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martedì 10 aprile 2012

PASSEGGIATE PALERMITANE

Francesco-Gallo-Mazzeodi Francesco Gallo Mazzeo - Camminare per Palermo, per le sue strade, le sue piazze. Passeggiare nei suoi giardini, tra piante esotiche e busti di grandi uomini. Prendere un caffè e guardare la gente che passa. Godersi i bei tramonti primaverili. Inebriarsi di Mondello e dell’Addaura.
Sfidare i viottoli del Monte Pellegrino e guardare giù dall’Utveggio. Attardarsi sulle vetrine di Pustorino. Quante cose si possono fare in Palermo, senza essere visionari e senza farneticare: Queste ed altre ancora, come si conviene ad una metropoli che potrebbe competere con le sue pari nel mondo, con l’aiuto del suo buon aeroporto, del suo buon porto, con la gestione dei suoi ottimi alberghi e dei suoi ristoranti che, monzù o non monzù, generano primizie come Natale Giunta e Filippo La Mantia e credetemi sulla parola è una città che potrebbe suonare in tutti i tasti.
Ma, allora, va tutto bene? No! Decisamente no! La città è senza governo da troppi anni, abbandonata a se stessa in tutti i campi e se non fosse per i restauri a macchia di leopardo del centro storico, si direbbe che non succede nulla, se non consumare, almeno fino a quando c’è qualche cosa da consumare. Quell’unico grattacielo di Piazzale Ungheria, testimonia di una modernizzazione senza seguito, che ha solo sepolto nel cemento, ettari su ettari di giardini, per fare una orrenda periferia, senza arte né parte, come si conviene ad una famelica speculazione edilizia.
La fine ingloriosa della Cassa di Risparmio, la cannibalizzazione del Banco di Sicilia, l’eclisse dell’Irfis, la stanca autunnalità dell’Ircac, segnano le tappe ingloriose di un cammino a ritroso e non mi si venga a dire che confondo città con regione, perché non confondo niente e volutamente metto insieme ciò che va messo insieme, come nell’insipida vicenda di Riso (che muore, non muore, risorge, ma non vale nulla). Negli ultimi anni, caratterizzati dagli orrendi e scalcagnati dissuasori di Via Libertà, dalle pensiline, tutte ruggine e sporcizia, degli autobus, da Calcutta anni cinquanta, la cosa più eclatante, quella che non ti passa, neanche se canti, è la sporcizia: a strati, a rotoli, a piacere.
Ovunque, comunque, come una condanna, che ti fa cadere la faccia a terra, davanti ad amici che ti vengono a trovare e provano orrore, senza doversi sforzare, davanti ai turisti che, pietosi, non sottolineano, ma vedono. I problemi che da Napoli (pietà per chi cade) in su, sono stati da tempi biblici, risolti, da noi non si possono risolvere: primo perché noi non imitiamo nessuno e sappiamo fare di meglio, secondo perché… e via di seguito, in un eterno chiacchiericcio da sottocultura plebea e stracciona, di poche letture e di tanta famelicità, che a cascata si pone problemi tanto per passare il tempo, tanto c’è sempre qualcuno a cui dare le colpe. Per esempio, a chi ha lasciato buchi di bilancio e non ricordo nessuna amministrazione che abbia trovato bilanci in ordine, senza ricordarsi che di cambi di maggioranza a Palermo se ne possono contare su un dito, così come in tutta la regione.
Tutto questo mentre Barcellona, Marsiglia, Salonicco, non solo hanno preso il largo, ma si apprestano alla meta del traguardo tra le città sviluppate dell’occidente a cui anche Palermo deve appartenere. Non si tratta di fare un grande calderone, in cui mettere insieme tutto: viabilità, istruzione, commercio, trasporti, ma di decidere quali traguardi assegnarsi, per non inseguire sempre le emergenze: quali cose fare nei prossimi mesi, anni, decenni, che non si contraddicano a vicenda e facciano da sistema, facciano metropoli, facciano cittadini consapevoli e felici…
Francesco Gallo Mazzeo
10 aprile 2012

11 commenti:

