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domenica 29 luglio 2012

UNA BREVE CONSIDERAZIONE

Geraci-Salvodi Salvo Geraci - Per molti di noi la politica è uno dei temi di fondo della vita. Visto il convincimento comune che se non la si fa in prima persona, spesso la si subisce, ne discende inoltre che "la politica è necessaria".
Ho amato la vita, pur con tutte le sue contraddizioni (compresa quella definitiva sul senso della vita di tutti e di ciascuno di noi), la famiglia, il mio lavoro... i miei amici, e la politica. E tuttavia mi rendo conto della profondità di quanto detto all’inizio circa la politica come metafora della vita: tanto è vera infatti, che in questa attività addirittura i sentimenti (migliori e soprattutto deteriori) dell’uomo spesso si esaltano o si deprimono, come in ogni vita, anche la più assistita dalla sorte!.

Invidia e generosità, onestà e malaffare, autorevolezza ed esaltazione del sé sono visibili con estrema evidenza sia nella politica sia nella vita.
Non v'è dubbio che il periodo che stiamo attraversando nel Paese è particolarmente buio; tuttavia si comprende bene che la politica è ad una svolta epocale e che ci troviamo di fronte ad una crisi che si dibatte tra complessità, modernità e cambiamento. Il dilemma all'interno del quale la politica - oggi più che mai - si dibatte e le cui facce sono costituite, da un lato, dal pragmatismo centralistico politico e dall’altro da una "visione" orientata alla valorizzazione delle Autonomie Locali e delle piccole realtà produttive, mi vede preferire questo secondo modello che utilizza il dialogo e la dimensione dialettica per diffondere un messaggio ecumenico.

L'idea di un grande consesso europeo non è incompatibile con questo secondo aspetto, ma - soprattutto - gli eventi attuali ci dimostrano l'esigenza di ripensare il modello aggregativo continentale, che a mio avviso deve essere riconsiderato sempre più in chiave politico-economica federale.
La politica esige cambiamenti che devono essere realizzati bene e rapidamente. Essa (ed i cittadini) richiedono chiarezza e comportamenti coerenti; la trasparenza deve essere la prerogativa più evidente della nuova classe politica.

La Governance, le buone pratiche, l’innovazione tecnologica; queste sono le prospettive attuali! Su queste cose occorre fare rete, essere incisivi e denunciare dichiaratamente se si è portatori di interessi, purché legittimi.
Questa breve considerazione è solo un cenno sui temi sui quali occorre convergere e concentrarsi, in assoluta onestà, per chiarire definitivamente che, al di fuori della lealtà, della chiarezza e del rigore morale, non vi è più terra per i semi della politica.

C'è ovviamente un punto di partenza per realizzare una svolta di tale portata; e cioè un vero, profondo, genuino esame di coscienza.

SALVO GERACI29 luglio 2012

3 commenti:

  1. ..."al di fuori della lealtà, della chiarezza e del rigore morale, non vi è più terra per i semi della politica. C'è ovviamente un punto di partenza per realizzare una svolta di tale portata; e cioè un vero, profondo, genuino esame di coscienza".
    "Una breve considerazione" quella di Salvo che racchiude tantissimo. Una riflessione sulla politica come necessità per riconsiderare il sistema sociale del Paese che ha tanto bisogno di riforme e di rivoluzioni culturali. Ma tutto ciò passa da un profondo esame di coscienza di tutti. Non eravamo d'accordo, non avevamo neanche parlato di questi problemi, ma ci siamo ritrovati quasi all'unisono a esprimere concetti analoghi. Sembra incredibile ma è così.

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  2. Un grandissimo plauso a Salvo Geraci per la sua considerazione sul concetto contemporaneo di politica. C’è tutto e in più una sobria scaletta della priorità dei suoi essenziali elementi costitutivi.
    Notevole è il nuovo modello politico di Europa unita che propugni: un unico grande stato federale ma con rispetto per i singoli territori più che per gli stati. Mi ha fatto ricordare un concetto che i giuristi di diritto internazionale e comunitario sostengono in sordina, e cioè solo nei manuali universitari. L’Europa vuole puntare da sempre agli Stati Uniti d’Europa (USE), ma da una decina di anni in quà ha capito che l’obiettivo forse è raggiungibile scorporando gli Stati Nazionali in tante singole Regioni. Gli stati nazionali impediscono l’Unione, le Regioni la cercano.
    Forse faccio fantapolitica, ma chissà se forse esiste qualche regia occulta internazionale che vuole mettere in difficoltà gli stati più ostici per scorporarli in amichevoli regioni? La ex Cecoslovacchia è un recente esempio, ma sappiamo delle tensioni in Gran Bretagna, in Spagna, in Belgio. In Italia le regioni ordinarie hanno manifestato l’aspirazione ad una loro autonomia forte come quella delle cinque a statuto Speciale, e sono state premiate con il federalismo. Vedremo e speriamo bene.
    Ma soprattutto, non ci può essere una nuova politica se non eleggiamo nuovi politici che siano uomini che vivono nella lealtà, nella chiarezza e nel rigore morale. Sembrano affermazioni banali, poichè lo vorremmo tutti, ma anche sorprende voli , perché dette da un uomo di grande esperienza politica ed economica, ed invece, per me è così e mi associo, è la prima e la più grande rivoluzione che oggi si possa e si deve fare.

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  3. L'articolo di Salvo Geraci affronta con bilateralita' interpretativa più componenti della attuale fase politica. Giustamente invita tutti ad esprimere chiaramente le opinioni e gli interessi di ciascuno. Ebbene condivido questo invito in un momento di totale confusione
    politica, geografica e di stato di governo. A mio avviso la prima rivedicazione è quella di essere considerati cittadini capaci di intendere e volere stante che la Costituzione è ancora vigente. Stato unitario o regioni a statuto speciale? A mio avviso non ci sarebbe bisogno di interrogarci su questo argomento se nord e sud e tra est ed ovest sapessero trovare un punto di incontro. Non mi sembra che ciò stia avvenendo, anzi se possibile le divergenze non solo si stanno acuendo esprimendo un fondamentalismo fortemente preoccupante. Non si ha più rispetto per niente e nessuno, c'è soltanto una crudeltà che si espande anche dentro le singole province.

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