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sabato 11 febbraio 2012

CRESCITA E DECRESCITA. PIL E DEBITO PUBBLICO


di Giuseppe VulloSi continua a ragionare come se nulla fosse successo. Perfino il presidente Monti ed Obama parlano di crescita e Pil! Ma siamo sicuri che la crescita è la soluzione e non il problema? Mentre in televisione passano le immagini dello scontro tra il popolo "Greco" e la polizia, e la prima e la più antica "Democrazia" del mondo
viene ridotta alla fame grazie al "capitalismo" ed alla finanza truffaldina delle banche americane. Infatti l’Irlanda è fallita, l'Argentina è fallita, il Portogallo è fallito, la Grecia è, ‘quasi’, fallita...Per chi suonerà la campana adesso?! Per l'Italia o la Spagna?
È il sistema economico che bisogna cambiare, il capitalismo e la finanza rapace e di rapina ormai si sono sputtanati! Ma come è possibile ancora parlare di crescita e di aumento del Pil, come è possibile una crescita infinita in un "pianeta" finito con risorse finite come il petrolio? Al mondo ci sono persone intelligenti ma inascoltati (come Rob Hopkins con il suo “Manuale Pratico della Transizione e Maurizio Pallante con la “Decrescita Felice”, in Italia) che già da anni studiano questi problemi e ci dicono che i parametri da tenere sempre presenti per capire la crisi del sistema sono due, ovvero: "IL PICCO DEL PETROLIO ED I CAMBIAMENTI CLIMATICI" (vedi l'era glaciale di questi giorni le alluvioni etc.).
Quali sono allora i rimedi? Sono nell'intelligenza e nella sensibilità dei "politici" preparati e in una nuova coscienza civile. Bisogna quindi preparare la comunità alla "TRANSIZIONE" ed alla "DECRESCITA FELICE"! Si decrescita, sana decrescita! L'umanità esiste da 10 mila anni, per 9850 anni ha vissuto senza il petrolio, negli ultimi 150 anni siamo diventati schiavi dell'economia mercantile il cui unico scopo è produrre merci e far aumentare il Pil, con energia a basso costo e con crescita a debito privato (rate-mutui-finanziamenti) e debito "pubblico" vedi "spread". Adesso basta! chi ha 4 macchine ne tenga una, chi ha 20 ville ne tenga una. Perché il pianeta è di tutti e non è più possibile continuare a cementificare e asfaltare.
Il 20 per cento della popolazione mondiale consuma l'80 per cento delle risorse ed a causa del troppo benessere (materiale) siamo tutti obesi (ma infelici), mentre in Africa si muore di fame e di sete. Che ne dite se recuperiamo il buon senso dei nostri nonni che facevano il pane in casa, riempivano la "quartara" dell'acqua alla fontanella, facevano l'orto, rabboccavano i vestiti e rammentavano le calze?! Ma tutto ciò fa aumentare il Pil? No, non fa aumentare il Pil. Anzi, comporta una "sana DECRESCITA FELICE"!
I quindici aspiranti sindaci di Palermo, per esempio, hanno esaminato questo problema? Hanno capito come si fa a non essere seppelliti dai rifiuti, e non essere intossicati dai gas di scarico e dalle polveri sottili? Hanno studiato il picco del petrolio ed i cambiamenti climatici? No. Nessuno si occupa di questi problemi. Cosi, quando si verificherà un evento come la neve a Roma, un altro sindaco "Alemanno", come unico rimedio, chiuderà le scuole, gli uffici e le fabbriche. Grazie! Basta così! È ora di cambiare.
Giuseppe Vullo
11 febbraio 2012
P.S.: Giuseppe Vullo, medico di base e neuropsichiatra infantile, appassionato di politica e attento studioso dei fenomeni sociali,  inizia la sua collaborazione con questo blog.
Siamo lieti e lo accogliamo nel gruppo degli amici di PoliticaPrima.

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10 commenti:

  1. Un commento veloce: L'attenzione, anzi l'ossessione della crescita del PIL come solo indice di benessere e di ricchezza mi ricorda una squallida vicenda di qualche anno fa, quando un sedicente "mago dei soldi", certo Sucato, mise in moto un meccanismo per cui raddoppiava i soldi che gli venivano affidati da ignari, avidi e sprovveduti investitori. Il sistema (non nuovo) per i primi giorni funzionò alla grande, ma poi, per evidenti motivi, andò in rovina trascinando lo stesso mago dei soldi che qualche tempo dopo venne ucciso probabilmente da qualcuno che, a causa di questo meccanismo perverso, era arrivato tardi e aveva perso i suoi soldi. Ecco, mi pare che, in grande, stia succedendo la stessa cosa. La crescita ad ogni costo non è sostenibile, e se c'è, è a danno delle nazioni povere, che rimarranno sempre più povere. La crescita a tutti i costi, considerato appunto che le risorse sono limitate, è una cosa immorale e abominevole. Siamo in un mondo in cui una banca di affari come la Goldman Sachs governa il mondo e rovina paesi sovrani come la Grecia e chissà cos'altro. Ebbene, il nostro presidente del consiglio è un International Advisor di Goldman Sachs, cosa per cui il conflitto di interessi dei Berlusconi diventa una cosa insignificante.. Per chi volesse sapere di più ecco un link quanto mai pertinente. http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/11/goldman-sachs-lato-ombra-draghi-monti/169987/

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  2. Grannde articolo...purtroppo il tempo che ci resta a disposizione per avviare quel ripensamento necessario per seppellire un sistema economico insostenibile e basato su presupposti errati, è sempre meno.