  1. Caro professore , il suo articolo mi solletica tante riflessioni .
    Avendo , ahimè , superato anch'io il mezzo secolo durante il quale mi sono impegnato nell'ecclesiale ,nel sociale , in politica , nel sindacato , adesso nel privato e basta , credo di potere confrontare tra di loro " diversi " pleniluni " , ecosì facendo devo convenire che un "plenilunio " senza luna come questo non ha proprio nessun precedente . E' un periodo non solo senza luna , ma persino senza stelle . E'buio pesto ! Il cielo , già notturno per sè stesso , è ancora più nero pesto per via di nubi fitte e dense di minacciosi diluvi .
    Purtroppo non riesco a convincermi che il mio sia solo il pessimismo di uno che che si è fatto travolgere dalla più cupa depressione , perchè tutti . più o meno , facciamo riflessioni analoghe .
    E allora , che cosa è successo ? Credo che oggi " la storia si è rotta ! " , o se vogliamo : la storia si è interrotta !
    Voglio dire che oggi , secondo me , il male di Palermo non è più tanto la classe politica designata a governarla (rectius "sgovernarla"), quanto i suoi cittadini ( singoli e/o in gruppi ,clan , lobbies , strati , ceti , circoli ,famiglie , etc.. ) che hanno gettato via alle ortiche non solo l'orgoglio e la speranza , la pazienza e la protesta , la cultura ed il chiacchericcio , ma la "voglia di vivere" . Tutti vegetiamo , aspettiamo ( non si sa bene chi o che cosa ) , diffidiamo di tutti : abbiamo gettato la spugna . Non ce nefrega più niente . Finisca come finisca .
    Andando alle lettura della storia di Palermo , mi sembra che una tale condizione sia analoga alla Palermo della fine del 1600 e inizio 1700 : periodo di fortissima crisi economica per il crollo dell'agricoltura , e con essa dell'artigianato e del commercio cittadino , alimentato appunto dalla rendita agricola .
    Gli affamati si accalcavano numerosi di buon mattino dietro le porte dei nobili più in vista della città per medicare pane e benevolenze . Non facevano nient'altro , figuriamoci una rivoluzione ( questa poi la fecero i francesi , noi no ).
    La storia si è rotta , la penna che la dovrebbe scrivere non ha inchiostro , le pagine di questi anni rimangono bianche .

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    1. Deve vincere l'attualità, il presente:l'utilità della storia è evidente, ma essa non deve storicisticamente giustificare tutto o illuministicamente condannare tutto. Le peculiarità che possono portarci a comprendere non possono partire dal basso( il folclore e la plebe servono per le feste patronali e per le ribellioni):devono partire dai ceti emancipati e dalla cultura. Da noi!

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  2. ILLUSTRE PROF.FGM.il suo articolo è un grido di dolore(che non fa che rafforzare la mia sfiducia) per la città un giorno felicissima oggi perduta. Mi viene di risponderle più che con logore parole di reciproco sostegno, con delle ingenue rime che ho scritto per la mia odiata ed amata città. IL TITOLO è "SPORCA PALERMO". "C'era una volta la città di "panormo", anche da GOETHE conca d'oro chiamata...ricoperta d'arancie e di limoni brillanti, ora in mano a ladroni, politici e mafiosi furfanti. Dagli abusivi, violentata e stuprata..da tante genti odiata ed amata. Dai fenici fondata, poi famosa "NORMANNA", ma or stare qui per me una condanna!..Dai violenti il sorpruso e l'abuso,..dai poveri cristi lamento diffuso!..La città antica dalle mura cadenti..fai pochi passi e tra le buche sprofondi...Le macchine sempre in sosta selvaggia,..ho l'ansia al cuor, sembra l'ultima spiaggia!..Dal mare alla Kalsa, da monreale alla rocca,..Ohi poveri occhi cosa vedere mi tocca!!..Sui marciapiedi la cacca e rifiuti,..sguazzan bestie e mangian topi paffuti!..Ho Palermo decadente ed olezzosa,..arsa e bruciata dal sole,..sotto piante appassite e sparse palme seccate..dal punteruolo attecchite!..OH PANORMO..PANORMO!..Per il dolore non dormo!!..Ogni notte io sogno il ritorno..al lindo paesello natio...Ma oramai siam nelle mani di "DIO"...tra le sue braccia la sofferenza e l'oblio...Ad un tratto sento battere un cuore...vedo chiaro il candore..cancella tutto il suo odore!!..Una giovin bionda di geni normanna...per lei il cuore s'affanna ed intelletto s'appanna!..Ha belle fattezze ed occhi profondi,..tra le sue braccia ad "AMORE" T'ARRENDI!..Finisce qui la storia di lezzo e fetore,..anche tra il fango può nascere "AMORE"...Con l'alba agitata ed il sonno malfermo, ancora una rima, poi dopo mi fermo...Per amore di bionda normanna..GRIDO FORTE..TI AMO E TI ODIO, ma in fondo io T'AMO MIA SPORCA PALERMO!!! GIUSEPPE VULLO.

