di Giangiuseppe Gattuso - La diffusione della notizia “l’Europa sta per cancellare i fondi per il ponte di Messina” ha scatenato, su facebook, i commenti soddisfatti dei contrari. Quelli convinti dell’assurdità dell’idea e pronti quasi a combattere pur di non vederlo realizzato. Ma tant’è. Vogliamo fare, invece, una riflessione più generale.
Nel paese mancano molte infrastrutture e, per i motivi più diversi, la realizzazione di tante altre, viene bloccata per anni e anni. Poi ci sono le opere annunciate, sbandierate, ideate e progettate come il Ponte di Messina, costato finora un sacco di quattrini.
Nel paese mancano molte infrastrutture e, per i motivi più diversi, la realizzazione di tante altre, viene bloccata per anni e anni. Poi ci sono le opere annunciate, sbandierate, ideate e progettate come il Ponte di Messina, costato finora un sacco di quattrini.
E quelle che non si devono fare perché l’ispiratore è un politico che non piace. Quelle che fanno male all’ambiente sol perché passano vicino casa, e quelle che, se si fanno, si devono fermare immediatamente perché c’è la mafia o, anche, la sola lontana ipotesi. Assistiamo, ormai, impotenti ad una generalizzata cultura del “non fare“.
Un sentimento diffuso e negativo che condiziona l’intero settore e l’economia del paese. E quando tutto sembra pronto per iniziare, anche a lavori consegnati e cerimonie inaugurali svolte, c’è sempre qualcuno pronto a fare un ricorso al Tar. E si riferma tutto. Ma se guardiamo più in la del nostro orizzonte, alle tante opere realizzate in altri paesi, il confronto fa emergere la differenza in tutta la sua sconvolgente evidenza.
La grandiosità, l’efficienza, l’accuratezza e i tempi di realizzo, sono per noi inarrivabili. Come se gli altri fossero marziani. Come se in Italia ci fossero tante fate cattive con la bacchetta magica a cristallizzare ogni cosa. Fermo, tutto fermo. E, a prescindere dal Ponte di Messina. Va bene così?
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A prescindere da tutto, invece il ponte si potrà fare perchè lo schema finanziario lo prevede. Una volta costruito sarà gestito con qualche manutenzione e pedaggi a gestione trentennale, e forse anche 50 anni visto che il ponte avrà una durata utile di ben 200 anni. Dopo il periodo di gestione trentennale questi guadagni si trasformano in un utile netto per le cosietà che lo hanno costruito, i privati e forse anche lo Stato. Ormai abbiamo il progetto definitivo e secondo la Legge Obiettivo devono passare 6 mesi perchè il Cipe si riunisca per approvarlo, e ciò se ne parla verso Febbraio 2012. Una volta l'OK definitivo dal Governo l'iter non lo ferma più nessuno e i privati indicono una gara per il reperimento della restante parte dei finanziamenti, quelli non statali. Una volta partiti i lavori veri e propri se ne parla nel 2018 per vederci passare un Tir o un Eurostar (sui binari). Intanto entro Febbraio 2012 Completeranno i lavori per la variante ferroviaria di Cannitello (RC) e per gli svincoli Autostradali di Giostra/Annunziata (ME) sulla A20 Messina-Palermo, che servirà per attaccare il Ponte alla nuova autostrada A3 Salerno-Reggio ristrutturata e riammodernata.
RispondiEliminaDetto questo concludo dicendo che è sicuro finchgè c'è questo governo che l'iter andrà avanti con l'OK definitivo e che probabilmente al seguito dell'approvazione finale da parte del CIPE, gli altri fondi saranno reperiti da parte dei privati. Ma prima di esultare io voglio vedere aprire anche i cantieri principali, delle due torri, degli ancoraggi etc. Prima di esultare e dire che il ponte non ce lo leva più nessuno.
Per il ponte va bene quello che dice Antonino, ma per le cattive gestioni e per i bastoni in mezzo alle ruote è tutto da rivedere, ma ancora una volta la colpa è della politica sporca che fa le cose per un proprio tornaconto e non importa se si investono miliardi che lasciano incompiute in tutti i settori.
RispondiEliminai nostri POLITICI di oggi mettono a dirigere persone che in quelcampo sono come un professore senza fare elementari , medie, e licei oppure come i tanti pseudo dentisti che da anni esercitano la professione.
cosa vogliamo da queste persone se non lasciare tutto come prima per non sbagliare.
Vorrei usare la vicenda del ponte sullo stretto come metafora del distacco attuale fra gli interessi nazionali e quelli della Sicilia e del meridione in genere.
