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martedì 3 aprile 2012

PIL CRESCITA INFINITA CORSA VERSO L'AUTODISTRUZIONE

Vullo Pinodi Giuseppe VulloMi rendo conto che scrivere di "crescita e decrescita", in questo momento di stressante competizione elettorale, può suscitare ilarità o anche fastidio. I candidati deve pedalare alla ricerca del voto, eternamente  divisi  tra "ragion pratica e ragion politica",
i sondaggisti devono "sondaggiare", gli elettori si devono destreggiare tra montagne di rifiuti, su marciapiedi e carreggiata, e tra una pletora di candidati la cui qualità se non moralità lascia alquanto a desiderare.
Ma l'argomento di cui parliamo è trasversale al centro, destra e sinistra; infatti se si distrugge il pianeta finisce la storia dell'uomo. Se con questo blog, che galleggia sul web come fosse nello spazio planetario infinito, come il naufrago che lancia "l'SOS" in una bottiglia nell'oceano sterminato, se questo messaggio avrà raggiunto un politico od un "CIVES", anche uno, avrà raggiunto il suo scopo. Perciò non ho paura di essere solo nella stanza e nella notte buia di un nuovo "medioevo", corro anche il rischio di scrivere e di parlarmi addosso, tuttavia se un uomo o una donna batterà un colpo... questo risuonerà e si irradierà come le onde sonore e le onde in mezzo al mare! Una volta avuta una visione del mondo come potrebbe essere, come dovrebbe essere... come sarà (a seconda di dove si è spinto lo sguardo) diventa impossibile continuare a vivere, condiscendenti e compiaciuti, nel mondo come è adesso.
Quello di cui vi parlo non è farina del mio sacco..., sto semplicemente studiando cercando di informare i miei simili, del "movimento di transizione nato in Inghilterra nel 2003, per merito di ROB HOPKINS e del movimento decrescita felice nato in Italia nel 2008, per merito di MAURIZIO PALLANTE. I suddetti movimenti si propongono come una nuova visione filosofica, suggeriscono un nuovo stile di vita che è anche una nuova visione dell'economia, della società ed infine è una nuova proposta politica. In soldoni la proposta è questa: renderci progressivamente autonomi dal petrolio e da energie derivanti dai fossili altamente inquinanti che stanno distruggendo il pianeta e quindi l'uomo.
Attuare una "decrescita selettiva" utilizzando energie rinnovabili e non inquinanti, rientrando pian piano nello spirito di essere cittadini e non consumatori. Far nascere dei circoli e poi delle comunità dal basso, sensibili a tali argomenti e perciò disponibili a fare un passo indietro, indisponibili ad essere strumento del consumismo più sfrenato e non essere misurati secondo parametri finanziari, monetaristi e per la capacità di comprare merci e di distruggere e tramutare quest'ultime, in un tempo sempre più rapido, in immondizia che supera la capacità di smaltimento umano e del pianeta e vedere perciò le nostre città sepolte dai rifiuti. Smascherare la mistificazione e  la visione economica e sociale  del "PIL e la crescita di merci" come guadagno della qualità di vita, al contrario. O si cambia stile di vita..., o dopo di noi il diluvio ed il deserto! Saluti.
Giuseppe Vullo
03 aprile 2012

13 commenti:

  1. dott vullo vedo che lei ha un impegno morale notevole nei temi sociali. Ma per noi che lo conosciamo da oltre 30 anni perchè è stato il nostro medico, amico, fratello, papà non è una novità. Pensiamo che quello che scrive lei è importante. Ma i politicanti disonesti se ne fregano. ed anche la gente ha le sue colpe. la ciità sporca, non si pagano le tasse, la corsa del sindaco e consiglieri che l'unico interesse interesse che hanno e quello di andare a rubare a loro volta.