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    1. Il dolore c'è,non lo nascondo, ma come dire è metodologico:vuole partire dall'emozione per arrivare alla ragione. La cosa fondamentale è lavorare pedagogicamente, per istituire un senso comune, una mentalità, un linguaggio, che si basi sul coraggio civile, sulla cultura, sulla verità.

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  3. Ok prof. FGM , concordo pienamente sull'invito a non farsi travolgere dal pessimismo storico , a farci carico del dovere di elaborare e diffondere spiegazioni e soluzioni dei problemi della città .
    L'ostacolo enorme che ci stà di fronte , però , rimane tutto e diventa sempre più insormontabile : la stragrande maggioranza del corpo sociale (la " plebe" come la chiama lei) non ascolta più , non vuole ascoltare , figuriamoci dialogare , interagire con chi come noi li vuole invitare e spronare a fermarsi a riflettere insieme , per poi ripartire con progetti concreti e modalità nuove .
    La campagna elettorale comincerà ufficialmente domani , eio sono già pieno zeppo di "santini" di "gentuzze" se non di verer e proprie facce di "brutti ceffi" . Non voglio offendere niente e nessuno , per carità , ma non ci sono candidati credibili perchè "capaci e nuovi" , al massimo qualche vecchio volpone o "utile idiota" dell'iltima ora .
    Il problema dei problemi mi sembra sintetizzato nel titolo di un libro di John Holloway del 2004 : cambiare il mondo senza prendere il potere .
    Potremmo anche rivalutare il libro che Lenin scrisse immediatamente dopo la rivoluzione d'ottobre del 1917 : che fare ?
    La "plebe" oggi considera la tornata elettorale come "un concorso a un pubblico impiego precario (5 anni) , ma ben retribuito mensilmente : Presidente di Circoscrizione € 4.600 , consigliere di quartiere € 1.600 , comunale € 3.000 , Sindaco € 12.000 .
    E allora ?

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  4. Il mio concetto di plebe, non è sociale in senso definito e comprende trasversalmente tanti, ma proprio tanti, anche in senso gramsciano e leniniano, anche se il mio credo nella democrazia è assoluto. La nostra, meridionale e siciliana è una democrazia, ma senza opinione pubblica in senso moderno,quindi limitata e con aspetti paradossali e inquietanti, per cui il ruolo pedagogico, maieutico della cultura è fondamentale, anche se la sua voce è flebile: facciamo, noi tutto il nostro dovere, tutto quello che possiamo... FGM

