di Giangiuseppe Gattuso - Parliamo spesso di partecipazione e di democrazia. Critichiamo i partiti e i politici italiani, e scarichiamo su di essi ogni responsabilità.
Le colpe per la verità sono tante e imperdonabili. Pochi si salvano. Ma il nostro sistema politico non è un entità avulsa dalla società, anzi, per certi versi, ne rappresenta lo specchio, con i suoi pregi e, di più, con i suoi difetti. Possiamo dire che è il frutto di quell’analfabetismo politico, descritto benissimo da Bertold Brecht (per chi volesse approfondire può cliccare qui), così diffuso da convincere moltissimi cittadini a non occuparsi della cosa pubblica. A non interessarsi di politica come fosse un atto disdicevole, o, nella migliore delle ipotesi, un impegno sterile e inutile. Meglio, quindi, lasciare fare agli addetti ai lavori e delegare tutto a chi sa “occuparsene”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
In uno straordinario articolo, sul Corriere della Sera di domenica 24 giugno 2012, Ernesto Galli della Loggia affronta, con un’analisi spietata, il problema dell’impegno dei cittadini cattolici, dei cristiani, al di la degli esercizi di rito, nell’attività politica del Paese. Nel senso che, da troppo tempo, ormai, non si sente la “voce” di un’iniziativa alta che rechi il segno di quell’ispirazione. E a maggior ragione adesso che si profilano lunghi periodi di sobrietà, di serietà, di rinunce e spirito di sacrificio. Si tratta, rileva Galli della Loggia, della necessità di contribuire a creare quello spirito unitario e quel senso comune dello Stato, capace di affrontare i difficili cambiamenti, che si profilano, e che sono già iniziati.
C’è, infatti, l’esigenza di ricreare un nuovo ceto politico, modificando radicalmente il sistema istituzionale e la coscienza politica del Paese. In questi ultimi anni, continua l’autore, si è assistito ad una sostanziale “irrilevanza” dei cattolici nella vita del Paese. E cioè una assenza di programmi, di idee, di opinioni, sulle questioni, tante e importanti, che l’Italia si trova ad affrontare.
Chi si ricorda, infatti, di proposte avanzate da cattolici, dalle loro organizzazioni, numerose e importanti per tradizione e radicamento territoriale, o dai loro rappresentanti parlamentari per l’annullamento di vergognose ingiustizie quali le pensioni d’oro, le prebende politiche, i compensi ai grandi burocrati e hai vertici delle aziende e società pubbliche? E chi, ancora, ha notizia di proposte forti per arginare le disuguaglianze, le disparità enormi tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri: basta l’inquietante dato che in Italia i 10 individui più facoltosi posseggono una quantità di ricchezza che è all’incirca equivalente a quella dei 3 milioni di italiani più poveri.
E anche i sindacati, quello d’ispirazione cattolica, e gli altri, rappresentanti della classe operaia e del mondo della sinistra, avete sentito proposte rivoluzionarie? Qualcuno ha chiesto al governo di mettere immediatamente un tetto massimo alle pensioni per ridistribuire le somme risparmiate ai cittadini che non riescono a sopravvivere o ai lavoratori che hanno perso il lavoro? Niente di tutto questo.
Si parla, invece, di ridurre i buoni pasto, di prepensionamenti, di cassa integrazione e mobilità, di un taglio del 10% del numero complessivo dei dipendenti pubblici. In questo caso non esistono diritti acquisiti, non si ravvisano problemi di legittimità costituzionale. Basta invocare il bene supremo dello Stato.
Ecco, quindi, il vero dramma. Una situazione oggettiva difficile, complessa, di carattere sovranazionale, che necessita di grande slancio politico, di forti ideali, di senso civico e di passione civile. Avremmo bisogno di respirare aria nuova, di ascoltare idee forti e coraggiose, di speranza, di scorgere nuovi orizzonti. Assistiamo, invece, a interventi di corto respiro, a politici che hanno perso l’ispirazione ideale e a cittadini sempre più assenti.
Manca, tolta quella sindacale settoriale, la mobilitazione che è frutto dell’impegno sociale e politico, delle organizzazioni territoriali, delle associazioni, dei comitati del variegato mondo cattolico e laico.
Ecco, c’è la necessità di riempire questo enorme vuoto, di ritornare a fare analisi e proposte, di elaborare progetti alternativi, di avviare, attraverso la partecipazione dei cittadini, dei giovani, delle donne, degli uomini di buona volontà, una grande rivoluzione culturale.
La Politica così com’è, da sola, non può farcela.
