«Non si può risolvere un problema utilizzando lo stesso pensiero che l'ha generato» (Albert Einstein), “cioè non può essere chi ha generato il problema a proporre la soluzione.
Dunque: spazio alle nuove generazioni, che, con la loro creatività, devono reinventarsi il futuro. Un consiglio ai giovani: attenzione a non farvi ingabbiare in ‘scatole’ ideologiche o populiste, inventate dalla mia generazione e ormai del tutto obsolete. È un modo per disperdere in mille rivoli la vostra forza travolgente e poter così continuare a comandare”. Sono le parole scritte nelle tre pagine, a pagamento, sul Corriere della Sera e su La Repubblica del 14 settembre 2012, dall’imprenditore sognatore Gabriele Centazzo, titolare e designer della Valcucine S.p.A. di Pordenone. Un’azienda che fa dell’innovazione il suo vangelo. Per questa pubblicazione ha speso 100.000 euro.
Lo ha fatto con convinzione per affermare un sogno. Un nuovo “Rinascimento Italiano”, fondato su due colonne: la creatività e la bellezza, poggiate su una base, l’etica. La sua è la voglia, sana, “di creare dibattito, contribuire a una scambio di idee per colmare un vuoto ormai insostenibile aprendo la strada ai giovani, alla freschezza del loro entusiasmo e delle loro idee”. Ma che cosa è l’etica? Si chiede Gabriele Centazzo. «Se vuoi essere etico, gli ha detto un giorno sua nonna, devi imparare a mettere in questa successione quattro verbi. Il primo, essere: perché ogni individuo è unico e deve elaborare il suo pensiero, che lo porterà allo sviluppo di una personalità autonoma e a pensare con la propria testa. Il secondo, fare: il lavoro nobilita l’uomo, “dire” non conta nulla. Il terzo, avere: come giusta ricompensa del fare. Il quarto è condividere. Il termine condividere non comprende solo gli elementi materiali, ma anche quelli culturali.
Dunque non è etica quella parte colta e raffinata del nostro Paese, per fortuna numerosa, che, schifata dalla volgarità dominante, dal brutto imperante, si è messa in disparte per non sporcarsi le mani. Così facendo, ci ha lasciato nelle mani della volgarità, del cattivo gusto, dei furbi, di politici che hanno perso il senso della dignità, della giustizia e della bellezza e che, promuovendo il degrado senza essere intimiditi dal sentimento del pudore e della vergogna, hanno rovinato l’Italia. È tempo che la parte sana di questo Paese si rimbocchi le maniche e, recuperando l’eticità, lavori per un nuovo Rinascimento italiano».
Non c’è che dire, il nostro Paese è pieno di gente che ha voglia di fare e che non si arrende di fronte alle avversità e alle difficoltà oggettive, anche a quelle derivanti dall’incapacità e dall’indegnità di buona parte della classe politica. Il lungo messaggio lo si può leggere integralmente sul sito www.rinascimento-italiano.it, e alcuni spunti potrebbero essere adottati dai nostri candidati a Presidente della Regione Siciliana. Centazzo spazia dai problemi degli imprenditori, e per questo attacca a testa bassa Confindustria per la sua pletorica organizzazione e gli stessi vizi della politica, al mondo del lavoro e dei sindacati, per passare, poi, alla salvaguardia e alla valorizzazione dell’immenso patrimonio ambientale e culturale italiano. Altro esempio, “il problema del cosiddetto ‘nero’, che i sindacati spesso hanno tollerato, perché i loro associati sulle ore straordinarie retribuite in nero non pagano le tasse e portano a casa più soldi. Con il sistema della responsabilità condivisa i sindacati diventerebbero potenti ‘guardiani’ contro il nero, che non genera utili da condividere e si eliminerebbe la concorrenza sleale tra le aziende che fanno nero e quelle che rispettano le leggi dello Stato”.
La mia generazione, continua Centazzo, 63 anni, “è quella che ha disintegrato l’ambiente, considerandolo un capitale inesauribile da cui prelevare a piene mani, senza rendersi conto che, al contrario, è una risorsa da lasciare alle generazioni future”.
