di Giangiuseppe Gattuso – L’idea mi è venuta leggendo l’articolo di Alberto Mario Banti, sulla ricca buonuscita di Luca Cordero di Montezemolo per l’addio alla Ferrari, lo scorso 11 settembre, su www.il fattoquotidiano.it.
L’autore ipotizzava di applicare, in un periodo di crisi nel quale tutti hanno il dovere di fare sacrifici, e a maggior ragione nel caso di un super-ricco come Montezemolo, un’aliquota IRPEF del 72%. Incuriosito ho cercato di approfondire la questione.
Da anni l’Italia si dibatte tra le mille difficoltà di una grave crisi economica senza precedenti. Intellettuali, economisti, osservatori forniscono studi sulla situazione reddituale delle famiglie, la tassazione e l’imposizione fiscale. Nelle librerie le pubblicazioni su stipendi e pensioni d’oro, privilegi e prebende, sprechi, e utilizzo improprio di fondi pubblici forniscono una corposa antologia.
La classe politica di governo, quella dei partiti che hanno governato l’Italia dal dopoguerra ad oggi, propone interventi per mitigare le ‘vergognose’ ingiustizie sociali. E così alcuni provvedimenti per stabilire tetti massimi ai compensi dei manager e dei dirigenti, bloccare l’aumento degli stipendi, prelievi extra sulle pensioni d’oro, e via dicendo. Ma le difficoltà di attuazione non si sono fatte attendere. Diritti acquisiti, resistenze enormi degli apparati burocratici, pressioni delle lobby, interventi della Corte Costituzionale.
Il risultato è che le disparità e la forbice tra chi ha di più e tra chi ha di meno continua ad allargarsi. Insomma, la mano pubblica che regola la misura del prelievo fiscale e l’imposizione tributaria non è riuscita finora a riequilibrare nemmeno di poco lo status quo.
Nell’affrontare questi temi, sulle modalità più idonee per colpire le enormi ricchezze personali, siano esse frutto di compensi da lavoro o pensioni, mi sono ritrovato a dibattere, come capita spesso, con il mio amico Sergio Volpe, il quale, con molta semplicità e per bypassare ogni ostacolo giuridico, ha sempre ipotizzato l’istituzione di una nuova aliquota altissima (oltre il 90%) per i redditi oltre una soglia massima di ‘tolleranza umana’. Mi sembrava un’utopia. Ma andiamo avanti.
Le aliquote vigenti, è un dato consolidato, non riescono ad assolvere a quegli effetti redistributivi del prelievo tributario. La progressività delle aliquote all'aumentare della base imponibile, si è fermata, dal 2005, al 43%. Per cui tra chi ha un reddito che supera i 75.000 euro annui e chi ne ha, per esempio, 7 miliardi, viene mantenuta, pur pagando in proporzione, la medesima aliquota. Qualcosa non quadra.
Ai tempi della Prima repubblica, quando c’era la balena bianca tanto bistrattata, si pose mano, dopo anni di studi, alla tassazione dei redditi personali. E con il DPR 29 settembre 1973, n. 597 venne istituita e disciplinata, l’IRPEF, l'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Presidente del Consiglio, come ricordava Alberto Mario Banti sul ‘Fatto’, era Mariano Rumor, con Moro agli Esteri, Colombo alle Finanze, La Malfa al Tesoro, Donat-Cattin al Mezzogiorno, tanto per citarne qualcuno.
Vennero così fissati 32 scaglioni di reddito e altrettante aliquote: dal 10% al 82%, quest’ultima ridotta però dopo poco tempo definitivamente al 72%. Si, s-e-t-t-a-n-t-a-d-u-e percento. Era l’aliquota prevista per i redditi che superavano i 500 milioni delle vecchie lire, una cifra notevole per quei tempi e anche oggi. Tale aliquota rimase in vigore fino al 1982. Da allora una riduzione costante fino all’attuale 43%.
