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domenica 8 luglio 2012

LA POLITICA DALLA MENTE E DAL CUORE

Geraci-Salvodi Salvo Geraci - I farmaci che un paziente neurologico è costretto ad assumere, soprattutto in concomitanza tra essi, spesso procurano delle allucinazioni notturne spiacevoli. Talvolta, tuttavia, avviene il contrario, e cioè di vivere esperienze virtuali sublimi.
E, quando, raramente, avviene, ci si sveglia davvero con un umore costruttivo.
È proprio quello che stamane un amico mi raccontava con dovizia di particolari.
L'ambientazione era molto naturale: Palermo, in una casetta a schiera della periferia piacevole della città. Un prospetto con un piccolo giardino ravvivato da fiori diversi e colorati. Egli, in una moderna sedia a rotelle, quando era più giovane e in salute, doveva avere avuto un grande senso dell'organizzazione.
Infatti, appresso alla carrozzina (che per quanto moderna e sobria non era tuttavia gradevole da vedersi), si portava un simpatico tavolino coloratissimo e pieno di cassettini di diverse misure. All'interno c'era una parte ben rappresentativa del mondo del mio amico.
Acqua, antidolorifici vari, il calmante per gli attacchi di panico, radiolina, tablet, piccola tv digitale, un libro da leggere, notes e penna più la bozza di un libro al quale stava lavorando, essendo divenuta quella di scrittore la sua principale attività.
Era dunque in questo giardinetto e davanti al cancelletto di entrata, parecchi passanti lo salutavano con un sorriso, mentre alcuni addirittura si fermavano a scambiare alcune battute con lui.
Quel giorno nel quale questa storia si verificava, accadde che si fermò un monaco dall'aspetto intrigante... grande barba brizzolata, sguardo volitivo, eloquio spigliato e ricco di contenuti.
Come accade in questi casi, si cominciò con argomenti di carattere generale, per continuare con temi di grande spessore che li tennero impegnati per almeno due ore.
Il senso della vita, quello dell'oltrepassare (come direbbe il teologo Vito Mancuso richiamando il filosofo Severino) ed infine il deteriorarsi rapidissimo della qualità di essa.
Sulle possibili contromisure, le rispettive vedute erano divergenti. Infatti, mentre il mio amico descriveva l’incupimento crescente che rischiava di compromettere anche la stabilità spirituale di tanti, il monaco con passione poneva in evidenza come la vita condotta da quasi tutti, e ormai da troppo tempo, non poteva che condurre al baratro, e che ciò che stava avvenendo andava vissuto e interpretato come una grande opportunità per rivedere il proprio stile dell’esistenza finalmente privilegiando l'essere sull’avere.
Non c'è un motivo particolare per il quale vi abbia raccontato questo sogno... o forse sì. Avevo voglia di scrivere qualcosa per comunicare con gli amici del blog. Ma volevo anche (per la mia particolare condizione attuale) parlare di politica ma in modo nuovo; quella cioè che si traduce certamente in atti quotidiani, ma che discende dalla mente e dal cuore.
SALVO GERACI
08 luglio 2012










3 commenti:

  1. Il dilemma cuore o ragione è sempre stato falso, o per lo meno, fuorviante come criterio per giudicare e scegliere sui problemi della vita umana.L'ho sempre pensata così. Proprio non funziona. Mi sono spesso trovato a credere di avere privilegiato la logica, ma poi, a scelta effettuata, mi sono reso conto di avere fatto la scelta più emotiva o affettiva possibile. Sorvolo sulle conseguenze che ogni volta questa scoperta ha provocato in me.
    E allora è di tutta evidenza. Cuore e mente non devono lottare tra di loro per la supremazia l'uno sull'altro, ma devono trovare tra loro un equilibrio armonico, non un compromesso che è sempre una cosa squallida come tutte le cose a metà, rinnegato pure dai suoi "genitori naturali".
    Se cuore e mente dialogano e si accordano, allora saranno come lo scrittore e il monaco che si parlano tra loro così tanto fitto, fitto che non si accorgono più di essere in mezzo ad uno splendido giardinetto ricco di fiori e di colori che vive e si arricchisce del loro dialogo e della loro intesa.
    Insomma, non c'è dubbio no? Cuore e mente suono i migliori giardinieri della nostra esistenza. A loro lunga vita e ponti d'oro.

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  2. “Quel giorno … si fermò un monaco dall'aspetto intrigante... grande barba brizzolata, sguardo volitivo, eloquio spigliato e ricco di contenuti”. (Come direbbe in questo caso Francesco Gallo: l’abito è il monaco)
    Come al solito un pezzo di Salvo Geraci che è un piacere leggere e sul quale i pensieri cominciano a volare andando oltre, molto oltre.
    “Il senso della vita e quello dell’oltrepassare”, un dialogo profondo sull’esistenza, sugli stili di vita che hanno determinato la grave crisi nella quale ci dibattiamo.
    I valori che spesso lasciamo alle nostre spalle per guardare ad altro, all’appagamento di desideri materiali, spesso futili e inutili, se non dannosi. Noi che privilegiamo sempre di più l’avere invece che l’essere senza fermare l’attenzione su ciò che veramente può renderci felici. Piccole cose, riflessioni, un consiglio, un aiuto, l’impegno a favore qualcosa, la voglia di fare e di cambiare, la consapevolezza di agire per il bene comune, la speranza.
    Parlare di politica in modo nuovo. La Politica della quotidianità. “… che discende dalla mente e dal cuore”.
    Un sogno, una realtà, un desiderio. C’è tutto in questo bellissimo scritto di Salvo Geraci.

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  3. Mi pare, anche leggendo qualcosa in facebook, che il nostro caro amico Salvo stia vivendo un particolarissimo periodo nel quale la sua salute in preda a tante difficoltà ci sta restituendo uno spirito molto vitale che comincia a contemplare le cose da una prospettiva più allargata.
    Riporto l'ultimo suo post pubblicato in facebook:
    SALVO GERACI : è davvero molto strano... in queste ultime settimane, nelle quali sto facendo esperienza di ogni categoria di dolore e di prostrazione, in rari momenti, mi capita, del tutto all'improvviso, di perdere quasi coscienza della mia identità... di non avvertire quasi più nulla per qualche minuto, se non una quiete ineffabile, di sentirmi quasi felice, come concentrato su una forte luce bianca...

    Salvo, ti vogliamo bene.
    In questo momento sei, tra tutti noi, quello che può parlare della politica più bella e più costruttiva che ci sia.
    Il sogno che tu ci hai raccontato mi fa pensare al disegno di una società nella quale gli uomini dovrebbero poter realizzare una convivenza del tutto felice, anche se in una dimensione spaziale-temporale non necessariamente definita.

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