RispondiEliminaNon mi appassiona piu' l'idea di una struttura pensile fra messina e la calabria.
mi provoca insofferenza la vicenda di Termini Imerese, la malgestione della regione Siciliana, del comune di Palermo, della sanita' misurata in denaro con l'abolizione della cardiochirurgia pediatrica a Palermo etc etc etc.
Da quando sono nato sento parlare delle doti salvifiche di un ponte sullo stretto, mentre negli anni ho visto allungare smisuratamente le sponde reali fra la sicilia e il resto d'Italia.
Intendo le sponde sociali, le sponde culturali, le sponde relative alla produzione re alla distribuzione di benessere.
proporrei pertanto, in attesa che venga realizzata la struttura pontile, un gioco intellettuale sulla creazione di ponti immaginari idonei a coprire il ritardo della Sicilia rispetto al resto della nazione.
Non cito l'europa perche' abito a Palermo e non immagino nemmeno una potenziale assimilabilita' con altri paesi europei .
E' vero, molti osteggiano il ponte per partito preso, cioè perché la questione l'ha riaccesa recentemente il governo B.( e questi, secondo me sono i deficienti ), altri la osteggiano per ragioni di impatto ambientale o geologico-sismiche ( e questi, avrebbero qualche piccola ragione, ma alla fine, secondo me, esagerano ), altri ancora, pur essendo non contrari al ponte, sono tuttavia scettici ( e io sono tra questi ) perché ritengono che, prima del ponte dovrebbero realizzarsi alcune altrettanto grandi opere infrastrutturali sia nell'isola che nella parte del sud che "aggancerebbe" l'isola ( creare, ad es. una rete ferroviaria al pari di quella che da Roma in su collega le grandi città e queste con i piccoli centri,con tutta una serie di centri commerciali, e realizzazione di annessi e connessi, capaci di far "tenere" la portata gigantesca in termini sviluppo socio-economico dell'impatto del ponte nel territorio.
RispondiEliminaSalvo Castellese
RispondiEliminaNon completeranno i raddoppi ferroviari e quindi non arriverà l'alta capacità fino a Palermo se il ponte non si fa, perchè nessuno investe dove non si conviene investire. Fare una tav senza ponte per fini solo regionali è antieconomica ! Il ponte è un tasello fondamentale per le altre infrastrutture e per il loro futuro completamento come per esempio la ferrovia Messina-Palermo, per la quale il tratto Patti-Castelbuono è ancora a binario unico. Io invece non sono scettico, e fino ad oggi hanno pubblicato l'elenco degli espropri, che diverrà esecutivo se e quando il CIPE darà l'OK definitivo. Il sito della società Eurolink mandataria di Impregilo che ha pubblicato il materiale dedicato agli espropri lo trovate quì: www.eurolinkpdm.it/index_file/frame.htm
Quanto alle immagini del progetto definitivo: quì www.projectmate.com/sdm/ accessibile come username "stampa" e password medesima "stampa". Digitate "stampa" nei due campi del login e vedrete i rendering ed i video del progetto definitivo del ponte di messina.
In linea di principio non sono contrario alla realizzazione del ponte sullo stretto, ritengo però che in questo momento storico siano più urgenti altre infrastrutture una ferrovia degna di questo nome che colleghi le città siciliane in un tempo adeguato al 2011, che venga realizzata una efficiente rete stradale, che vengano costruiti porti turistici, in modo da incrementare i flussi turistici. In altre parole che vengano realizzate quelle infrastrutture necessarie per la modernizzazione e lo sviluppo della Sicilia e creare la base x attirare gli investimenti nella nostra Regione. Occorre, a mio avviso, favorire lo sviluppo delle principali risorse della Sicilia che sono il turismo, l'agricoltura, la sua storia e la sua posizione al centro del Mediterraneo che ne ha fatto x secoli la culla della cultura e del commercio.
RispondiElimina25 agosto alle ore 19.40
Per costruire il Ponte sicuramente si deturperanno alcuni posti, ma consideriamo a quanta gente darebbe lavoro in fase di costruzione, di manutenzione, di pedaggi etc. etc.
RispondiEliminaPer non parlare del prestigio della costruzione e delle visite turistiche da tutto il mondo. Pensate si chiamerà Ponte di Messina, in tutto il mondo si parlerebbe di Messina.
In qualsiasi Paese civile quando viene approvata qualcosa chiunque si insedia dopo, volente o nolente, continua la procedura. Da noi si finanzia la progettazione si costituiscono i consigli di amministrazione si cominciano a spendere soldi per poi chi subentra ritirare il tutto e spendere altri soldi per penali e liquidazioni.
E' questo il modo di amministrare?
Meditate gente, meditate.
GIUSEPPE A.