Quasi trenta punti in meno per i redditi elevati, mentre c’è stato più che un raddoppio dell’aliquota riguardante i redditi minimi. Vuol dire qualcosa tutto questo? C’è stata un’attenzione diversa nei confronti dei cosiddetti ricchi, di chi doveva avere ingenti capitali per investire e creare sviluppo e occupazione? Può darsi. Ma è di tutta evidenza che, alla luce delle condizioni sociali del nostro Paese, qualche perplessità sorga spontanea.
Quella classe politica, a capo della DC c’era Amintore Fanfani e nel PCI c’era Enrico Berlinguer, aveva una visione del futuro dell’Italia ‘diversa’ che tendeva ad una società quanto più equa possibile e, anche, con una adeguata attenzione nei confronti dello sviluppo e delle categorie produttive del Paese. Con quella decisione ‘politica’ che colpiva le grandi ricchezze, si volle dare un segnale forte al popolo italiano.
Nel 1983 l’aliquota più alta scese al 62%, nel 1989 passò dal 62 al 50%, ma già per i redditi oltre i 300 milioni di lire. Nel 1992 l’aliquota massima passò dal 50 al 51%. E così rimase fino al 1997. Nel 1998 al 45,5% e dal 2005 è scesa ancora al 43%, fino ai giorni nostri.
E allora che fare. Quali sono gli interventi di un governo di sinistra (?) per riequilibrare il sistema sociale. Quali le riforme e i provvedimenti urgenti che oltra a rappresentare un segnale per milioni di cittadini sfiduciati, abbiano un effetto reale sulla redistribuzione della ricchezza?
Applicare, per un quadriennio e fino al superamento dell’emergenza, per come si è già fatto senza troppi scrupoli con il blocco dei salari, le aliquote massime del 1974, preservando le risorse destinate agli investimenti produttivi. Eccessivo? Un attacco ai ricchi e agli ultra benestanti? Forse. Ma sarebbe sicuramente un atto ‘rivoluzionario’ di giustizia sociale. Perché solo con provvedimenti forti, e scontentando intere categorie, si può dare quella scossa che serve all’Italia.
Giangiuseppe Gattuso
16 Settembre 204
>>> Per approfondire potete visualizzare: la tabella delle aliquote i vigore nel 1974 e la tabella delle aliquote vigenti al 2014.
Intanto io sono molto perplesso, diciamo pure arrabbiato, per le notizie sulla buonuscita di Montezemolo dalla presidenza della Ferrari. Anche se l’Azienda di Maranello gode ottima salute e il suo valore in Borsa dovrebbe aggirarsi intorni ai 5 miliardi di euro (cioè due volte il fatturato e 20 volte i profitti) mi viene difficile elaborare il concetto di questa stratosferica somma, ben 27 milioni di euro, che pare sia destinata al presidente dimissionario dopo soli 23 anni di lavoro (si fa per dire). Praticamente un milione 174mila euro per ogni anno di presidenza; somma che aggiunta ai 6milioni annui di stipendio già percepiti dall’ineffabile Montezemolo raggiunge a ragguardevole consistenza di 145 milioni di euro. Roba al cui confronto il presidente della repubblica è un morto di fame.
RispondiEliminaIo, pur avendo il problema di arrivare alla quarta settimana, non odio i ricchi né provo invidia per le loro ricchezze, ma 145 milioni in 23 anni di attività costituiscono la somma che 240 operai guadagnerebbero in una vita lavorativa di 40 anni, euro + euro -.
Basta riflettere qualche secondo su questo dato per rendersi conto che siamo in un mondo dove silenziosamente e senza che nessuno dica o faccia niente vengono consumate le ingiustizie più profonde.
Le aliquote del 1974, cui accenna il direttore, erano farraginose e faticose, ma sicuramente molto più giuste di quelle che abbiamo oggi; il problema comunque non va enfatizzato oltre il necessario, perché infatti sono veramente poche le persone che hanno redditi tali da poter dare un serio contributo alle casse statali anche in presenza di super aliquote come quella del 72%.
