di Davide Di Bernardo - “Claudio Fava, figlio del compianto giornalista, e Giancarlo Cancelleri, grillino, ma non dipendente da Grillo!, del M5S, rappresentano due delle incognite più allettanti.” 0 almeno così sarebbe stato fino a qualche giorno fa!
Da giovedì 27 settembre 2012, il candidato di Sel, Idv e Federazione della sinistra, non sarà più l’euro-parlamentare Claudio Fava, ma Giovanna Marano, sindacalista di Fiom-Cgil. "Per proseguire la sfida sul lavoro e sui diritti sociali che sono al centro del nostro programma di governo" - ha comunicato il neo candidato VicePresidente Claudio Fava.
La sua uscita di scena getta le basi su un’ulteriore riflessione in merito alla situazione: la credibilità concreta dei candidati e l’organizzazione dei partiti. Che Fava non sia fortunato in Sicilia e in Italia, come invece in Europa, è un dato di fatto. I suoi fallimenti alle Provinciali del 2003, alle Politiche del 2008 e alle Amministrative catanesi nel 2009 ne sono un esempio lampante, addirittura solo 173 voti durante le ultime elezioni citate.
Ma stavolta la corsa si ferma ancor prima di partire. I sondaggi lo davano ancora in quarta posizione, dietro Musumeci, Crocetta, Miccichè (così ordinati), ma il messaggio lanciato sembrava il più chiaro e d’innovazione che vi fosse a disposizione. La sua idea di trasformare i “deputati” in semplici “consiglieri” regionali trovava molti consensi e sembrava la reale spending-review mai realizzata da Lombardo. Nessuno, nemmeno lui, aveva controllato, o comunque dato effettiva importanza, ad una delle credenziali obbligatorie per porsi come candidato Presidente: la residenza in Sicilia almeno 45 giorni prima delle elezioni! E’ vero che in un mondo globalizzato e multiculturale, una simile clausola sembra retrograda e bigotta, ma così sta ad essere e come tale bisogna prenderne atto.
Ma perché un candidato premier si trova spiazzato da una regola così banale? Può essere che nessuno ne fosse a conoscenza? Eppure la residenza è stata richiesta presso il comune di Isnello, in provincia di Palermo, ma di 5 giorni in ritardo! Eppure proprio in quel paesino, Giuseppe Mogavero, sindaco eletto con poco meno di 800 voti, aveva fatto di tutto per il collega di partito, militando anch’esso nel partito “Sinistra ecologia libertà”. Eppure è qui che Claudio Fava decise di trasferire la sua residenza, dopo esser venuto a conoscenza dell'obbligo di residenza in Sicilia per concorrere alla carica di presidente regionale. «Sono io a decidere dove risiedere. A Isnello sono andato spesso in vacanza ed è qui che ho deciso di trasferire la mia residenza in questo momento».
Non sarà che l’euro parlamentare era in dubbio candidatura fino all’ultimo momento, con le liste attente ad altri candidati e che il comune di Isnello ha provato a fare “miracoli” per poi ammetterlo in tempo? Forse è proprio così, anche perché l’Idv ha provato fino all’ultimo a candidare Crocetta e, dopo, il rifiuto di quest’ultimo, e della Borsellino per ben due volte, ha scelto l’“europarlamentare”! Ma la residenza è proprio qualcosa di così banale? Non è forse la residenza il luogo in cui la persona ha la dimora abituale, come specificato nel Codice Civile all’articolo 43 II comma c.c.? La Polizia Municipale non dovrebbe, in caso di cambio di residenza, controllare il reale status di nuova abitazione?
Dalla banale esclusione si è arrivati ad un altro problema che spesso viene ritenuto, secondo, ad esempio, organi come l’Agenzia delle Entrate una delle “furbate” degli italiani per evadere il fisco e divenire così “evasori”: quello del cambio di residenza per espandere o diminuire il numero degli appartenenti a un nucleo famigliare, in base ai redditi complessivi degli stessi, così da non superare gli importi minimi per il pagamento di “ticket sanitari” o quant’altro. Oppure portare la propria residenza all’estero per evadere il fisco italiano.
