di Pasquale Nevone - Sabato pomeriggio, 26 novembre 2011, sono stato invitato all’Hotel Addaura per un incontro dei dirigenti del Terzo Polo di Palermo. Alla reception vengo informato che l’incontro era stato rinviato a data da destinarsi, non avevo letto le mie mail più recenti dove c’era questa comunicazione. Pazienza.
Però, poiché trovai che lì si stava tenendo il congresso provinciale di Rifondazione Comunista mi sono detto: e perché no? E così mi sono fermato per seguirne i lavori quanto meno da spettatore. E’ stata un idea felice, perché ho visto ed ascoltato delle cose interessanti.
Però, poiché trovai che lì si stava tenendo il congresso provinciale di Rifondazione Comunista mi sono detto: e perché no? E così mi sono fermato per seguirne i lavori quanto meno da spettatore. E’ stata un idea felice, perché ho visto ed ascoltato delle cose interessanti.
Intanto ho constato che un “popolo di comunisti” esiste ancora anche a Palermo. Non erano molti, ma nemmeno pochi. Non erano soltanto vecchi o stagionati militanti, ma c’erano anche parecchi giovani, con qualche discreto piercing e piccoli tatuaggi, ma anche tanto composti e attenti a quello che si diceva, insomma motivati. Mi ha fatto piacere osservarle questi giovani, ed anche tenerezza . Ho pensato che il primato della politica oggi raccoglie ancora anche la loro partecipazione “ragionata”, quindi un altro po’ di buon sale della democrazia, di cui oggi c’è un gran bisogno.
Il segretario provinciale uscente di RF, Mario Guarino, ha fatto la sua sobria e contenuta relazione. Di rilievo ho trovato una citazione di Marx che, nel suo Capitale, disse (ricordiamoci che scriveva nell’800) che la crisi economica della società capitalistica è sempre data dalla sovrapproduzione, cioè dalla saturazione dei mercati, vale a dire: il sistema produce più beni di quanti se ne possono consumare. E’ seguita la solita carrellata degli interventi dei partiti ospiti. Diverse le sigle della galassia di sinistra (SEL, Comunisti per lo sviluppo popolare, Ass.ne partigiani, etc..). Ma poi ha parlato Pippo Russo di IDV. Di rilievo nel suo discorso: il no all’alleanza con il Terzo Polo perché in Sicilia, può anche esistere un Terzo Polo ma non una Terza Via , cioè in Sicilia o sei da una parte (la mala politica) o dall’altra. Nella stanza del potere si entra dalla porta principale non dalla finestra.
Dopo Leoluca Orlando, scusate, dopo il ventriloquo Pippo Russo, ha parlato il segretario provinciale del Partito Democratico, Di Girolamo, che, senza nessuna remora, ha detto che, venendo lui dal lontano PCI , oggi bisogna allearsi con chi può permetterci di vincere le elezioni (cioè Terzo Polo), anche se vanno fissati dei paletti, altrimenti possiamo fare solo la solita battaglia di testimonianza.
All’inizio del dibattito dei delegati sono andato via. Sono stato contento di avere avuto l’occasione di ascoltare quanto ho sopra riportato. Ne ho concluso che, stando così le cose, ancora una volta una cosa è certa: Palermo non avrà un Sindaco “Rosso”. Ma questa prospettiva è un bene oppure, ancora una volta, una occasione mancata di cambiamento, di provare una alternativa sia pure anche per un solo mandato?
PASQUALE NEVONE
28 novembre 2011
28 novembre 2011
Sono terrorizzato all'idea che una qualsiasi novità ci faccia perdere quello che ci siamo meritati e che vogliamo difendere. Penso con orrore ad un nuovo corso che faccia precipitare Palermo nel caos così come Ravenna o Treviso o Grosseto e tante altre città inguaiate dove si vive tra mille angustie mai risolte. Mi dicono che quelle comunità vivono drammi a noi sconosciuti per fortuna, città sporche con un traffico urbano che le paralizza, città piene di disoccupati, di ragazzi senza lavoro, che noi spesso accogliamo e ospitiamo nelle nostre strutture e nei nostri CAMPUS. Mi dicono anche che addirittura da quelle parti imperano associazioni criminali che condizionano la vita di tutti quei poveracci che sono costretti a pagare il Pizzo per qualsiasi tipo di attività, addirittura per trovare il posto per seppellire un proprio defunto. Mi dicono anche che il grado di corruzione di quelle classi politiche ha raggiunto livelli inimmaginabili, dicono che si paghino tangenti anche per una semplice licenza commerciale o per l'assegnazione di un alloggio popolare o addirittura esista una sorta di patto tra quelle classi politiche corrotte che prometterebbero lavoro ai poveri disperati in cambio di voti, per non parlare poi della sanità, dicono che sia un vero girone infernale, sia in termini di malasanità che in termini di veri e propri comitati d'affari. Detto questo se non vogliamo che anche minimamente tutto questo possa lambirci, difendiamo con ogni mezzo la nostra classe politica, a cui dobbiamo, tanta ma tanta riconoscenza, anche perchè malgrado tutti ce la invidino, loro non ci abbandonano mai, ma proprio mai, e continuano a sacrificarsi per noi.
