Elenco pagine statiche

mercoledì 18 luglio 2012

Deputati dell’Ars fateci un regalo. Non ricandidatevi

di Sergio Volpe - Mi pare sia arrivato il momento giusto per chiedere qualcosa ai partiti e ai loro deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana. Una richiesta che viene dal profondo del cuore, una preghiera e un appello.
E prima vogliamo anche ringraziarli. Per tutto. Per il loro impegno, la loro abnegazione, lo spirito di servizio dimostrato ogni giorno e l’attaccamento alle istituzioni. Li vogliamo ringraziare per come hanno sempre difeso le prerogative costituzionali della Sicilia, la sua “Autonomia”, il suo “Statuto” pubblicato, nientemeno, prima della carta costituzionale. Per l’attività che hanno contraddistinto tutti loro nella ricerca di occasioni e risorse per lo sviluppo dell’isola. Per le leggi moderne e i regolamenti che hanno dato alla struttura amministrativa di regione e enti locali una spinta forte verso la piena efficienza. Per la disoccupazione giovanile e quella di tantissimi, lavoratori uomini e donne, in forte calo. Per la Fiat di Termini Imerese, per il problema dei rifiuti risolto, per l’acqua che adesso arriva ovunque ogni giorno (in modo particolare ad Agrigento), per l’agricoltura fiorente e l’industria galoppante. Per i servizi sociali e la formazione. E per la sanità d’eccellenza, ormai consolidata.
Ecco, quindi, perché li vogliamo ringraziare. Per tutto questo, per l’immagine di una Sicilia ridotta ai minimi termini, per la loro indegnità, per l’insipienza della loro politica (politica?), per i danni causati alle generazioni future, per tutto ciò che sarebbe lungo elencare. Alle prossime elezioni regionali, ogni partito e ogni deputato, dopo un’attenta e lunga riflessione, faccia un’opera buona nei confronti dei siciliani, un regalo prezioso, un favore non ricambiabile, un’attenzione verso quel 25% di famiglie ridotte in povertà, verso quei lavoratori beffati a cui è stato tolto l’ultimo soffio di dignità. Verso il Paese intero che ride di noi, che ci guarda come la causa di tutti i guai. Verso i padri costituenti che avevano ideato una forma avanzatissima di Autonomia, al cui confronto il federalismo di oggi sembra niente. Un orgoglio siciliano calpestato.
Per tutto quello che avete fatto per noi: Non candidate nessuno dei deputati uscenti.
E, se c'è bisogno, per assicurare un futuro degno dello status e dell’impegno sociale e politico ampiamente dimostrato, vi autorizziamo a provvedere immediatamente. Accetteremo, senza protestare, anche una legge per garantire, ai deputati e ai loro cari, una pensione, magari di platino! Ma, vi preghiamo, toglieteli di torno, fateli fuggire. Spariscano. Noleggiate una nave da crociera, per un lungo, lunghissimo periodo e fateli andare via. Ma se i partiti non avranno la forza e il coraggio di farlo, se ancora la cattiva politica dovesse prevalere, non resta che sperare nella giusta punizione della gente di Sicilia. Che arriverà!?
Sergio Volpe
18 luglio 2012

16 commenti:

  1. Bellissimo articolo, sarcastico, ironico, amaro ma soprattutto: utopistico. Caro Sergio proprio tu, uomo di grande esperienza politica e di vita credi ancora nelle favole? Queste entità difficilmente definibili come individui pensanti, privi di coscienza, di digmnità, avidi, corotti, traffichini e mi fermo qui, hanno la consapevolezza e la certezza della debolezza del popolo siciliano che si candideranno di nuovo con la loro granitica faccia tosta con il benestare dei loro pertiti. I Vespri Siciliani, purtroppo, non ci saranno più.

