Cardinale Bagnasco |
di Pasquale Nevone - La Chiesa cattolica italiana, finalmente, si muove. La CEI (Conferenza Episcopale Italiana), cioè il Vaticano, perché l’Italia per il Vaticano non è un Paese come tutti gli altri del mondo ma lo Stato dove ha sede il papa, quindi il governo mondiale della Chiesa Universale,
si muove. Era ora! Dal 1994 ad oggi, cioè dalla nascita della seconda repubblica, il capo dei vescovi italiani Cardinale Camillo Ruini, con il “placet” di papa Wojtyla per il quale l’Italia era invece una nazione come tutte le altre, disegnò ed attuò il progetto politico di una Chiesa (intesa come Istituzione) che ritirò la delega per la rappresentanza politica ai partiti politici (DC-PPI-CCD-CDU-UDC) e quella sociale e culturale ai movimenti cattolici (CISL–ACLI-MCL-CONFCOOPERATIVE-COLDIRETTI-AC-AGESCI) per trattare direttamente con i governi pro-tempore, qualunque fosse il loro colore politico, i “valori irrinunciabili” ed i bisogni materiali dei cattolici. Ne fecero le spese tutti, anche l’ultimo cattolico democratico spendibile come uomo politico credibile, cioè Romano Prodi, costantemente sconfessato da Ruini come rappresentante e tutore dei cattolici presso la Santa Sede, anche se Capo di Governo. A nulla è valso perfino il fatto che Don Camillo Ruini cinquant'anni fa aveva celebrato le nozze di Romano Prodi e sua moglie.
Adesso che Prodi si è ritirato (apparentemente) dalla politica attiva con accresciuto prestigio bipartisan, e che la stessa cosa è accaduta anche per Ruini, ma con molto meno prestigio, la politica vaticana si è trovata in preda alla guerra intestina tra il Card. Bertone ed il Card. Bagnasco. Il primo strenuo difensore della continuità di Ruini, Bagnasco per un attacco, senza se e senza ma, contro l’immoralità e l’inettitudine della maggioranza degli attuali politici, di destra e di sinistra, e per il ritorno dei cattolici ad un protagonismo sociale e politico rispetto all'attuale insignificanza a cui è stata ridotta da 17 anni di Ruinismo. La lotta tra i due è stata durissima e senza esclusione di colpi (vedi caso Boffo). Alla fine, nel mese di ottobre scorso ha vinto Bagnasco con l’aiuto determinante e determinato di Papa Benedetto XVI: d’ora in poi la Chiesa Italiana parlerà con una sola voce, cioè quella di Bagnasco. Bertone è servito e licenziato.
E Bagnasco ha parlato. Il 14 ottobre a Todi ha riunito i cattolici impegnati nel sociale e nella cultura. Rappresentano oltre 7 milioni di iscritti: comprendendo qualche loro familiare si avrebbe, virtualmente, un elettorato potenziale niente male. Il suo progetto è riunire tutti i cattolici italiani in unico soggetto “culturale“ di mediazione tra la Chiesa (Istituzione) e la società e la politica. Non un nuovo partito dei cattolici, ma, direi, una nuova “cosa bianca“. Il cantiere dei lavori è già aperto. Il prossimo novembre si riuniranno i parlamentari italiani cattolici militanti in “qualsiasi” attuale partito.
Il segnale è chiaro: tutti i cattolici italiani sono “chiamati alle armi“ contro la guerra aperta dai media, dalla politica liberista, dall'ateismo più beffardo, dal relativismo più indolente, dai poteri occulti più insofferenti contro la Chiesa Cattolica che, piaccia o no, è comunque rimasta l’ultimo e l’unico baluardo etico e culturale contro “l’immondizia” culturale, economica e politica prodotta dai poteri forti che pretendono di governare con potere assoluto il mondo e tutti noi. Da un Cardinale come Bagnasco, che è stato Ordinario dei cappellani militari italiani, e come tale equiparato dallo Stato Italiano ad un “Generale di Corpo d’Armata”, bisognava aspettarselo. A me il suo progetto mi interessa, anzi mi intriga molto. Sono disponibile a dare il mio contributo.
Pasquale Nevone
02 novembre 2011
Io come ex allievo della Scuola Diocesana di Formazione Sociale e Politica, credente praticante, dopo avere militato per un trentennio in diversi organismi religiosi, posso solamente essere felice dell'affermazione di S.E. Cardinale Angelo Bagnasco e mi auguro che possa avvenire. Tutti i politici che per definizione si dichiarano cattolici devono condividere ciò che S.S. Benedetto XVI ha definito principi irrinunciabili: il rispetto della vita dal concepimento alla fine naturale e della famiglia formata da uomo e donna uniti nel matrimonio, rispetto della libertà di educazione ai principi di sussidiarietà che regolano i rapporti tra la società e la cosa pubblica. I politici cattolici devono essere Liberi nelle scelte politiche ma non sulla scelte dei valori.
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