Fa piacere leggere queste parole scritte da un italiano che non vuole candidarsi e non cerca poltrone. Si rivolge, invece, agli italiani, alla politica e alle nuove generazioni. Perché “Non si può risolvere un problema utilizzando lo stesso pensiero che l'ha generato”. Spazio alle nuove forze del Paese ai giovani, alla loro creatività, al loro impegno per reinventarsi il futuro.
Noi di PoliticaPrima ci crediamo e ci speriamo.
Giangiuseppe Gattuso
17 settembre 2012
Oggi per me è un giorno particolare, venivo al mondo il 17 settembre 1951. Quindi oggi sono 61. Ma questo te lo dico perchè alla mia età è tempo di consuntivi. Ognuno si faccia l'esame di coscienza cristianamente e laicamente per vedere se abbiamo contribuito allo sfascio attuale...con parole, opere e soprattutto omissione. Ma sapendo che c'è gente come "Centazzo" 63 anni, come te, che scrivi articoli come questo e persone di politica prima come Geraci, Volpe, La Menza, Coppola, Gallo, Nevone, Pepe, E. Volpe, Varisco, Seminara e tanti altri non tutte le speranze sono perdute. Mi vengono in questo momento le parole di "Foscolo" nel Iacopo Ortis, "il sacrificio della patria è consumato, tutto è perduto e la vita seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere la nostra sciagura e la nostra infamia". Ma non volendo scendere ad un tale livello di pessimismo, spero con Centazzo e con te, che non tutto sia perduto e soprattutto cambiamo il pensiero che tutto ciò ha generato. Oltre 20 anni fa ho leggiucchiato il libro di Enrich Fromm: "essere o avere", io sono per l'essere, per il fare ed il condividere. Se riusciamo a trasmettere ai nostri giovani questi valori, forse la speranza c'è. Però come dice Geraci e Pepe facciamo qualcosa di concreto, cominciamo dall'orto comune, perchè sarebbe una bella metafora per l'essere, fare, condividere. Complimenti per ciò che hai scritto.
RispondiEliminaCaro dott. Vullo ,amico mio,non devi temere nell'esagerare con il pessimismo , tu ed io forse dovremmo correggere al ribasso il nostro ottimismo e le nostre speranze nei famosi ''GIovani''.
RispondiEliminaNon saranno le nostre sincere preoccupazioni ,nè tantomeno le finte angustie di una gerontocrazia pelosa ed avida ad occuparsi della vita e del futuro di tutti i nostri figli adesso e dei nipoti domani.
I giovani potranno forse riavere parte di quello che gli e' stato negato , solo quando e se avranno le palle per riprenderselo da soli .
vuoi sapere come?
Cosi' come hanno fatto i ragazzi Tunisini e Libici ed Egiziani proprio qualche mese fa , e cosi' come hanno fatto iragazzi Cileni ed Argentini qualche anno fa.
Crediamo veramente che l'avidita' dei mercati e dei mercanti abbia un limite?
Crediamo che gli speculatori di ogni tipo un giorno , cosi' come S.Francesco, si rivolgano al prossimo rinunciando ai propri privilegi?
Carmelo grazie per gli auguri. Senti ti puoi interessare di contattare il tuo amico Ambrogio Vario, per avere un supporto tecnico, dato che c'è la possibilità di gestire un orto comune a villa castelnuovo? Riuscire a fare una cosa concreta sarebbe importante per non finire noi ed il blog in un buco nero. Ti sarai accorto anche tu di una certa stanchezza e noia, per la ripetitiva, seppur nobile, verbosità espressa da ciascuno di noi. Forse il contatto fisico con la ruvida terra potrebbe ingentilire ulteriormente i nostri pensieri e far rifiorire una nuova primavera nelle nostre anime un pò inaridite ed appassite. Ciao grazie.
