Elenco pagine statiche

lunedì 17 ottobre 2011

Regione Siciliana in difficoltà. Carenza di personale

Manifestazione di precari
di Sergio Potenzano - Quanto dieci regioni ordinarie. Quasi la metà del totale nazionale. Cifre da capogiro erogate per stipendi, indennità varie, premi, autoblu, contributi, viaggi, corsi di formazione, e così via. E  un capitolo a parte merita il fronte delle baby pensioni e pensioni d’oro, che non si contano.
Grazie alla Legge 104, chi ha in famiglia un parente gravemente malato può andare in pensione in un’età impensabile altrove. Ne hanno usufruito normali dipendenti e personaggi pubblici. Adesso si corre ai ripari. Il quadro desolante che affiora in tutta la sua fragorosa evidenza sta tutta in queste aride cifre. La spesa per dipendenti in servizio e pensionati (circa 37 mila) che la Sicilia impegna per il personale si aggira intorno ai 1,7 miliardi di Euro. I dirigenti sono dieci volte in più della Lombardia, mentre i dipendenti circa 6 volte di più. Tra le circa 21 mila unità in servizio, in 2.033 rivestono la qualifica di dirigente (in Lombardia sono appena 223). La popolazione in Sicilia è di circa 5 milioni di persone in Lombardia circa dieci milioni di abitanti. Il costo che grava ogni anno su ogni siciliano per mantenere tutto questo personale è di circa 350 euro. In Lombardia 22,5 euro, in Veneto 30 euro, Emilia Romagna 36,Piemonte 48. Le proporzioni non reggono per niente.
Dalla requisitoria sul Giudizio di Parificazione del Rendiconto Generale della Regione Siciliana del 2010, fatta dal Procuratore Generale della Corte dei Conti Giovanni Coppola, il 30 giugno 2010, si rileva che la Regione Siciliana aveva, alla fine dello scorso anno, 13.205 dipendenti a tempo indeterminato e 7.512 a tempo determinato. E mentre quelli a tempo determinato sono diminuiti di 323 unità, continuano ad aumentare i lavoratori a tempo determinato. Il frutto di decenni di precariato, recenti stabilizzazioni e ulteriori infornate.
Va anche detto, a ragion del vero, che l’alto numero di dipendenti in confronto alle altre regioni è legato alle maggiori competenze della Regione Siciliana. Per esempio: i dipendenti del corpo forestale, così quelli dei beni culturali, i musei e le sovrintendenze, sono regionali. Ed anche i servizi della motorizzazione, gli uffici del genio civile; quelli regionali e provinciali del lavoro compreso gli ispettorati, mentre in altre regioni sono statali. Ma ciononostante, il confronto e le proporzioni risultano sempre a sfavore della Sicilia. 

Tutto questo, però, potrebbe essere il giusto prezzo da pagare per una qualità e quantità di servizi da primato, come le più avanzate società moderne. E invece no. Manca personale. Non è una barzelletta. Se si chiede a qualche responsabile di uffici operativi (ce ne sono) della Regione, è facile sentirsi dire che c’è carenza di personale (sic!). Così come per la fruizione di importanti musei, di siti archeologici, di beni artistici e monumentali, mete di turisti e visitatori da ogni parte del mondo. Che, se sbagliano l’orario d’ufficio restano fuori dai cancelli. Perfettamente sbarrati proprio quando ce ne sarebbe maggiore bisogno. E cioè, durante le festività, negli orari serali e nei periodi feriali. Un risultato sconcertante! Mentre si sa benissimo quanti ex lsu (di ogni specie e sigla) risultano ancora sottoutilizzati, oltre che demotivati per un impegno lavorativo tutt’altro che soddisfacente, per loro e per i cittadini.

Sergio Potenzano
17 ottobre 2011

1 commento:

  1. se si guarda al conto dei dipendenti pubblici del 2009, ultimo disponibile emesso dalla ragioneria generale dello stato emerge che la virtuosa Lombardia è la regione con il numero maggiore dei dipendenti pubblici pari a quasi il 13% del totale nazionale, rispetto alla Sicilia che è quarta con poco più del 9%. la differenza tra le due regioni sta nel fatto che mentre in Lombardia tutte le funzioni vengono svolte dallo stato anche e sopratutto in termini di portafoglio, in Sicilia le funzioni sono svolte dalla regione con il proprio portafoglio. la legge regionale 53/1985 con la quale la regione si fa carico di tutte le funzioni statali con il passaggio del personale, prevedeva la creazione di una paritetica stato regione, per quantificare il contributo che lo stato avrebbe dovuto versare alla regione in forza del passaggio e non se ne mai fatto niente ovviamente a danno della regione. Poi affermare che la Sicilia equivale a 10 regioni ordinarie è un ragionamento oserei dire manicheo, se sopratutto non si dicono quali siano le 10 regioni, per il semplicissimo fatto che si può parlare di 10 regioni che messe insieme non raggiungono il dato demografico siciliano ossia i quasi 6 milioni di abitanti, e senza dire lo specifico stato dei servizi per singola regione. sulle carenze del personale, nn vi è dubbio che vi siano punti scoperti, come ad esempio il corpo forestale, ma vi sono pure situazioni di comodo che andrebbero prese di petto e corrette. enzo costanzo

    RispondiElimina