Che l’Italia non è il Paese delle meraviglie non costituisce alcun dubbio per nessuno.
Pur tuttavia ciò non toglie che nel “bel paese” del mondo della politica nazionale si aggira, in carne ed ossa, uno dei personaggi più “estrosi” di questa fiaba: “Il Cappellaio Matto”. La caratteristica di questo personaggio fiabesco era quella di festeggiare ogni giorno, da solo e con grande letizia, un evento di sua esclusiva invenzione: il “non compleanno”. Vale a dire che pur di festeggiare ogni giorno qualcosa, pur di vincere la propria solitudine e sentirsi al centro di una grande festa, riteneva meritevole di festeggiare il fatto che ogni giorno “non faceva il compleanno”. Una bizzarria che lo esaltava, ma che non si rendeva conto che, invece, lo rendeva ridicolo e matto agli occhi di tutti quelli che lo conoscevano.
A questo strano personaggio sembra assomigliare moltissimo Pierferdinando Casini, il leader dell’UDC.
Infatti, si può dire da sempre, almeno da quando è il capo unico ed incontrastato del suo partito fin dalla sua fondazione nei primi anni ’90, la caratteristica della sua azione politica è sempre la stessa: mettere “Il cappello” di moderato centrista, in pratica di militante o simpatizzante UDC, insomma, di una creatura o comunque esponente del suo partito. Verrebbe di dire anche a sua insaputa, cioè , all’insaputa dello stesso “beneficiato” o “malcapitato sotto le aspirazione del “Pierferd” nazionale.
Le, diciamo così, “vittime illustri” del Casini “cappellaio matto” della politica nazionale non si contano più. Montezemolo, Fini, Rutelli, Lombardo, Pisanu, Frattini, Fioroni. Marini, e così via.
Dal novembre dell’anno scorso addirittura tenta disperatamente di mettere il cappello di “centrista UDC” perfino sulla testa di un intero governo, quello tecnico di Mario Monti.
L’attuale premier Monti è in grande difficoltà a rintuzzare quasi ogni giorno, e sempre di più con l’avvicinarsi delle prossime elezioni politiche del 2013, i tentativi del “Cappellaio Matto”.
Monti, rinunciando alla sua promessa di inizio governo di ritirarsi alla fine di questa legislatura, negli ultimi mesi ha dovuto “cedere” alle pressioni della “governance” nazionale e internazionale politico-finanziaria e, pertanto, assicurare che lui resterà a disposizione del Paese anche dopo le elezioni, al fine di impedire il rischio che un nuovo governo politico spacchetti tutte le riforme e le manovre finanziarie realizzate e vigenti fino ad oggi, più tutte quelle che senza dubbio realizzerà prima del voto.
La prospettiva futura che è già maturata non sfugge al furbo Casini: Monti o sarà il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri che pertanto succederà a se stesso, oppure sarà Presidente della Repubblica con funzione di garante su un nuovo governo affidato a Passera.
La strada per raggiungere questo obiettivo invocato da tutto il mondo, perché il default dell’Italia sarebbe un danno enorme per la finanza globale (siamo il 6° paese del G8), tant’è che perfino il presidente della Confindustria Tedesca qualche giorno fa ha chiesto che Monti rimanga al governo, è la costituzione di un grande partito o confederazione di centro, in grado di raccogliere la maggioranza degli elettori italiani e quindi supportare Monti o Passera. Ciò comporta la sterilizzazione e l’assorbimento dell’UDC.
Casini, avendo capito l’imminente sua fine politica, perché questo progetto è congegnato e voluto dai poteri forti di questo paese, e non solo, cerca di addomesticarlo sbandierando ad ogni piè sospinto che il Centro già c’è, esiste da tempo, è collaudato ed è l’UDC. Per cui basta mettere il cappello UDC su questo progetto pro Monti, e il gioco è fatto. Se ciò avvenisse, fa capire con il finto scioglimento dell’UDC (un partito se è sciolto perché continua a presentarsi alle elezioni?) che lui, Casini, si farebbe da parte, e che sarebbe sgarbato non dargli una piccola ricompensa (Presidenza della Repubblica o della Camera).
Le grandi difficoltà che il circuito che gira attorno a Monti incontra nel persuadere naturalmente gli elettori italiani a premiare questo progetto in un fase di grande antipolitica e anti istituzioni consentono buon gioco a Casini nel continuare a fare il “Cappellaio Matto”.
Auguriamoci che si esca presto anche da questa fiaba, perché altrimenti rischiamo di finire in un orribile incubo nazionale.
Pasquale Nevone
20 ottobre 2012
Un ritratto perfetto dell'allievo di forlani, segretario dc del caf, seppellito sotto le macerie della prima repubblica. Perciò il giovane Casini è cresciuto tra maestri(andreotti, forlani, de mita) e specialisti della politica dei due forni e lui ne ha sperimentato anche 3 forni e magari quattro... Più che cappellaio matto lo chiamerei "pierfurby". D'altronde sotto le ali protettive dei soldi di Caltairone e dei tanti vitalizzi accumulati, cosa ha da dire di nuovo? Ebbe a dire alcuni giorni fa nei confronti di berlusconi che voleva ridiscendere in campo...sento nell'aria qualcosa di nuovo, anzi di antico...Si attaglia perfettamente a "Pierferdy". Uomo per tutte le stagioni. Cosa possono fare gli italiani per realizzare i suoi sogni? Portarlo al 30-40 per cento della vecchia democrazia cristiana, invece che del misero 6 per cento? Nell'attesa di quasta vana speranza può trastullarsi giocando con i 3-4 forni...alfano, monti, fini, bersani...evviva il cappellaio furbo!
