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martedì 12 giugno 2012

UNA RIVOLUZIONE: UN TETTO MASSIMO ALLE PENSIONI!

INPSIl sistema previdenziale italiano prevede, per chi ha compiuto 65 anni, in mancanza di altro reddito, l’erogazione di un “assegno sociale”, (art.3, c. 6, L. 335/1995), (ex “pensione sociale” art. 26 L. 153/1969),
che consiste nell'erogazione di una somma, ricalcolata annualmente, per il 2012 € 5.577,00. Cioè 429,00 euro precise per 13 mensilità, non cedibili, né sequestrabili, né pignorabili. Questo sostegno economico è in linea con lo spirito della Costituzione, Art. 38: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale… e mezzi adeguati alle sue esigenze di vita...” I requisiti per averne diritto sono: cittadinanza italiana, e, compresi gli stranieri, una permanenza regolare in Italia di almeno dieci anni.
Lo Stato, quindi, ha stabilito che ogni cittadino anziano non più in età lavorativa “deve” poter vivere con un reddito minimo annuo non inferiore a € 5.577,00, pari all'assegno sociale. Sappiamo benissimo, però, che tale cifra, se non è accompagnata da altre condizioni favorevoli, è ben lontana dall'assicurare una vita “dignitosa”. E, infatti, il numero di famiglie italiane che vivono sotto il livello di povertà ogni anno raggiunge limiti sempre più elevati.
Sulla base dei dati diffusi ad aprile 2012 dall’ISTAT, per il 2010, i pensionati sono 16,7 milioni. Il 14,4% (circa 2,5 milioni di persone) riceve meno di 500 euro mensili; il 31% (5,2 milioni di individui) un importo tra 500 e 1.000 euro, il 23,5% tra 1.000 e 1.500 euro e il restante 31,1% più di 1.500 euro. Di quest’ultima fascia non viene specificato altro. Solo le cronache e le pubblicazioni come il volume di Mario Giordano "Sanguisughe" hanno posto all'attenzione dell’opinione pubblica la vergogna delle cosiddette pensioni d’oro. Uno schiaffo alla povertà, agli anziani malati e bisognosi, ai lavoratori con meno di mille euro al mese. Ai disoccupati, ai giovani che non riescono a trovare un lavoro.
Ex lavoratori “speciali”, banchieri, dirigenti d'azienda, politici di ogni colore, militari, magistrati e altro, percepiscono pensioni i cui importi mensili vanno al di la di ogni immaginazione: 90.000 (novantamila) euro a Mauro Santinelli, 50.000,00 a Mauro Gambaro, circa 40.000,00 a Carlo Azeglio Ciampi, e via dicendo. Una situazione che oggi più che mai appare insostenibile e ingiusta. E, se da un lato ciò è conseguenza dell’ammontare dei contributi versati, dall'altro, con una situazione di crisi economica così grave e con i sacrifici imposti alla popolazione, non può essere tollerato per nessun motivo. Tra l’altro, chi ha versato di più durante la vita lavorativa ha guadagnato tantissimo, avendo la possibilità di accumulare risorse e accrescere il suo patrimonio.
Vogliamo, pertanto, lanciare una proposta, peraltro già delineata su questo blog il 15 luglio 2011, e più recentemente lanciata da Beppe Grillo e da altri. Stabilire un tetto massimo alle pensioni, di qualsiasi origine e natura, ridistribuendo il ricavato alle pensioni più basse e a iniziative in favore dei giovani. Sarebbe un segnale fortissimo. Una “rivoluzione semplice” che segnerebbe questo momento storico del Paese con una vittoria della giustizia e dell’equità sociale.
Per stabilire la cifra a carico del sistema previdenziale si potrebbe applicare la regola morale dell’imprenditore-utopista Adriano Olivetti: «Nessun dirigente, neanche il più alto, deve guadagnare più di dieci volte l'ammontare del salario minino». In questo modo, moltiplicando per dieci l’importo dell’assegno sociale, ricaviamo la cifra massima di 4.290 euro. Una somma più che ragguardevole, ma lontanissima da quegli importi che ogni giorno gridano vendetta.
Noi, comunque, attiveremo ogni iniziativa per affermare questo principio sacrosanto. La cifra, e le regole per stabilirla, potranno variare, e su questo vogliamo confrontarci.