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  5. A proposito delle amene ma nostalgiche passeggiate del professore Gallo lungo le strade di Palermo, condividendo in pieno il suo punto di vista, mi piace ricordare le parole di Goethe che visitò Palermo e la Sicilia nel 1787.
    Scrive in proposito:
    "Palermo, 5 aprile 1787
    [...] Di sera ho fatto una simpatica conoscenza entrando nella bottega di un piccolo commerciante della strada lunga per comprare delle cosucce. Mentre stavo davanti al negozio ad osservare la merce, si sollevò un leggero colpo di vento che, volteggiando per la strada, in un batter d'occhio sparpagliò infiniti cumuli di polvere dentro le botteghe e su tutte le finestre. "Per tutti i santi", gridai, "da dove proviene il sudiciume della vostra città? E' mai possibile che non si trovi riparo a tutto questo? Questa strada può competere per bellezza e lunghezza con via del Corso a Roma. Ai due lati vi sono i marciapiedi che ogni negoziante e artigiano mantiene puliti con incessanti ramazzate, spingendo nel bel mezzo della strada, ogni sorta di materiali, insudiciandola sempre di più, tanto che ogni ventata vi rispedisce la mondezza che voi stessi avete ammonticchiato, persino sulla strada centrale. A Napoli asini operosi trasportano tutto il santo giorno la spazzatura negli orti e nelle campagne; non si potrebbe provare a far nascere anche da voi una simile istituzione?" "Da noi le cose sono come sono" replicò l'uomo, "tant'è che, ciò che noi gettiamo fuori dalle nostre cose, marcisce davanti alle nostre porte: Guardate qua: cataste di strame, di seccume, di avanzi di cucina e ogni sorta di immondizie che si disseccano tutte insieme per ritornare a noi sotto forma di polvere. Noi cerchiamo di difenderci tutto il giorno. Osservate un po': le nostre belle, attive e graziose ramazze non fanno altro che accrescere, alla fine consumate anch'esse, la sporcizia davanti alle nostre case". Scherzando scherzando era veramente così. Essi hanno graziose scope di palme nane che con poche modifiche si potrebbero adattare come ventagli [...] Alla mia ripetuta domanda, se al contrario non ci fosse modo di prendere dei provvedimenti, quello mi rispose che tra la gente correva voce che proprio quelli che dovrebbero provvedere alla nettezza urbana, per il loro strapotere non sono costretti da alcuno ad usare responsabilmente il denaro pubblico e per giunta c'è ancora una strana circostanza: si teme che, se si rimuove quel puzzolente letame, riaffiorino le cattive condizioni del selciato sottostante a dimostrazione della disonestà dell'amministrazione e della cassa pubblica [...] Poiché l'uomo era ormai in vena, ironizzò ancora su parecchi abusi della polizia, a consolante dimostrazione che l'umanità ha ancora tanto humour da beffarsi dell'ineluttabile"
    Questa testimonianza attesta che in fondo nulla è cambiato nel tempo. Due secoli fa Johann Wolfgang von Goethe, turista di prestigio a Palermo, racconta un episodio emblematico sul modo di agire dei palermitani che forse non è cambiato poi tanto! Meditate gente, meditate.

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    1. Egregio anonimo mi fa piacere innanzitutto che lei ha citato il più grande poeta del romanticismo tedesco ovvero W. Goethe il quale già oltre 2 secoli fa riscontrava a palermo immondizia e disamministrazione. Questo fatto non è per me per nulla consolante, ricordando le due volte che un mio collega medico tedesco di Koblenz è venuto a trovarmi a palermo(lui è venuto con l'aereo ed in maniera meno avventurosa del suo illustre conterraneo) mi sono trovato nell'imbarazzante situazione di dover giustificare le montagne di immondizia che nel 1987 facevano bella mostra per le strade. In quella occasione mi giustificai inventandomi uno sciopero di spazzini! La seconda volta egli intelligentemente non mi chiese nulla. Ma mi viene il magone ogni qualvolta un turista viene nella nostra città e la trova(ancora dopo 2 secoli dal viaggio di Goethe) in quelle condizioni pietose.

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  6. Citazioni bellissime e commento appropriato. Abbiamo bisogno di grandi viaggiatori come Goethe, se vogliamo fondare un grande turismo e non il turismo che certi accattoni vedono come unica ed ultima risorsa. Un grande paese non vive di rendita, lavora, lavora,lavora e poi apre con orgoglio la propria casa, pulita, luminosa, curata, a tanti ospiti, che non potranno che portare ricchezza, materiale e spirituale.FGM

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  7. Alla fine degli anni sessanta ed inizio anni settanta ho vissuto per qualche anno in un piccolo paesino della Germania ai confini con la Sizzera.In quel paesino non c'erano spazzini ma tutte le strade e i marciapiedi erano sempre puliti.Com'era possibile senza spazzini? Succedeva questo: ogni sabato gli abitanti di quel cittadina prendeva scopa e paletta per pulire il tratto di strada e di marciapiede di sua competenza, quando qualcuno mancava gli altri si occupavano del loro tratto, se qualcuno non puliva veniva rimproverato.La cittadina era sempre pulita e tutt'ora è ancora così. Civiltà, senso civico, rispetto per le cose publiche e soprattutto rispetto per gli altri, tutto quello che noi non abbiamo.Eppure li chiamavano barbari...Dario Romeo

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  8. La questione dello spirito civico è, sempre più, all'ordine del giorno e di questo ci dobbiamo occupare tutti, a partire dalle scuole, dalle parrocchie, dalle associazioni,dai sindacati e delle persone singole: Spirito civico vuol dire senso della res pubblica, che sta fra il mio,il tuo, il suo ed è il nostro, che nessuno può confondere con "cosa nostra", tumore maligno in un corpo malmesso.Loro, i barbari, hanno ereditato il nostro spirito classico e il nostro rinascimento: non ci resta che seguirli... se vogliamo avere un futuro.FGM

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