“Per poter governare questo Paese bisogna cambiare l'architettura istituzionale dello Stato. Se ne sta accorgendo anche Monti, che ha presentato un decreto e ha dovuto fare marcia indietro su tutto. È disperato, è giustamente disperato”. “Mussolini diceva che è inutile governare l'Italia,
poi un giorno ha detto, è impossibile governare l'Italia e io lo ripeto”. E il fascismo era “Una democrazia Minore”. E lui “perseguitato della magistratura italiana” è rammaricato di non essere riuscito a fare una riforma della giustizia “che sarebbe stata massimamente importante (per se stesso)”. Così Silvio Berlusconi, giovedì 15 dicembre 2011, alla presentazione del libro di Bruno Vespa: "Questo amore…". Insomma una presa di posizione molto forte che serve a mandare segnali agli italiani (nei confronti dei quali ha un solo torto: non essere riuscito a convincerli a dargli il 51%!) e ai suoi deputati e senatori in Parlamento, che sembrano sempre più sfiduciati.
Intanto il Presidente del Consiglio Mario Monti, superando senza alcuno sforzo il senso di disperazione attribuitogli da Berlusconi, nel commentare il voto della Camera a favore del “Decreto Salva Italia”, ha, invece, ribadito come stanno le cose. “Mi permetto di ricordare a tutti noi la posta in gioco. Non si tratta di continuare a vivere come prima al netto o al lordo di certi sacrifici. No, senza questo intervento sono a rischio i risparmi degli italiani, soprattutto quelli piccoli. È a rischio il benessere accumulato da generazioni, il veder evaporare gran parte dei redditi degli italiani soprattutto quelli modesti”. Più chiaro di così.
Volendo tralasciare gli aspetti folcloristici a cui ci ha abituati, è evidente che Silvio Berlusconi ci vuole provare ancora. Non riesce, infatti, o non è capace, ad assumere quel ruolo di serietà e compostezza che la difficilissima situazione del Paese imporrebbe. Non è capace di dire agli italiani che il suo compito è finito, che lui ci ha messo tutta la sua forza, le sue promesse e il suo entusiasmo ma non c’è riuscito a cambiare l’Italia (in meglio?). Non riesce a convincersi che la sua presenza, il fatto di avere ancora sostanzialmente in mano le redini del Pdl, determina un blocco del sistema politico e un freno alla partecipazione dei cittadini. Un colpa grave. Di quei partiti, come il Pdl e di tutti gli altri che lo hanno imitato, che sembrano nati apposta per scoraggiare la democrazia vera, l’impegno dei giovani, il dibattito, il confronto e tutto ciò che ha il sapore della Politica vera. Per intenderci, non è riuscito a diventare l’uomo politico e lo statista di cui l’Italia aveva bisogno. E intanto il Paese, i giovani, i disoccupati, gli imprenditori, le famiglie, i lavoratori, gli emarginati e tutti quanti hanno più bisogno, continuano ogni giorno l’amara scommessa della vita. Come finirà?
PoliticaPrima
16 dicembre 2011
Nel panorama odierno non vedo politici degni di essere chiamati statisti ma un mucchio di politicanti che cercano di non affogare.
RispondiEliminaSi è vero il rischio di fallimento è grandissimo ma pretendere di salvare l'Italia a spese dei soliti noti non è degno di uno statista. Toccare le pensioni non adeguarle al costo della vita farà certamente risparmiare un sacco soldi ma costringerà la gente a mettersi le bretelle perchè la cinghia più stretta di così non si può.
Lo statista non avrebbe permesso le liquidazioni astronomiche ai presidenti di enti accusati di tangenti o a quelli che hanno portato alcune aziende pubbliche al fallimento.
Nessuno dei nostri politicanti ha dato seguito agli strumenti già in essere per incassare il condono del 2003 (diversi milioni di euro che nessuno ha versato dopo aver chiesto il condono tombale).
I soldi li prendono dove sono sicuri che li trovano: pensioni, stipendi, benzina, luce, gas eccetera eccetera... !!!
E' così difficile avere il coraggio di far pagare veramente tutti?
Meditate gente, meditate.
GIUSEPPE A.
Il Berlusconismo è stato un fenomeno semplice solo nelle apparenze. C'era nel dna del nostro paese di farsi suggestionare, ingannare e forse anche volutamente farsi prendere in giro.Sono gli italiani che hanno creato Berlusconi e non viceversa. Però la crisi di leadership e di rappresentanza è antica ed anch'essa è connaturata col nostro sistema. Moro, Rumor, Fanfani ed Andreotti governarono a rotazione consecutivamente più di quanto ogni altro sia riuscito a fare. La stabilità politica e la durata del nostro mancato statista non ha coinciso in nessun modo con efficaci esiti politici. La storia, quella giudiziaria compresa, deve ancora dire l'ultima parola, tranne per una cosa. Senso dello Stato e Berlusconi sono due strade che non sono incontrate.Mai.
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