    RispondiElimina
  2. Come mi capita spesso condivido il pensiero volpiano.
    Vorrei pero' evidenziare che la richiesta ai partiti attuali cade ovviamente nel vuoto.
    Non si tratta infatti di partiti portatori di un pensiero o un' impostazione precisa circa la gestione della cosa pubblica.
    Ci troviamo di fronte a gruppi di proprieta' precisa, evidenziati dal nome del proprietario sul simbolo. Cio' non avveniva in nessuno stato totalitario. Il PCUS non aveva il nome di Stalin, il partito fascista non metteva il nome di mussolini, e Mao tse.tung non metteva il proprio nome sotto il simbolo del partito Cinese.
    Qui ci troviamo con simboli con il nome di Pionati, Scilipoti e tutti gli altri.
    L'era post-ideologica ha imposto modelli senza idee.
    Il risultato e' stato questo:
    una plutocrazia ridicola con gente piena di soldi eletta all'ARS senza alcuna passione per i problemi dei concittadini.
    Guardandoli uno per uno, salvo rarissime eccezioni, e0 difficile trovare un barlume di gradevolezza per la politica.
    I recenti scandali a luci piu' o meno rosse hanno evidenziato il decadimento della funzione di legiferare e gestire i fondi per lo spettacolo.
    figuriamocci se entriamo nel mondo dell'industria o dell'energia.
    Se per uno spettacolo si chiedevano incontri con un paio di escort, quante signorine dovevano essere fornite per un termovalorizzatore?
    Quante per risanare la situazione di Termini?
    Non mi sento di dare torto a mio nonno:
    non temere le puttane, ma stai alla larga dai loro figli (cd. figli di puttana).
    Gettare il cuore oltre l'ostacolo e lanciare persone nuove e appassionate, ecco l'idea giusta.
    Riprendere le proprie doti di aggregazione attorno ad un'idea, ecco cosa si puo' fare.
    Qui ci vuole un antico Sergio Volpe, o meglio un Sergio Volpe all'antica.
    Centinaia di persone che ogni giorno si presentavano in via di Giorgio per il semplice gusto di stare insieme e parlare di se stessi e degli altri.
    Con le loro paturnie, le loro sofferenze e la loro voglia di dire qualcosa anche in modo sgrammaticato, ma ricco di contenuti e di umanita'.
    Nella costituzione degli USA e' scritto che si ha diritto alla ricerca della felicita'.
    Qui sembra che cerchiamo giornalmente i piu' cretini per mandarli all'ARS.
    Esprimiamo un candidato e contiamocci.
    Vediamo quanti aderiscono al popolo della felicita'.

    RispondiElimina
  3. Vedo che l'amico Sergio Volpe ha scritto una satira molto dura. Evidentemente la crisi non permette più di scherzare e gli spazi di benevolenza e di sereno distacco caratteristici dei sicliani non consentono più di lasciare spazio a personaggi politici, incomptenti, incocludenti e di dubbia moralità. Volpe scrive raramente ma quando lo fa colpisce duramente e tutti i colpi vanno al bersaglio grosso. Ormai l'autonomia è un paravento per difendere privilegi dei gattopardi di sicilia. Si avvicina l'ora del "redde rationem".

    RispondiElimina
  4. Sergio, caro amico di tutti noi, nel tuo brano c'è ironia; ma, soprattutto, amarezza. E non sono la medesima cosa. L'ironia, infatti, è guardare con sospetto (greco: eironeuomai;somiglia, come ho detto altre volte, al termine latino 'despicio'= guardo in tralice).

    Nell'ironia c'è cultura, speranza residua; nell'amarezza, no. Da ciò emergono i commenti, subito numerosi e sentiti dei colleghi di questa piazza virtuale, che io ritengo, col tempo, stia perdendo sempre di più la propria virtualità per conquistarsi, sul campo, pragmatismo... anzi, ancor più, concretezza.

    Tu non sei apprezzato per caso (nessuno che sia apprezzato, lo è per caso). Tutti, infatti, condividiamo la tua analisi; e, nonostante come sempre, tu ti faccia carico di proposte, stalvolta esse sono così improbabilmente visionarie,da coinvolgerci in pieno dentro quest'aura, vagamente poetica, ma desolante, di 'saudade'!

    Come vorremmo che la tua proposta fosse presa seriamente in considerazione... ma sia tu, sia noi, ne cogliamo il messaggio neanche troppo nascosto.

    Non si dimetteranno mai. E, quel che è peggio, la cosiddetta "seconda opzione", e cioè "una reazione determinata e volitiva", che consenta di porre le basi per un cambiamento certo e definitivo, almeno a me, appare ancora più impossibile da realizzarsi.

