Peter Pan viveva nell’isola che non c’è: “Seconda stella a destra questo è il cammino e poi dritto, fino al mattino poi la strada la trovi da te porta all'isola che non c'è”.
Si raggiungeva così l’isola che non c’è.
Il tratto fondamentale degli abitanti era la solidarietà e l’accoglienza.
La capacità di godere della mancanza di sofferenza degli altri.
Nell’intervento di Rosario Crocetta al teatro Politeama di Palermo, domenica 7 ottobre, e di Fabrizio Ferrandelli, sabato 6, al teatro Dante, ho colto un profondo senso di bisogno di trasformare l’isola che non c’è in un isola che c’è. Hanno parlato di eguaglianza e di dignità. Di riscatto delle classi povere e di solidarietà.
Si può uscire dall’attuale palude grazie al voto di fine ottobre?
Mi piace pensare ad uno scenario nuovo, che veda i temi proposti da Crocetta e Ferrandelli al centro del dibattito all’ARS. Un parlamento siciliano rinnovato, nel quale la Politica ha pieno accesso e primato vero. Un’Assemblea Regionale espressione del popolo, delle sue esigenze e delle sue priorità. Aperto ai giovani, ai cittadini, alle donne. Trasparente nella gestione e non più fonte di indicibili privilegi. Un luogo nel quale il confronto è il sale della democrazia e dove i siciliani guardano con speranza.
Mi piace immaginare una nuova Assemblea che raccoglie il più ampio consenso sul significato della sua essenza, sul suo rilancio in nome dell’efficienza e del risparmio, e su ogni aspetto che riguarda lo sviluppo vero della Sicilia, la lotta alla mafia, la disoccupazione, i giovani e il loro futuro. E che sia in grado di ridurre le risorse sanitarie avendo come riferimento di partenza i bisogni di salute e di prevenzione. Che abbia il coraggio di chiedere al patron della Fiat, Sergio Marchionne, la restituzione, anche in comode rate, di quello che ha ricevuto dalla Sicilia, possibilmente riparando a sue spese i danni ambientali causati a Termini Imerese.
Una Politica, quindi, capace di valorizzare l’immenso patrimonio artistico, naturale e culturale della Sicilia, incentivando il turismo di massa ma anche quello colto e alla ricerca dei tesori che la natura e la storia ci hanno regalato.
Non è utopia, non ci vogliono miracoli. La trasformazione dall’isola che non c’è all’isola che c’è dipende, infatti, dagli uomini e dalle donne che vi abitano. Dipende dalla loro volontà, dalla loro voglia di cambiare a sostegno di quegli uomini che stanno mettendo la loro vita al servizio di questa terra.
Bruno La Menza
15 ottobre 2012
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Secondo me l'isola c'è, e come. La Sicilia c'è senza dubbio, purtroppo bloccata sempre nella stessa arretratezza dalla repressione (interna ed esterna) delle sue enormi potenzilità materiali ed umane.
RispondiEliminaE così diventa l'isola che non c'è. O che c'è , ma è come se non ci fosse. O che ci potrebbe essere, ma intanto è bene che non ci sia.
La Sicilia è l'isola dei buoni e l'isola dei cattivi. L'isola delle occasioni perdute e della speranza. E' ricca, ma vive da povera. E' piena di sole, ma vive al buio.
Insomma, che gran confusione.Forse oggi è davvero la volta di farla finita con i nemici della Sicilia e nostri. E' possibile.
Forse, tanto per cominciare, può bastare una "Crocetta" giusta sulla scheda.
IL 28 ottobre sapremo cosa e' o non e' la sicilia .
RispondiEliminaMai come questa volta la scelta e' stata chiara e netta.
Aldila' delle cazzate che si dicono e si sentono ,della serie tutto e' uguale ,tutti sono uguali etc..etc...
Due e solo due sono i contendenti e le posizioni a confronto,il resto e' solo un diversivo piu' o meno disinteressato.
Crocetta e Musumeci ,due storie diverse ,anzi opposte,due maniere di intedere la vita e la societa' assolutamente opposte, due programmi assolutamente non coincidenti in alcun punto.
Storia e vita operaia quella di Crocetta ,storia e vita borghese quella di musumeci .
Se avessero vissuto in altre epoche ,avrebbero forse indossato divise militari diverse ed avrebbero combattuto su fronti opposti ed armati.