RispondiEliminaHo dato del “Cappellaio Matto” a Casini per tentare di dare un po’ di colorata ironia a questa preoccupante campagna elettorale. Non intendo dileggiare l’UDC, né il suo leader ed i suoi elettori. Anzi ammetto che Casini mi stà addirittura simpatico. Infatti mantenere al centro del gioco politico e istituzionale un partito che rimane sempre al 6% dei consensi elettorali non è facile per nessuno. Casini, invece, ci riesce sempre, ed anche con risultati rilevanti.
EliminaIn definitiva l’UDC mantiene unito lo “zoccolo duro” del serbatoio elettorale della vecchia DC in attesa che il perno della politica italiana ritorni al Centro. Questo, a mio parere, spiega la politica casiniana del “Cappello”, cioè “dell’ago della bilancia”. Per lui ed il suo partito, oggettivamente, questa è l’unica strada da seguire aspettando tempi migliori.
Personalmente, però, sono per una politica più coraggiosa e grintosa.
Casini rappresenta o dice di rappresentare il mondo cattolico ,infatti ne difende posizioni e prerogative.
RispondiEliminaE' l'uomo politico piu' vicino alla chiesa cattolica ,infatti ne difende posizioni ed interessi .
Io da parte mia non essendo ne' cattolico ne credente non ho sufficienti motivi per condividere le sue posizioni politiche.
Devo dire pero',che ha rifiutato ponti d'oro e tappeti rossi sia da Prodi che da Berlusconi , in Sicilia avrebbe potuto chiedere ed ottenere qualsiasi tipo di prebenda,sta giocamdo una partita difficile a favore di Crocetta rifiutando una alleanza e quindi una sicura vittoria alleandosi con l'ultra destra di Storace e Berlusconi ,e' per questo motivo che non sono cosi'convinto di poterlo definire ''CAPPELLAIO''.
Comunque l'articolo e' di qualita' e spessore .
Io sono un credente cattolico e praticante, libero e laico, che naviga per i mari della passione e dell’attività politica. Casini e l’UDC , però o purtroppo, non rappresentano gli interessi e le posizioni della Chiesa Cattolica nell’Italia post-democristiana. La Chiesa, infatti, dal 1992 ha “mollato” il partito dei cattolici e come istituzione ha trattato direttamente i suoi interessi con i vari governi che si sono succeduti, sconfessando e zittendo qualsiasi buon laico credente che osasse parlare di fede e politica. Questa è stata la linea vaticana “Woytjla – Ruini”.
RispondiEliminaCon la nuova linea “Ratzinger-Bagnasco” la Chiesa italiana ha cambiato rotta. Ha capito di avere sbagliato ad esporsi in prima persona, e che per questo è attaccata implacabilmente su tutti i fronti dai poteri forti avversi e dai loro formidabili media. Ha capito di avere bisogno di uno scudo, un “defensor fidei”. Deve delegare ad altri il potere temporale. Insomma ha bisogno di un nuovo grande partito moderato e di centro che sia perno di un governo “amico”. Nel frattempo ci ha dato il governo Monti.
Riguardo alle elezioni siciliane credo che l’UDC si riservi di chiedere le sue prebende dopo, cioè se e quando sarà conquistata la vittoria. E mi sembra giusto, cioè politicamente corretto. Speriamo che in Sicilia l’elettorato UDC contribuisca al risultato che tanti speriamo: Crocetta Presidente.
Grazie per i chiarimenti sulle scelte ed i comportamenti della chiesa .
RispondiEliminaE' importante per me sapere che la chiesa non si occupi piu' della vita e delle scelte dei laici , e che non ne condizioni le vite cosi' come i laici non condizionano le vite degli uomini e donne cattolici o altro.
Io non seguo tanto queste cose ,quindi non ero a conoscenza di tali ed importanti novita',ero fermo al 1974 quando tramite la DC ed il glorioso e tanto rimpianto MSI ,imposero e fecero celebrale il referendum sulla legge sul divorzio .
Io allora giovane ,ricordo che dicevo alla gente che il divorzio era una facolta' e non un obbligo . Tanti cattolici infatti temevano che sarebbero stati costretti a divorziare rompendo le proprie famiglie .
Poi infatti capirono ed un po' si rasserenarono , certo dava fastidio che altri come me potessero pensare ed agire diversamente , ma devo ammettere che pur soffrendo rispettarono l'esito del voto.
Comunque e' sempre un piacere commentare i suoi articoli.
Concordo pienamente con Sergio Volpe nel ritenere che la Chiesa Italiana sbagliò clamorosamente ad indire la crociata del refenrendum contro il divorzio, e poi quella contro l'aborto, ed ha stentato parecchio per capire che con quell'errore determinò l'inizio della fine del suo potere più forte e formidabile: il potere spirituale sulle coscienze delle singole persone.
RispondiEliminaDa allora è iniziato, anche per questo fallimento, l'inesorabile declino della DC che con Fanfani si era adagiato a fare lo "zerbino" della gerarchia ecclesiastica.
La Curia vaticana dimostrò di voler smontare il Comncilio Vaticano II, la DC invece dimostro di navere perso la laicità di Sturzo e De Gasperi.
Ed eccoci ad oggi. Non ci rimane che Casini. Speriamo di meglio e di più. Per il bene di tutti. L'Italia politica e civile deve ritrovare un nuovo forte partito socialista ed un muovo e moderno partito dei cattolici democratici, accanto ad nuovo significativo partito dei moderati laici.