    A questo punto potremmo fare le abituali considerazioni sulle premesse che hanno determinato nel nostro popolo un fatalismo nichilista. Ma sarebbe fuori contesto rispetto alla grande dignità con la quale esprimi le tue considerazioni (vorrei dire: manifesti i tuoi sentimenti).

    In questa esternazione, mi sento molto vicino a te. Mi piacerà leggerti ancora.

    Con affetto e stima.

    RispondiElimina
  5. L'articolo, dal titolo al contenuto, è perfetto sia per tempismo sulla cronaca politica sia per espressione del vero sentimento maggioritario tra la gente.
    Davvero complimenti vivissimi caro Sergio.
    Comunque, non riesco ad imbavagliare l'amarezza e la sfiducia nella voglia e capacità di riscatto dei siciliani.
    Una considerazione molto nota, e per questo forse banalissima, è che ogni popolo ha la classe politica che si merita, perchè la elegge con il proprio voto, direi con le prorie mani visto che impugna una matita e segna una scheda.
    Ciò mi istiga al cinismo più sarcastico che mi fa ricordare che ogno Killer ha dietro un mandante che ha voluto ed organizzato l'omicidio. Ebbene i deputati uscenti sono i "killers" dell'assassinio della Sicilia, ma i loro "mandanti" sono gli "elettori siciliani".
    Non c'è scampo. uno più uno fa due. Dunque, si potrebbe dire che più che un "omicidio" si tratta di un "suicidio collettivo". Il popolo siciliano ha perso la "testa", abituato da sempre al clientilismo ed al "quieto buon vivere" non ha compreso il cambiamento della storia, e chi lo ha compreso o se ne va, o si ritira nel suo orto, o cerca di convivere con lo "stato attuale".
    Alle volte, e questa è una di quelle, penso che adesso è giunto il momento di lottare non per l'autonomia ma per la "ordinarietà", cioè per l'abolizione dello Statuto Siciliano e dell'autonomia regionale, perchè oggi esse sono diventate il "pugnale" con il quale ci "suicidiamo".
    In attesa e in assenza di simili cambiamenti, mi "ristora" l'appartenenza a questo gruppo di amici "gentiluomini", piccolo nel numero ma grande per sensibilità e consapevolezza culturale e morale.

    RispondiElimina
  6. L’amico Sergio Volpe, sempre acuto osservatore, ci và giù pesante…..decisamente dirompente. Personalmente condivido le sue osservazioni che danno il reale quadro di una realtà siciliana ormai alla berlina.
    E’ di pochi giorni fà l’articolo di Belpietro che mette ai quattro venti una Sicilia che ha fatto della sua autonomia uno strumento di arricchimento e sperpero del pubblico denaro….. “ lo stipendificio Sicilia”……sinceramente mi sono vergognato di aver fatto parte di un sistema politico che ha dimostrato di avere fatto tutto e più di tutto….. eccetto che gli interessi della nostra terra e di noi siciliani.
    Caro Sergio, le colpe sono anche nostre che abbiamo preferito occuparci del nostro piccolo orticello, non riuscendo a fare sintesi politica, schierandoci al fianco di quei personaggi che oggi tanto aborriamo.
    L’amico Bruno lancia una ardita proposta, non so se provocatoria, “ Esprimiamo un candidato e contiamoci”.
    La proposta mi solletica molto. Scegliamo uno schieramento di rottura con il passato, un candidato… e facciamo una battaglia per ritrovaci e sperare che si possa cambiare.
    Felice Ajello

    RispondiElimina
  7. Caro Sergio premesso che condivido ogni parola che hai scrittto la Tua sensibilità politica che in questi pochi mesi di conoscenza mi fa asemplicemete afferamre che sei BRAVO BRAVO BRAVO
    LA GENTE HA REPULSIONE DEI PARTITI, DEL PICCOLI LEADER
    DEGLI "ONOREVOLI" "SENATORI" "CONSIGLIERI" E QUANTI ALTRI CI VUOLE GENTE NUOVA E RICONOSCIUTA PER BENE