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  2. La moderna civiltà industriale dipende in larga misura dal petrolio , che costituisce la principale fonte di energia in tutto il mondo.
    Il sistema economico mondiale è fondato sul petrolio e io penso che fin quando questo elemento non si esaurirà, non ci saranno modifiche rlevanti, per tanti motivi, tra cui i costi enormi per la ricerca e la modestia dei risultati ottenuti. E' stato calcolato che, anche se tutto il territorio italiano fosse coperto dai pannelli solari, l'energia prodotta non andrebbe oltre il 10% del fabbisogno nazionale. E dunque di cosa stiamo parlando? Qualcosa si potrebbe fare nell'uso ottimale dei combustibili fossili. Ad esempio, si potrebbe volgere lo sguardo verso l'uso del metano. Il metano ed il petrolio spesso si trovano negli stessi giacimenti , e ciò perchè la formazione del metano è identica a quella del petrolio. Il metano, però, quando brucia, non genera fumo e, rispetto al petrolio e al
    carbone, produce una minor quantità di sostanze inquinanti.
    il metano si è dimostrato di gran lunga il combustibile fossile più pulito per la bassa percentuale di elementi inquinanti: a parità di energia chimica fornita, la sua combustione emette
    infatti la metà dell'anidride carbonica prodotta dal carbone ed il 75% di quella emessa bruciando petrolio (ciò è dovuto alla sua composizione molecolare ricca di idrogeno e povera di carbonio).
    Bisogna comunque, anzi è fondamentale, nei processi di
    estrazione e utilizzo del metano, evitare di liberarlo in atmosfera senza averlo bruciato, in quanto il metano incombusto induce un effetto serra 20 volte maggiore della CO2.
    Io comunque sono molto d'accordo con la tesi propugnata dal dott. Vullo, e dico che sarebbe veramente una cosa meravigliosa liberarsi dagli inquinanti che stanno danneggiando il nostro pianeta. Dobbiamo pur dire che, poco più di un secolo fa, le grandi città erano molto più inquinate di come lo siano adesso; per esempio, Londra era sotto una cappa di smog, derivato dall'uso massiccio del carbone come fonte di energia, ma anche sotto una montagna di rifiuti organici ascrivibile alle migliaia di carrozze circolanti e quindi alle migliaia di cavalli che ovviamente non aspettavano di essere chiusi nelle stalle per fare i loro bisogni. E' una lotta durissima, quella contro l'inquinamento e io sono convinto che l'uomo non aguzzerà l'ingegno più di tanto fin quando non vedrà paurosamente esaurirsi l'energia che gli permette di continuare a vivere su questo pianeta. Paradossalmente potremmo auspicare la fine dell'era del petrolio, per provare ad avere un pianeta meno inquinato e più vivibile.

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  3. Caro sig. N. innanzitutto la ringrazio di avermi letto, poi utilizzo alcuni minuti prima di andare alla processione, nel contemmpo anche se non ci conosciamo le auguro una santa pasqua cristiana.Il suo commento pertinente e competente merita un ulteriore riflesione sulle tematiche in oggetto. Lei sarà d'accordo con me che continuando cosi l'umanità ha imboccato una via di non ritorno che ci porterà sicuramente a diventare polvere cosmica "senza onde cerebrali". Senza volere scomodare Gesù "polvere sei e polvere ritornerai". Sono d'accordo con lei che la moderna "pacchiana" civiltà industriale è dipendente sommamente dal petrolio. Certo londra nel secolo scorso era ricoperta di smog perchè l'utilizzo del carbone sporco era molto più inquinante. Ma lei non vede altre vie per lo sviluppo della civiltà umana? L'umanità si è sviluppata per quasi 10 mila anni senza bisogno di petrolio,la civiltà egiziana.. la civiltà ellenica che ha inventato la democrazia , la filosofia ed la logica aristotelica. Si da il caso che la grecia sta morendo proprio adesso nel momento in cui il petrolio è in auge. Noi abbiamo avuto la civiltà romana ed il rinascimento senza bisogno di petrolio. Non le dice niente questo? O per civiltà si intende cambiare la macchina ogni 2 anni magari con il contributo rottamazione drogato per favorire una mendace ed illusoria crescita? è civiltà frequentare i supermercati sempre più grandi con carrelli sempre più pieni di derivati del petrolio che si trasformano sempre più velocemente in rifiuti che ormai non si riesce piu a smaltire e siamo seppelliti da montagne di immondizia? C'è bisogno di aspettare la fine traumatica del petrolio per aprire gli occhi e trovarci imprivvisamente in un nuovo "medioevo"? Non sarebbe più sensato guidare politicamente un un processo di decrescita selettiva rispottoso dell'uomo e del pianeta terra? Se noi parliamo con i nostri nonni ed i nostri vecchi e chiediamo come facevano prima del petrolio: sicuramente ci racconteranno che non avevano il frigorifero, la televisione, e varie macchine e merci spesso inutili che l'industria mette a disposizione. Ma sicuramente conducevano una vita piu serena più sana e più bella. E' vero si facevano il pane in casa, si rattoppavano i vestiti e perfino le calze, si coltivavano l'orto sotto casa e producevano per se stessi, camminavano a piedi o a dorso di asino o mulo. il pecoraio o vaccaro passava davanti casa mia e mungeva il latte davanti ai miei occhi. è anche vero che gli animali producevano gli escrementi ma come lei sa il letame di animali è concime biologico non inquinante le falde acquifere. Il pane si faceva con il lievito madre e non con il lievito chimico. mia nonna aveva le galline e i conigli e produceva carne bianca e ouva veraci con cui son cresciuto. Mio nonno andava a dorso di asino a raccogliere le verdure nelle campagna ai margini del paese. eppure i nonni hanno campato fino a novant'anni senza bisogno di farmaci industriali. Ne acqua proveniente dal trentino alto adige(levissima), ne carne proveniente dall'argentina o dalla polonia o salsa e passata dalla cina. è tutto questo un disvalore? O facendo un piccolo passo indietro e ci riappropriamo della cultura dei nonni potrebbe essere se non, un nuovo rinascimento almeno un nuovo umanesimo nei rapporti sociali e tra le persone? Infine mi pongo una domanda può essere che quando stavamo peggio forse stavamo meglio? Saluti. Dott. giuseppe vullo.