Purtroppo per qualsiasi governo è arduo attuare un’equa distribuzione della ricchezza, perché ognuno è attaccato ai suoi privilegi, perché le lobby e le corporazioni sono difficilissime da combattere, in quanto manovratrici di voti e di consensi, e perché infine i nostri politici quando si tratta di soldi hanno sempre dato pessima prova di sé e risultano tutti infognati in corruzioni, ruberie, tangenti, grassazioni e contiguità con la malavita, per cui non possono e nemmeno vogliono far qualcosa di importante per sanare le perniciose diseguaglianze sociali che affliggono la nostra comunità nazionale.
Franco Gentile Beh! Dare una risposta immediata non è semplice ma il nocciolo sta nel fare in modo che, essendo parte di una comunità, la ricchezza venga, non tolta ma resa produttiva da chi ce lì ha con investimenti mirati a produrre effetti benefici per tutti: Produzione, consumo. esportazione e commercio,equi salari e onestà nel lavoro da parte di chi lo fornisce e chi lo presta. Intanto bisognerebbe davvero che chi si dedica alla politica fosse l'onestà personificata e da qui ne consegue che intanto andrebbe tolta l'immunità ai parlamentari per consentire alla giustizia di fare il suo corso in tempi rapidi e senza remore e infine che i cittadini tutti si rendessero conto che far parte di una comunità significa che ognuno deve "partecipare" alla sua vita e non è certo con l'evadere le tasse, il paternalismo,il clientelismo e il nepotismo che si può verificare rtutto questo.Il discorso sarebbe ancora lungo ma le prime basi potrebbero esse quelle sopra riportate.
RispondiEliminaItalia decadente e corrotta, dove milioni di cittadini fanno fatica ad arrivare a fine mese,I dati forniti dall’Inps evidenziano infatti che in Italia ben 3.152.000 di cittadini devono sopravvivere con una pensione inferiore ai 500 euro mensili. Parliamo di Montezemolo definito il Robin Hood alla rovescia…Oltre alla liquidazione contrattuale il manager della Rossa riceverà 13 milioni per un patto di non concorrenza fino al 2017, bene bene non abbiamo una bilancia nello stato capace di pesare tra virgolette un'equa distribuzione dei soldi,
RispondiEliminamancano i pesi ......purtroppo è,sarà, resterà un paese di Bianchi e Neri basterebbe un pò di Grigio!!!
E' legittimo che il simpatico e bravo Luca Montezemolo riceva 27 ml di euro di tfr, dopo averne guadagnati altrettanti annualmente per una vita intera?
RispondiEliminaLa mia risposta non può che essere affermativa, certo che lo è .
Ma se mi si chiede invece se tutto questo sia giusto, la mia risposta è no.
Non sono un credente e non credo in Dio, ma se lo fossi mi chiederei cosa ne pensi o cosa ne penserà un giorno di quegli uomini o donne che grazie ai loro meriti e la loro capacità hanno affamato un intero pianeta.
Mi chiedo anche come ci si possa sentire vedendo migliaia di poveracci annegare ogni giorno nella speranza di poter sopravvivere.
Ma a cosa possono servire tanti soldi ?
Prevale il gusto ed il piacere di avere o quello di togliere ad altri?
La musica di fondo che i ricchissimi gradiscono e quella del pianto dell'umanità?
E' diventato oramai un appuntamento quotidiano, notizie come quella di Montezemolo e la Ferrari mi proiettano inevitabilmente nello sconforto, mi fanno indignare, non posso fare a meno di pensare a quanti ogni santo giorno devono lottare per procurarsi il cibo necessario per sfamarsi, e non parlo di terzo mondo, ma di Italia, Sicilia, Palermo.
RispondiEliminaNon si può accettare che ci sia gente che guadagna così tanto e gente che non riesce a trovare lavoro, che non ha una casa, che non può nemmeno sperare nell'aiuto di uno stato assente e insensibile ai bisogni dei meno abbienti.
Mi fa tanta rabbia pensare che i vari Montezemolo che vivono in Italia siano al centro dell'atttenzione mediatica e osannati come V.I.P. e che si rivolga poco spazio alle reali condizioni economiche delle famiglie italiane, ai loro bisogni, alle loro necessità.