RispondiEliminaSIAMO COME FORMICHE SU UNA CORDA
RispondiEliminaCaro Pasquale, se non avremo un Sindaco rosso non sarà perché noi non lo vogliamo, ma solo perché "i suoi" avranno determinato le cose in modo tale che ciò non avvenga!
Non c'è bisogno per comprenderlo di evocare - come di moda - la "legge dell'attrazione" o "l'epigenetica". E' sufficiente avere studiato discretamente la storia ed avere un po' di memoria.
Forse in forme e misure diverse, ma tutto ciò che avverrà, è già avvenuto...
Come tu ben ricordi, Marx aveva già previsto dove ci avrebbe portato il consumismo senza regole.
Mi sembra molto importante ciò che hai rilevato tra i giovani; poca "coreografia", attenzione ai problemi, consapevolezza e voglia di capire per non essere più utilizzati strumentalmente.
Tanto è. E non mi meraviglia: in passato abbiamo parlato spesso di "svolte epocali". Forse abbiamo esagerato... quella attuale è davvero una svolta epocale poichè stavolta siamo tutti - ma proprio tutti - come formiche in fila su di una corda e come se dietro l'ultima si fosse formato un nodo scorsoio. La metafora per dire che stavolta davvero non si torna più indietro, e che, o camminiamo prudentemente in avanti, tastando il terreno come se fosse un ccapo minato, o restiamo sullo stesso tratto di corda nell'attesa che gli agenti atmosferici ne compromettano la stabilità!
Non è bello, ma purtroppo temo che sia così, mio caro Pasquale.
SALVO GERACI
Sono un cittadino che ama Palermo, per quella che è, o meglio, per quella che potrebbe essere. Una città meravigliosa dalle mille potenzialità. E se ci fosse un sindaco rosso, o anche di altro colore, qualsiasi colore, capace di ridare fiducia, impegnandosi con tutte le forze che ha, coinvolgendo i tantissimi cittadini che hanno voglia di cambiare, sono sicuro che questo candidato "arcobaleno" avrebbe la fiducia dei palermitani. Ormai stanchi e disillusi dai "piccoli" uomini senza entusiasmo e prigionieri della loro stessa insipienza. Che arrivi anche un sindaco rosso, presto!
RispondiEliminaSono passati i tempi in cui più che alla persona si teneva che prevalesse il colore del partito di appartenenza, oggi, dopo aver capito che per la nostra città occorre un grande Sindaco, che sia capace di coniugare efficienza, efficacia, prevalenza di fatti sulle parole e soprattutto che faccia gli interessi della città e dei cittadini, e che prescinda dall'appartenenza a questo o a quel partito. Già, se avrà queste caratteristiche che ben venga il sindaco rosso. Personalmente dico che dopo l'esperienza Cammarata, qualsiasi colore sara' ben accetto.
RispondiEliminaPurtroppo tutto cambia per non cambiare.
RispondiEliminaLeggo tutti i commenti e ognuno spera nella persona giusta, nella persona onesta, nella persona preparata. Siamo, giustamente, tutti lì a proporre, cercando di individuare, il candidato ideale e ci crediamo davvero.
Ma ritorniamo con i piedi per terra, avete presente la campagna elettorale per elezioni comunali che sarà anche per le circoscrizioni;
avremo in città centinaia se non migliaia di candidati e li in mezzo ci saranno parenti, amici, conoscenti che ci diranno "vota per me e quindi questo partito o movimento (che a sua volta avrà un candidato a sindaco)". A quel punto le pressioni saranno infinite e giornaliere. E tu che fai, hai tuo fratello candidato; hai il tuo amico più caro candidato (e ci credono veramente), magari ci voti e per il sindaco ci rifletti. Poi fai un ragionamento; ma se voto il sindaco dell'altra coalizione va a finire che la città sarà ingovernabile e il dilemma ti attanaglia. Voto mio fratello, voto il mio amico o voto il sindaco? E' giusto così? Oppure... !!!
Meditate gente, meditate.
GIUSEPPE A.
Il disastro che è innanzi ai nostri occhi riguarda oltre trentanni di politiche inadeguate e di politici che è meglio non definire. Rossi o neri cambia poco. Le appartenenze garantivano partecipazione e rassicuravano. Oggi occorre primo indignarsi, secondo non delegare e terzo partecipare ai processi di decisione e di scelta della rappresentanza e della classe politica. E ,viste le nostre casse e le nostre tasche, potrebbe non bastare. Giuseppe BIANCA
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