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  4. Mi scuso per essermi firmato N. E' stato un errore in quanto mettendo la prima lettera del mio nome, N appunto, il sistema completa automaticamente il nome, io ho cliccato con premura e anzichè NINO PEPE è venuta fuori questa N

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  5. Nel n. 14 di PANORAMA del 28 marzo scorso c'è un articolo di Alessandra Iadicicco che, prendendo spunto dal centenario dell'affondamento del Titanic paragona la nostra società ad una nave lanciata nel tragico scontro tra libertà e destino. Parlando del Titanic dice: Quel gioiello della tecnologia sarebbe divenuto, per via della sua sorte, l'icona più tragica dell'orgoglio tecnico, un chiaro monito, un segno dei tempi. La nave come simbolo della modernità, titanicamente lanciata nella sua corsa mortale sugli abissi. Poichè la nostra forma di vita si manifesta ed esprime attraverso il pieno dispiegamento della potenza tecnica, sui canali del traffico, nelle reti della comunicazione, con l'assalto rapinoso alle risorse della natura e la rischiosa sfida ai vincoli e ai limiti imposti dagli elementi, e poichè essa è diffusa senza scampo su scala globale, non è possibile sottrarvisi. E' impossibile arrestare la corsa, la traversata procede a velocità sostenuta e in accelerando. il migliore auspicio resta quello di andare avanti con cognizione di causa, prudenza e coscienza, evitando il più possibile, di navigare a vista.
    Credo che questa sia l'unica risposta realistica all'allarme lanciato, a ragione, dal prof. Vullo. Il nostro mondo è questo del 2012, quello del 1950 (più o meno) non esiste più, è semplicemente ricoperto dalla polvere del tempo, come l'età del bronzo, l'antica civiltà egizia, la civiltà greco romana, il medioevo, il rinascimento, il secolo dei lumi, la belle epoque, le due guerre mondiali e anche i più vicini a noi anni 90. E' vero che l'umanità si è sviluppata per oltre 10.000 anni senza il petrolio è ha prototto tantissime cose di valore assoluto, come la civiltà romana, il rinascimento, e, naturalmente, moltissimo altro, ma io non vorrei vivere in un mondo senza l'energia elettrica, senza gli antibiotici, senza il dominio delle distanze e quindi tel tempo, cioè senza poter andare in tutte le parti del globo in poche ore, in un mondo dove le comunicazioni non esistevano e le persone vivevano tutta una vita senza conoscere quello che succedeva al di fuori del proprio paesello, senza poter parlare a distanza con chi mi pare e quando mi pare, senza i giornali, senza la musica classica, ecc. ecc. E' vero, i nostri nonni vivevano fino a novant'anni, ma per uno di loro che ci arrivava ce n'erano tantissimi che non riuscivano a diventare nonni perchè morivano a trent'anni per non avere avuto a disposizione un antibiotico che li facesse guarire dalle infezioni. Riconosco che in un mondo dove si camminava a dorso di mulo e dove il vaccaro veniva a mungere il latte davanti casa potesse esserci molto meno inquinamento di adesso, ma non si può e non si deve andare indietro. Quel tipo di civiltà semplicemente non c'è più. Come diceva l'articolo da me citato, è impossibile arrestare la corsa, nè si può scendere dalla nave. Adoperiamoci per un mondo più sostenibile e magari cerchiamo di sensibilizzare le persone ad usare comportamenti più virtuosi, ma dal mondo non si può scendere.

