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martedì 17 gennaio 2012

PALERMO. INIZIA IL DOPO CAMMARATA

Cammarata-DiegoAdesso il campo è libero. Partiti, Movimenti, Società Civile, candidati e cittadini possono mettere sul campo tutte le loro armi e dimostrare il loro valore. Non ci sono più alibi per nessuno, non è più possibile urlare al sindaco che non c’è, al sindaco peggiore, al sindaco che non avremmo voluto.
Adesso c’è uno spazio enorme. Davanti alla platea di uomini e donne pronti alla battaglia per la guida della città simbolo. Palermo. Con tutte le sue contraddizioni, le sue croniche carenze, le sue meraviglie e potenzialità. Il 16 gennaio 2012 con una (coraggiosa) conferenza stampa Diego Cammarata si è dimesso da sindaco di Palermo. Solo pochi mesi alla scadenza naturale, e senza apparente sensato motivo. Ma tant’è.
La Regione Siciliana, e quindi il suo Presidente Raffaele Lombardo, dovrà nominare un commissario che affronti le emergenze e porti alle elezioni di primavera. E, si spera, in una condizione di serenità nella quale l’impegno di tutti sarà quello di individuare il miglior candidato a Sindaco.
Le responsabilità per quanto è stato fatto, per quanto non è stato compiuto e per la condizione oggettiva nella quale si trova Palermo, compreso la posizione da ultima fila nelle classifiche sulla vivibilità (per la verità eravamo molto in basso anche nei periodi della sindacatura Orlando), riteniamo possano essere equamente distribuite. Ovviamente facendo le debite proporzioni.

Non si salva nessuno.
Non si salva lui, Diego Cammarata, che presuntuosamente ritiene di poter guardare dritto negli occhi di chiunque non avendo nulla da rimproverarsi. Ne prendiamo atto.
Non si salvano gli Assessori, bracci operativi e pensanti di una macchina complessa e difficile come il Comune. Non si salvano, e forse ancor di più, i Consiglieri Comunali, che hanno bruciato tanto tempo e tante occasioni per dimostrare il loro impegno e l'amore per questa città. 
Non si salvano i burocrati, gli alti burocrati, che hanno il compito di gestire tutta la struttura amministrativa avendone piena responsabilità e competenze assegnate dalla legge. E non si salvano i partiti. Tutti i partiti anche quelli che, oggettivamente, hanno avuto poca voce in capitolo. Così come non si salvano affatto le forze sociali e sindacali, dediti a difendere poteri consolidati e situazioni di privilegio nelle gestioni dei servizi di questa o quella azienda municipale.
Non vale la pena, infine, entrare nel merito della lotta meschina e indecorosa che ha contraddistinto il rapporto Comune – Regione Siciliana. La guerra aperta tra Lombardo e Cammarata, in nome di una visione della politica piccola piccola e lontana dall'interesse generale e dal bene della città.
Tra i due, individuare il migliore (o il peggiore) è un’impresa molto difficile che lasciamo alle valutazioni di altri, ad altri momenti come la campagna elettorale, e, alla fine, al momento decisivo quando i cittadini palermitani e siciliani, con il loro voto, daranno il loro risolutivo giudizio. E sarà la verità. Speriamo.
PoliticaPrima
17 gennaio 2012

5 commenti:

  1. Non si salva soprattutto chi oggi non vuole pagare il prezzo politico di assumersi la responsabilità di avere scelto Cammarata dieci anni fa. I responsabili o sono degli ex amici (Miccichè & co) o si defilano impegnati a tenere l'Italia con le ginocchia, affaccendati in ruoli più istituzionali e centrali(Alfano e Schifani) Questo sindaco che verrà ricordato per la sua"assenza prolungata e continuata" ha rinunciato tra le altre cose al rapporto con la sua città. Mai si era visto un simile scollamento. La politica ed il suo primato che spero si possa presto riaffermare sono fatti di sintesi. Scegliere la rappresentanza e giudicarla negli esiti compiuti. Buona Politica a tutti.

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  2. Palermo si è distinta e si distingue per le posizioni da ultima fila, nelle classifiche. Questo è stato nel tempo una costante a prescindere i sindaci che si sono succeduti. Anche se le potenzialità da sfruttare sono state e sono tantissime, non solo si è fatto poco ma alla fine di ogni mandato elettivo questa città ne esce quasi distrutta. E si ha, pure, il coraggio di dire, che si va via a testa alta. Mah. E, come viene detto bene nell'articolo, non si salva nessuno. La colpa è di tutti, dagli amministratori alle parti sociali, ognuno con le debite proporzioni.
    E ora…. ora si deve ricominciare. Ma, ricominciare come? Adesso prende il via un periodo abbastanza divertente, alla quale siamo abituati. Quale migliore occasione di adesso hanno i partiti e movimenti per dimostrare quanto valgono e grazie a uomini e donne che vogliono mettersi in gioco per la guida di questa città, faranno a gara per mostrare le loro grandi capacità di rinnovamento e riordino di tutto il sistema. Noi società civile diventeremo legittimi spettatori di chi si spaccerà per volto pulito, di chi dirà che non ha nessun legame con il passato, di chi dirà di amare questa città più di ogni altra cosa. Saranno capaci con i loro discorsi di offuscare il pensiero dei cittadini al punto tale che il giudizio finale non sarà risolutivo, bensì il risultato di chi andrà alle urne solo per senso civico.
    Allora cosa si fa? A parer mio questo è il momento giusto per pensare alla famosa rivoluzione di cui si è scritto in questo blog qualche giorno fa: ‘La Demarchia’. Perché dobbiamo fidarci sempre degli stessi soggetti, ma rivestiti di nuovo? Il sistema attuale non ci consente di essere governati da cittadini casualmente sorteggiati, allora i politici, oltre ai tanti discorsi persi che fanno perché non discutono su come dare la possibilità ai comuni cittadini di mettersi in gioco? Siamo abituati a sentir dire continuamente a questa classe dirigente, che lavora per il bene dei cittadini, allora perché non dà vita ad un processo dove si vedono coinvolti anche i cittadini comuni che magari avendo maggiori competenze su certi temi possono dire il proprio pensiero invece di subire le decisioni prese sempre dalla così detta Politica?

