venerdì 16 settembre 2011

D E R I V E . . .

di Salvo Geraci - In questi ultimi giorni si leggono sempre più frequentemente notizie sulla nascita nella città di Palermo di nuovi gruppi impegnati nell'ambito del civile. In sé nulla di straordinario. Era previsto che, come reazione alla spudoratezza berlusconiana e dei ‘berluscones’, si arrivasse a nuove forme di reazione; si temeva addirittura la rivolta di popolo.

In fondo, riteniamo che sia un bene che i siciliani siano molto ponderati nell'assumere iniziative, avviate le quali, non si tornerebbe più indietro.
È tipico del genotipo siculo, quando non può menar le mani, utilizzare in modo forbito ma tagliente, la lingua, le parole, il discorso. Come reazione, dunque, alla grave situazione che stiamo vivendo, tanti nostri concittadini reagiscono costituendo circoli, associazioni, cooperative e quant'altro può essere immaginato come luogo di uso della parola. 


È fatale che molte iniziative aggregative si perdano per strada poiché se c'è un nemico da battere (e se non c'è, è ancora peggio), quel nemico non è un qualsiasi Sindaco di Palermo, la classe dei superburocrati, i dirigenti arroganti, tutte persone tetragone ma individuabili e individuate, e che, alla fine, difendono il proprio ‘status’ .Il nemico è molto meno visibile e più agguerrito: esso è nei gruppi stessi che si organizzano.
Vediamo un po’ meglio come stanno le cose. 

Ecco che ritornando al particolare, troviamo questa notizia che ci annuncia l'iniziativa di un gruppo di intellettuali i quali, in un primo momento, apparirebbero come i soliti uomini di buona volontà che spendono fatica, denaro e tempo per cercare di far sentire nel deserto la propria flebile voce.
Ma ecco la sorpresa: non siamo più all'appello di Don Sturzo ai liberi e forti, e nemmeno a quello di Ardigò ai mondi vivi e vitali!
Si tratta di intellettuali, anche abbastanza inseriti nelle strutture amministrative culturali e politiche del territorio, che sostanzialmente parrebbe si candidassero a gestire la cosa pubblica. 


E già questo è parzialmente rivoluzionario, pur presentato sommessamente; ma è straordinaria la modalità secondo la quale essi intendono costituire i gruppi di azione.
Viene addirittura tracciato un identikit. Ma ritorniamo alla fattispecie. Questi amici intellettuali onesti dovrebbero essere assolutamente dotati di professionalità e terzietà asseverata dalla città (come?).

E - in una seconda fase - questi signori dovrebbero costituire tra essi stessi una sorta di comitato di‘probiviri’ con il compito di vagliare le proposte di candidature, a qualunque livello, dimostrando di possedere competenze che legittimino l'aspirazione a costruire il Bene comune. Ancora: rilasciando, a chi liberamente lo richiedesse, un giudizio di "idoneità" correlato al ruolo cui ci si intende candidare. Da utilizzare, in caso positivo, come elemento di presentazione ai potenziali elettori.
Come si può pensare che un movimento di tale portata ed importanza, almeno nelle intenzioni, nasca quasi esclusivamente dall'alto e con una struttura così rigida?!
Il Movimento si sta ingrossando in pochi giorni, evidentemente avendo gli appartenenti reciprocamente certificato e legittimato il proprio profilo, come conforme a quello ideale prospettato. Scorrendo i nomi delle persone che hanno aderito, quasi tutti conosciuti, troviamo uomini di valore, alcuni più degli altri.

Con rispetto mi rivolgo a loro per chiedere se non temono che una iniziativa come quella alla quale hanno aderito, non possa configurarsi come iniziativa a rischio di deriva... non voluta né immaginata; ciò oltre i pericoli derivanti dall'autolegittimazione e dalla esclusione dei normali criteri democratici. E ancora, cosa si vorrebbe fare? Una sorta di comitato di saggi per dare la patente di candidato, un’idoneità al concorso elettorale e un salvacondotto per la politica? Insomma, una sorta di giudizio preventivo certificato





Sono domande sincere. Sappiamo che qualcuno ci saprà dare la risposta, ma abbiamo comunque ritenuto di rifletterci su perché, considerati i tempi, non possiamo più consentirci di andare avanti nella palude senza sapere dove stiamo andando e attraverso quali mezzi ci arriveremo.

Salvo Geraci
16 settembre 2011

1 commento:

  1. SE LO DICE IL PRESIDENTE!

    "Il mondo sta cambiando ... tutto il mondo, e del tutto." Praticamente questo ha detto il Presidente Napolitsno in un recente incontro istituzionale. Pare che sia un vizio degli ultimi presidenti, quello di 'esternare' liberamente, giunti alla senescenza della carica. Forse un modo per restare più impressi nella mente dei cittadini, per restare nella Storia. Non sembra però una grande idea quella di esprimersi in modi così definitivi, proporre visioni escatologiche che a nulla portano se non al disimpegno ed al "viviamo fin quando si può, come si può"! Altro che essere morigerati. Sembra un invito alla nuova Babilonia. Ciò a riprova ulteriore del fatto - se ce fosse stato bisogno - che, oltre una certà età, se si gestiscono cariche pubbliche, è opportuno che almeno si sia affiancati da un 'team' di consiglieri pazienti e coraggiosi, in grado di pensare con la propria testa ed esprimere le proprie opinioni, non degli 'yes-men'!

    Salvo Geraci

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