Non che questo sia il caso di Fava, ma può un deputato prescindere dall’obbligo di risiedere dove realmente sia “il luogo in cui una persona si trova ad abitare”? Mi spiace per Fava, anche questa volta, comunque vada dovrà “accontentarsi”, ma la serietà dei partiti viene nuovamente messa in discussione.
Giovanna Marano avrà anche lottato per i diritti dei lavoratori siciliani, ma tutti sappiamo che l’homo vincit sembra ancora un dictat siciliano, viste le ultime due elezioni, e che la “faccia più vecchia” e conosciuta ha ancora un forte ascendente sugli elettori siciliani. Come fosse un amico fraterno che da conforto nei momenti di sconforto, il politico sembra essere una figura che ci fa piacere vedere di tanto in tanto in TV utile solo a criticare il passato e progettare un futuro che non arriverà mai, con loro.
Davide Di Bernardo
30 settembre 2012
la presenza di Fava fra i candidati a governare sarebbe stata importante.
RispondiEliminaLa sua storia, il suo modo di scrivere, le battaglie evocate dal suo cognome portano a ritenere irrilevante la mancanza di residenza
fisica, ma morale in Sicilia.
Il dato politico invece mi porta a pensare che tutto cio' che determina il rischio di mantenere un assetto politico stantio e indecoroso espresso da tutto cio' che viene evocato dal berlusconismo sia da combattere, uniti, coesi, con la dignita' di chi vuole combattere la negativita' .
Vendola parla spesso di unione della sinistra senza petulante contraddittorio di chi vuole mettere una bandierina personale.
La storia dell'altro candidato della sinistra e' molto diversa moralmente da quella di Fava?
In quali punti programmatici non si ritrovano Di Pietro e Vendola?
L'antimafiosita' di Crocetta e' meno valida di quella di Fava?
L'adesione del PD e di tanta gente all'elezione di Vendola in Puglia e Pisapia a Milano e' piu' valida del tentativo in Sicilia di mandare a casa i portatori di politiche di destra rappresentate da un candidato di estrema destra?????
Ci aspettavamo, e ci aspettiamo, una riflessione seria in tal senso.
Mi auguro che non sara' fatta dopo una scarsa adesione di chi non riesce a capire le divisioni innaturali fra chi dovrebbe camminare insieme per la vera rivoluzione. La rivoluzione della dignita'
Amico Di Bernardo,
RispondiEliminati leggo con tanta attenzione, vedo che hai idee chiare e tra l'altro le esponi molto bene.
Permettimi una considerazione che magari potrai condividere o meno.
Stando hai fatti, una Sicilia che muore, forse si vedrà svanire una storica occasione di cambiamento, rischiando di trovarsi un ultra fascista Presidente della regione, sostenuto dal peggio della politica siciliana e non solo.
Se questo dovesse accadere, io spero e credo di no, avrà una chiara e doppia paternità, Niki Vendola e Antonio di Pietro.
Mi chiedo se nel caso di affermazione di Musumeci, Niki e Tonino stapperanno lo champagne insieme ai vincitori o lo faranno separatamente ed al buio?
Innanzitutto benvenuto a Davide su questo blog. Che le facce vecchie abbiano sempre un ascendente è tutto da dimostrare. CMQ con l'autoeliminazione di fava l'unica faccia nuova anticasta è rimasto Cancelleri insieme con i giovani cinquestelle. Visto quello che hanno combinato finora le vecchie facce forse sarebbe il caso di dare fiducia ai giovani. Anche se non è da scartare il voto utile per Crocetta per impedire agli ascari berlusconiani di continuare lo scempio della sicilia.
