli, una “porcata” e successivamente “porcellum” dal politologo Giovanni Sartori.
Con quella legge sono stati aboliti i collegi uninominali, è stato previsto l’obbligo del Programma elettorale con l’indicazione del capo politico candidato premier, e un premio di maggioranza che assegna un minimo di 340 seggi alla Camera alla coalizione che ottiene la maggioranza relativa dei voti.
Al Senato, il premio di maggioranza è invece garantito su base regionale, in modo da assicurare alla coalizione vincente in una determinata regione almeno il 55% dei seggi ad essa assegnati. L'elezione dei parlamentari, non essendo prevista la preferenza, dipende completamente dalle scelte e dalle graduatorie stabilite dai partiti in sede di compilazione delle liste.
Le forze politiche hanno trovato nel “porcellum” un’opportunità che ha consentito, di fatto, la nomina di deputati e senatori, elargendo posti negli scranni di Camera e Senato a persone di fiducia poco o per nulla rappresentanti degli interessi della collettività. Un confronto con uomini politici del recente passato sarebbe improponibile. Mai un Presidente del Senato della prima Repubblica avrebbe condotto l’aula di Palazzo Madama come l’On.le Rosy Mauro; e con difficoltà si ricordano cambiamenti di casacche come quello fatto con tanta disinvoltura da Scilipoti e compagni.
Tutto questo, e non solo, ha scatenato nell’opinione pubblica forti sentimenti di antipolitica, oltre ad una fiducia nei confronti dei partiti arrivata al 4%.
È utile, inoltre, evidenziare che il sistema elettorale si presta a dubbi di costituzionalità, confermati dalla sentenza n. 15 del 2008 della Corte Costituzionale, che parla di “aspetti problematici di una legislazione che non subordina l’attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi”. Infatti è possibile che una coalizione ottenga il premio di maggioranza, e quindi il 55% dei seggi, con una percentuale di suffragi, nel caso di tre coalizioni, davvero minima. Violando così il principio democratico per cui la volontà di una minoranza può governare la maggioranza degli Italiani.
Nel 1953 quando Alcide De Gasperi introdusse un premio per la coalizione che avesse ottenuto la maggioranza assoluta di consensi, questa venne addirittura bollata come “legge truffa” dai partiti della destra e della sinistra. La “legge truffa” prevedeva un premio di maggioranza del 65% dei seggi della Camera alla lista o al gruppo di liste collegate che avesse raggiunto il 50% più uno dei voti validi. Le forze apparentate ottennero il 49,8% dei voti: per circa 54.000 voti il meccanismo previsto dalla legge non scattò. De Gasperi si dimise nell’agosto dello stesso anno, dopo la sfiducia della Camera a un governo monocolore Democristiano.
Queste sue parole tracciano il segno dell’uomo: “Adesso ho fatto tutto ciò ch'era in mio potere, la mia coscienza è in pace. Vedi, il Signore ti fa lavorare, ti permette di fare progetti, ti dà energia e vita. Poi, quando credi di essere necessario e indispensabile, ti toglie tutto improvvisamente, e ti dice: ora basta, puoi andare. E tu non vuoi, vorresti presentarti al di là, col tuo compito ben finito e preciso. La nostra piccola mente umana non si rassegna a lasciare ad altri l'oggetto della propria passione incompiuto”.
Con il vecchio sistema proporzionale, introdotto dalla legge n. 6 del 1948 si è fondata la prima repubblica. Era il sistema che meglio si adattava al dettato costituzionale che qualifica il voto come “personale, uguale, libero e segreto”, oltre che alla volontà dell’elettore italiano.
Una buona nuova legge elettorale dovrebbe essere rafforzata con la modifica della Carta Costituzionale per prevedere la sfiducia costruttiva, al fine di rafforzare il bipolarismo ed andare oltre gli egoismi personali che sono lontani dai veri interessi del popolo.
