Una foto ricordo. All'indomani della conferenza stampa di lancio della candidatura di Costa a Sindaco di Palermo. Sorrisi e magliette con il nome stampigliato davanti e la data del 6 e 7 maggio 2012.
Quella della rinascita di Palermo dopo il decennio firmato Diego Cammarata, Pdl, Pid e il Grande Sud di Miccichè a giorni alterni. Angelino Alfano, Segretario nazionale del Pdl, ex Ministro della Giustizia, candidato in pectore premier del dopo Berlusconi. E il senatore Gianpiero D’Alia, eletto nel 2008 con i voti di Cuffaro, subito rinnegato; gran maestro dell’Udc in Sicilia e manovratore delle scelte per la Regione. Deputati in perenne transito, prima al Governo con l’assessore Piraino e poi fuori, in attesa di buone nuove.
Il terzo moschettiere Pippo Fallica, con la maglietta di Gianfranco Miccichè. Alle sue gesta si deve l’indicibile ribaltone alla Regione di Raffaele Lombardo. Il quale, nonostante la temporanea fuoriuscita dello stesso Miccichè e dell’Udc, mantiene lo scettro del comando. I fidi pidiellini si guardano bene dallo scendere da cavallo. Hanno perso sonoramente le elezioni del 2008 e si ritrovano al governo. Chi mai potrà garantire un così grande risultato? Nessuno.
Ma torniamo ai tre moschettieri, anzi ai tre moschettieri per uno solo. Massimo Costa. Fresco fresco di giravolta e felice di avere consegnato al Presidente Lombardo la polpetta avvelenata del "ribaltino” in formato palermitano. Un successone per cominciare. E poi le sue distanze siderali dal vecchio (Cammarata e dintorni) e le regole dei vent'anni fuori dal comune per far parte della Giunta. Ma il Pdl, lo stuolo di Consiglieri comunali e Assessori uscenti hanno rinnegato l’esperienza comunale, e Cammarata? Non ci risulta, non abbiamo letto niente in merito. Diego Cammarata rimane uno degli esponenti di quel partito. E cosa fa Angelino Alfano, l’uomo del rilancio, del partito aperto e forte. Radicato ormai sul territorio, in Sicilia come a Palermo. Con un esercito di uomini delle istituzioni fino alla seconda carica dello Stato e alla presidenza dell’Ars, deputati e senatori in abbondanza.
Rimedia in extremis un sostegno al candidato di quel che resta del terzo polo. Fregandosene di ciò che dice, come fosse l’uomo della salvezza. Una mossa strategica per restare in campo. Una scelta politica di un partito orgoglioso del suo presente e ancor di più del suo passato (?). Una grande speranza per tutti!.
Palermo, che avrebbe meritato le forze migliori, al più alto livello, con gli uomini più preparati e rappresentativi, per confermare l’impegno verso una città simbolo. Una metafora, da sempre, centro della politica nazionale, e, nel bene e nel male, specchio internazionale. Una città abbandonata al suo destino.
Palermo, trattata come un qualsiasi comune di periferia. Con un accordo tra forze politiche che non stanno insieme da nessuna parte, per una partita ritenuta “locale”, una bega tra politici di seconda fila. Una capitale che, invece, merita molto ma molto di più. E chissà se i palermitani, consapevoli della loro forza e della loro dignità, sapranno dare le giuste risposte.
Ma torniamo ai tre moschettieri, anzi ai tre moschettieri per uno solo. Massimo Costa. Fresco fresco di giravolta e felice di avere consegnato al Presidente Lombardo la polpetta avvelenata del "ribaltino” in formato palermitano. Un successone per cominciare. E poi le sue distanze siderali dal vecchio (Cammarata e dintorni) e le regole dei vent'anni fuori dal comune per far parte della Giunta. Ma il Pdl, lo stuolo di Consiglieri comunali e Assessori uscenti hanno rinnegato l’esperienza comunale, e Cammarata? Non ci risulta, non abbiamo letto niente in merito. Diego Cammarata rimane uno degli esponenti di quel partito. E cosa fa Angelino Alfano, l’uomo del rilancio, del partito aperto e forte. Radicato ormai sul territorio, in Sicilia come a Palermo. Con un esercito di uomini delle istituzioni fino alla seconda carica dello Stato e alla presidenza dell’Ars, deputati e senatori in abbondanza.