Giangiuseppe Gattuso
03 luglio 2012
Complimenti a Giangiuseppe per questo stimolante e intelligente articolo, che mi ha stimolato a qualche riflessione.
RispondiEliminaSe noi facciamo una riflessione seria sulle cause del disastro sociale, culturale, morale ed anche economico che affligge il nostro paese è difficile non accorgerci che la prima e più importante causa è l'analfabetismo politico in cui versa il nostro popolo.
A scanso di equivoci precisiamo che si tratta di analfabetismo indotto e quasi imposto al ceto meno alfabetizzato e, quindi, più popolare in primis dal nostro sistema politico sclerotizzato e poco incline alla formazione politica del giovani (per paura, da parte dei politici, di essere spazzati via prima del tempo) e poi anche dai giornalisti, almeno da quelli che potrebbero essere ottimi maestri di politica ma che si perdono prigionieri delle loro stesse faziosità.
Le persone normali, quelle che devono ogni giorno lavorare per sbarcare il lunario non hanno nè tempo nè voglia nè stimoli per occuparsi proficuamente della politica intesa come mezzo per risolvere i problemi della società in modo giusto; e anche quelli che hanno il loro bel lavoro o la loro professione ben retribuita spesso non hanno il tempo di occuparsi di politica perchè occupati dagli impegni professionali, di studio o di lavoro, senza contare gli impegni familiari, per cui, comprensibilmente, non hanno nemmeno la voglia di partecipare a manifestazioni, incontri e assemblee politiche.
Queste persone , diciamo normali, delegano la loro cultura politica ai giornali, alla televisione e agli altri media.
Soltanto però, e qui casca l'asino, che questi mezzi di comunicazione imbrogliano, depistano, mentono e inducono le persone a tifare per quei lieder che riescono ad usare meglio questi mezzi.
Il risultato è che nelle discussioni politiche da bar sentiamo le persone che ripetono, virgola più virgola meno, gli stessi concetti e le stesse idee che passano continuamente in televisione, alla radio o nei giornali.
Ciò che politici e mass-media mostrano e reclamizzano come “politica” è un panorama ignobile e ripugnante fatto di affarismo, corruzione, arrivismo.
Insomma la politica viene ridotta ad un banale tifo per questo o per quel lieder o partito, senza che vi sia una vera cultura in tal senso.
Come se ne esce?
Una vera riscossa popolare può essere realizzata soltanto con la contemporanea sconfitta dell'analfabetismo politico, con una rivoluzione culturale in grado di condizionare in positivo i mass media e tutto quello che adesso ingenera e fa crescere la piaga dell'analfabetismo politico, con un costante sforzo di alfabetizzazione politica da parte di chi è nelle condizioni di farlo, cioè, giornalisti, professori universitari di scienze politiche, studiosi, filosofi, ecc.
Io non vedo altre vie di uscita.
Complimenti a G. Gattuso e N. Pepe per l'articolo serio del primo ed il commento altrettanto profondo del secondo. Ebbene si... in questi ultimi 20 anni sono mancati i cattolici, sia le alte gerarchie, che il popolo che ogni domenica va in chiesa. I cattolici che dovevano difendere i cosidetti valori non negoziabili... in questi ultimi 20 anni si sono eclissati, acquattati in difesa delle loro "nicchie di potere" permettendo a personaggi di dubbia moralità, capacità ed interesse per la casa comune, di prendere il sopravvento. Infatti la diaspora democristiana ha consentito a due egoisti, irresponsabili( che infatti si sono messi subito d'accordo) di fare scempio dell'unità politica e morale della nazione italiana.(ha davvero ragione S. Volpe quando dice che il male si unisce ed il bene si divide). I cattolici come utili idioti hanno consentito alle televisioni di berlusconi di diffondere la morale del successo e del dio denaro, attraverso scorciatoie etiche, lassismo, prostituzione, ricatti, corruzione, ingiustizie fino a quando è stato consentito un sistema elettorale come il porcellum dove siamo stati espropiati dal diritto di scegliere i candidati. I candidati vengono scelti dal capo...se il capo vuole mandare in parlamento la sua amante, un ladro o una zoccola ed al senato il suo "cavallo o stalliere" nessuno glielo può impedire. E poi una montagna di conflitti di leggi ad personam...ma come ha detto qualcuno "non ho paura della violenza dei potenti ma del silenzio degli onesti". Si è consentito ad un signore di nome Bossi di fare scempio della bandiera, dell'inno nazionale e delle istituzioni dello stato...con il dito medio perennemente alzato, corteggiato colpevolmente dal signor B. senza che i cattolici opponessero una vigile e seria resistenza all'oltraggio quotidiano dei valori secolari su cui si basa la nostra convivenza sociale.
