Si trasferirono in una sala di Montecitorio oggi conosciuta dell'Aventino, e fu il preludio del triste regime. La seconda il 14 ottobre 2011, per il voto di fiducia al governo Berlusconi. Per la verità la fiducia n. 51. Passaggio d'aula necessario dopo la botta della bocciatura dell'art. 1 del rendiconto di bilancio 2010 avvenuta con un pari che però equivale a un voto contrario.
La fiducia é passata con 316 voti, maggioranza assoluta, contro 301. Ma veniamo al punto. I principi fondamentali della democrazia nei sistemi parlamentari sono la partecipazione alle scelte e il diritto-dovere di esprimere liberamente il proprio voto. Anche, e a maggior ragione, in presenza di pareri diversi e diametralmente opposti. Il voto e la partecipazione, quindi, assumono un valore primario. E proprio per questo, “l’operazione politica”, miseramente fallita, voluta fortemente dal leader dell’Udc, ha segnato un altro punto negativo per la politica.
Gli scranni delle opposizioni abbandonati, l'aula di Montecitorio semivuota. Se si voleva dare un ulteriore contributo al diffuso sentimento dell'antipolitica, questo è stato. Così come il gratuito attacco al manipolo dei radicali accusati di "tradimento" perché hanno partecipato al voto, non a favore del governo, ma solamente perché hanno esercitato il loro diritto dovere di parlamentari. Dice l'art. 67 della Costituzione "senza vincolo di mandato". E adesso rieccoci al punto di partenza. Per l'opposizione, e pare per la maggioranza del Paese, Silvio Berlusconi deve andare via.
Il Parlamento, però, ancora una volta, ha detto di no. E anche disquisendo sui metodi e le soluzioni adottate dal premier per ottenere la fiducia, il risultato non cambia di una virgola. Forse sarebbe molto più proficuo, allora, e molto più utile, se tutte le forze politiche anti-Silvio si coalizzassero. Per proporre una vera e profonda alternativa. Per affrontare con coraggio, rigore e impegno le pesanti sfide che il Paese ha davanti. Gli italiani non aspettano altro. Tutto il resto è già visto e passato. E grave.
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Il Primato della Politica
E' vero quanto è stato detto. L'elettore che, giustamente in maniera critica condanna questo modo di fare (ed io sono fra questi), avrebbe pure il diritto di sapere quali sono le proposte chiare e non populistiche della attuale opposizione.
RispondiEliminaNon è politica quella di non entrare in aula per fare mancare il numero legale, il dovere dell'opposizione è opporsi con ragionamenti validi e a viso aperto.
Quando i due fronti si oppongono con mezzucci dimostrano al popolo la loro pochezza.
Questo modo di fare suscita indignazione e conseguente protesta dei cittadini che però molte volte vengono manipolati dalla politica (tutti gli schieramenti).E allora facciamoci sentire.
Abbiamo mai provato a lasciare tutti l'automobile per protestare contro gli aumenti delle assicurazioni e dei carburanti?
Abbiamo mai provato, dico ai cacciatori, di non andare a caccia per un anno e quindi non fare i versamenti?
Abbiamo mai provato a non fare (per protesta)la dichiarazione dei redditi?
Nessuno di noi ha mai provato e (per carità) abbiamo tutti ragione; c'è chi usa l'auto per lavoro e non può fermarsi; c'è chi lavora con e per i cacciatori; tutti noi abbiamo paura nel non presentare la dichiarazione per gli evidenti postproblemi.
Ma una su tutti concedetemela: nessuno e dico nessuno si presenti ai seggi per votare, questa è la vera rivoluzione civile e come dire a tutti i partiti e candidati: "PER ME NON ANDATE BENE NESSUNO"
Meditate gente, meditate.
GIUSEPPE A.