CATONE
12 GIUGNO 2012

13 commenti:

  1. Si hai perfettamente ragione...ormai viviamo difficoltà eccezionali ed occorrono iniziative e provvedimenti eccezionali. Questo dovrebbe essere compito dei partiti, ma questi ogni giorno si dimostrano ciechi e sordi ai drammatici problemi del popolo. L'unico che ha fatto delle proposte in tal senso è il movimento di grillo, ovvero tetto massimo delle pensioni e. 3 mila. Però è ormai tempo di far sloggiare gli abusivi dal parlamento. Il governo Monti è ormai nella palude. Ha perso la forza propulsiva iniziale. Perciò e tempo di dare la parola al popolo.

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  2. Accolgo con grandissimo interesse la proposta di "Catone", e condivido l'idea di mobilitarci affinché questa proposta possa essere attuata. Fino ad oggi nessuna forza politica, a parte il M5s., ha pressato per metterla in atto, e sappiamo tutti perché, non si può predicare bene e razzolare male, i politici non hanno consentito che i loro stipendi e quelli dei Manager e dei componenti dei C.d.a di tutti gli enti pubblici, non si sono ridotti di un euro i loro compensi.
    Occorre una grande mobilitazione che metta fine a questa grande ingiustizia. Io sono pronto e disponibile.

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  3. P.S. Mi sono accorto di un errore nel commento, ma si e' capito il senso.

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  4. Ho 26 anni e appartengo a quella categoria che forse non avrà mai una pensione.
    Mi metto a completa disposizione per eventuali iniziative.
    Purtroppo, ritengo che qualsiasi progetto in tal senso, si dovrà porre, almeno inizialmente, degli obiettivi meno elevati.
    Per rendere più accettabile la proposta, soprattutto da chi siede in Parlamento e vota le leggi, forse sarebbe più opportuno alzare la soglia a 10.000 euro.
    Cercare di erodere i privilegi della casta rende di più... di provare ad abbatterli del tutto!

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  5. Puo' una societa' permettere che milioni di persone vivano sotto la soglia del decoro e della dignita' umana , e permettere che , migliaia di altri cittadini invece vivano nel lusso piu' sfrenato ?

    La risposta non puo' che essere ''NO'' .

    Credo che sia interesse dei ricchi e dei privilegiati cedere una piccola parte delle loro fortune e dei loro privilegi a vantaggio di chi non puo' piu' vivere .

    Credo anche che non ci siano alternative a misure di giustizia sociale o se vogliamo di solidarieta' sociale , se vogliamo continuare a vivere in pace .

    La societa' italiana si e' troppo allungata , troppi poveri e troppi ricchi , e troppo lontani gli uni dagli altri .

    Puo' accadere anche , tirando troppo la corda , che la corda si spezzi .

    Ed e' quello che io credo accadra' in italia , e chi non ha voluto , per ingordigia , egoismo e cattiveria non perdere nulla , perdera' tutto e forse non solo economicamente .

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  6. fino a quando non diventerà un problema di tutti o di molti, quindi dei più, non verranno quelle spinte dal basso per risolverlo. dobbiamo quindi sperare nella lungimiranza di chi ci governa e dovrebbe anticipare le soluzioni!

