Anche questa campagna elettorale per le regionali siciliane 2012 è andata. Oggi riflettiamo in silenzio. Domani si aprono le urne. Lunedì 29 ottobre sapremo chi è l nuovo Presidente.
Martedì 30 da chi e come sarà composta la nuova ARS. Non nascondo che sono molto preoccupato. Credo altresì che ciascuno di noi, più o meno, lo è. E credo anche che il motivo sia simile per tutti: vogliamo un nuovo governo capace ed equo.
Questa speranza, detta così, può sembrare la solita banalità del politichese da strada. Ed invece, questa volta, per una micidiale quanto imprevedibile coincidenza ed interazione di fattori negativi locali ed esterni, economici e politici, si è abbattuta sulle nostre vite una “tempesta perfetta”, giusto per prendere in prestito dai meteorologi il termine con il quale chiamano la rarissima sinergia di condizioni atmosferiche che generano una tempesta violentissima i cui danni si possono contare solo alla sua fine. Sembra proprio che non ci sia nient’altro da fare se non quello che dice il vecchio detto: “piegati giunco, che passa la piena!”.
Per carità, non voglio assolutamente rincarare la dose di pessimismo ed incertezza già abbondantemente presente nei nostri pensieri. Non c’è ne proprio bisogno. Anzi, tutt’altro. Voglio acuire il più possibile gli occhi per vedere la luce in fondo al tunnel, perché nonostante tutto penso che, santo Dio, questa crisi è dovuta a fatti umani e non alla natura matrigna che ci scaglia contro i terremoti o le eruzioni vulcaniche.
Quindi, se gli umani la smettessero (leggi forze politiche) di guerreggiare tra loro implacabilmente come se il sistema paese avesse ancora la forza di reggere i loro colpi, allora si imboccherebbe sicuramente la via giusta verso l’uscita dal tunnel. In fondo, forse è banale pure questo pensiero, non dovrebbe essere molto difficile: basterebbe seguire quella piccola fiammella che, sebbene flebile, è ancora ben visibile da occhi puliti e volenterosi: la voglia di ripristinare un modo di vivere sobrio, autentico, generoso e solidale, laborioso e moderno, cioè aperto alle cose belle che lo spirito e l’ingegno umano sanno produrre (se lo vogliono).
Ma è proprio così difficile farla finita con cialtroni, ladri ed imbroglioni? Forse dopo tanti decenni di mala politica e mala società non siamo più capaci di distinguere le persone capaci e perbene da quelle, diciamo così, meno perbene ed incapaci? Ci siamo annichiliti. Abbiamo esagerato. O forse peggio, ci siamo assuefatti a tutto questo, lo riteniamo inevitabile.
Ed invece la spia rossa del quadro di controllo delle nostre esistenze, individuali e collettive, si è accesa vigorosamente, segna “game over”,ed ha fatto scattare pure l’allarme sonoro per scuoterci alla massima allerta.
Allora svegliamoci. Andiamo a votare tutti. Riflettiamo bene e votiamo il miglior cambiamento possibile con sereno coraggio, non con attanagliata disperazione. È possibile, ma adesso. Diceva infatti Lorenzo il Magnifico: “del doman non c’è certezza”.
Pasquale Nevone
27 ottobre 2012
Caro Pasquale mi dispiace che abbiamo trascurato il tuo articolo. Come puoi ben capire ciò è dovuto al fatto che abbiamo avuto la testa piena di preoccupazione e di ansie per i risultati. Ora siamo più sereni perchè è stata eletta una persona per bene ed un gruppo di giovani incensurati, neofiti pieni di buoni propositi ed espressione di vera democrazia partecipata. La crisi è quella che è...ma l'avere stoppato la deriva del malaffare, deve essere come un grande campanello d'allarme, per quelli che pensano che dei cittadini e della democrazia possono fare quello che vogliono. La tua tempesta perfetta al momento è leggermente tamponata ammenocchè il caimano non fa cadere il governo Monti.
RispondiEliminaCaro Pino, grazie per il tuo pensiero davvero molto delicato.
RispondiEliminaDa parte mia, comunque, non c'è alcun problema.Effettivamente, come hai detto giustamente in altra occasione, quando proponiamo di pubblicare un articolo qualche volta è meglio coordinarsi.
La cosa più importante è che i nostri sforzi di contribuire al cambiamento della politica, col le nostre idee, mobilitazioni e sondaggi, siano stati premiati dal successo elettorale.
Chiaramente per noi è solo ed esclusivamente una soddisfazione morale e intellettuale, non certo di spartizioni materiali.
Possiamo e dobbiamo essere fieri di questo risultato.