RispondiEliminaOttimo articolo ed ottimo commento. Io però sono più pessimista. Uomini di marketing direbbero che è proprio il 'brand' che "non tira più", collegato com'è, ormai, a significati ed eventi deteriori. Allora, forse, per un periodo di transizione, occorrerà inventarsi una "cosa" che sia politica ma non si chiami così e non le somigli! Sto delirando?
RispondiEliminaBravo Giangiuseppe. Hai messo il dito sulla piaga, quello che pochissimi sono disposti a fare. Anche i commenti di Nino, Pino e Salvo mi sembrano rilanciare elementi strutturali del problema.
RispondiEliminaI cattolici, in italia e in Occidente, dal 1989 (caduta del comunismo politico e culturale)sono sprofondati nell'insignificanza sociale e, quindi, elettorale. I cattolici non "servono più" a nessuno perchè il nemico assoluto di tutti è morto definitivamente (non risorgerà mai). Le persone, quindi, non hanno nessuna voglia di "autolimitare" la propria azione in conformità alle prescrizioni religiose. Anche perchè, il dittatore assoluto globale (cioè il mercatismo finanziario) desautora eticamente qualunque religione (soprattutto quella cattolica che è la più diffusa la mondo) con la propaganda, anche subliminale, del relativismo, del "godi tutto e subito" tanto del "doman non c'è certezza", della campagna mediatica denigratoria dei principi e delle istituzioni religiose.
In Italia, poi, con la caduta della DC e dei suoi alleati dal 1992 in poi la Chiesa Cattolica, come gerarchia CEI e Vaticana, ha ridotto in "schiavitù liturgica" i fedeli italiani. Cioè gli ha impedito di parlare ed organizzarsi in nome e per conto della Chiesa. Li ha ridotti al silenzio ed alla inoperatività. La Chiesa ha annullato la delega che aveva dato ai cattolici italiani con la DC.
Se a questo aggiungiamo gli scandali sessuali e finanziari in tutto il mondo, si comprende che perfino i laici (cioè i cittadini-elettori) si sono "rotte le scatole" e si astengono o votani in assoluto libertà.
La riduzione in "schiavitù liturgica" è stata per la Chiesa un altro ulteriore boomerang: è precipitata la frequenza alla messa domenicale, dal 25% di qualche anno fà siamo al 10%. Complimenti cari vescovi e "parrini". L'unico che si salva è il papa Benedetto XVI che, con i suoi 85 anni, fa l'unica cosa più importante: scrive a futura memoria, cioè scrive quello che un cattolico moderno dovrebbe capire e fare e che, purtroppo, sarà apprezzato solo dopo la sua morte (cosa che i corvi cercani di affrettare il più possibile).
Fermo restando che le osservazioni di Vullo sul duo B. & B. hanno una loro ragion d'essere e non si può non essere d'accordo con questa analisi, devo osservare che nemmeno si può sempre essere strabici nel guardare soltanto da una parte, o peggio ancora manichei nell'assegnare tutto il male sempre a carico della stessa parte.
RispondiEliminaMi pare che in quanto a corruzione, malaffare, mafiosità, ricatti e ingiustizie la politica italiana era alquanto ben messa prima dell'avvento del celebrato DUO, e per imparare queste nefandezze non ha avuto bisogno di andare a scuola da Berlusconi e Bossi, altrimenti come si spiegerebbe il fenomeno di Mani Pulite?
Inoltre, siccome storicamente destra e sinistra in questi ultimi vent'anni si sono divisi il potere in parti uguali (mese più, mese meno) vorrei che mi si spiegasse come mai negli anni in cui hanno governato Prodi e compagni non ci sia stata alcuna opera di moralizzazione della politica, anzi c'è stato un ravvoltolarsi felici nelle leggi berlusconiane, specialmente quelle sui condoni, visto che , il primo Prodi, ma anche tutti gli altri, hanno approfittato di queste leggi definite infami da loro stessi,per mettere i loro conti al sicuro.
Allora, diamo a B & B tutte le colpe di questo mondo ma non facciamo i moralisti a senso unico perchè se Atene piange Sparta non ride.
Sul fatto che i candidati vengano scelti dal capo, vista la riuscita che hanno fatto gli attuali parlamentari, e mi riferisco soprattutto alle centinaia di esempi accertati di corruzione a carico della sinistra, (attenzione, ce ne sono tanti anche a destra) io personalmente preferisco una puttana ad un ladro in parlamento.