Oggi tutto e' frullato e diluito , e come se la storia l'avessimo cancellata , ma la storia non si cancella ,anzi spesso si ripropone .
Si parla di fine di ideologie , di moderna democrazia , di superamento di concetti obsoleti come destra e sinistra , di fine delle utopie e dei sogni , nessun tentativo di costruzione di societa' migiori ,giuste e pacifiche .
Io personalmente nel nuovismo mercantile e post-ideologico mi trovo assolutamente a disagio ,non riesco ad orientarmi ,quindi continuo a seguire le stelle ,e le stelle mi dicono in maniera semplice e chiara ,cosa c'e' da una parte e cosa dall'altra .
Quindi vedremo.....ma per carita' non diciamo che tutto e' uguale ,offendiamo le nostre intelligenze .
Non è utopia, non ci vogliono miracoli…, dipende dalla volontà dei siciliani, dalla loro voglia di cambiare.
RispondiEliminaCosì chiude l’articolo l’autore dell’Isola che non c’è. Insomma, come andiamo ripetendo da qualche mese, tutto è davvero nelle nostre mani. Il 28 ottobre 2012, domenica, capiremo di che pasta siamo fatti. Capiremo se i siciliani sono in linea con il vento di cambiamento che si respira nel Paese, che ogni giorno scompagina poteri consolidati, e che l’anno prossimo determinerà la nuova linea politica per i prossimi anni.
La scelta da fare, in Sicilia, è tremendamente chiara. Le opzioni sono due. Una, rappresentata da Musumeci, rispecchia il passato, il potere per il potere, la sintesi di forze politiche al declino, esperienze condannate dalla storia degli ultimi 18 anni del Paese. L’altra, rappresentata da Crocetta, è il cambiamento. Un uomo con una storia limpida, schierato apertamente contro la mafia e i suoi sodali, sostenuto da forze politiche che guardano al futuro del Paese e al futuro di questa terra con la consapevolezza delle gravi difficoltà che attraversiamo.
Io ho sentito con le mie orecchie un candidato del partito di Lombardo proporre oltre al voto per sè anche il voto per Crocetta presidente.
RispondiEliminaEvidentemente questo candidato ha legato la possibilità di andare nella maggioranza che governerà l'Isola alle possibilità di vittoria di Crocetta.
Deduzione: Crocetta, in caso di vittoria si alleerà con la coalizione di Miccichè; la cosa è sicura al mille per cento. Tutto ciò non è altri che la pietra tombale su tutte le considerazioni sul vento di cambiamento, sull'essere Crocetta un uomo dalla storia limpida, schierato contro la mafia e sostenuto (udite udite) da forze politiche che guardano al futuro del paese.
Ma quando mai, ma per cortesia, signori idealisti, mettete i piedi per terra, fatevene una ragione, Crocetta è "appattato" con l'armata Brancaleone che sostiene Miccichè. Personalmente sarà pure una brava persona, un uomo antimafia, ma adesso è invischiato in una situazione per la quale non potrà mai, specialmente in caso di vittoria, alzare la voce contro quelli con i quali è già alleato.
Mi dispiace anche per quella bella persona che è Ferrandelli.
Mi torna alla mente sempre più quella sconsolata frase di Leonardo Sciascia secondo cui LA SICILIA E' IRREDIMIBILE.
"L'isola che c'è" e che continui ad esserci dipende da noi dall'orgoglio di essere siciliani e dalla consapevolezza di essere gli abitanti di un isola meravigliosa che ha conosciuto civiltà millenarie e delle quali è impregnata la propria storia. Ogni popolo per costruire il proprio futuro deve avere coscienza delle proprie radici storiche e della propria cultura.E' tutto questo se vogliamo veramente bene a questa nostra terra ci deve dare la forza di lottare assieme a chi come Rosario Crocetta e Fabrizio Ferrandelli si battono perchè questa isola ritrovi all'interno del parlamento siciliano, che è il più vecchio d'Europa, la dignità e il gusto della sana politica per la corretta gestione del bene e della cosa comune. Diceva lo storico Massimo Ganci: " Il popolo siciliano non è stato un popolo vinto ma al contrario un popolo vincitore perchè ha saputo conservare nella sua millenaria storia la propria identità arricchita dagli apporti delle civiltà straniere assimilate sapientemente alla propria cultura dotta e popolare." Ecco perchè la Sicilia sino a che conserverà tale identità, le proprie tradizioni e la propria memoria storica non sarà mai una Nazione vinta. E per questo sarà opportuno il prossimo 28 ottobre mandare al parlamento più vecchio d'Europa coloro che, a nostro avviso, riteniamo posssano essere i sinceri interpreti della salvaguardia dell'identità e degli interessi del popolo siciliano e quelli di un " Isola che c'è". E in cuor nostro credo che, da siciliani, abbiamo già fatto la nostra scelta.
