di Giangiuseppe Gattuso - Ci siamo. Dopo sussurri, indiscrezioni, chiacchiericci, autocandidature storiche, arrivano i primi veri nomi. Il primo è Roberto Lagalla. Rettore dell’Università degli Studi Palermo, personalità forte, attento navigatore della politica, ex assessore regionale alla sanità, e con ottimi legami ai livelli alti.
Di area moderata, aperto al confronto e per certi versi trasversale. Ma, come al solito, di questi tempi e con questo sistema politico, le candidature sorgono così. Niente dibattito, niente partecipazione, niente assemblee e riunioni di organi di partito. Non serve. O, almeno, questo ci fanno credere. Ma nessuno ci potrà togliere la voglia di partecipare, di chiedere, di denunziare e proporre le questioni che riteniamo importanti per questa città.
Il parere dei cittadini, delle forze sociali, dei giovani, delle donne, degli anziani, di quel che resta dei partiti e di chi ancora ci crede, non può essere bypassato. Abbiamo bisogno di sapere cosa propongono, cosa pensano, con quali forze e quali risorse, e con il consenso di chi affronteranno la corsa per la guida di Palermo. E se il concetto di primarie, la possibilità degli elettori e militanti di decidere il candidato di un partito non ha trovato la giusta soluzione, non è lo stesso possibile accettare, a scatola chiusa, le indicazioni - imposizioni verticistiche, gli accordi e le decisioni che, di fatto, emarginano la partecipazione e stravolgono il senso stesso di democrazia.
E tutto ciò a prescindere della bontà o meno del candidato. Lagalla, e gli altri che verranno, farebbero bene a porsi questa importante questione.
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Il parere dei cittadini, delle forze sociali, dei giovani, delle donne, degli anziani, di quel che resta dei partiti e di chi ancora ci crede, non può essere bypassato. Abbiamo bisogno di sapere cosa propongono, cosa pensano, con quali forze e quali risorse, e con il consenso di chi affronteranno la corsa per la guida di Palermo. E se il concetto di primarie, la possibilità degli elettori e militanti di decidere il candidato di un partito non ha trovato la giusta soluzione, non è lo stesso possibile accettare, a scatola chiusa, le indicazioni - imposizioni verticistiche, gli accordi e le decisioni che, di fatto, emarginano la partecipazione e stravolgono il senso stesso di democrazia.
E tutto ciò a prescindere della bontà o meno del candidato. Lagalla, e gli altri che verranno, farebbero bene a porsi questa importante questione.
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Basta con i sindaci calati dall'alto.
RispondiEliminaIl nostro ordinamento giuridico parla di democrazia rappresentativa.. bene, quale migliore occasione per dar voce ai cittadini. VOGLIAMO LE PRIMARIE
bisogna riavvicinarsi al concetto di partecipazione democratica, che in italia è un pallido spettro, le primarie sarebbero un buon viatico, ma non credo siano nelle corde dei dirigenti del pdl.
RispondiEliminale primarie possono farle solo i cittadini, di destra, sinistra, centro, sud, nord, est, ovest, l'importante è che siamo noi a scegliere, cambiando un vento che tira forte da troppi anni.
Sarebbe preferibile un sindaco giovane, disoccupato ed arrabbiato
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RispondiEliminaCordialmente, Giangiuseppe Gattuso.
penso che la parola "democrazia" in politica sia stata da sempre abusata, "cu' cumanna fà liggi", chiunque è in plitica sà di dovere mantenere certi equilibri altrimenti sei travolto. questo non significa che ogni uomo non debba esprimere il proprio parere o le proprie personali idee. detto ciò pur non essendo di parte, gradirei un confronto tra personalita' forti e senza dubbio il dott. La Galla lo è. non foss'altro per essersi formato all'ombra di eminenti personalità che da sempre hanno avuto ruoli di rilevanza internazinale. è una persona colta e "U' sapì unn'à a mìettiri i manu", pertanto ben vengano queste persone l'importante è il bene della nostra città e dei suoi abitanti poi saranno i cittadini a scegliere " democraticamente " U' Sinnacu. grazie
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