La situazione oggi è molto difficile da risolvere per le resistenze di personaggi come Berlusconi che ritiene ancora di essere proprietario non solo dei suoi deputati eletti ma anche di quella quota di elettori che si assottiglia ogni giorno, bloccando di fatto l’evoluzione verso una coalizione di forze moderate.
Dall’altro lato c’è un PD in fibrillazione per le primarie e con un forte dibattito interno sulle ipotesi di rinnovamento. Oltre che per una sempre difficile convivenza con la sinistra di Vendola e non solo.
In questo teatro scompaginato della politica italiana avanzano, intanto, le forze del Movimento Cinque Stelle. Sarà forse un bene?
Calogero Dolcimascolo
17 ottobre 2012
Solo in Italia abbiamo una miriade di partiti, partitini e movimenti che ad ogni elezione si moltiplicano e si confodono e si fondono e si scorporano seguendo ragionamenti economici (vedi rimborso elettorale).
RispondiEliminaNon so quale sistema elettorale sia più opportuno attuare per far nascere il bipolarismo, dobbiamo però intendere per bipolare una Legge che consente a due forze politiche di confrontarsi e successivamente ad una di governare e all'altra di fare una sana opposizione (speriamo costruttiva).
Forse l'elezione diretta del Presidente del Governo darebbe più stabilità, aggiungiamo l'obbligo di attuare (per Legge) quanto promesso nei primi 100 giorni. Non sono un politologo ma mi pare che usando il buon senso e come recita il codice civile, per gli amministratori di aziende, amministrare come un buon padre di famiglia, si possa con semplicità risolvere molti problemi.
La nostra repubblica parlamentare ,la nostra meravigliosa costituzione ,il nostro vecchio sistema elettorale ,aveva funzionato tanto bene ,tanto da aver permesso ad un intero paese ,praticamente raso al suolo ,materialmente e moralmente,di rimettersi in piedi e diventare un grande paese.
RispondiEliminaAveva funzionato cosi' bene che si e' sentito forte il bisogno di cambiare .
Ci siamo inventati ''BIPOLARISMO,MATTARELLUM ;PORCELLUM'',e chissa' cosa di peggio possiamo inventare.
Io sono per un parlamento assolutamente proporzionale ,nessun premio di maggioranza e nessun sbarramento .
So bene che nessuno la pensa come me,ed io faccio l0ultimo giapponese nella giungla.
Figuratevi che a me piacciono i partiti ,le ideologie ed anche le utopie ,le scuole di pensiero ed anche le filosofie di riferimento.
Mi piace sentire qualcuno che dice di essere liberale ad uno che magari risponde di essere socialista...etc..etc...
E poi non mi piacciono i ''LEADERS'',preferisco i segretari di partito ,ed i sigg.Primi ministri chiamati a svolgere il compiito che la politica gli ha affidato .
Mi piace invecchiare cosi'......
Anche io sono per il proporzionale ma con, anche se piccolo, sbarramento per evitare che possano essere eletti uno o due deputati (o senatori) che possano scompaginare le varie alleanze, vedi caso Mastella.
EliminaVorrei pure una Legge che vincoli la coalizione vincente, pena nuove elezioni.
Non sei l'ultimo giapponese, cerca bene nella giungla.
Si caro Calogero, ben vengano persone come Grillo, in questo panorama politico scompaginato, almeno ha il coraggio di girare l'Italia a manifestare, assieme ai grillini, tutto il loro disappunto per una politica corrott sia di destra che di sinistra!
RispondiEliminaPer quanto riguarda il miglior sistema elettorale, mentre esiste la miriade di partiti e partitini da 1, 2%, come commentava il sig.Giuseppe Arena, non vedo una soluzione e non so quale sia quella più efficace per rendere un governo più stabile.
L'Italia non è paese da maggioritario e, quindi, da bipolarismo. Lo hanno dimostrato 18 anni di mattarellum/porcellum.
RispondiEliminaAndreotti diversi anni profetizzò che l'Italia sarebbe ritornata al proporzionale.
