di Claudio Perna - I mercanti d'arte sono uomini d'affari pronti a vendersi l'anima pur di fare quattrini. È così! Purtroppo lo è sempre stato. Non so quanto possa interessare il concetto d'arte se il loro mondo è quello degli affari.
Mi sono chiesto, allora, come fanno a scoprire un autore o a capire se tra quelle mani si fa la storia? Ci sono due aspetti. Uno me l'ha suggerito lo stesso editore di ormai fama consolidata quando gli portai il mio primo libro. Mi chiese se il mio libro fosse commerciale. Una domanda secca a cui non seppi replicare. Per quel periodo commerciale voleva dire che il libro avrebbe dovuto trattare argomenti di mafia oppure qualcosa di simile, per esempio di politica, agganciato ad una tendenza che in quel periodo andava per la maggiore. Dopo un giro di carte capii che per me gli editori con la “e” maiuscola erano inaccessibili. E le ragioni erano tante. Infatti, come avrebbe potuto investire un editore un capitale per un nome che nessuno conosceva? Mi consolai e mi rassegnai dandogli ragione. Capii che non era necessariamente così quando mi accorsi che di tanto in tanto nel firmamento letterario spuntavano nomi o libri pubblicizzati al massimo e che poi alla fine si sarebbero spenti nel cielo buio della comunicazione.
L'unica risorsa proponibile fu quella di consultare gli editori emergenti o piccoli editori i quali un po’ per la loro naturale necessità di sopravvivenza ed un po’ per quella dell'autore stesso, questo connubio sarebbe stata una buona risorsa. Ma i nodi vennero al pettine quando in mancanza della "comunicazione", anche locale, tra i tanti libri che una libreria propone, nessuno sa che esisti e che quel libro è un buon investimento culturale, o perché no, anche un passatempo. Ero comunque consapevole che l'esigenza della pubblicazione dei miei libri nasceva dal fatto che mi sarebbe piaciuto condividere con gli altri i miei pensieri o le storie che mi piaceva raccontare, per regalare immortalità ai miei personaggi. Quindi, in un modo o nell'altro, dovevo lasciare traccia!
Mi appoggiai ad un piccolo editore. Servì soltanto da ponte perché avrei dovuto assicurargli un certo numero di libri venduti perché recuperasse le spese. Quindi il discorso diventò inevitabilmente di nuovo economico. Più sei pronto a vendere più possibilità hai di fare strada che in altri termini si traduce in pubblicità. E anche la pubblicità ha un costo non indifferente. Mi vennero in mente il mercante d'arte e l'investitore. Scoprii così che anche il web mi avrebbe dato pure l'opportunità di rimanere in vita nella biblioteca universale, grazie alla pubblicazione del libro su un sito. Così invece di conservare il libro in un cassetto cominciai a pubblicare Molti si lamentano che tanta gente scrive e che spuntano continuamente nuovi scrittori. Io dico che è un bene. Anche perché c’è tanta condivisione e partecipazione al gioco. Guai se ci fosse il monopolio.
In fondo chi ha qualche cosa da dire e lo sa proporre avrà qualche ascoltatore. E se non ci devi vivere è un passo fatto nel mondo della scrittura. E’ vero che spesso il grosso editore fa una selezione talvolta oggettiva ma è anche vero che spesso è anche tutto un gioco di squadra. Quindi cari amici scrittori, non arrendiamoci. Curiamo il nostro prodotto sempre e non abbandoniamolo mai. Non dimentichiamo che molto spesso basta poco per mettersi in gioco. Basta non montarsi la testa.
Claudio Perna
09 luglio 2012
P.S. Scrittore e poeta, Claudio Perna, inizia con questo originale articolo la sua collaborazione con PoliticaPrima. Claudio, ama scrivere per condividere le sue emozioni. “La Madonna dell'Acquasanta”; “Felicita alla Vuccirìa”; “A cena col Serpotta”, “Viaggio a Settembre in tempo di vendemmia”; “Ti chiedo ancora di volare” una raccolta di poesie d'amore, sono sue opere.
Benvenuto e buon lavoro.
Benvenuto allo scrittore e poeta Claudio Perna.
RispondiEliminaRiguardo le difficoltà relative alla pubblicazione dei un libro, chi meglio di Salvo Geraci può saperne?
