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sabato 10 settembre 2011

Il problema vero dell'Italia

L'Italia immobile
A volte non è necessario scrivere propri pensieri affannandosi nella ricerca dell'originalità. Basta condividere, apprezzare e, se si vuole, commentare le tesi di altri. Questo è il caso. E noi ne condividiamo pienamente il senso e il significato più vero e profondo. Per questo riportiamo, per intero, alcuni brani dell'articolo di fondo del Corriere della Sera di sabato 09 settembre 2011, scritto da Ernesto Galli della Loggia, confidando nella sua benevolenza.
L'autore, dopo aver sottolineato la goffaggine del governo nell'affrontare la grave crisi che attanaglia il paese, il balbettio dell'opposizione incapace di una alternativa seria, la casta tanto odiata che tutti ci sentiamo così bravi e onesti a detestare, affronta e spiega con spietata crudezza la questione.

"Il problema vero, profondo, strutturale dell'Italia  sta nell'esistenza di un immane blocco sociale conservatore il cui obiettivo è la sopravvivenza e l'immobilità.
È questo il macigno che ci schiaccia e oscura il nostro futuro. Il blocco conservatore-immobilista italiano è un aggregato variegatissimo. Ne fanno parte ceti professionali vasti e ferreamente organizzati intorno ai rispettivi ordini, gli statali sindacalizzati, gli alti burocrati collegati con la politica, i commercianti evasori, i pensionati nel fiore degli anni, i finti invalidi, gli addetti a un ordine giudiziario intoccabile, i tassisti a numero chiuso, i farmacisti contingentati, i concessionari pubblici a tariffe di favore, il milione circa di precari organizzati, gli impiegati e gli amministratori parassitari delle spa degli enti locali, gli imprenditori in nero, i cooperatori fiscalmente privilegiati, i patiti delle feste nazionali, i nostalgici della contrattazione collettiva sempre e comunque, le schiere di elusori fiscali, gli imprenditori in nero, gli aspiranti a ope legis e a condoni, quelli che non vogliono che nel loro territorio ci sia una discarica, una linea Tav, una centrale termica, nucleare o che altro"

E per Galli della Loggia è fondamentale che ci sia "una politica capace di dire le cose banali ma vere di cui sopra, di dire questa verità, che la società italiana è questa qui. Invece tra la politica e il blocco conservatore-immobilista si è da tempo stabilito un rapporto di assoluta complicità". "Forte della debolezza della politica, delle sue pessime prove, la società italiana sembra non voler riconoscere più alcun potere di direzione alla politica stessa, ma ne cerca l'appoggio necessario per la sua sopravvivenza spicciola. Essa si muove in questa ricerca con consumata spregiudicatezza, tanto a destra come a sinistra, utilizzando per i propri interessi tutto l'arco della rappresentanza parlamentare. 

Ogni gruppo sociale e segmento professionale sa di poter contare sui suoi deputati e senatori di riferimento (particolarmente rilevante il caso dei magistrati e degli avvocati che hanno a disposizione un vero e proprio partito ombra), i quali intervengono puntualmente a difendere i propri tutelati. E il governo, la maggioranza, e in modo solo meno diretto anche l'opposizione, si mostrano incapaci di fare scelte dure ed esprimere indirizzi rapidi, incisivi e coerenti. Perché di fatto totalmente in balia del blocco conservatore-immobilista, perché ricattati e minacciati dai milioni e milioni di cittadini impegnati allo spasimo perché tutto resti com'è.  

Un Paese vecchio, immobile, paralizzato e prigioniero del suo passato. Nel quale troppi hanno costruito la propria esistenza sfruttando rendite di posizione, contingenze favorevoli irrepetibili, trincerandosi in ben muniti fortini corporativi". Ma, conclude Ernesto Galli della Loggia, "un Paese che fino a ieri poteva forse credere di essere una sicura Fortezza Bastiani, oggi, quando il tempo dei barbari è forse arrivato, assomiglia sempre di più a un disperato Forte Alamo".