Mi fa ridere sarcasticamente pensare a un Renzi e un Napolitano che si rivolgono agli Italiani chiedendogli di dover fare sacrifici, niente di più stupido e insensato! Non possono fare di tutta l'erba un fascio, è aberrante chiedere ad un pensionato che guadagna 600 euro al mese oppure ad un disoccupato di fare sacrifici, per loro la parola sacrificio è oramai quotidianità.
Tutti i politici Italiani non sono stati capaci di ridursi di un solo centesimo i loro stipendi, le loro indennità, i loro vitalizi, e hanno il coraggio di chiedere sacrifici a chi sopravvive tra mille difficoltà.
Preferisco non continuare, perché cominciano a venirmi in mente strani pensieri che mi portano lontano, ai tempi in cui dilagava il terrorismo, una parola che mi ha sempre intriso la mente di perché, oggi questi perché sono diminuiti notevolmente, rimangono solo quelli legati ai tanti morti innocenti per i quali non troverò mai risposte sensate.
Insomma senza girarci troppo intorno tra ciò che è legittimo... e ciò che è giusto. Senza impantanarci tra i tecnicismi se è meglio una tassazione al 90% o come ama Berlusconi al 33% io direi che il sistema fiscale deve essere improntato al concetto universale di "solidarietà e giustizia sociale"...punto ! Se poi invece vige la legge della foresta ovvero la legge del più forte...cosa che apre la strada "ai prepotenti e predoni di stato"...per cui il sigr Montenzemolo è da ascrivere a queste categorie...Pertanto diventa legittimo per il popolo richiamarsi a...Marx, Lenin; Mao o infine il più grande di tutti i tempi "Gesu' ! Si è consentito al predone Monti di tagliare le pensioni...mi chiedo ancora perché non fu fatta contestualmente la "patrimoniale" che avrebbe portato ristoro alle casse ed alle tasse dello stato. Quindi il tutto si riduce alla solita guerra tra ricchi e poveri e quindi tra dittatura e rivoluzione. Ma allora bisogna porsi una domanda è meglio la dittatura del proletariato o la dittatura delle caste ?
RispondiEliminaDi eccessivo c'è soltanto lo scandalo delle super liquidazioni e dei super stipendi dei Manager dell'industria privata. Questi Signori potrbbero benissimo vivere con uno stipendio di venti volte quello medio dei loro dipendenti, cioè circa 27 mila euro netti al mese. Di certo non moribbero di fame. Dove lavoravo ,fino al 1989, alla BROWN BOVERI di Baden, lo stipendio dell'Amministratore Delegato era di circa 20 volte nil mio. Non potendo limitare per legge stipendi e liquidazioni nell'industria privata, trovo giusto che il Governo intervenga con una aliquota fiscale molto superiore a quella attuale. Se lo ha fatto il Governo di Mariano Rumor, che certamente comunista non era,potrebbe farlo il Governo Renzi che dice di essere di sinistra.
RispondiEliminaArticolo molto stimolante. Un'analisi precisa, molto puntuale di quanto fossero diversi i tempi in cui i politici, erano VERAMENTE TALI, perché molto più onesti e con un progetto di vita per il paese, perché veramente interessati al benessere, al progresso dell'Italia! Ora è, invece, un’italietta "nica, nica", ridicolizzata da ominicchi arroganti, ignoranti, prevaricatori, arrampicatori, furfanti, abbarbicati alle loro comode poltrone del potere. Della giustizia sociale e della povertà che avanza chissenefrega. Si, sono perfettamente d'accordo con l’autore... ma forse, siamo solo dei sognatori che continuano a sperare.
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RispondiEliminaCertamente un ritorno al '74 sarebbe una bella rivoluzione davvero! D'altra parte quale altra soluzione possibile se non far pagare di più a chi più ha?
