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mercoledì 2 maggio 2012

PASSEGGIATE PALERMITANE 2

Francesco-Gallo-Mazzeodi Francesco Gallo Mazzeo - Lo ammetto la prima passeggiata era una convenzione letteraria, ma non per questo lontana dalla realtà e dai desideri, anzi ancora più radicata, in quanto filtrata dall’emozione, che a volte ti fa dire quello che non vorresti dire e ti fa uscire di mente quello che sarebbe necessario dire.
Ma, questa seconda passeggiata è vera, e corrisponde a due ore di camminata a passo lento e dondolante, per cogliere il più possibile del reale e del circostante, con in mano un piccolo quaderno di appunti per aiutare con la memoria scritta, quella orale, qualora si dovesse fare labile. Partenza da Piazza De Gasperi, che possiede una bella rotonda, frequentabile solo da pochi avventurosi che sfidano il roteare di macchine, autobus e camion, la cui velocità è quanto meno imprevedibile, al di là dei cartelloni di limitazione, su pali verticali, si fa per dire e in realtà piegati, piagati, storti e inutili, per non parlare della segnaletica orizzontale, leggibile solo nel giorno in cui viene rifatta, tutta piena di sbavature e poi solo intuibile e poi invisibile e misteriosa, per un tempo infinito.
Appare in tutta la sua inutilità, per bambini, vecchi e perdigiorno, che non la frequentano affatto, limitandosi ad osservarla da marciapiedi fatiscenti e carichi di mozziconi di sigarette, alcuni reduci di tempi immemorabili, forse dall’inaugurazione della piazza, attorniati da tombini che non vengono mai puliti e quando piove formano laghi di acqua fangosa, che non ingentilisce il paesaggio, all’orizzonte, cassonetti trattati come dei nemici, sbattuti dagli operatori del settore, come degli ingombranti ostacoli: lavati mai. Comincia la Via Croce Rossa, che è un eterno parcheggio, come fosse un garage all’aperto, con alcune macchine ferme da anni, con i cespugli tutto intorno, spazzatura supplementare.
Allungo il passo è arrivo alla “statua” nome familiare dei palermitani per indicare il monumento alato alla vittoria con tanto di messaggi di Diaz: dire che bisognerebbe proteggerla, sarebbe pleonastico, con una bella cancellata e farla diventare un luogo sacro della memoria, perché in quella guerra si formò il popolo italiano e si portò a compimento il sogno di Mazzini, portando a noi gli splendidi gioielli che sono Trento e Trieste. Adesso è l’ennesimo luogo di sporcizia, di scritte colorate e gigantesche in cui qualcuno ci fa sapere di avere un grande amore per la vita e per l’eternità, per cui è lecito imbrattare tutto e qui entra in gioco la scuola i cui indici di insegnamento dell’educazione civica rasentano lo zero e si vede dalle facce impertinenti e sfidanti dei ragazzini abbracciati e bacianti, per cui quel luogo e come un altro: non basta che quel luogo sia riverito due volte l’anno, bisogna che torni, senza spirito revanscistico e nazionalistico, a rappresentarci tutti.
Sono arrivato a Piazza Croci, tra buche e cartacce e scritte e scritte e manifesti elettorali con slogan idioti, che hanno come motivo comune:”insieme”, ma insieme che cosa, non è dato sapere. Intanto i vuoti commerciali, stanno diventando voragini, con un vulnus all’immagine della città, che perde non solo ricchezza e luoghi di lavoro, ma anche immagine, che non è cosa secondaria se si vuole avere una storia turistica e nel mezzo dei bei rotoli di inefficienza, che dovrebbero somigliare a dei dissuasori di velocità e sono solo porcherie come le pavimentazioni di marciapiedi e i bordi stessi che sembrano reduci di devastazioni di guerra, per non parlare delle pensiline delle fermate autobus, arrugginite, vandalizzate, con qualche manifesto pubblicitario che induce alla disperazione. Mi chiedo se consiglieri comunali, assessori, deputati regionali, nazionali, senatori, vivano in questa città, oppure altrove e mi rispondo subito,… altrove, altrove,…qualcuno si chiede dei consigli di quartiere, con tanto di presidenti e consiglieri,… altrove, altrove…, le macchine in tripla fila,…altrove, altrove…, ma non è possibile mi dico, visto che ho ricevuto circa cento lettere elettorali e migliaia di volantini, con mittente sicuramente ubicato in questa città.
Roberta Torre se ne va, via da Palermo: la cosa interessa qualcuno(?), non mi sembra, forse una rompiscatole in meno, che non farà sentire tanti mediocri, ancora più mediocri di quello che sono. Con lei ed altri discuterò, venerdì prossimo alla Gam di Sant’Anna, dicendo ai nostri politici che per ogni creativo che si perde, in una economia che si baserà sempre più sull’apporto della cultura, bisognerà innalzare uno stendardo nero, in segno di lutto. Comunque, per evitare che qualcuno pensi che io sia un rassegnato, voglio dire che ho ordinato mille drappi bianchi, per festeggiare nuovi venuti, creativi, che prima o poi verranno in una Palermo Felix: per cui viva i sogni che diventano idee, che diventano progetti, che diventano realtà: basta volerlo e volerlo in tanti e diventare valanga.
Francesco Gallo Mazzeo02 maggio 2012

8 commenti:

  1. Chiarissimo Professore : articolo davvero eccellente !

    Condivido tutto , e poi , per un impegno pubblico preso ieri sera con me stesso e con gli amici di questo blog , mi astengo per il momento dall'aggiungere personali osservazioni .