RispondiEliminaAmico Pepe ,
RispondiEliminamio malgrado mi tocca in sorte dover amichevolmente polemizzare proprio con lei ,comunque ,sarebbe bene che le eventualita' e le probabilita' di realizzo di un evento se le vuole esprimere in percentuale ,occorre lasciar stare le cifre a tre zeri .
Se poi ,come e' ovvio lei voleva affermare delle certezze ,rafforzandole in quel modo ,non posso che ''invidiarla'' ,visto che io ho solo dubbi ,e di dubbi vivo e di dubbi mi nutro.
Visto poi l'effetto che ha provocato in lei la notizia , a me fa venire il ''DUBBIO'' che possa essere una balla per danneggiare Crocetta e favorire qualcun'altro.
Alla prossima.........la attendo .
Tutto è possibile, ma siccome io conosco molto bene il pollo che ha raccomandato Crocetta, mi sono militato a trarre le deduzioni che ho espresso.
RispondiEliminaRiguardo il polemizzare, ritengo che le polemiche, quando fatte con buona creanza e senza secondi fini, praticamente come quelle nostre, sono il sale di ogni confronto democratico.
L'isola c'è e ci siamo pure noi isolani, tutto dipende da come e se vogliamo vederla. L'isola che non c'è dedicata a chi ci crede, a chi non smette di cercarla, a chi ce l'ha nel cuore. Noi siciliani l'abbiamo nel cuore, ci crediamo e la cerchiamo, si cerchiamo la vera Sicilia che non è quella che viene stuprata dai detrattori (specialmente i leghisti). Sta a noi ribellarci e farci rispettare. Cominciamo dalle imminenti elezioni, chiediamo a tutti i candidati se conoscono la strada per arrivare e dalle risposte che ci daranno potremo valutare se il loro cuore e i loro occhi sono puri come quelli di un bambino. Non è utopia.
RispondiEliminaMolto umilmente, credo che la Sicilia non sia irredimibile, semplicemente essa è!
RispondiEliminaLa Sicilia è un'isola che porta con se bagagli e cultura oltre l'immaginario di qualsiasi altra nazione.
A dover cambiare non è la terra più bella che c'è, ma NOI.
NOI tutti dobbiamo cambiare: non ci dobbiamo accontentare, o adeguare, o immedesimare coi nostri politici.
Tutta la politica è nera come in Sicilia! Lazio e Lombardia ne sono un esempio ancor maggiore e, anche se qui il potere della Politica è maggiore e addentrato in ogni ufficio pubblico tanto da assimilarsi con quell'istinto mafioso, di cui proprio Sciascia parlava, con esse tutta la classe politica dovrebbe a mio avviso cambiare.
Avete sentito, eccetto i grillini, dire a qualcuno "Abbassiamo i nostri stipendi appena eletti."?
Avete sentito dire " Non aspetteremo o prenderemo il vitalizio"
L'Italia avrebbe potuto non seguire Spagna, Grecia e Portogallo. Se siamo in questo stato d'allerta e siamo massacrati economicamente, la colpa non è di quel ragazzo che interpreta l'evasore in televisione, ma degli sprechi politici!
L'UE ha inviato quasi TRE MILIARDI di euro per sollevare l'agricoltura siciliana... sta per riprenderseli perché non ci è stato permesso di spenderli dalla nostra ARS.
Signori il nemico della democrazia è colui che si candida a rappresentarci senza portare il CAMBIAMENTO.
Ascoltate bene prima di votare e in caso non sentite ciò che è giusto, almeno, promettere, perché non strappate davanti al commissario la Vostra scheda elettorale?
Avreste almeno ottenuto l'attenzione che non abbiamo in quanto..non candidati!
Scusate per lo sfogo ma si deve fare qualcosa. Grazie