di Giangiuseppe Gattuso - Amministrare, governare, una città come Palermo è difficile. Molto difficile. Così come lo è, oggi, ogni comune d'Italia e ancor più della Sicilia. Ma non abbiamo però alcun dubbio che Palermo, oltre alle oggettive difficoltà, da troppi anni è mal governata. Responsabilità equamente distribuite tra politici, amministratori, tecnici, burocrati e cittadini.
Partiti di maggioranza e partiti di opposizione, organizzazioni sociali, imprenditoriali e sindacali. Tutti, ognuno per la loro parte, nessuno escluso. E vediamo perché. Leoluca Orlando ha governato Palermo come sindaco per circa 12 anni, dal 1985 al 1990 e dal 1993 al 2000. Ma è stato nell’amministrazione cittadina dal 1980 (complessivamente quindi 20 anni di permanenza nell’amministrazione di Palazzo delle Aquile) e ricoperto anche l’incarico di assessore della Giunta Martellucci. La sua attività come sindaco ha certamente segnato quegli anni. Una instancabile battaglia contro il suo ex partito la democrazia cristiana e i potenti di quel tempo. Una sbandierata e mediaticamente possente lotta alla mafia.
Tantissime iniziative internazionali da essere considerato un sindaco fuori dal comune. Ricordiamo una tra le più significative. Il 23 luglio del 1997 negli Stati Uniti, in Virginia, dopo un processo e una condanna alla pena di morte, il sig. Joseph O’ Dell venne giustiziato. Leoluca Orlando in quella occasione condusse una giusta battaglia contro la pena capitale così come altri politici e movimenti italiani. La sua azione però è andata oltre ogni aspettativa. Dopo essere stato di persona in Virginia dal Governatore per chiedere la grazia, organizzò con un grande spiegamento di mezzi e relativa propaganda, il trasporto del cadavere del povero O’ Dell a Palermo e sepoltura nel cimitero di Santa Maria di Gesù. Ovviamente a spese del comune. I risultati furono modesti e negli Stati Uniti l’iniziativa passò quasi inosservata.
I grandi problemi di Palermo le carenze strutturali a cominciare dalla circonvallazione, la viabilità, il traffico, i servizi sociali, invece, rimasero irrisolti. Il teatro Massimo, però, dopo lunghi anni di chiusura per lavori, riuscì effettivamente a riaprirlo al pubblico. È vero non lo ha costruito, ma per Palermo è stato un grande risultato. Così come completò il sottopasso di via Pitrè utilizzando nientemeno che i tecnici e la forza lavoro dell'esercito.
A Palermo può accadere anche questo. Altrove un lavoro del genere sarebbe considerato un banale e semplice intervento pubblico. Ma Orlando avrebbe potuto e dovuto fare di più, molto di più. Ne aveva i mezzi e tutte le condizioni a favore. Ma è andata così. E dopo di lui l'attuale sindaco Cammarata con gli enormi problemi delle aziende comunali e delle società partecipate, l’altissimo numero di precari di ogni genere, la drastica riduzione dei trasferimenti di risorse sia dallo Stato che dalla Regione. Le oggettive difficoltà politiche, e la sostanziale incapacità.
Oltre che una rappresentanza consiliare non all'altezza insieme a una forma di rassegnazione e di apatia dilagante. Ma questo è triste storia quotidiana.
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11 giugno 2011
11 giugno 2011
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