di Sergio Volpe - Non si scappa. Giriamola come vogliamo il problema, non cambia. I controlli, le certificazioni, le autocertificazioni e tutto ciò che è materialmente possibile fare prima delle elezioni non è sufficiente. Ed è pure sbagliato pensarlo e convincersi che questa è la strada giusta per evitare incidenti.
Per impedire infiltrazioni mafiose, per scongiurare la presenza di gente disonesta, oltre che incapace.
Come se dovessimo giudicare, nel giro di qualche giorno, a volte di poche ore, e ancora peggio nell’arco di qualche telefonata con amici, amici degli amici, parenti e affini, la storia di uomini e donne destinati a governare la cosa pubblica. A ogni livello istituzionale.
I responsabili e i dirigenti di partito, dovrebbero, con onestà intellettuale, dichiarare come sono compilate le liste. Quali criteri sono applicati, quali verifiche e quali meriti sono presi in esame e da chi. Scopriremmo, ma è evidente, che tutto è nelle mani di pochissimi, fidati, obbedienti esecutori, e la scelta definitiva nella potestà esclusiva del capo, del padrone del vapore.
Non esiste militanza, partecipazione, né, tantomeno, democrazia interna. Insomma nessun sistema garantisce la frequentazione di incontri, di dibattiti; non c’è attività politica, non esiste dialettica non ci sono le palestre per formare una coscienza politica, per crescere, farsi apprezzare e conoscere dagli organi a ciò preposti. Le sezioni, i circoli, le sedi provinciali e regionali dei partiti, non esistono più da anni. O meglio, esistono delle sedi centrali al solo scopo di ospitare i “vertici” i capi e gli esecutori fidati, che tutto decidono.
Del fiume di denaro incassato, nulla è destinato alle sedi periferiche, all’affitto di spazi e mezzi per garantire la “partecipazione”. Ecco perché possono accadere certi incidenti. E per certi versi sarebbe strano il contrario. Il volere delegare ad altri organi, ad altre istituzioni, il controllo preventivo sui candidati è un comodo alibi per non affrontare alla radice la questione. Si pretenderebbe, in buona sostanza, che la scelta della classe dirigente, dei politici in erba e anche di quelli più cresciuti, venisse effettuata, in regime di supplenza, da chi questi compiti non ha. Il problema, quindi, è nei partiti, nella mancanza di regole interne, nella deriva sempre più personalistica di queste organizzazioni trasformatesi negli anni in macchine mangiasoldi e sistemi per la gestione e il mantenimento del potere.
Altro che art. 49 della Costituzione. Una semplice e breve formulazione “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”, per sancire inequivocabilmente i valori della “partecipazione” e della “democrazia”. Valori così spesso colpevolmente disattesi.
È arrivata, dunque, l’ora di cambiare radicalmente. Istituzionalizzare i partiti, farne delle associazioni riconosciute e democratiche, con statuti approvati per legge che fissino i principi fondamentali; le regole e le sanzioni per il loro funzionamento.
E, tolti di mezzo quelli attuali, tutti o quasi, lasciandoli ognuno ai loro padroni, si potrà procedere, per quelli nuovi che verranno, a regolamentare il loro finanziamento secondo precise norme universali e trasparenti. E tutto questo perché i cittadini possano, piano piano, riavvicinarsi alla Politica e al suo giusto primato.
E facciano presto, molto presto. Non c’è più tempo da perdere.
Sergio Volpe
19 aprile 2012
sergio ha ragione.il fatto è che a volte il delirio supera ogni previsione. calderoli ha detto oggi che lui versa ogni mese tremila euro nelle casse della lega, che alla fine gli pagherebbe un alloggio di solo duemilaeduecento. la lieve differenza è data dal fatto che la prima è una scelta volontaria , il secondo fatto accade con i soldi dei contribuenti. insomma ha poche idee ma ben confuse.
RispondiEliminal'autore del post sono io giuseppe bianca. non so cosa sia successo
RispondiEliminaSono totalmente d'accordo con l'amico S. VOlpe che il problema in questo momento sono i partiti. In questo momento molti di noi andranno a votare con il magone , come andare al patibolo e mettersi il cappio al collo da soli o come tirarsi la zappa sui piedi. In questo momento con la rabbia e la nausea per le loro nefaste gesta sarebbero da buttare tutti a mare(ne soffrirebbero solo i pesci). Perchè questi individui candidati per governare la "polis" sono quelli a cui affidiamo i nostri soldi e la nostra qualità di vita. Per conoscere la loro qualità ci vorrebbero test psicologici e di personalità per scoprire le loro perversioni e le loro coazione a ripetere soprattutto nel rubare. Nel 92 ci fu "tangentopoli" e gliel'abbiamo perdonata...Anzi abbiamo consentito al furbo e ricco berlusconi di prenderci per i fondelli per 20 anni facendo un scempio delle istituzioni ed uno scempio dei valori fondamendali della nostra società diventando cattivo maestro per le giovani generazioni con i suoi programmi immondizia (vedi colpo grosso, grande fratello) dove l'unico obbiettivo era quello di fare montagne di soldi e con una schiera di cortigiani e di "puttane" prezzolate per il divertimento del vecchio capo ed i suoi accoliti. Si dimise quando si accorse che il mondo non gli dava più credito e che la sua azienda stava affogando assieme a lui. Se gli toccate il portafoglio allora tutto cambia. Che senso ha oggi andare a votare quando già sappiamo in partenza che stiamo buttando al vento altri soldi per andare a mettere dei cialtroni su delle sedie che non meritano. che senso ha il consiglio di quartiere solo a scaldare la sedia. Insomma ci facciamo male da soli. Se loro stessi hanno confessato la loro impotenza e sostengono i tecnici al governo perchè la stessa cosa non possiamo fare a livello locale però paghiamo solo una volta, no due volte cioè paghiamo i tecnici per fare qualcosa, che pure ci penalizza e poi la seconda volta pachiamo questi cosidetti politici cialtroni che non fanno nulla anzi rubano senza ritegno e nessuno li punisce. per ora...
RispondiEliminaVolpe fa una triste e purtroppo veritiera disamina dello stato in cui versa la nostra politica e la nostra società! Colgo con piacere, tuttavia, qualche labile speranza. Spero di leggerlo ancora...
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