    RispondiElimina
  8. Caro Amico Sergio,
    come non essere daccordo con quanto scrivi, bellissimo articolo, il sarcasmo che trasuda dalle tue parole non è che l'amara visione di quello che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
    Questi luoghi, bellissimi, ma che sembrano maledetti da sempre da un sortilegio di cui nessuno sa come uscirne, sono stati violentati e stuprati da questa classe che ci ha governato da sempre per il suo tornaconto personale.
    Sono daccordo per dare loro una pensione anche di diamante l'importante che vadano via per sempre anche con una barca con cui i migranti arrivano da noi.
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  9. Calogero Dolcimascolo19 luglio 2012 alle ore 14:02

    A livello nazionale assistiamo da tempo alla crisi politica sia del centro destra che del centro sinistra e la politica siciliana ha potuto collaudare un sistema di governo improntato sul consociativismo con similitudini al milazzismo.
    La differenza è che il governo Milazzo ha avuto il coraggio di sfidare Roma mentre qui tutto avviene in sordina anche se la compagine politica ha molte somiglianza al milazzismo (ex An insieme ad ex Pci).
    In mancanza di leader nazionali dotati di elevato temperamento morale e di cultura politica che dettano le linee guida alla politica interna ed europea dobbiamo prendere atto della disgiunzione tra politica nazionale e quella regionale. Camminano su strade parallele con obiettivi differenti mentre il Governo Monti cerca di tamponare i problemi qui in Sicilia, ancora oggi, alla vigilia delle prossime elezioni regionali, si discute se il PD entra o non entra in Giunta, se è forza di governo o chissà cosa anziché come utilizzare al meglio i fondi europei che potrebbero dare un volano alla depressa economia siciliana.
    Caro Volpe credo che lei sappia che dopo la riforma costituzionale del titolo V della Costituzione approvata nel 2001 non abbiamo più competenza esclusiva su determinate materie ma siamo sullo stesso piano delle altre Regione a Statuto ordinario. L’autonomia è rimasta per i privilegi di essere Deputato regionale ed avere uno stipendio equiparato a Senatore della Repubblica ma l’attività legislativa dell’Assemblea Regionale e la stessa come competenza a quella del Molise che una delle più piccole regioni d’Italia.

    RispondiElimina
  10. Sono sincero l'articolo altrettanto sincero dell'esperto, ma serio, credibile e rispettabile di S. Volpe ha colpito un nervo scoperto....cioè la rottura del patto tra elettori ed eletti. Lasciamo stare che il taglio sia sarcastico, satirico, ironico o che dir si voglia...la sostanza non cambia. Il fatto che una vecchia Volpe della politica ( Sergio nella sua infinita benevolenza mi perdonerà questa licenza poetica) come lui, si scaglia cosi duramente senza perifrasi e sofismi vari, quindi sporcandosi le mani, direttamente con firma e fotografia, e magari mettendo in pericolo vecchie amicizie e vecchi rapporti ( a questo punto credo ripudiati)( chi non ha peccati scagli la prima pietra...), la dice lunga sul "lezzo maleodorante" ( testamento morale di Borsellino, l'uomo che sapeva di dover morire presto) di questa classe politica in generale...nella fattispecie siciliana. Egli ( Volpe) che come molti di noi alla ricerca del "profumo della libertà", di un'etica superiore, lontani ormai dai ricatti morali e materiali, ripeto "EGLI" merita un sincero applauso...almeno da parte mia!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giuseppe
      applaudo insieme a te e mi alzo anche in piedi per rendere omaggio con il dovuto rispetto che merita l'articolo di Sergio, mi permetto di dissentire sulle vecchie amicizie messe a repentaglio i veri amici siamo qui accanto a Lui, penso altresì che le mani se le sia pulite non sporcate abbandonando il "lezzo maleodorante" di questa classe politica, alla ricerca del "profumo di libertà".
      Una cosa è certa Sergio non è solo.