Il dislivello fiscale e economico tra le varie fasce sociali è al massimo, e di più non si può pretendere da chi ogni giorno stringe la cinghia di un buco. I suicidi per disperazione, sono ormai un fatto che non colpisce neanche tanto, indifferenza generale, come capita per i morti in mare nostrum.
Notizie che scivolano e si cerca altro.
Questo l'aspetto più sconfortante.
E delle tasse indirette ne vogliamo parlare? Tutti quegli introiti dello Stato che provengono sempre dalle nostre tasche, ogni qual volta dobbiamo fare una domanda, o comprare una marca da bollo; e i tabacchi, il gioco!
Poi ci sono le nuove tasse dai nomi “esotici”! Ora, il 16 ottobre ne scade una nuova, la tasi: che bellezza!
Questi continui prelievi ricadono sicuramente sui meno abbienti e colpiscono a morte i più poveri.
Dove vanno a finire queste ingenti cifre?
Si pagano i debiti?
In poca parte, troppo poca....così aumentano gli interessi, con la gioia di chi deve incassare!
C'è un rilancio della produzione? No di certo.
Ci sono lavori pubblici stanziati, per far ripartire le attività come accadde dopo la crisi del '29?
Non se ne parla, solo manciate di promesse, che però non si sanno....e forse non si vogliono attuare; un impegno verso l'Europa dei forti, che potrebbero avere a cuore l'impoverimento del nostro paese!
Nulla ci scandalizzi! S tu non produci, io ho più spazio per farlo...
Nessun progetto serio dunque: spizzicate continue un po' qua, un po' là.
Da considerare pure la statura morale degli statisti di allora. Non si sarebbero mai sognati di dichiarare in pubblico delle oscenità, come quella pronunciata da Formogoni sul non dover essere corretti, purché capaci di fare politica: e con la massima disinvoltura!
E intanto si continua ad approfittare dei privilegi a cui nessuno vuole rinunciare, tra ruberie varie e passaggi di linea da qua a là e da là a qua: verso ciò che conviene di più.
Tutto nell'indifferenza generale di chi ormai ha paura pure di esporsi, perché la gravità della situazione -storia insegna- paralizza le coscienze, e impedisce di uscire fuori dalle righe per gridare finalmente: andate a casa, tutti!
Bravo Giangi seppe perché non mandi articolo è tabelle a Renzi e ai suoi ministri?
RispondiEliminaCorreggo:Giangiuseppe ed è senza accento
RispondiEliminaCondivido pienamente quanto scritto con lucidità in questo articolo, da cui emerge chiaramente il perché la nostra economia è andata in tilt e come la ricchezza sia rimasta intrappolata nelle mani di poche persone, della minoranza del Paese. Non vi è dubbio che l'avvento del berlusconismo e la sempre più massiccia di imprenditori all'interno del Parlamento non hanno fatto altro che mettere in atto tutte quelle politiche economiche per la salvaguardia dei propri interessi, così come non vi è dubbio che la cosiddetta sinistra non ha mai voluto e saputo opporsi con determinazione a che ciò avvenisse. Non è quindi un caso che la progressione delle aliquote si è quasi dimezzata per i redditi più alti, o meglio per quelli altissimi, ed è aumentata in maniera esponenziale per quelli più bassi. Con il risultato che oggi l'economia è sostenuta dagli stipendi e dalle pensioni basse, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi, mantenendo intatti i loro enormi guadagni. E' evidente che così non va, non può andare. In questo modo una società regredisce. Se vogliamo salvarci la prima cosa da fare è redistribuire la ricchezza. Se un imprenditore riesce a prendere come buonuscita la stratosferica cifra di 27 milioni di €. è giusto e doveroso che lasci allo Stato la maggior parte di questo privilegio, nel rispetto dei criteri di progressività, come sancito all'art. 53 della Costituzione e non può versare solo il 45%, perché, sempre secondo quanto sancito da detto art. 53, sono tenuti a concorrere alla spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva."Non è giusto che chi possiede ingenti patrimoni deve pagare la stessa aliquota di chi possiede molto, ma molto meno ed è ancora più ingiusto che gli sia stato consentito di versare quel modesto 45% in più rate; questo non è ammissibile soprattutto in questo momento di grave crisi economica.