Certo, non è il massimo della vita dovere scegliere soltanto tra queste tipologie, ma si deve andare al meno peggio.
Avete fatto caso come i dibattiti in PoliticaPrima siano alimentati da pochissime (ma validissime) persone, praticamente sempre gli stessi? Mi riferisco ai grandiosi Gattuso Nevone e Vullo, ai quali ogni tanto, quando ho tempo, io mi aggrego molto volentieri, soprattutto nelle vesti di guastatore?
RispondiEliminaCome sarebbe bello se ci fosse moooolta più partecipazione soprattutto da parte di alcuni che tramite qualche sporadico , se non unico, articolo ci hanno mostrato di avere le idee e il fegato per mostrarle a tutti noi!!!
Insomma, cari amici desaparesidos, fatevi sentire, altrimenti saremo sempre io mammeta e tu a mandare avanti il nostro blog.
Carissimo Nino,
Eliminaquanta verità in quello che dici, sembra quasi un ribadire i concetti semplici da me espressi nell'articolo sull'assenza dei cittadini dalla politica. E lo ribadisco. Una colpa grave che si perpetua. Io non so cosa ci aspetta. E non entro nemmeno nel merito della problematica verso la quale mostri una certa sensibilità. Ma una cosa è certa. Questo famoso quasi ventennio di berloscunismo ha influenzato negativamente la cultura politica di questo Paese. Ma la cosa ancora più grave consiste nel fatto che tutti gli altri si sono sostanzialmente adeguati. L'unica novità da registrare, e questo lo dico a ragion veduta, è il M5S. Ho visto ragazzi partecipare, dibattere, impegnarsi, senza chiedere nulla in cambio, senza cercare favori, ma solo spinti da una profonda volontà di cambiamento. E' questo il futuro che ci aspetta? Basterà l'ex comico diventato più politico di tanti altri? Ai posteri la sentenza. A me basta sapere che c'è ancora speranza.
Interessante articolo,complimenti Giangiuseppe.Sicuramente il titolo già dice tutto.assenza dei cittadini dalla politica.Ma è normale,nessuno riesce ad attrarre la gente verso un mondo quello della politica,che ha tante di quelle sfaccettature che difficilmente vengono captate e studiate bene al fine di trarne profitti e conclusioni.Adesso tutti si improvvisano grandi conoscitori della politica:destra sinistra....se ci fosse chi sapesse spiegare le linee conduttrici di ogni corrente politica,forse la gente si avvicinerebbe spontaneamente aspirando a dei profitti che, muovendosi a massa si potrebbero ricavare,utili non solo al singolo ma al sociale.Ma bisognerebbe dare un minimo di credibilità alla politica,vista con occhio scettico e menefreghista.politica sporca condotta da gruppi ristretti per personali affari.Sicuramente non si mette tutti sullo stesso piano,ma si vede ad occhio nudo chi la porta avanti seriamente e chi invece la attiva con lucro e interessi,motivo primario dell'allontanamento e del disinteresse generale.Adesso qualsiasi fonte può far nascere o portare avanti un partito,indirizzando le proprie idee nella linea che si vuole. Da qui gli scontri di pensiero difficilmente congiunti.Io sono dell'idea che avvicinarsi al mondo politico potrebbe essere fonte nutriente di miglioramento,approfondimento più completo di avvenimenti che interessano e che dovrebbero coinvolgere tutti.Spero nell'ampliamento di vedute generali,che possano con interventi singoli arricchire di idee i passi di questo movimento.
RispondiEliminaQuesto è un articolo molto interessante perché l’autore spiega in maniera precisa quello che accade nella nostra società e cioè la totale assenza dei cittadini dalla politica.
RispondiEliminaMa questo accade purtroppo perché la gente è demotivata, visti i comportamenti dei Politici. Abbiamo un governo nazionale che per risanare il debito pubblico tassa le classi sociali medio basse in maniera eccessiva, lasciando indenni i poteri forti; un governo regionale che per cinque anni non è riuscito a risolvere un solo problema occupazionale (formazione professionale, contrattisti Enti Locali, lavoratori Fiat, lavoratori degli Ato, etc. etc.) perché non ci sono soldi, ma questi si sono trovati per nominare consulenti esterni, direttori, vice-direttori, assessori non politici etc.
Quale è il risultato di queste buone pratiche di governo? Che tutta la fascia politica-dirigenziale continua a stare bene, chi prima di questi governi viveva in maniera decorosa con uno degno stipendio oggi forse sopravvive, chi invece prima sopravviveva (vedi alcune categorie di pensionati), oggi muore di fame.