Sappiamo tutti che gli italiani si dividono in almeno 5 famiglie culturali ed ideologiche: i moderati al centro (maggioranza assoluta dell'elettorato) divisi in cattolici e laici (repubblicani e liberldemocratici); la sinistra divisa anch'essa in due : socialisti e comunisti; in ultimo la destra (nazionalista e conservatrice).
Dunque, si ha un equilibrio politico nazionale quando almeno queste 5 espressioni socio-culturali hanno in Parlamento la loro propria ed autonoma rappresentanza partitica. In questo modo la Camera dei Deputati (sono per il monocameralismo e l'abolizione di senatori a vita) sarebbe la fotografia reale del paese reale, quindi a colori e tridimensionale, non in bianco e nero, e nemmeno a due soli colori.
Poichè nessuna di queste famiglie ha mai avuto la maggioranza assoluta, nè tanto meno la potrebbe avere adesso, ecco che l'accordo di governo si avrebbe soltanto dopo il risultato del voto, sui rapporti di forza reali e non, invece, drogati da un premio di maggioranza che vuole rendere ad ogni costo forte chi anche dopo le elezioni è rimasto debole, anche se vincente per una manciata di voti.
Ci vuole il coraggio di capire che abbiamo sbagliato tutti su questo punto e, quindi, ripristinare il proporzionale, non quello originario del 1948, ma aggiornato alle richieste di buon governo che salgono dalle case di tutti gli italiani: nessun premio di maggioranza, una sola preferenza per i candidati, ed uno sbarramento di almeno il 3%, giusto per impedire la nascita di partitini-cespuglio.
La maggioranza più che assoluta vuole questo, ma sono i partiti attuali (tutti)che non lo vogliono, lo temono, e giustamente, perchè sanno che sarebbe la loro morte istituzionale.
Mi sta bene il proporzionale con lo sbarramento, occorrerebbe una Legge che regolamenti le coalizioni concorrenti al governo. Chi si presenta con una coalizione non può cambiare e astenersi dalla stessa durante il mandato altrimenti tutti a casa.
EliminaDella legge elettorale se ne parla ormai da troppo tempo. Sembra un partita a scacchi infinita. I partiti non sanno come fare per inventarne una che possa garantire il più possibile se stessi. È come chiedere al pollo come vuole essere cucinato. Bipolarismo, governabilità, rappresentanza, democrazia, tutti principi importanti che si fermano di fronte agli interessi particolari. E ogni giorno che passa diventa più difficile partorire un qualcosa di serio che faccia gli interessi degli italiani. Una cosa certa è che tutti, o quasi, si ritroveranno d'accordo nell'inventare qualche marchingegno anti grillini, qualche insetticida ad ampio spettro, non si sa mai che dopo la traversata e la lunghissima campagna siciliana possa avere prodotto una qualche forma di immunizzazione. Attenzione che stanno arrivando...
RispondiEliminaNon credo che qualcuno si stia prendendo la briga di pensare ad una legge elettorale anti-grillini .
RispondiEliminaGrillo e' un comodo parcheggio di voti di protesta che non nuoce a nessuno ,anzi e' comodo a tutti.
Non sono di destra ,non sono di sinistra , non vogliono governare ,non fanno alleanza , non disturbano nessuno,non fanno la differenza ,quindi a chi possono nuocere ?
Avranno per questa tornata elettorale una forse nutrita rappresentanza parlamentare , diranno delle cose genericamente giuste ,ma ovviamente non ricercheranno maggioranze su cui convergere ,daranno questo si vivacita' e colore in aula ,alla prossima scompariranno.
Certamente ,e' giusto ammetterlo,rappresentano un momento di profondo smarrimento e malessere , parlano un linguaggio semplice e comprensibile ,stanno ben lontani da argomenti complessi , si occupano teoricamente di tutto ma praticamente di niente .
Insomma per conclude ,non e' il buon Grillo il problema ,e ancor meno e' la soluzione.