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sabato 28 luglio 2012

SIAMO TUTTI INNOCENTI E SIAMO TUTTI COLPEVOLI

Bandiera-biancaL’allarme lanciato da Ivan Lo Bello, n. 2 di Confindustria, sul “rischio fallimento” della Sicilia (Corriere 16 luglio 2012), la paura del contagio, e i rilievi della Corte dei Conti, hanno  "costretto" Il Presidente del Consiglio,
fatto in se rilevante e unico, a scrivere una lettera densa di preoccupazioni al governatore dell’isola.
Un teatro di notizie e scoop sull'imminente deriva che, invece, si è dimostrata una quasi bufala. La situazione dei conti della Regione Siciliana, indubbiamente, è difficile. Appesantita da un apparato burocratico pletorico, sconta un passato di cattiva amministrazione e di infornate di lavoratori di ogni tipo che risulta difficile averne certezza di dati. Ma, confrontando le tabelle sui conti, è ne più ne meno, come quelle di altre regioni e di altre grandi città del Paese. Anzi, è pure meglio di altre grandi regioni e di altre grandi città e ancora meglio della situazione dei conti del Paese. Il Presidente della Regione ha risposto a muso duro, difendendo l’autonomia e le prerogative costituzionali dell’isola. E ha fatto bene. 
Ma, ovviamente, questo non ci rasserena. Come non ci fa stare bene assistere impotenti al dramma che si sta consumando in altre regioni europee, che ci precedono appena. Le ricette degli economisti sembrano non avere effetto e, in fondo, come qualcuno dice, anche loro tirano ad azzeccarne una. Attraversiamo momenti, lunghi, di fortissima depressione e attimi di allegria, appena c'è un qualche segnale di ripresa.
Mario Monti, dobbiamo riconoscerlo, è il migliore sulla piazza, apprezzato a livello internazionale, nessun altro potrebbe fare di più. I partiti, ciò che resta, mirano a conservare il potere, lavorando per perderne il meno possibile, alle prossime elezioni. La riforma elettorale, l’appello di Napolitano, le proposte giacenti in Parlamento e quelle nuove che nascono come funghi, servono solo a perdere tempo, e a inventare meccanismi per limitare, a qualsiasi costo, l’avanzata delle orde a cinque stelle. I nuovi poli, i movimenti e altre ipotesi di aggregazione stentano a divenire proposta politica alternativa.
E allora che si fa? Gli italiani che fanno? Cosa bolle in pentola, quali iniziative, quali proposte, quali segnali arrivano? Pochi. Finora pochissimi. C’è attesa, c’è paura, c’è auto assolvimento, e anche cattiva coscienza. In fondo siamo lo specchio della classe politica che detestiamo. E che, come noi, non ha il coraggio di alzare bandiera bianca, di dichiarare la resa e chiedere scusa per gli errori commessi. Tanti, troppi e per lunghissimi anni.
Così come, per decenni, gli italiani, al sud ancora peggio, ma non tanto, hanno sguazzato nella piccola e grande illegalità, nel “tiriamo avanti”, nelle false pensioni, nei privilegi, nel ritenere lo Stato una vacca da mungere che tutto doveva. Tollerando ingiustizie, inefficienze, sprechi, disuguaglianze, pensioni da fame e pensioni d’oro, povertà e ricchezze esagerate. Tanto poi tutto si risolve. E adesso è finita. Adesso ci sono i sacrifici. Grandissimi per chi ha poco e, ovviamente, piccoli per chi ha tantissimo. Disoccupati, cassintegrati, famiglie sempre più povere. E ci sono pure gli esuberi nella pubblica amministrazione, non si salva nessuno. Prepensionamenti, nel migliore dei casi, e poi mobilità e licenziamenti.
Il Governo fa la sua parte, è fatto di gente in gamba, ma di quella classe dominante e opulenta che, oltre a lavorare per il Paese, mira a conservare se stessa e i privilegi che li accomuna agli altri potenti. È normale che sia così. Un-popolo-che-condivide-un-obiettivo
Ecco perché ci vuole una grande presa di coscienza, una nuova consapevolezza, una rivoluzione culturale. I cittadini si diano da fare, partecipino, rompano le scatole, si impegnino per diventare artefici del loro futuro. Per determinare quel cambiamento vero che serve al Paese per uscire dal guado.
Gli anni a venire si prospettano difficili, ma ora tocca agli italiani dettare la via per un futuro di speranza.