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    1. Caro amico Ettore comunque se i cittadini di buona volontà non iniziamo subito a fare qualcosa saremo colpevoli di complicità con gli speculatori, ingordi, corrotti egoisti! Cominciamo con il nuovo sindaco a chiedere energie rinnovabili, vuoti a rendere, piste ciclabili, raccolta differenziata etc. Saluti G. Vullo

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  3. Siamo inesorabilmente vittime di un benessere che reputiamo ormai indispensabile.
    Basta tornare un po' indietro di qualche giorno, quando per lo stop dei benzinai si e' assistito a scene incredibili, chilometri di code e centinaia di persone con bidoni ad aspettare di fare benzina, scene da apocalisse che mi hanno fatto riflettere sul destino dell'umanità, che a mio avviso ha preso la via del non ritorno.
    Nessuno e' più disposto a fare sacrifici, camminare a piedi o con il bus e' diventato insostenibile, anche per fare 100 metri occorre un mezzo. Sono d'accordo per una sana decrescita felice che ci faccia comprendere il senso dei grandi errori che commettiamo e ci faccia tornare ad una vita basata sull'essenzialità delle cose, cercando di riappropriarci dell'umilta' come base necessaria per una vita sana e felice.

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    1. Ben detto caro Sergio non tutto si può misurare con il "PIL". Per esempio il lavoro delle casalinghe non fa pil, altrettatto il lavoro di volontariato, perchè non c'è scambio di moneta, perciò se non hai soldi ; non puoi comprare merci, quindi non fai aumentare il PIL!! Invece se hai moneta anche a debito!! puoi comprare merce produci rifiuti e quindi fai aumentare il PIL e la crescita!! ok?

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  4. Questa ''Europa'',fatta solo di danaro ,senza cuore ne' morale a me personalmente non mi sta proprio bene.
    E se quello che vediamo tutti ,e' l'unica Europa possibile ,allora io vorrei proprio farne a meno.
    Vi pare accettabile quello che sta subendo il popolo greco ?
    Certo c'e' da dire che da anni gli stati che contano sono stati governati quasi tutti da destre miopi e retrive ,si puo' forse sperare in un cambio politico in germania , francia e italia ,beh staremo a vedere , ma se cosi' non dovesse essere , allora io spero che l'europa dei banchieri sprofondi.
    L'europa e' quella fatta di popoli liberi e solidali ,oppure non e' niente .

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  5. Apprezzo lo sforzo di questo encomiabile articolo ma chi lo scrive vive tra le nuvole? Se ho capito bene egli dice che invece di perseguire la crescita e l'incremento del pil dobbiamo impedire tutto ciò anche politicamente. Quindi non dobbiamo più produrre auto, frigoriferi, computer, telefonini...etc. Insomma non dobbiamo più produrre ne consumare cosi non produciamo rifiuti e quindi il PIL decresce ed in compenso avremo milioni di disoccupati!! Cosa facciamo torniamo al medioevo o all'epoca preindustriale? O forse sono io che non ho capito bene? un giovane disoccupato.

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    1. Ma naturalmente che non voglio tornare nel medioevo o nell'era preindustriale e provocare milioni di disoccupati!! Ma sono evidenti i guasti della globalizzazione! La competizione con i cinesi rende il nostro capitalismo più feroce. Infatti la prossima mossa di monti è di abolire l'articolo 18 cioè di poter licenziare liberamente e permettere alle nostre imprese di produrre a più basso costo perciò licenziamo, tagliamo le pensioni, la sanità, i servizi improduttivi... non credi invece che bisogna ripensare il nostro sistema economico in direzione di un sistema sostenibile, investendo per esempio nelle energie rinnovabili, nel ciclo dei dei rifiuti, stimolando i giovani a tornare nelle campagne li dove si produce il frumento e quindi il PANE?!?

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  6. Caro Giuseppe mi sono collegato al sito come mi hai suggerito ho spulciato le varie tematiche affrontate da questo sito(a proposito ma chi è questo Gattuso?) è interessante per chi ama la politica ed i temi sociale. In particolare il tuo articolo fa riflettere e mi colpisce perchè come sai spesso ne abbiamo parlato che il mondo sta andando a sbattere! Ormai la natura si ribella ed abbiamo diversi segnali preoccupanti e non si può piu continuare con lo sfrttamento del pianeta e lasciatelo dire per noi che siamo cattolici;dello sfruttamento dell'uomo su l'uomo. Infatti i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre piu poveri. comunque avremo modo di riparlarne. a lunedi. Giacomo.

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  7. è vero quando si parla di troppo benessere che non ha fatto altro che farci adagiare sugli allori.Non siamo più disposti a fare nessun sacrificio.Rinunciare a qualcosa ci pesa,essere colpiti da problemi improvvisi ci intimorisce.La mancanza di carburante di questi ultimi giorni ci ha elettrizzati,code interminabili davanti ai distributori,nevrosi da attesa corsa al bidone più capiente,inoltre corsa ai supermercati x appropriarsi delle ultime provviste,volti intimoriti da chissà quale evento nefasto pronto a colpirci.Lunghe code di camion a pressare su clacson assordanti solo per fare sentire la loro voce.L'inferno in città,ma Poi alla fine chi partecipa e chi dà ascolto a queste urla?c'è il trambusto periodico e il silenzio.Alla fine a cosa si arriva dopo queste manovre isteriche?Si parla sempre di politica e politici,dei loro guadagni,dei loro viaggi,dei loro menefreghismi dinanzi a manifestazioni che non li colpiscono neanche.E noi, rumorosi o statici assistiamo a manovre distruttive e senza cambiamenti.Chi è al potere ci spinge a mille rinuncie su tutto.Siamo esseri controllati, adesso ancor con più accanimento sulle nostre misere entrate.Ma questa è una società di schiavi con momenti d'aria.Che si cominci a pensare alla crescita di una società libera.

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