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  6. Caro Nino rispetto la tua posizione realista e pragmatica. E' impossibile arrestare la corsa, la traversata..(verso cosa? verso il nulla?) procede a velocità sostenuta ed in accelerando...mi arrenderò sicuramente anchio all'ineluttabile fine del mondo e della storia(questa previsione è facile vedi maia, testimoni di geova, bibbia apocalisse), essendo l'uomo vittima della sua imbecillità e cupidigia. Un pò di sano egoismo..d'altronde avendo io 60 anni il residuo della vita mia non è che sia poi tanto potrei cercare di godere questi anni in pensione come gli ultimi istanti sul "titanic" cantando e suonando...Ma intanto vado alla protezione civile a distribuire i "pacchi alimentari" ai nuovi poveri.saluti g.v.

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  7. Caro Giuseppe, io apprezzo tantissimo le tue posizioni sui temi di cui abbiamo argomentato, ma guardandomi intorno non vedo le vie di uscita che tu proponi.
    Questo non è il migliore dei mondi possibili, ma anche se fosse il peggiore, essendo l'unico che abbiamo, dobbiamo cercare di migliorarlo, ovviamente, nei limiti che questa nostra società attuale ci permette.
    Sarebbe bello vivere un mondo non inquinato, in cui i bambini non muoiano di fame nè vengano sfruttati, in cui ci sia una distribuzione equa della ricchezza e quindi dove non ci siano quelli che hanno redditi a sette zeri e quelli che vivono con meno di un dollaro al giorno, dove ci sia uno sfruttamento moderato ed eco sostenibile delle risorse del pianeta. Bisogna mettersi d'accordo sul metodo e sulle priorità, ma soprattutto bisogna che le grandi potenze mettano in atto le migliori e più efficaci strategie per evitare quello che tanti temono, cioè l'ineluttabile fine del mondo. Io personalmente sono convinto che l'eventuale fine del mondo non avverrà per mancanza di risorse o per la distruzione del clima che ci permette di vivere, piuttosto temo che qualche nazione governata da pazzi e fanatici riesca a fabbricare e a fare esplodere ordigni nucleari in grado di innescare un pauroso conflitto finale.

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  8. P. S. : Caro amico Giuseppe, mi dispiace soltanto che a questo dibattito, oltre ad un piccolo intervento di Benedetto, abbiamo partecipato soltanto noi due. Si vede che questi temi, per me importantissimi, non hanno riscosso l'attenzione che avrebbero meritato. Magari più in là, dopo le future ferie estive, ne potremmo riparlare.

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    1. Si Nino hai ragione l'argomento da noi discusso non interessa a nessuno soprattutto in questo momento. Ma io nella premessa lo avevo previsto(ilarità o fastidio)perchè circa 3 mila concorrenti(non li chiamo candidati perchè non vedo questo candore)tra consiglio e quartieri(a proposito per i quartieri non voto più da anni perchè è veramente squallido mandare avanti i mendicanti del voto e della politica del chiacchiericcio) alla ricerca spasmodica di un voto purchessia per vincere il concorso e quindi un posto al sole per 5 anni a scaldare la sedia. Avessero mai un'idea. A queste persone cosa vuoi possa interessare "la decrescita felice". Se gli parli di sondaggi, previsioni, schieramenti, u favuri, il sottogoverno, vota per quello ca si ci po parrari, e cosi via...è questa la vera autodistruzione sociale; cioè pagare tasse per mantenere questi chiacchieroni e rubacchioni. Benedetto è un mio ex paziente perciò il suo commento non fa testo. Grazie, ciao.