Giangiuseppe-Gattuso   Giangiuseppe Gattuso   28 luglio 2012

3 commenti:

  1. Condivido in pieno l'analisi di Giangiuseppe Gattuso. Molto appropriate trovo le frasi sulla bandiera bianca e quella di Pertini.
    E sì, non c'è proprio dubbio, sicuramente anche questa volta forse ripetiamo le stesse cose, e magari ci annoiamo pure, ma il fatto è che è proprio lo "status quo" che è immobbile. Siamo davvero in mezzo al guado , io uso spesso il termine "palude". Il risultato non cambia:
    Ma dobbiamo uscirne assolutamente. Accanto a Mario Monti , però, io aggiungo anche Mario Draghi, che è stato grandissimo giovedi 26u.s. a Londra dove è andato a dargliele quattro di santa ragione agli speculatori inglesi che attaccano l'euro tramite gli ordini di comprevendita fatti partire dai mercati orientali. E gli effetti positivi, speriamo non troppo presto effimeri, si sono visti all'istante.
    Noi cittadini, dice bene Gattuso, dobbiamo diventare artefici del nostro futuro. Per fare questo dobbiamo renderci conto che "per davvero" la sovranità appartiene al popolo, cioè a noi. Ma che questa la esercitiamo una volta sola per pochi secondi ogni cinque anni quando entriamo in cabina elettorale. E' in quel momento che ci giochiamo tutto. Dobbiamo arrivarci preparati. Come? Con un obiettivo comune, minimo ma essenziale e condiviso da tutti. Senza ideologie, nostalgie,pregiudizi, rivalse, ambinzioni. Tutti uniti su una progetto comune e insieme. Ma quì ricasca l'asino, ritorniamo al dilemma centrale anche del nostro blog: con chi? votando per chì?
    La soluzione dobbiamo trovarla ad ogni costo, ce lo diciamo e lo sappiamo e lo vogliamo tutti. Credo che ancora è presto per scegliere quale partito votare. Se non altro deve essere fatta ancora la legge elettorale. Si dice che si potrebbe votare anche a novembre p.v.. Chissà.
    Una scommessa la farei con me stesso. Penso che alle prossime politiche saremo costretti a scegliere tra un ventaglio di personaggi aspiranti leader (quindi persone fisiche), dico costretti perchè in Italia e solo in Italia i partiti politici centrali in tutti i paesi europei (socialisti e popolari) quì sono al rogo. Le liste civiche non potranno mai sostiuirli.
    Auguriamoci ogni bene.

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  2. Periodicamente Gianni scrive un articolo che, a mio avviso, fa il punto sulla situazione generale. Come sempre lucido e realistico.Se ne avvertiva l'esigenza. Grazie

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  3. Bravo Gianni, hai fatto un'analisi obbiettiva, serena e lucida. Nel condividere il tuo pensiero metterei l'accento sul'ultima parte del tuo articolo " ci vuole una grande presa di coscienza, una nuova consapevolezza, una rivoluzione culturale.....", ebbene sì è arrivato il momento di scrollarci di dosso il torpore che ci attanaglia da tempo e finalmente tutti insieme .....dico tutti facciamo una rivoluzione culturale e di pensiero per dare una sterzata decisa e definitiva a questo sistema obsoleto e corrotto.
    Felice Ajello

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