RispondiEliminaDi sicuro i politici del passato, pur con i loro limiti, erano più lungimiranti degli attuali, che, diciamolo chiaramente, non sanno nemmeno quello che fanno.
Tassare i patrimoni e le rendite elevate con aliquote adeguate, come quelle che erano state stabilite nel 1974 penso sarebbe giustissimo e porterebbe ad una più equa distribuzione del carico fiscale.
Il problema di questo Paese è però la classe dirigente, e se si pensa che al governo siedono membri della confindustria si capisce che ottenere più giustizia sociale è una chimera.
Se vogliamo cambiare questo Paese sono sicura che è da qui che bisogna cominciare, ma dobbiamo sapere che per poterci riuscire la prima cosa da fare è risolvere una volta per tutte il conflitto d'interesse, perché fino a quando il potere finanziario coincide con quello politico non possiamo sperare niente e andrà sempre peggio.
C'è stato un tempo in cui molti hanno creduto che Grillo potesse risolvere questi problemi, farsi carico di scelte coraggiose e mutare la situazione. Adesso altri si erano convinti che Renzi potesse fare altrettanto. Io penso che finchè non ci saranno elezioni regolari e sarà il popolo a scegliere, dettando maggioranze nette e concrete, nulla cambierà. Nessuno può fare scelte coraggiose e impopolari se è costretto a governare con chi non vuol sentir parlare di rinnovamento, cambiamento e giustizia. Questo è per il momento. Le cose cambieranno quando qualcuno, non piazzato li da Napolitano, avrà i numeri e la volontà seria di cambiare le cose, rispondendo del proprio operato solo ai propri elettori. Consideriamoci un Paese in cui la democrazia è stata temporaneamente sospesa, con la scusa dell'emergenza.
RispondiEliminaScusate ma anche Montezemolo,si meritava la sua buonuscita,dopo anni di sudore versato,e di sacrifici fatti,,,,sul posto di lavoro!!!!!
RispondiEliminaPoni 2 quesiti interessanti che sicuramente irriteranno i miliardari. Una classe dirigente seria ed onesta avrebbe già da tempo messo le mani dentro le tasche dei super tenenti ma ormai è arcinoto che la dirigenza di questa nazione è cieca e attenta a tutelare le lobby. Oltre a farti i complimenti per la chiarezza dell'articolo non aggiungerei altro se non per dire che più si è ricchi più si è avari e tirchi.
RispondiEliminaLa risposta del pd è racchiusa in quel misero bonus di 80 euro .
Politici della classe di Berlinguer e Fanfani, non ne avremo più, si è perso il vero senso della vera Politica. Schiaffi alla povertà ci vengono da liquidazioni come quella data ad un personaggio, Montezemolo, già ricco di suo. Cifra da far impallidire il Presidente Obama. Queste disparità continuano ad approfondire ed a spaccare il quotidiano, dove il cittadino si indigna ma non reagisce, forse perché si sente solo e debole, aspetta che qualcosa cambi, che i buoni propositi di questi poteri forti vadano in porto. In quale porto non si sa, Forse.si aspettano che Renzi come da programma iniziale vada ad abbassare i compensi e rendere più equa la società, o vada a togliere gli indennizzi extra ai parlamentari., Sicuramente, farà di meglio, bloccherà come da previsti tagli, gli stipendi di chi dovrebbe difendere e cautelare il cittadino!. alla fine, loro saranno sempre ben protetti. Chi detiene la ricchezza, detiene il potere del nostro paese, questo percorso, non cambierà (anche se mi auguro che ciò accada) non arriveremo mai ad una equità, perché non è nei loro programmi investire, rischiare e produrre, a partire dalla classe politica. Quindi, o continuiamo ad annaspare e morire di speranze, oppure prendere il toro per le corna, e obbligare questa farsa di governo, una volta per tutte, ad applicare quanto giusto e dovuto, o fare come altri paesi, come, Germania, Inghilterra, Francia, accordi veri e corretti, per tassare o far rientrare questi grandi patrimoni che giacciono in Banche a noi Conosciute. Da anni se ne parla e non si è fatto nulla,.l'unico argomento fattibile è chiedere sacrifici, l'equità non si è mai raggiunta con i sacrifici di alcuni, ma di TUTTI,
RispondiEliminaE rifarli piangere, non sarebbe tanto male, ma una sana soddisfazione!