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  9. Cari amici Vullo e PEPE ,

    io non credo affatto che i ragionamenti e la filosofia della ''decrescita felice '' ,non interessino .

    La verita' e' che forse dovremmo passare ad una fase piu' avanzata ,anche partendo da noi stessi e dall'interno del nostro blog .

    La PDF ,se ci crediamo ,ed io ci credo tantissimo ,potrebbe essere in futuro il nostro identificativo ,una delle nostre ragioni sociali ,forse basta un po' di coraggio ed un po' di voglia di farsi sentire.
    Basta andare dietro ai cialtroni , semmai mi verrebbe da dire ''FACCIAMO CHE I CIALTRONI VENGANO A NOI '' , e magari si potrebbero trasformare da parassiti ad apostoli del bene .
    Dott. Vullo lei puo' e deve essere il nostro apri-pista in questa materia in particolare , quindi avanti tutta . Stampiamo delle magliette ed indossiamole in un prossimo ed affollato incontro.......

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  10. Mi sembra una cosa plausibile, anche se inevitabilmente verrebbe un pò ristretto il nostro campo di azione, non perchè non si potrebbe affrontare altro, ma perchè un eventuale nostro coinvolgimento con relativo logo impresso su magliette e gadget vari, identificandoci un pò troppo limiterebbe l'orizzonte nel quale adesso ci muoviamo molto liberamente. Parliamone...dopo l'elezione di sindaco e questuanti vari.

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  11. Cari amici vi ho letto con grande interesse. In realtà le teorie della decrescita ricalcano, in chiave post moderna, posizioni da lungo tempo tenute da importanti frange della sinistra mondiale, europea e italiana, e non solo politica, ma anche filosofica.. La novità è che oggi, rispetto a ieri, non ci sono più gruppi organizzati e partiti di massa, ma individui, singoli individui che, avendo incontrato un sito, un articolo, un libro che propone un discorso serio, verosimile e convincente, si armano di buona volontà pensando che, attraverso l'utilizzazione dei nuovi media, si possa facilmente cambiare il mondo, che il mondo, sino ad adesso, non sia cambiato solo perchè mancava il loro impegno personale. Che il mondo si possa cambiare semplicemente convincendo gli altri, tutti gli altri, della bontà dei propri ragionamenti. Che il mondo sia così com'è perchè i Responsabili della macchina infernale mangiatutto non si rendono conto, poveracci, di quel che fanno. Che si possa cambiare il mondo senza scontrarsi duramente, e a lungo e tenacemente e duramente, contro imponenti interessi costituiti che così lo hanno disegnato, che così lo vogliono, il mondo. Di riuscire, soltanto scrivendo qui, laddove grandi movimenti politici e di pensiero hanno dovuto soccombere.... Voglio dire che bisogna non parlarne? no, voglio soltanto dire che bisogna rendersi conto dell'immensità del compito e della necessità di non farsi facili illusioni. Gli entusiasmi sono destinati a svanire velocemente quando non sono sufficientemente consapevoli degli ostacoli che si frappongono e che bisogna superare.

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    1. Ma nel frattempo che facciamo stiamo con le mani in mano in attesa della fine del mondo vedi testimoni di geova? Ammetto che la teoria della decrescita non sia proprio originalissimo. ma si impegnano gruppi di persone via via più numerosi per: se non arrestare almeno rallentare la folle corsa verso il nulla. Si lei ha ragione che grandi movimenti hanno fallito e che vige sempre la legge del più forte o del più ricco, ma aumentare la consapevolezza delle persone è sicuramente utile conoscere chi sono i nostri carnefici, dei nostri figli e nipoti. Se esiste un movimento no TAV vuol dire che c'è gente che ha aperto gli occhi. Ma lei non crede che se non guardiamo fuori dalla nostra porta ed oltre il nostro giardino i disoccupati che ogni giorno aumentano per colpa di quelli che hanno privilegi vergognosi, e distruggono la terra e gli uomini pur di proseguire nella loro pcchiana e illusoria crescita. Ribelliamoci almeno in gabina elettorale. Basta sentire Grillo che dice tutto quello che noi pensiamo, ma non osiamo dire.

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