Ma tutto ciò, non è un crimine contro il popolo italiano? Infatti i politici ai quali i cittadini hanno dato fiducia non hanno fatto nulla per aiutare i nuclei familiari. A questo punto ha ragione Giangiuseppe quando dice che i sindacati e soprattutto i movimenti e comitati di ispirazione cattolica e laica debbono intervenire per salvaguardare il sistema sociale, garantendo la famiglia (è volontà del Papa aiutare le famiglie).
Ed altresì i cittadini, non dovrebbero più passivamente subire criticando il sistema che non va, ma dovrebbero contrastare tutto ciò partecipando attivamente con nuove idee e progetti per il futuro. Soprattutto, questi cittadini assenti dovrebbero svegliarsi, informandosi oltre che della vita pubblica di questi politici, che come dice l’autore dell’articolo hanno perso l’ispirazione effettuando interventi di corto respiro, anche della loro vita privata e di cosa fanno con i nostri soldi. (Repubblica di oggi pagina di Palermo). Forse grazie ad un risveglio della gente si può ricreare quella che è la vera Politica.
Si, ci vuole un risveglio della gente. Ci vuole una maggiore consapevolezza dei cittadini. Assistiamo, invece, alle lamentele di cittadini, di anziani che fanno ore di fila alle poste o all’Asl, bisticciando con gli altri in attesa per il turno, e poi però vanno via senza nemmeno una protesta. Per non parlare di un qualcosa di organizzato, anche di una lettera firmata da un gruppo e inviata ai dirigenti o ai giornali. Tutto, invece, si risolve in quel momento e poi via. Non c’è l’abitudine. C’è, invece, la certezza che tutto è inutile. Ci si convince che il cittadino è solamente un numero, un soggetto passivo, che deve solamente obbedire per non distrare i “manovratori”. Che, spesso, sono al di fuori della politica e detengono il vero potere. Salvo Geraci ha perfettamente illustrato questo fenomeno nell’articolo pubblicato lunedì 25 giugno 2012 dal titolo “LA PIRAMIDE DI PETER”. Un apparato burocratico enorme e sempre più potente, ormai autonomo, e vero detentore dei cosiddetti bottoni del potere. La politica sta nel vertice rovesciato, sotto il peso della burocrazia che ha fatto crescere a dismisura. In mezzo c'è la gente. Il popolo, tutti noi.
RispondiEliminaEcco il problema vero. L’assenza dei cittadini dalla politica e non solo. Che lasciano correre, che aspettano le decisioni degli "altri". Bisogna, quindi, risvegliarsi, come dice bene Carlotta. Bisogna che sempre più cittadini si facciano sentire, partecipino alla vita sociale e politica, con coraggio, denunciando ciò che non funziona e proponendo alternative. La Politica, quella vera, ha necessità di tutto questo. Ha bisogno di partecipazione, di critiche e di proposte, e del consenso della gente, per riaffermare un primato che, per ora, sembra perso.
Articolo interessantissimo che mette a nudo delle verità nascoste che fanno male a tutti. Perché chi più chi meno dobbiamo sentirci colpevoli per aver concesso ai politici una delega in bianco. Che ha consentito loro di gestirci ad uso e consumo e di avere portato l’Italia, la Regione Siciliana e quindi Palermo allo sfacelo sotto molti punti di vista, che non elenco perché li conosciamo benissimo.
RispondiEliminaLa nostra indifferenza e il distacco verso la politica ha permesso ai nostri rappresentanti di fare e disfare secondo la loro convenienza. Assistiamo impotenti, infatti, ai loro privilegi, mantenuti attraverso leggi, emendamenti, cavilli burocratici e legali, mentre il popolo continua a fare sacrifici sempre più dolorosi per sollevare la sorti di un’Italia, oramai ridotta all’osso.
Sento sempre più una rabbia per la situazione che è stata creata, per le difficoltà che attraversano le famiglie, i giovani e gli anziani. Per questo c’è bisogno di partecipazione, di fare sentire la voce dei cittadini, perché solo così ci potrà essere un vero cambiamento che faccia pulizia delle tante incrostazioni e dei tanti politici di cui l’Italia non sa che farsene
A proposito dell'argomento oggetto di questa discussione non posso non citare una frase di PLATONE che, più e meglio di tutti i discorsi fatti va dritto al centro del problema.
RispondiEliminaDice PLATONE:
UNA DELLE PUNIZIONI CHE TI SPETTANO PER NON AVER PARTECIPATO ALLA POLITICA E' DI ESSERE GOVERNATO DA ESSERI INFERIONI.
Mi pare che meglio di così ...
INFERIORI, non inferioni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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