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martedì 14 febbraio 2012

Si scrive Taormina. Si legge Sicilia

di Francesco Gallo Mazzeo - Tao Arte, evoca significati sapienziali, orientali e non si può negare che il nome sia bene individuato, per indicare le manifestazioni culturali di una perla come Taormina, che per più di un secolo, è stata un mito nel mondo, attirando sulla Sicilia un’attenzione e un interesse, di cui anche oggi si godono frutti, seppure in fase terminale,
come appunto le ultime vicende di questo contenitore, stanno tristemente dimostrando. Tutti scappano via, si dimettono, si dissociano, insomma se ne vanno sbattendo la porta e lasciando alle spalle rovine, senza che a nessuno venga in mente di avviare una seria analisi della crisi, che è crisi di sistema, per decidere le cose da fare in via risolutiva, invece di pensare a palliativi mutuati da situazioni del tutto diverse e assolutamente impertinenti.
Bisogna dirlo, senza peli sulla lingua Tao Arte merita la crisi che sta vivendo, ma non la merita Taormina, che può e deve essere una pedina indispensabile, per fare tornare in Sicilia, l’alto turismo che merita, perché si tratta di uno dei posti più belli del mondo, al netto di ceti politici e amministrativi disastrosi, che meritano la più ampia censura per il lungo passato e per l’insipido oggi. La Sicilia non è solo Taormina, ma anche Siracusa, Noto-Palazzolo, Agrigento, Segesta, Selinunte, Segesta, Trapani-Marsala, Monreale, Palermo (con il suo immenso patrimonio artistico museale) Cefalù, Piazza Armerina, Morgantina, a cui aggiungere innumerevoli perle, tra grandi e piccole, diffuse in tutto il suo territorio, ma tutto questo evidentemente non basta, non può bastare.
Bisogna fare delle scelte, per riportare i flussi turistici che contano in Sicilia, senza disprezzare chi spende poco, ma non è su questi che possiamo contare, per cui, a parte le strutture, che vanno tutte riviste e poi curate e incrementate, bisogna puntare sulle grandi manifestazioni culturali, originali, concentrate e valorizzate, attorno a cui fare ruotare tutto un contorno, che altrimenti rischia di non avere nessun senso e innescare un nuovo fenomeno di crisi. Una cosa è certa, le manifestazioni ripetitive, stancano e non attirano né pubblico né investimenti, vivacchiando di fondi pubblici, di pochi incassi, nel più generale disinteresse, affidate a persone che evidentemente non hanno le capacità di fare, quello che sono chiamate immeritatamente a fare.
A Taormina bisogna calamitare o ricalamitare i Carriglio, i Battiato, i Tornatore, i Baudo e tanti altri che non aspettano altro che di entrare in scena e se tutto questo non avviene non c’è niente da fare, che alternarsi in “astratti furori” e in “quiete nella non speranza”. Ma questo nuovo corso, che è politico, culturale, imprenditoriale, mediale, deve avvenire per tutta la Sicilia, che deve uscire da un consolidato dilettantismo, che non è più pagante, anzi controproducente, per tutti i festival, circuiti, manifestazioni, che servono solo allo spreco di risorse, immorale oltre che non più sostenibile. Finisco, senza appelli e senza lamenti, proponendo un tema che da sempre è all’ordine del giorno: la cultura e il turismo, ma non si possono farle languire così miseramente, con questi metodi e questi personaggi.

Francesco Gallo Mazzeo
14 febbraio 2012

5 commenti:

  1. Ma dopo la crisi, se siamo convinti che la vita sulla terra continuerà, dobbiamo ricominciare da qualcosa! Soprattutto noi siciliani se non ricominciamo dall'arte e dalla cultura e quindi dal turismo. Ma purtroppo ci sono politici che pensano che la cultura non si metta nelle pentola perciò questo assunto porta al pressappochismo, al dilettantismo ed ai disatri dei centri storici ed ai tagli ed all'abbandono di pompei! La venere di morgantina quando si trovava in america a malibù faceva 5 milioni l'anno di visitatori. Come faremo a portare 5 milioni di visitatori ad Aidone con la pigrizia lo scetticismo, il pessimismo ed il fatalismo dei siciliani?!?

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    1. Crisi, vuol dire pericolo, ma anche oppotunità: bisogna sfuggire il primo e cogliere la seconda. Non ci sono automatismi di sorta, ma solo capacità e volontà: Le capacità indubbiamente ci sono, quelle che sono da accertare sono le volontà. Intendo, non quelle ribellistiche e plebee, ma quelle culturali, progettuali, morali, etiche, di tutte le classi sociali. Per esempio, a parte Lo Bello (e altri nomi nono mi vengono in mente) che ne è di Confindustria Sicilia e delle analoghe Confcommercio,Confagricoltura, Cigl, Cisl, Uil: non hanno niente da dire oltre che cercare di mettere meritoriamente toppe, qua e là. La Cna, per esempio, oltre che la sede di Mestre che sta dando lezioni strepitose a tutti, a sede anche in Sicilia? Centri storici e Morgantina, come possono andare bene, se non decidiamo da quale passo iniziare il lungo cammino che ci aspetta?FGM

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  2. Sicilia, terra meravigliosa ma poco valorizzata.Taormina è un solare Paradiso,ma come è già stato detto non è lei la Sicilia.Mi piacerebbe conoscerla tutta per gli incanti che contiene.Sicilia Terra di focosi istinti,ardore che dal singolo divampa evidenziando il seme di questa calda terra.Bisognerebbe portare avanti come attrattiva, non i soliti spettacoli,le solite manifestazioni ma divulgare il più possibile tutto ciò che ci appartiene come: canti siciliani ,balli, usanze ,storia. Far rivivere l'arte delle marionette valorizzare il nostro dialetto far respirare a chi viene,la nostra amata Terra.Ma ci vuole interesse,rispetto,azione x avviare qualcosa e far conoscere a tutti il valore di una Terra piena di bontà ma sola.

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    1. Sul fatto che la Sicilia sia una terra meravigliosa, non ci sono dubbi, sul fatto che sia centro del Mediterraneo neanche. Il problema è costituito dagli uomini e dalle donne di questa terra. Lei cita questioni della cultura immateriale, che io sostengo da sempre. Per ora siamo pochi, ma non dobbiamo fermarci nel sostenere le cose che riteniamo giuste... FGM

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  3. Da un pò di tempo abbiamo imparato ad avere rispetto per le testimonianze della nostra cultura materiale(aree archeologiche, musei, chiese, monumenti) e sono più difficili scempi e devastazioni, ma non abbiamo capito il valore della cultura immateriale, di cui l'Unesco, inascoltato ci continua asollecitare e le vicende di Sanremo ne sono una tragica testimonianza, ma nessuno si ricorda più del festival della canzone napoletana, del teatro italiano, per non parlare della lirica: Insomma, così non può continuare, abbiamo una politica troppo scadente, però la società civile, organizzata e non, deve darsi una mossa e non continuare ad auto assolversi.FGM

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