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3 commenti:

  1. L'articolo di Ernesto Galli della Loggia rispecchia la reale società italiana, analisi che condivido completamente. A mio avviso, inoltre, bisogna evidenziare anche un altro fenomeno sociologico,tipicamente italiano, che in Sicilia risulta di dimensioni ancora più grandi.
    Mi riferisco, in particolare, al comportamento tipico dell'italiano come individuo, che è democratico, liberale e disponibile per tutto ciò che riguarda gli altri, ma se c'è qualcosa che interagisce con la propria sfera personale, che possa intaccare i suoi privilegi o i suoi diritti acquisiti allora si chiude a riccio e cerca con tutti i mezzi di impedire che ciò accada.
    Gianni Mastrilli

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  2. Questa mattina, su canale 5, il Ministro Brunetta, durante un'intervista, a una domanda sui costi della politica, invece di rispondere sul merito, ha - indegnamente e apertamente - rivoltato l'argomento in minaccia, dicendo che a incrementare i costi della politica, sono anche quelli del sindacato e quelli dei contributi ai giornali (!) e che, comunque, da 10 anni si taglia sulla politica. Se dovesse esser vero, significherebbe che, 10 anni fa, i costi della politica erano semplicemente faraonici! In che mani siamo...
    Salvo Geraci

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  3. Stasera ha visto il programma su RAI tre di Riccardo Iacona “Presa diretta” sui problemi della crisi economica : sono davvero stupito e provo una grande ammirazione per i tedeschi. Dopo l’abbattimento del muro di Berlino nel 1989 che ha portato alla riunificazione delle due Germanie, i tedeschi dell’ovest e quelli dell’est hanno siglato un “Patto di solidarietà” in base al quale i primi, e cioè i più ricchi, avrebbero aiutato, per almeno 30 anni ( e cioè, fino al 2019 ) i fratelli più poveri ( quelli dell’est ) a rialzarsi e a mettersi al pari per rilanciare l’intera nazione. Ora, al di là dell’attuale congiuntura economica che vede in sofferenza anche la Germania, quello che credo sia più significativo di tutta questa storia è che nel giro di 20 anni la parte orientale della Germania è cresciuta, sia economicamente che socialmente in modo esponenziale, raggiungendo ormai un livello di sviluppo al pari della Germania occidentale. Ciò è dovuto all’autotassazione delle regioni più ricche in favore di quelle meno sviluppate e ad un piano programmatico di investimenti, sovvenzionamenti, e di rilancio economico guidato dallo Stato e da investitoti privati, che ha portato a: 1) riammodernare le infrastrutture dell’est con circa 7.000 Km. di nuove autostrade, 5.000 Km di nuove ferrovie con treni modernissimi che portano pure in Siberia ( Berlino oggi ha la Stazione ferroviaria a più elevazioni più grande d’Europa ), 2) finanziamenti per riqualificare a livello economico ed architettonico intere aree, città e quartieri dell’est, ancora devastati dalla grande guerra; 3) rinfocolare lo spirito unitario della nazione.
    Oggi la Germania è una grande nazione anche per questo.
    Se penso a tutto ciò, e poi guardo il panorama meschino e miserabile del nostro Paese, che come, e anzi peggio della Germania, è diviso da 150 anni, e in cui i ns. politici non pensano ad altro che alla propria poltrona, in cui quattro cialtroni del Nord, per ragioni di portafoglio, pensano non a riunificate economicamente il Paese per il suo rilancio, ma addirittura vivono solo per separarsi dal resto d’Italia ( il Sud può pure marcire per loro ), in cui il Sud, al di là dei demeriti della classe politica che ci ha amministrato, è sempre stato abbandonato a se stesso ed oggi è un’area sempre più vicina all’Africa, se penso a ciò, ….beh il mio pensiero va al 1789 alla BASTIGLIA oppure al 1917 a MOSCA……….
    Buona notte.

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