Tra i tanti problemi del nostro Paese ce ne sono alcuni la cui responsabilità è totalmente attribuibile alla miopia di una classe politica inadeguata. Parliamo di un settore che ci tocca da vicino per la sua ampia diffusione e i suoi effetti.
La velocità di trasmissione e la diffusione nelle case degli italiani di internet.
La velocità di trasmissione e la diffusione nelle case degli italiani di internet.
E proprio i dati sulla rete internet, la sua efficienza, e la larghezza di banda, ci portano molto lontani dai livelli raggiunti dai paesi più sviluppati, e non solo. Intanto qualche esempio per chiarire meglio la situazione. Al primo posto della classifica sulla disponibilità di banda larga c’è, nientemeno, la Corea del Sud, con una velocità media di 34,24 mbps (megabit per secondo); al secondo posto la Svezia con 27,60 Mbps, e al 3 posto la Lituania con una velocità di 26.46 Mbps. Impressionante. (i dati li trovate su netindex.com)
All’11° posto c’è la Germania con 18,41 Mbps, la Francia è al 20° posto con 14,61 Mbps. Gli Stati Uniti hanno soli 10.83 Mbps. Ma, nell’ultima posizione della classifica europea, e al 72° posto della classifica mondiale c'è l’Italia, con una velocità di soli 4.55 Mbps. Insomma siamo in forte ritardo rispetto alle direttive dell’Agenda digitale europea che prevede (Corriere della Sera, Enrico Marro, 27 dicembre 2011) la copertura per il 2013 dell'intera popolazione con la banda larga, cioè con connessioni superiori a 30Mbps e di arrivare entro il 2020 alla banda ultralarga (100 Mbps) per almeno il 50% della popolazione.
Forse, con molta probabilità, gli interessi privati legati a business ben più proficui e immediati hanno distratto i nostri governanti. Tutto ciò, ovviamente, ha un riflesso negativo per lo sviluppo e la crescita del Paese sia per le difficoltà di rendere più efficienti le imprese e la Pubblica Amministrazione sia per la mancanza degli investimenti per la realizzazione delle necessarie infrastrutture. E, ancora, tale limitatezza non consente il pieno utilizzo di tutti i servizi e le opportunità che internet può dare, a cominciare dall'informazione e dalla cultura disponibile a tutti in maniera democratica. La rivoluzione digitale e l'evoluzione nella comunicazione globale è considerata, nei paesi più sviluppati, un'importante risorsa da utilizzare al massimo delle possibilità.
Le potenzialità della rete sono enormi e crescono a ritmi impensabili. Restarne ai margini, o utilizzarne solo alcuni aspetti, è semplicemente folle e fuori da una concezione moderna e liberale dello Stato. Il Governo Monti, tecnico e di emergenza nazionale, anche su questo, si è attivato firmando con le Regioni del Sud un accordo per accelerare l'utilizzo dei Fondi strutturali comunitari. Investimenti cospicui che vanno dalla digitalizzazione completa della pubblica amministrazione all’incremento della velocità di accesso ad internet per tutti i cittadini e le imprese del Sud, così da azzerare il digital divide (il divario nell’accesso alle nuove tecnologie), ancora molto più forte in quelle regioni.
Insomma, tanto per cambiare, i precedenti governi che si sono riempiti la bocca di parole e parole su liberalizzazioni, modernità, accesso alle nuove tecnologie etc. etc., hanno, invece, fatto piombare l’Italia, dati Istat, verso la “recessione in serie B”. Nel 2011 meno della metà delle famiglie ha una connessione veloce: il 45,8%. Al Sud siamo fermi al 37,5%. La media europea è del 61%. Prima di noi, per velocità, la Romania, la Bulgaria, il Kazakistan, la Thailandia, la Turchia e la Mongolia. Non ci sono parole!.
All’11° posto c’è la Germania con 18,41 Mbps, la Francia è al 20° posto con 14,61 Mbps. Gli Stati Uniti hanno soli 10.83 Mbps. Ma, nell’ultima posizione della classifica europea, e al 72° posto della classifica mondiale c'è l’Italia, con una velocità di soli 4.55 Mbps. Insomma siamo in forte ritardo rispetto alle direttive dell’Agenda digitale europea che prevede (Corriere della Sera, Enrico Marro, 27 dicembre 2011) la copertura per il 2013 dell'intera popolazione con la banda larga, cioè con connessioni superiori a 30Mbps e di arrivare entro il 2020 alla banda ultralarga (100 Mbps) per almeno il 50% della popolazione.
Forse, con molta probabilità, gli interessi privati legati a business ben più proficui e immediati hanno distratto i nostri governanti. Tutto ciò, ovviamente, ha un riflesso negativo per lo sviluppo e la crescita del Paese sia per le difficoltà di rendere più efficienti le imprese e la Pubblica Amministrazione sia per la mancanza degli investimenti per la realizzazione delle necessarie infrastrutture. E, ancora, tale limitatezza non consente il pieno utilizzo di tutti i servizi e le opportunità che internet può dare, a cominciare dall'informazione e dalla cultura disponibile a tutti in maniera democratica. La rivoluzione digitale e l'evoluzione nella comunicazione globale è considerata, nei paesi più sviluppati, un'importante risorsa da utilizzare al massimo delle possibilità.