      Elimina
  11. Il riferimento di Dolcemascolo sulla riforma costituzionale del 2001, con cui egli alza il tiro, mi piace. Pertanto anch’io voglio dire qualcosa.
    Nel 1947 la Sicilia è la prima Regione italiana ad ottenere il riconoscimento della propria autonomia dalla Stato ed uno Statuto Speciale con rango di legge costituzionale.
    Nel 1948 entra in vigore la Costituzione della Repubblica italiana, di cui lo Statuto Siciliano, più quello di altre 4 regioni autonome, è parte integrante. Le altre 15 Regioni ordinarie esistono solo sulla carta.
    Nel 1970 lo Stato istituisce le restanti 15 Regioni ordinarie, le cui competenze sono comunque irrisorie. Il ritardo è dovuto al fastidio centrale per le autonomie, ma la rivoluzione culturale del 1968, l’autunno caldo del 1969, il nascente terrorismo politico inducono lo Stato centrale a cedere.
    Nel 1976 lo Stato trasferisce alla Regione Siciliana, con grande ritardo rispetto al 1948, competenze ed uffici sulle restanti materie di competenza autonoma (ad es. Beni Culturali, etc..)
    Nel 2001 lo Stato riforma il Titolo V della Costituzione. Alle 15 regioni ordinarie trasferisce competenze ed uffici simili a quelle della Sicilia., trattenendo per sé il principio della “sussidiarietà”, cioè se le regioni non adempiono lo Stato si sostituisce ad esse. Queste Regioni sono più snelle nella burocrazia, nella normativa, nel rapporto con lo stato Centrale. Queste Regioni “de facto” sono equiparate alla Sicilia, e anzi sono più moderne ed efficienti avendo meno “legacci baronali autolesivi”” come quelli previsti e voluti dalla Sicilia. Ricordiamo che la riforma fu voluta da Bossi e la Lega per attuare il Federalismo, cosa gradita ed attuata da tutti i partiti. Pochi forse ricordano che Bossi, prima della riforma, venne in Sicilia per farsi spiegare i meccanismi dell’autonomia e dello statuto siciliano. Tornato a Milano ha copiato e migliorato l’impianto mettendolo dentro la Riforma del Titolo V.
    Scusate l’excursus storico-giuridico, non voglio fare sfoggio di cultura. Ho ricordato quanto sopra per sottolineare che non è la Sicilia che “ha perso” la sua autonomia, ma è il Molise, la Padania e le altre regioni ordinarie che ci hanno raggiunto e superato.
    Prova del nove ne è che, dopo la riforma del 2011, Calabria, Campania, Puglia, Lazio, Abruzzo, Piemonte,Lombardia hanno conquistato da protagoniste la cronaca nera politica per ruberie e dissesti, soprattutto nel campo dei rifiuti, dell’urbanistica e della sanità. Formigoni e quant’altri ci hanno superato, anche in questo (sic!).
    Quindi, ecco perché mi convinco che forse oggi la Sicilia dovrebbe abolire il suo Statuto e questa autonomia. Ormai sono ferri vecchi, sono dei feticci, sono delle palle ai nostri piedi. Abolendo lo Statuto non ritorneremmo al 1947, ma saremmo contemporanei, “uguali” agli altri, alla pari, non più “speciali”, cioè “vecchi baroni impolverati e pulciosi” di un mondo che non esiste più ma rispetto al quale non riusciamo e non vogliamo recidere il cordone ombelicali.
    Perché questa paura del nuovo? Forse perché dovremmo imparare a camminare da soli, a sbracciarsi le maniche, le nostre maniche, a “faticare”, abbandonare le posizioni di rendita o la pratica dell’assistenzialismo, cioè avere senza dare?
    Svegliamoci! Coraggio! Il mondo è “scattato” in avanti mentre noi restiamo “affezionati” al nostro vecchio e scolorito “carrettino siciliano”.

    RispondiElimina
  12. Caro Sergio, come sempre sono d'accordo con la tua visione politica,sempre azzeccata nei momenti di grande bisogno di "politica"Bruno dice che ci vuole un antico Sergio Volpe,ma quante volte nelle nostre lunghe passeggiateti ti ho invitato a farti avanti?? Più che via Di Giorgi direi via P.S.Mattarella, bei ricordi bei momenti.Ritorneranno??