RispondiEliminaDavide Di Bernardo si conferma un acuto osservatore e brava analista politico. E considerata l'età non è affatto male. Questi giorni di Claudio Fava effettivamente rappresentano bene un certo modo di far politica. E non sono ovvietà quelle su cui si è soffermato l'autore. Qualcuno, infatti, ha sottolineato: in fondo cosa sono cinque giorni di ritardo e come è possibile che un 'cavillo' burocratico fermi la corsa di uno come Claudio Fava alla presidenza della Regione. Come se le regole potessero essere superate a seconda dei casi e sulla base di interpretazioni soggettive. Invece no, è un fatto sostanziale essere residente in Sicilia, vivere in questa terra, sentirne gli odori e 'soffrirne' i problemi. Forse così è un modo per poter affrontare con uno spirito diverso una competizione così importante come quella del prossimo 28 ottobre. Non parliamo poi del cambio di cavallo in corsa. Una candidatura, possiamo definirla, per uno sbaglio!!!
RispondiEliminaBravo Davide Di Bernardo. Hai trattato questo inedito "colpo di scena" politico della eliminazione della candidatura di Fava con disincanto e con pertinente analisi.
RispondiEliminaBenvenuto nel nostro blog.
Non voglio addentrarmi moltonel tema, anche perchè l'articolo ed i commenti precedenti degli amici hanno fatto quadrare il cerchio molto egregiamente.
Pertanto, mi viene spontaneo fare un appello a quelli che sarebbero stati gli elettori di Fava: "vendicatevi" della "presa per i fondelli" che i leaders che appoggiavano Fava vi hanno teso. Votate per M5S (unico voto di protesta che sarà presente all'Ars) o per Crocetta (unico voto per la migliore discontinuità oggi possibile in Sicilia).
Io voterò Crocetta ma spero che Cracolici non prenda voti sufficenti per essere eletto
RispondiEliminaMi dispiace per i simpatizzanti di Fava, per coloro che ne condividono le idee e i programmi, ma questo figlio di cotanto papà non ha i voti, non smuove le masse, non raccoglie consensi.
RispondiEliminaMettiamola come vogliamo, ma inesorabilmente si tratta di politica senza grandi adesioni e quindi di politica minore. Fava è un politico assimilabile, come risultati elettorali, a Tabacci, altro personaggio che non ha nemmeno i voti di sua moglie.
Allora, le cose sono due: o le sue idee non valgono niente e i suoi stessi compagni di avventura politica non lo amano, non lo promuovono e mostrano indifferenza, o peggio, fastidio, oppure i temi dell'antimafia non appassionano la gente. Questa seconda ipotesi sarebbe anche suffragata dai continui fallimenti elettorali di Rita Borsellino.
Bisogna che qualcuno se ne faccia una ragione.
A queste difficoltà di fondo si aggiunga la vicenda della mancata residenza in Sicilia di Fava, e il risultato è servito.
Colgo l'occasione per invitare gli amici che scrivono e commentano nel nostro blog a fare uno sforzo per andare oltre berlusconi e il berlusconismo. Non è possibile che in tutti i commenti, anche in quelli riguardanti le guerre puniche, si debbano sempre leggere parole come ascari berlusconiani, assetto politico stantio e indecoroso evocato dal berlusconismo, ecc.
Ormai questi concetti sono diventati come veri e propri oggetti buoni per arredare qualunque commento politico.
Suvvia, facciamo uno sforzo per capire che la politica ha ben altre motivazioni e ben altri scopi che non continuare a piangere sul latte versato, ma soprattutto evitiamo di identificare la destra con Berlusconi.
Se la sinistra ha la sua bella dignità politica che nessuno si sognerà mai di negare, anche la destra, storicamente, ha la sua dignità politica e se vogliamo approfondire, facciamolo pure, ma non continuiamo ad adagiarci sul mantra Berlusconi; l'intelligenza di chi scrive e di chi legge merita ben altro.