Le potenzialità della rete sono enormi e crescono a ritmi impensabili. Restarne ai margini, o utilizzarne solo alcuni aspetti, è semplicemente folle e fuori da una concezione moderna e liberale dello Stato. Il Governo Monti, tecnico e di emergenza nazionale, anche su questo, si è attivato firmando con le Regioni del Sud un accordo per accelerare l'utilizzo dei Fondi strutturali comunitari. Investimenti cospicui che vanno dalla digitalizzazione completa della pubblica amministrazione all’incremento della velocità di accesso ad internet per tutti i cittadini e le imprese del Sud, così da azzerare il digital divide (il divario nell’accesso alle nuove tecnologie), ancora molto più forte in quelle regioni.
Insomma, tanto per cambiare, i precedenti governi che si sono riempiti la bocca di parole e parole su liberalizzazioni, modernità, accesso alle nuove tecnologie etc. etc., hanno, invece, fatto piombare l’Italia, dati Istat, verso la “recessione in serie B”. Nel 2011 meno della metà delle famiglie ha una connessione veloce: il 45,8%. Al Sud siamo fermi al 37,5%. La media europea è del 61%. Prima di noi, per velocità, la Romania, la Bulgaria, il Kazakistan, la Thailandia, la Turchia e la Mongolia. Non ci sono parole!.
03 gennaio 2012
P.S:
Ci è sembrato interessante, a proposito di arretratezze, il video di Beppe Grillo, a prescindere dall’essere o meno simpatizzante del capo del Movimento 5 Stelle, intitolato “L’idea e l’intelligenza delle idee”. Per vederlo basta cliccarci sopra.
HO UN GRILLO PER LA TESTA
RispondiEliminaSiamo tutti vili. E, spesso, anche a ragione. Si corre il rischio di esser trucidati per poco, e si deve temere anche per i propri parenti... è anche per questo che le cose non cambieranno mai!
Mi spiace per Equitalia e i suoi rappresentanti. NON GIUSTIFICO I TERRORISTI, MA LI COMPRENDO! Mi chiedo, anzi, come mai si palesino così tardi e così pochi... tra poco vedremo i nostri figli - disperati - passare all'azione e compromettersi. Uno dei miei figli non prende stipendio da 20 mesi eppure gli dicono che è un privilegiato, perchè c'è chi uno stipendio non lo ha mai preso... e purtroppo devo dar loro ragione. E - dall'altro canto - sperare che mio figlio non impazzisca e scenda per strada!
Diceva un pensatore francese. Louis Lebret: "Oh Dio, questo mondo ha troppi saggi e troppi prudenti... mandaci, per favore, dei folli!"
Ecco: E' IL MOMENTO DEI FOLLI.
Mi assumo la responsabilità di ciò che dico e ne esimo il 'blog'; condivido ciò che ha detto Grillo! Bisogna solo esser contenti che non si sia già al peggio. Che verrà, statene pur certi. Mi spiace per il mio amico che prende 40.000 euro di pensione al mese, mi spiace per il mio amico segretario del mio amico ex ministro... una voltà sì; lo facevamo tutti. Ma ora non si possono gestire 1800 posti di lavoro, se pur precari, con assoluto dispregio dei "nuovi disperati"!
E' ora di parlare... di cominciare da qui... altrimenti facciamo un ciarlare da comari e nascondiamo i casi reali. E continuiamo così: a strisciare vili e pietosi.
A presto, amici.
SALVO GERACI
Purtroppo i politici regionali sono troppo preoccupati a difendere i loro stipendi da chi, come me, vorrebbe che fosse ridotto notevolmente, sono preoccupati di far combaciare i pezzi di questo mosaico di coalizioni di destra, sinistra e centro al solo dopo di tirare avanti questa barca quasi affondata.
RispondiEliminaNon possono occuparsi dei lavoratori che non prendono stipendio e che devono campare anche i figli disoccupati, no, non hanno capito che la situazione sta' precipitando, che tra non molto potremmo scendere in piazza con intenzioni cattive. Gia' non hanno capito che hanno tirato troppo la corda.
Mi spiace aver fatto un commento che ha poco a che fare con l'arretratezza dell'Italia in merito alla velocità di trasmissioni dati in internet, quello che lega tra i due commenti e', comunque, una classe politica inadeguata.
La selezione della rappresentanza politica passa da tutti noi. Ce ne dimentichiamo per un riflesso falsato dalla delusione o segnato con rassegnazione dalla clientela. Ci vuole consapevolezza. Non possiamo solo disperare dopo aver delegato in bianco o affidato a casualità di bottega o di giornata il nostro consenso. Il reclutamento politico, la scelta di chi ci governa, è la base fondamentale della democrazia. Non dimentichiamocene. Cominciamo a fare i discorsi per qualcosa e non contro qualcuno.
RispondiElimina