    RispondiElimina
  13. Caro Sergio, non ti smentisci mai, ironia e sarcasmo aiutano a comprendere le nefandezze che ci propinano i “nostri amici politici” la tua analisi come vedi è condivisa da tutti e tutti Noi auspichiamo che si realizzi, ma ci rivolgiamo ai partiti, cioè agli stessi uomini che hanno reso tutto quanto da te messo alla luce.
    Io andrei un po oltre, Noi che facciamo, non sono d’accordo che i “partiti” non devono candidarli anzi spero tanto che siano tutti ricandidati, e Noi ( i Siciliani) dovremmo avere la forza di non votarli, pensa ai tanti tromboni (e ne conosciamo un bel po) che dall’alto dei loro 25.000/20.000 voti alla prossima tornata elettorale si ritroverebbero qualche migliaio di voti, e nulla più, classificati nel fondo della loro lista, cosa accadrebbe.
    Penso sia la loro giusta collocazione molti di loro rimarrebbero a casa per diversi mesi molti altri si nasconderebbero per tantissimo tempo, e soprattutto, non avrebbero la facile scusa che si sono ritirati da vincenti, e che se si fossero ricandidati avrebbero raccolto innumerevoli consensi, ed invece no devono essere umiliati e mortificati dagli stessi elettori che nello scranno di sala d’Ercole li hanno fatti sedere.
    Il giusto e sacrosanto riconoscimento di NOI siciliani, per tutto il “BENE” che hanno fatto per questa terra.
    Questo dovrebbe accadere, ma purtroppo penso che anche questa sia una pura utopia, non accadrà e ci ritroveremo nella prossima campagna elettorale con gli stessi volti e con le stesse promesse e che il danno, penso irreversibile, fatto alla Sicilia, non è colpa loro ma di chi era al governo. Ma chi c’era al governo, se guardiamo bene ci sono stati tutti i partiti e tutti i partiti sono andati all’opposizione. Di chi sarà mai la colpa?
    Avanti per il prossimo giro.
    Luigi Riggio

    RispondiElimina
  14. Nel 1960 Luigi Comencini,protagonista Alberto Sordi, fu il regista del film " Tutti a casa". E questo è il titolo più appropriato e calzante che si potrebbe opportunamente dare al pungente e salace articolo di Sergio Volpe, con il quale non si può non essere d'accordo su tutta la linea. Tutti a casa questi "benemeriti" delle istanze e della causa siciliana,senza soluzione di continuità, sempre più ascari e servili al potere centrale e agli interessi dell'economia e della finanza del settentrione. Da più di venti anni in Sicilia non esiste più un istituto di credito siciliano.E' da più 20 anni infatti che la Sicilia è stata invasa dagli istituti di credito del nord che dopo avere azzerato le banche locali hanno cominciato a drenare i risparmi dei siciliani appropriandosene e reinvestendoli al Nord con il silente beneplacito dei nostri politici.E, anche per questo, , tutti a casa devono andarsene, e con biglietto di solo andata e senza ritorno. E infine a proposito della crociera premio proposta da Sergio per ripagare e ringraziare i nostri politici per quanto hanno fatto per la Sicilia, non sono assolutamente d'accordo,perchè potrebbe capitare un comandante della nave come Schettino che, facendo naufragare il natante sulle coste della Sicilia ce li farebbe ritrovare ancora una volta tra i piedi.E questo è un rischio, per quanto costoro hanno fatto per la Sicilia, che non ci possiamo assolutamente permettere.

    RispondiElimina
  15. Complimenti all’Amico Sergio per l’articolo che ha scritto, un articolo che mi ha fatto prendere consapevolezza e coscienza della triste realtà odierna. E non solo dal punto di vista politico, ma soprattutto dal punto di vista sociale e umano. Perché quando hai creduto per tanti anni di essere nel giusto, spendendo il tuo tempo e le tue energie per l’amico politico, quando hai passato anni interi a difendere il suo operato, cercando giustificazioni per i suoi errori e facendo opera di convincimento ai tuoi cari ed ai tuoi amici, facendogli credere che con Lui le cose sarebbero migliorate e tutti ne avremmo avuto benefici, quando ti rendi conto che l’unico che ha avuto benefici è Lui, e, quando gli amici che hai cercato di convincere ti deridono e non sai cosa dire per difenderti, quando, finalmente, hai capito che è giunto il momento di cambiare, e non solo politicamente, per rimettere in piedi la tua dignità di uomo, senti che è giunto il momento di ricominciare.
    Devo complimentarmi con tutti gli amici che hanno commentato l’articolo di Sergio, tutti interessanti e pertinenti.
    Non ho potuto fare a meno di notare l’assenza di un commento del nostro Direttore Gattuso, sono convinto che Lui, come un falco che dall’alto scruta le sue prede, pronto a intervenire al momento opportuno, se la gode.

    RispondiElimina