    Solo una curiosità : chissà che cosa avrebbe scritto un suo virtuale gemello mittle- nord europeo che avesse fatto , in forma a Lei invisibile , la stessa passeggiata .

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  2. Telegramma urgente .

    Questa mattina alle ore 9 davanti al portone di Palazzo d'Orleans avvistato n. 1 tombino , n.1 montagnetta nera di sprugo accanto al pozzetto , n.1 camion gigantesco Amia vuoto accanto alla montagnetta , n°0 (zero) operai fino all'orizzonte , a Km. 1 valanga manifesti Cantiere Popolare , a Km. 2 flotta di bici con mega cartelli "Leoluca il Sindaco lo sa fare" , a km. 3 valanga manifesti Grande Sud , a km. 4 edicola con notizia " Operaio Gesip occupano e vandalizzano Ufficio elettorale del Comuine " .

    Domanda : sono collegati fra di loro questi fatti ???

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  3. Ok Carmelo , recepito !
    Mal me ne incolse . Colpito e affondato ( e naufrago , per il momento ) .
    Un abbraccio a Te e a tutti gli amici del blog .

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  4. Caro professore la sua passeggiata palermitana è una via crucis quotidiana per tutti noi. Ma non basta l'osservazione, l'analisi e la denuncia. Occorre anche il controllo e la sanzione per i responsabili. Sono contento che lei abbia preparato i drappi bianchi per ogni uomo di cultura che verrà a palermo e per ogni sogno trasformato in progetto, ed ogni progetto in realtà. Come diceva mia nonna: che la sua bocca possa mangiare zucchero e miele! Però professore un richiamo educato e fraterno glielo posso fare? Come giustifica il suo impegno culturale e civile con il fatto che ella non andrà a votare? Con immutata stima ed amicizia, Giuseppe Vullo.

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  5. Io sono residente a Roma e come dice la mia biografia ufficiale: "che vive tra Roma, Napoli e Palermo".FGM

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  6. Si caro professore, ci vuole una valanga. Una valanga di voti che faccia terra bruciata con il passato. Che spazzi via tutte le incrostazioni e le connivenze di anni e anni di mala politica e di malgoverno. Di atteggiamenti passivi e omissivi, di una dilagante incultura e superficialità. Una presa di coscienza di uomini e donne giovani e anziani che hanno ancora a cuore questa città e il suo futuro. Un uragono, o come dice bene il mio amico Sergio Volpe, una "peste" politica che faccia pulizia definitiva e crei lo spazio per gente volenterosa, impegnata, e con il coraggio e lo spirito di chi ha voglia di agire per il bene comune. E allora viva i mille drappi bianchi per festeggiare una Palermo Felix, per i sogni che diventano idee, che diventano progetti, che diventano realtà: basta volerlo e volerlo in tanti e diventare valanga. Si professore non è un'utopia. Basta volerlo.

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  7. Faremo un giorno una passeggiata in una città civile e vivibile? Riusciremo a essere orgogliosi di abitare in una città bellissima per la sua natura e così tremendamente abbandonata dalla sua classe dirigente scalcagnata? È una speranza e un desiderio. Forse questo voto indicherà la linea di confine, forse sarà diverso, forse uomini nuovi tenteranno di cambiare. Troppi forse e troppe difficoltà. Ma sono le difficoltà che distinguono gli uomini coraggiosi dalla banale normalità spesso accomodante e connivente. Auguri per Palermo e per tutti noi.

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  8. Roberta Torre non è venuta, trattenuta dai lavori di messa in scena degli "Uccelli" di Aristofane al Teatro Greco di Siracusa, ma è stata presente in spirito e in lettera:il mio intervento è partito da lontano, dal libro di uno studioso eretico che si chiamava Paolo Cinanni,"Emigrazione e imperialismo" che, al di là del titolo forte, rimane uno studio fondamentale sul rapporto tra società forti che attirano i creativi e società deboli, che li perdono in continuazione, sulla condizione della metropoli in generale e di Palermo in particolare, sulle analogie e le differenze, con Barcellona e Marsiglia, sui problemi del rapporto centro storico e periferie che quelle città hanno affrontato, sull'assenza di collegamenti mediterranei con Atene,Algeri, Cairo, sul fatto che non si può discutere della cultura a pacchetto, come se fosse un tutto omogeneo, ma separando, strutture e soggetti.Insomma in una dinamica, in cui l'andare e il venire, possa essere "dialettico" e non doloroso stare negli "astratti furori" o nella deprimente "quiete nella non speranza".FGM
    ps. risponderò anche a tutti gli altri amici che cortesemente prendono in considerazione le mie "argomentazioni".

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