Oggi abbiamo la figura del mercante d'arte, un obbrobrio propostoci da una società governata dal business, dal profitto, dal guadagno, una società che disconosce il valore delle cose, dove la cultura, la poesia, la filosofia vengono vendute un tanto al chilo.
L'altro giorno, in un supermercato dentro un centro commerciale di Palermo, ho visto tre volumi contenenti tutte le opere teatrali di Pirandello venduti ad un euro al volume.
Io avrei voluto prenderli tutti e bruciarli, così nessuno avrebbe potuto godere di questa umiliazione del genio pirandelliano.
In questa società si va da un eccesso all'altro,
infatti i mercanti d'arte vogliono rifilarti quadri di poco valore, croste, stampe e litografie che non valgono un cazzo (scusa, ma la devo dire proprio così) a prezzi esagerati mentre l'opera omnia teatrale di Pirandello, l'opera di una vita, viene venduta a tre euro complessivi, meno di un panino con bibita.
Non solo, ma nelle bancarelle trovi fior di tesori letterari venduti letteralmente a peso.
Uno schifo assoluto.
Allora, ben vengano le pubblicazioni dei libri nel web, anche perchè si sono verificati casi di grandi successi, grazie al fatto che praticamente tutti navigano in internet e dove, quindi, il bacino di utenza è illimitato.
Auguro a Claudio Perna tutto il bene possibile per la sua attività e gli ridò il benvenuto in questo blog.
"aver compagni al duolo è un gran consolo.." Condivido le argomentazioni di Claudio Perna.Gli autori poco conosciuti,riescono a pubblicare affidandosi al piccolo editore ,ma hanno solo la soddisfazione di vedere finalmente il libro stampato e rilegato,una bella copertina,il titolo etc.
RispondiEliminaNe so qualcosa anch'io :le copie sono tutte lì in attesa della distribuzione che viene assicurata dalla casa editrice,anche nelle librerie del nord,anche via internet, attraverso la pubblicità di alcuni siti ....Pensi che prima o poi il sogno di avere una giusta notorietà si realizzi,pechè in fondo hai
il piacere di condividere i tuoi contenuti e credi in ciò che fai.Ho verificato personalmente in una delle librerie cittadine:era vero..il mio romanzo era sullo scaffale!Ma chi cerca l'opera di uno sconosciuto?Forse un parente o qualche amico,per curiosità e di malavoglia perchè non gli va di spendere per "chi non è nessuno". Chi stabilisce la validità dello scrittore sconosciuto? Certamente il sostegno delle grosse case editrici che vogliono puntare sulla certezza delle vendite. Arrivare alle grosse case editrici è difficilissimo,ma se abbiamo i contenuti ,bisogna crederci e insistere anche contro la diffidenza di chi ti sta intorno e non vuole concederti stima e credibilità per una sorta di competitività che rasenta l'invidia...Andiamo avanti comunque verso il traguardo,con grande fiducia in noi stessi!
Un benvenuto a Claudio Perna.
RispondiEliminaNon dobbiamo meravigliarci troppo delle difficoltà degli autori a pubblicare le loro opere, perchè già i latini decevano "litterae non dant panem". Infatti, sappiamo che gli italiani, soprattutto, sono un popolo di poeti e scrittori, oltre che di santi e navigatori come diceva qualcuno,ma non di lettori.
E già, diciamolo, amiamo scrivere ma leggiamo poco.
Pertanto, che gli editori, a fronte di 12.500 titoli pubblicati il Italia (dato ufficiale di un paio di anni fà che la colloca ai primissimi posti nel mondo)e a una vendita miserevole di copie vendute (ai minimi nel mondo occidentale),cerchino di far quadrare almeno i conti. Per questo motivo non mi sento di biasimarli.
Piuttosto, altro discorso, che condivido pienamente,sono gli autori "pompati" ad arte per fare cassetta cavalcando un tema di attualità o per far piacere a gruppi di potere economico e/o politico. Questo effettivamente è disgustoso.Non solo, ma è causa di gravi "turbative" nella corretta e meritoria diffusione della cultura e dell'informazione.
Anche questa, mi sembra una lotta "infinita" ma che non si può abbandonare.