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  7. La legge di iniziativa popolare è un istituto legislativo, presente in Italia, mediante il quale i cittadini possono, attraverso una raccolta di almeno 50.000 firme, presentare al Parlamento un progetto di legge, affinché questo possa essere poi discusso e votato.
    Questa credo sia l'unica soluzione per trasformare la bellissima fiaba che ci ha raccontato Catone in realtà. Mi rendo conto che Politica Prima da sola non potrebbe organizzare tutto ciò, ma sono certo che potrebbe iniziare questo cammino sollecitando altre realtà ad intervenire. Potrebbe essere un'occasione irripetibile (magari tra poco lo farà qualcun altro), oggi qualunque movimento o associazione sarebbe lieta di occuparsi di queste pensioni abnormi, pensiamo al M5S ai Forconi etc.. Potremmo chiedere pubblicamente aiuto per organizzare tutto ciò. Con un paio di articoli sui giornali ed un paio di interviste televisive potremmo scatenare un effetto domino.
    Bisogna riuscire a fare in modo che la gente ne parli e che i cittadini credano "almeno un po" che questo possa accadere, allora e solo allora la fiaba potrebbe iniziare il cammino per trasformarsi in realtà.
    Unico indispensabile requisito che tutti NOI CI CREDIAMO VERAMENTE...
    Fiducioso che tutti possano comprendere la forza che sta dietro questa opportunità, resto in attesa di un invito per una riunione operativa.

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  8. L’idea di un tetto massimo alle pensioni INPS certamente è nella pancia di tutti.
    Ma poichè siamo in uno stato di diritto, dobbiamo ricordarci che le pensioni vengono erogate nel rispetto della normativa previdenziale legittimamente vigente al momento della loro liquidazione, e pertanto costituiscono diritti acquisiti esenti da ogni revisione successiva con efficacia retroattiva. Dura lex, sed lex”.
    Dunque in concreto la battaglia si può spostare con successo solo “a monte”, cioè sugli stipendi d’oro che poi, in futuro, determineranno le pensioni d’oro. Sappiamo, ad esempio, che il Capo della Polizia italiana guadagna 3 volte in più del Capo della FBI.
    Quindi per ridurre le pensioni d’oro bisogna che durante l’attività lavorativa sia fissato un tetto massimo agli stipendi (giusto l’es. Olivetti) e sia definito un sistema pensionistico contributivo più rigoroso sulle aliquote alte.
    Sappiamo che il Governo Monti sul primo obiettivo ci ha provato ma le caste l’hanno stoppato, sul secondo (la cosa più facile da fare) è riuscito a farla approvare in un lampo.
    Allora che fare? Mi sembra che l’unica strada da seguire sia solo quella più difficile : lottare per mettere un tetto agli stipendi d’oro (pubblici e privati). La conseguenza sarà un tetto alle pensioni.

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  9. Bisogna rendere merito all'autore dell'articolo per aver sollevato un tema scottante come quello delle pensioni d'oro. Ma questo tema non può essere disgiunto da tutti gli altri privilegi ed ingiustizie che in questi mesi abbiamo sviscerato in tutte le angolature. Pensioni, stipendi, benefit e se a queste aggiungiamo le ruberie la miscela è diventata esplsiva. Ma il tema della giustizia sociale e della redistribuzione del reddito non è compito dei partiti politici? Non è giusto che in una comunità c'è chi mangia aragosta, caviale e schampagne e chi mangia "pane e cipolla". Una volta c'erano i partiti di sinistra che si arrogavano il compito di portare questi temi in parlamento. Ma oggi(come sempre) al governo ci sono i ricchi che come prima cosa hanno tagliato le pensioni del popolo, però le sacche di scandalosi privilengi non si sono toccati. Sarebbe stato più giusto toccare in contemporanea i patrimoni. Allora i sacrifici sarebbero stati più tollerabili. Dov'è l'equità di cui tanto si parla? La verità e che il governo dei ricchi è sempre stato convinto che se il popolo non ha il pane, allora può mangiare le briosche come ai tempi di Maria Antonietta che poi fini ghighioltinata.

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  10. E' CHIARO QUELLO CHE SOSTIENE PASQUALE NEVONE , QUANDO DICE CHE I DIRITTI ACQUISITI NON POSSONO ESSERE LESI .