RispondiEliminaIn questo momento mi trovo da "Riolo assistenza", dove dopo essere stato avvertito che la mia Opel Agila poteva avere qualche problema. Vengo accolto dal capo assistenza di via dei Leoni, un giovane di 30, di nome R. Calabrese, che mi accoglie con cortesia. Mi dice che la mia Opel verrà controllata in tempo reale. Nel frattempo mi fa accomodare in salotto e mi mette a disposizione un computer con adsl da dove sto scrivendo proprio adesso. Mi sembra la Fiat di Marchionne... vuol dire niente... dicono a Palermo. Per ottimizzare il tempo mi leggo per un'oretta l'intero articolo di Gabriele Centazzo che ha scritto un vero programma di governo per il riscatto dell'italia, basato su 2 pilastri: la bellezza e la creatività. Consiglio a tutti di leggere per intero l'articolo e capirete. Perchè nel frattempo in officina mi hanno messo a posto la macchina e devo andare. Grazie al giovane capo assistenza Riccardo Calabrese di 30 anni cosi efficiente e sollecito. I giovani come lui sono la speranza dell'Italia.
RispondiEliminaD'accordo sul fatto che non sia etica quella parte colta e raffinata del nostro paese che ci ha lasciato nelle mani della volgarità e del cattivo gusto.
RispondiEliminaD'accordo anche sulla responsabilità della generazione degli attuali sessantenni (e affini e collaterali, come direbbe Totò) nell'aver disintegrato l'ambiente e distrutto le risorse da lasciare alle generazioni future.
Tuttavia dobbiamo fare qualche distinguo, perchè io, pur appartenendo alla generazione di cui sopra, non mi sento responsabile di nulla.
Non dobbiamo fare l'errore di pensare che le cose belle e buone abbiano avuto sempre pochi e ben individuati padri, eroi e benefattori, mentre le cose negative e dannose come la distruzione dell'ambiente e la conseguente promozione del degrado siano da addebitare a tutta la generazione di cui faccio parte anch'io.
Le responsabilità sono di chi ha comandato e di chi si è fatto i miliardi sfruttando indebitamente le risorse di tutti.
Io, e quelli come me che non hanno mai comandato niente, abbiamo soltanto cercato di sopravvivere in un mondo spesso reso ostile proprio dai veri responsbili del degrado.
L'etica...bella parola, quasi un sinonimo di moralità. Non è questo il momento, ma qualche volta spero di parlarne in maniera approfondita. Tuttavia, i quattro verbi della nonna (essere, fare, avere e condividere) non sono strettamente attinenti al concetto di etica nè a quello di moralità; diciamo che sfiorano l'argomento.
Per chiudere il mio commento, dico che è ammirevole l'insistenza con la quale Giangiuseppe continua a rivolgersi ai giovani, anche con le parole dell'imprenditore Gabriele Centazzo.
Temo comunque che siano parole buttate al vento.
Le nuove generazioni hanno trovato un mondo molto differente dal nostro. I giovani vogliono tutto, subito e senza lavorare; i giovani non hanno stimoli non perchè le precedenti generazioni hanno loro rovinato il mondo, ma proprio perchè i loro ideali sono rimpiccioliti, il loro mondo si esaurisce in poche cose,: divertimento a tutti i costi, sesso facile(e non voglio parlar di droga), social network a manetta, e costosi giocattoli come iPhone, iPad e cose del genere.
Oltretutto i valori di cui si nutrono non sono i nostri valori di un tempo.
Ieri ho letto di un ragazzo disposto a vendere un rene per comprarsi l'iPhone 5, l'ultimo supertelefonino della Apple.
Che facciamo, glielo facciamo vendere questo rene?
Se fosse mio figlio non so come avrei reagito .
E' pur vero esiste anche una piccolissima percentuale di giovani che si impegnano nel sociale e magari in politica, ma sono troppo pochi.
Ma poi, qual'è il nostro atteggiamento verso questi giovani che si impegnano, ad esempio, in politica?
Siamo noi pronti ad accettare questo loro impegno senza la voglia di criticarli perchè magari non si impegnano nei partiti che piacciono a noi?
Pensiamoci.