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  3. EVVIVA IL MOVIMENTO DEI FORCONI!

    I vespri siciliani del terzo millennio, così uno dei fondatori del Movimento, il signor Calderone, imprenditore del vino, definisce ciò che sta avvenendo in Sicilia nel silenzio assoluto dei mezzi di comunicazione di massa nazionali!

    Vogliamo evitare i suicidi degli imprenditori, afferma ancora con fora Calderone. La morte di una impresa, anche piccola, significa perdita di posti di lavoro, fine di una fonte di sviluppo economico e sociale, inizio della disgregazione delle famiglie.

    E' il focolaio di una rivolta, e la politica imbelle, i deputati onnivori, i vari consiglieri 'signorsì', assistono impotenti; una vera e propria 'impotentia agendi et gubernandi'.

    Sedicenti 'onorevoli', narcisisti presuntuosi, maestri del nulla, stanno ancora a guardare con le mani nelle tasche... (quelle degli altri).

    Cari amici, il pagliaio brucia e le scintille prima o poi raggiungeranno tutti!

    Per quel che mi riguarda, se troverò chi mi assisterà per spingere la carrozzella, scenderò in piazza invitando tutti gli altri invalidi a contattarmi.

    Avanti, con decisione, "per il futuro della generazione senza futuro"!

    SALVO GERACI

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  4. Caro Geraci, pur non essendo invalido , ti contatto volentieri.

    La prossima settimana ricontattero' tutti coloro che mi hanno votato 10 anni addietro (circa 900 pazzi scatenati), per capire cosa vogliono fare per uscire dall'imbuto in cui si sono infilati negli ultimi anni.

    Per il futuro delle prossime generazioni ho delle idee rivoluzionarie.

    Primo : capire cosa si intende per "citta' normale"

    Secondo : cercare di carpire qualche idea per trasformare la citta' in una citta' normale.

    Il Sindaco Cammarata non e' stato apprezzato perche' pochi hanno capito che le sue assenze e i suoi viaggi erano finalizzati a vedere come si vive in altre citta'.
    Purtroppo dimenticava di tornare e lo abbiamo perso di vista negli innumerevoli festini cui non ha partecipato, mentre il supponente Pilippe daverio offendeva i cittadini palermitani.

    Ho omesso volentieri l'acca di pilippe perche' l'acca bisogna meritarla.

    Gli imprenditori locali possono uscire dalla loro crisi economica e di identita' solo quando si sentiranno organici al progetto cittadino.
    Intendo dire che le esigenze colletive di un quartiere, di un centro storico, di una piazza, devono essere funzionali e armoniche con tutti coloro che ci vivono.
    Ho vissuto le battaglie dei negozianti che non volevano la chiusura di parte del centro storico, mentre e' risaputo che nelle altre citta' ne ha tratto beneficio tutto il commercio.
    Ho vissuto la guerra ipocrita dell'Ato idrico in cui ogni sindaco si coltivava il proprio giardinetto secondo appartenenze politiche , mentre altri paesi soffrivano di scarsezza di risorse idriche.
    E' giunta l'ora di uscire dal proprio egoismo e dalla propria pochezza e iniziare a coltivare un sogno:

    Essere una collettivita'.

    La classe politica attuale ha cercato di farci dimenticare di che si tratta.

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  5. si ma mentre noi discettiamo di politica di sogni e speranze, c'è chi spartendosi la torta di 21 milioni di euro si prepara a sfornare l'ennesima vergognosa infornata di precari che chiameremo stagisti, e chi ancora in maniera più volgare e indegna, attraverso onlus di dubbia trasparenza e senza scrupolo si prepara a decidere chi ha più bisogno del bisogno per accedere al microcredito regionale così da lucrare consensi pagati con la concessione dei prestiti. E tutto questo fatto da un governo che si professa tecnico, farcito di magistrati e servitori dello stato, e che si proclama rinnovatore. E siamo solo all'inizio di una campagna elettorale che alla fine rischia di essere una delle più drogate degli ultimi anni. e tra qualche ora con la nomina del commissario, avremo a capire verso dove si cercherà di portare questa città.

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