Sono perfettamente in linea col pensiero espresso dall'autore di questo articolo.Oggi lo stato ha necessità di fare cassa in tempi brevi......molto brevi senza perdere tempo a discutere di pensioni d''oro (di parla di pensione d'oro gia da 2,500 euro......pazzesco con regime contributivo......allucinante)..bisogna ricorrere ad una PATRIMONIALE seria ad personam che colpisca chi veramente detiene un potere economico capace di manovre finaziarie,non soltanto su redditi rivenienti da lavoro autonomo o dirigenziale pubblico e privato ma anchi chi detiene grosse ricchezze immobiliari che rendita catastale a parte vanno rivalutate con nuovi parametri e tassate con aliquote interessanti!!!chi su questi immobili come tanti non percepiscono ,volutamente reddito. saranno costretti a metterli in circolazione con beneficio per tutti!Poi penso che per fare cassa necessita un buon condono fiscale a cui partecipare con relativo esborso ripianificatore in tempi brevi e con circolante. secondo me con questi due accorgimenti i flussi di cassa per il paese sarebbero molto interessanti e soltanto allora si potra intervenire con sgavi fiscalli nei confronti dei lavoratori autonomi,pensionati p e pmi.
RispondiEliminaHo letto con tanta attenzione l'articolo limpido, chiaro che pone tante domande aperte. La visione della politica è così cambiata che quando ci lamentavamo, in fin dei conti, ancora esistevamo!!! sono anch'io in perfetta linea con l'autore dell'articolo. La sinistra (ma si può parlare ancora di sinistra?) sta livellando le classi sociali, appiattendo la media borghesia che poteva essere un motore di crescita. La politica, casta pur essa, protegge le caste. Ma voglio cercare una "ratio" a questa attenzione ai cosiddetti ricchi. A loro spetta il compito di investire capitali e creare sviluppo e occupazione. Montezemolo in questi anni, sicuramente avrà accumulato una fortuna e adesso una liquidazione d'oro. Un bel capitale. Che farà lo investirà in Italia e produrrà sviluppo e posti di lavoro. Ci sono dubbi? Altri si sono portati via i capitali all'estero? E allora che cali la scure! siamo in una situazione tragica!
RispondiEliminaConfesso che le aliquote originarie IRPEF del 1974 non le ricordavo. Così come il loro involversi da allora ad oggi. Fanno davvero meditare. Bravo Gianni per averci proposto questo insolito spunto per le nostre quotidiane riflessioni politiche.
RispondiEliminaPertanto, nulla si può obiettare sull’evidenza che i ricchi pagano sempre meno dei poveri.
Ed ancora di più indigna la constatazione che tutti i governi (dx e sx), da allora ad oggi, hanno legiferato in loro favore.
Ma ancor più deprimente è che i ricchi neanche pagano quei “4 soldi” dell’odierno 43%. Essi evadono in massa con la “complicità” dello Stato che non li contrasta come potrebbe fare agevolmente.
Dunque, il fisco conclama che i poveri sono “fessi” da spremere senza rispetto, e i ricchi “furbi” che sanno come si sta al mondo.
Nulla di nuovo sotto il sole.
Non so cosa accadrebbe se da un giorno all'altro le aliquote per i ricchi aumentassero notevolmente. E non so se questo governo ha questa forza e questa volontà. Ne dubito molto. D'altronde l'accordo tra i due non può prevedere una cosa così terribile per i super ricchi. E allora non ci resta che attendere tempi migliori. Se arriveranno.
RispondiEliminai ricchi non hanno pianto mai
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