    INFATTI LE SUPER PENSIONI NON VANNO AFFATTO ABOLITE , MA SONO LE ALIQUOTE CHE VANNO ALZATE , MAGARI FINO AL 99X100 , DOPO I TRE O QUATTROMILA EURO MENSILI .

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  11. L'ipotesi fiscale proposta da Sergio Volpe è molto interessante perchè è attuabile pur nel rispetto del diritto.
    Elevare l'aliquota più alta sullo scaglione apicale del reddito imponibile è senz'altro possibile. La si potrebbe chiamare imposta addizionale di solidarietà sociale,o contributo per il riequilibrio del debito pubblico, prelievo salva Italia, o "vattela a pesca".
    Pur tuttavia, convengo con Pino Vullo, questa ipotesi di pressione fiscale sulle pensioni è una specie che rientra nella specie della cd. "patrimoniale", cioè aumento fiscale anche sugli stipendi, sulla lliquidità bancaria, susgli investimenti finanziari (bot ed azioni), sulle proprietà immobiliari.
    La conseguenza amara di questo ragionamento purtroppo è quello che tutti noi conosciamo e ci ripugna: è solo la classe politica che può attuare con legge queste "sagge" proposte del popolo, le uniche che possono salvare l'Italia, ma sono proprio i partiti ,"tutti", che non lo hanno fatto.
    E già, è sempre la stessa storia: quando è tempo di vacche grasse mangiamo tutti, quando è tempo di vacche magre prima mangiano i ricchi e poi quello che rimane,la coda e gli zoccoli, sono per il popolo.
    Nei paesi più evoluti del nostro nel possesso di una comune coscienza nazionale, quando si arriva a questo punto esplode la ribellione e la rivoluzione.
    In Italia invece......

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  12. Leggendo l'articolo sulle pensioni, subito mi è venuta in mente una parola: SUSSIDIARIETÀ, uno dei concetti più importanti che hanno caratterizzato la politica di Don Sturzo. Sia nelle scelte importanti della mia vita, che nel vivere quotidiano, l'attenzione per l'ALTRO, ancor più se in condizione di debolezza, ha caratterizzato sempre il mio comportamento.
    Da genitore, da figlio, da funzionario, da ingegnere, da medico, da politico ecc.... qualunque sia il tuo ruolo, se non hai dentro di te questo RISPETTO per L'ALTRO, prima o poi la vita ti porta il conto da saldare.
    I politici oggi, interessati sempre di più a conservare il loro potere con qualsiasi mezzo, propensi a qualsiasi tipo di alleanza e malaffare, accecati dal loro egoismo hanno distrutto la speranza di un lavoro sicuro, la certezza sacrosanta, dopo tanti anni di lavoro, di vivere della propria pensione.
    Ma la cosa più grave è di aver ucciso i SOGNI dei GIOVANI.
    Questo non possiamo permetterglielo! E' arrivato il tempo di saldare il conto. Con o senza riforma elettorale, dobbiamo spazzarli via.

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  13. Anche io rendo merito al Sig. Catone, perché dall’alto delle sue conoscenze riesce sempre a trattare argomenti importanti. Questo delle pensioni è un argomento interessante per tutti; per chi riuscirà a prenderla, ma soprattutto per chi come me che pur lavorando, forse la pensione non la prenderà mai. Sono d’accordo sia con Catone quando parla di stabilire un tetto massimo alle pensioni ridistribuendo la ricchezza, sia con Nevone riguardo alla battaglia sugli stipendi d’oro che poi causano pensioni d’oro.
    Ma per ottenere questo ci vuole volontà politica e da quello che si vede questa volontà non c’è.
    Si deve creare un movimento di opinione riuscendo a scuotere i cittadini che sono come ipnotizzati da questo governo nazionale per non parlare di quello regionale. E questo blog è sulla buona strada. Buon lavoro a tutti noi.

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