di Giangiuseppe Gattuso - Giornale di Sicilia, sabato 23 luglio 2011. L’importazione di prodotti agricoli da oltre lo stretto è a livelli record: importiamo l’80% della carne (ottanta per cento), e lo stesso per il latte e i formaggi. E poi il 60% dell’olio d’oliva. E percentuali elevate anche per gli agrumi! Insomma complessivamente importiamo il 68% di tutto ciò che consumiamo, da altre regioni e dall’estero.
Non c’è che dire. Incredibile ma vero. Altro che prodotti locali, filiere produttive, valorizzazione dei territori e delle produzioni tipiche e sane perché prodotte dai nostri contadini nelle nostre buone terre sicule! Praticamente appena tre siciliani su dieci consumano alimenti e prodotti siciliani.E l’Assessore catanese Elio D’Antrassi, fedelissimo di Lombardo, come se questo bastasse a risollevare le sorti degli agricoltori siciliani, si è accorto che non c’è un surplus di produzione ma, invece, una lenta agonia degli imprenditori agricoli nostrani. Che si può fare? La politica, come sempre, latita, gli incentivi e gli investimenti stentano ad arrivare e i fondi europei restano dove sono.
Anni e anni di sprechi, di impianti irrigui da realizzare, progettare, ristrutturare, dighe piene e acqua che si perde, consorzi di bonifica macchine mangiasoldi. E l’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA!), il nome fa sorridere, un giorno si e l’altro pure viene dato per chiuso o invece no. Altro che speranze per i giovani. Altro che sviluppo per questa nostra martoriata terra. Ci vuole un sussulto d’orgoglio.
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