Rimedia in extremis un sostegno al candidato di quel che resta del terzo polo. Fregandosene di ciò che dice, come fosse l’uomo della salvezza. Una mossa strategica per restare in campo. Una scelta politica di un partito orgoglioso del suo presente e ancor di più del suo passato (?). Una grande speranza per tutti!.
Palermo, che avrebbe meritato le forze migliori, al più alto livello, con gli uomini più preparati e rappresentativi, per confermare l’impegno verso una città simbolo. Una metafora, da sempre, centro della politica nazionale, e, nel bene e nel male, specchio internazionale. Una città abbandonata al suo destino.
Palermo, trattata come un qualsiasi comune di periferia. Con un accordo tra forze politiche che non stanno insieme da nessuna parte, per una partita ritenuta “locale”, una bega tra politici di seconda fila. Una capitale che, invece, merita molto ma molto di più. E chissà se i palermitani, consapevoli della loro forza e della loro dignità, sapranno dare le giuste risposte.
20 marzo 2012
Carissimo Catone,
RispondiEliminacapisco che parlare di Amministrative, sempre degli stessi personaggi e di tutte le dinamiche che studiano per arrivare al loro obiettivo, in questo momento è l’argomento che interessa di più, ma altrettanto interessante è capire oltre all’accaparramento della poltrona cosa vogliono fare.
Lei giustamente afferma che Palermo merita forze migliori, uomini più preparati , per confermare l’impegno verso una città simbolo, ma io aggiungo simbolo di cosa? Simbolo della disoccupazione.
Perché mentre da un lato ci sono questi uomini che fanno accordi tra forze politiche, dall’altro ci sono uomini che sino a qualche mese fa avevano un lavoro con relativo stipendio e oggi si ritrovano senza lavoro e senza stipendio.
Vorrei concludere con un citazione forte, non è mia, ma di un suo antenato:
“I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori”(Marco Porcio Catone, citato da Aulo Gellio)
"Vizi privati e pubbliche virtù..." non è ciò che conta?"
RispondiEliminaPalermo trattato come un qualsiasi comune della sua provincia ?
RispondiEliminaQuesto mi pare di capire dalla filippica di Catone .
Quindi Catone ritiene che quello che accade ,A PALERMO
potrebbe accadere in uno solo degli 81 paesi della nostra provincia ?
RISPONDO A CATONE ,DICENDOGLI CHE I TRE O QUATTRO MOSCHETTIERI, QUELLO CHE HANNO FATTO E DECISO PER PALERMO E PER I PALERMITANI , SENZA CONSULTARNE NESSUNO O QUASI ,
NON GLI SAREBBE STATO CONSENTITO NEPPURE NELL'ULTIMO DEI CONDOMINI ,ALTRO CHE IMPPORRE O PROPORRE SINDACI SENZA COMPIERE NESSUN ATTO DI COINVOLGIMENTO E DI CONDIVISIONI DEI CITTADINI .
ALFANO NELLO SCORSO NOVEMBRE EBBE A DIRE CHE A PALERMO SI SAREBBERO CELEBRATE PRIMARIE VERE ED EPOCALI PER DARE ALLA GENTE LA POSSIBILITA' DI SCEGLIERE ED ESSERE PROTAGONISTA DEI PROPRI DESTINI .
INVECE POI E' PREVALSA UNA LOGICA DIVERSA .
LA SINTESI DI QUELLO CHE E' ACCADUTO , E' RESA MOLTO BENE DA QUELLA GIOISA E COMMOVENTE FOTO CHE IMMORTALA ALFANO MAGLIETTA IN MANO IN COMPAGNIA DI ALTRI TRE MOSCHETTIERI .
QUESTI SONO I FATTI ,IL RESTO SONO OPINIONI .
LA MIA CONTA POCO E STAVOLTA LA TENGO PER ME .