di Giangiuseppe Gattuso – Nel precedente post sulle conseguenze della sentenza della Cassazione ho fatto un accostamento con la triste vicenda di Enzo Tortora.
Un confronto a parte avevo immaginato, il 24 giugno, sull’annunciato ritiro dalla politica di Prodi, rilevando la differenza di stile tra Silvio e Romano.
Sapevo di suscitare qualche perplessità, accostando Berlusconi e Tortora. Ma ho voluto farlo proprio per sottolineare, ancor di più, la grave situazione nella quale ci troviamo. Un paradosso, un buco nero nel quale vengono inghiottiti i principi fondamentali del sistema democratico. Ho rappresentato due modi di essere e di concepire l’etica e la politica. Ho voluto fare emergere le storture e le forzature che in tanti vogliono imporre in nome della rappresentatività democratica. Come se fosse possibile un salvacondotto concesso e certificato dal voto popolare. A questo proposito condivido quanto dice Giuseppe Savagnone nella sua pagina di facebook, “La morale è uguale per tutti”: …la fiducia di un gran numero di elettori, non ha moralmente il minimo valore: Hitler (senza voler paragonare i personaggi), salì al potere perché ebbe molti milioni di voti più di Berlusconi. Ci sono uomini che riescono a ottenere il consenso, ma sono indegni”.
Avevo in mente di farne un altro di confronto. Su un personaggio molto conosciuto, e che ha rappresentato un enorme numero di cittadini per i consensi ottenuti in tanti anni. Che ha governato la Sicilia e determinato la storia politica e, sicuramente, influenzato le scelte della politica nazionale.
Qualcuno mi ha preceduto pubblicando, ieri 26 agosto 2013, un ottimo pezzo su SiciliaInformazioni, e ho apprezzato.
Il confronto è veramente edificante. Si, perché tra Silvio Berlusconi e Totò Cuffaro emerge una differenza di comportamento eclatante. Moderato, rispettoso delle istituzioni, composto nelle dichiarazioni, e, addirittura forse troppo arrendevole nei confronti della Magistratura, l’ex Senatore, ex parlamentare europeo ed ex Governatore della Sicilia.
Una diversità di trattamento che non ha pari, l’assenza, quasi totale, di difesa nei suoi confronti da parte dei politici amici e sostenitori. Sette anni di carcere e interdizione perpetua dai pubblici uffici. Si è dimesso da Senatore senza tentennamenti. Niente invocazioni per la grazia, clemenza, niente richieste di riforma, di giudizi di anticostituzionalità. Totò Cuffaro si è presentato immediatamente dopo la lettura della sentenza di Cassazione alla più vicina stazione dei Carabinieri, per essere tradotto a Rebibbia. Dove è rinchiuso da oltre due anni e mezzo. In una normalissima cella insieme ad altri detenuti. Unica eccezione, qualche intervista dal carcere, e la pubblicazione del suo libro “Il Candore delle Cornacchie” di cui abbiamo parlato poco tempo fa. Dimenticavo. Gli è stato concessa qualche ora di permesso in occasione della scomparsa del padre.
Silvio Berlusconi è diverso. Per ‘lui’ tutto assume un’altra dimensione. Merita di più. Molto di più. Approfondimenti e interventi del Presidente della Repubblica. Ipotesi di grazia, clemenza, commutazione della pena, e poi ancora: esame della legge Severino sulla decadenza e incandidabilità, ricorso alla corte europea per i diritti dell’uomo e chissà cos’altro. E tutto ciò come se fosse una cosa normale. Come se le sentenze si potessero sospendere o addirittura ribaltare. O le leggi vigenti e approvate dal Parlamento potessero valere per tutti, tranne ‘lui’. Che deve godere dell’agibilità politica per mandato popolare che è quasi come quello divino. “La decadenza è inconcepibile e incostituzionale”. Tutti in coro.
Il quadro, però, adesso si sta componendo. Luciano Violante ha indicato la strada, così come qualche altro “saggio”. Il Governo, parole di Letta, non si può far cadere perché sarebbe una follia. E giorno 9 settembre la Giunta per le immunità del Senato potrà invocare l'approfondimento della questione rinviando tutto alla Corte Costituzionale, con il beneplacito del PD. In fondo è giusto garantire il diritto alla difesa sempre e comunque, anche a Berlusconi. E poco importa (anzi nulla importa) se altri uomini politici hanno già subito l'applicazione della legge Severino e sono stati dichiarati decaduti o non sono stati candidati. Ma che c'entra, loro non sono "lui".
Giangiuseppe Gattuso
27 agosto 2013
Articolo 25 della COSTITUZIONE ITALIANA:
RispondiElimina"Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso".
FINE DELLA STORIA. NON C'E' LA MATERIA DEL CONTENDERE. Tutto il resto sono chiacchiere senza ragion d'essere, anche quelle del nostro blog.
La Legge Severino non può essere retroattiva e applicata a Berlusconi perchè per costituzione la retroattività di una legge non è ammessa.
Il magistrato che pensa di punire un imputato in forza di una legge approvata dopo che il fatto sia stato commesso VIOLA PALESEMENTE LA COSTITUZIONE ITALIANA. Tantoi più che in forza di quel reato è stata comminata una sanzione penale.
Anche uno studente di primo anno di giurisprudenza sa questa cosa, anche le pietre lo sanno, eppure...
Io penso che Napolitano, in quanto presidente del CSM, dovrebbe fare sentire la sua voce.
Questi magistrati debbono finirla di violare la Costituzione Italiana, loro e tutti i PD che stanno dietro a loro.
I grillini che si riempiono la bocca della difesa della Costituzione, anche loro se la mettono sotto le scarpe.
La legge Severino inoltre, valida soltanto, non dimentichiamolo, per reati commessi dopo l'approvazione della legge, non applicabile quindi a Berlusconi, recita che è la camera di appartenenza del parlamentare a votare la legge e non la Giunta.
Anche quì si vuole violare la legge.
L'arroganza del PD, dei Grillini e di tutti i manettari da strapazzo che loro si accodano, non ha limiti.
Purtroppo, anche a causa di Berlusconi che durante i suoi governi non è riuscito a fare una riforma seria della giustizia, dove si sarebbe dovuta stabilire la responsabilità dei giudici, la separazione delle carriere dei magistrati e tutto quanto avrebbe dovuto modernizzare e rendere più efficace la Giustizia, siamo in un paese dove la democrazia è stata sostituita dal regime dei magistrati. Peccato che costoro siano soltanto funzionari dello stato NON eletti e quindi costituzionalmente inadatti e incapaci a governare un paese. .Il presidente letta, invece di fare come Ponzio Pilato, faccia rispettare la Costituzione.
Se vogliamo sapere come finirà la storia dell'applicazione della legge Severino, è facile capirlo se vi si ragiona un pò.
RispondiEliminaPosto che far cadere il governo è una follia, (parole di Enrico Letta),la legge sarà mandata alla Corte Costituzionale che dovrà decidere sulla sua incostituzionalità, con preghiera che la stessa corte faccia passare un congruo periodo, poniamo un paio d'anni, prima di decidere. La qual cosa eviterà altri interventi pro governativi di Napolitano, potrebbe far svelenire il clima politico, almeno un pò, potrebbe permettere al PD di recuperare i fallimentari sondaggi attuali, potrebbe spuntare un pò i grillini, insomma è quel che ci vuole.
Praticamente, dice Nino Pepe, non importa che ci sia una condanna (definitiva). È irrilevante. Ciò che importa è che Berlusconi non può lasciare il parlamento per un cavillo giuridico, (ammesso e non concesso che la legge Severino, già applicata perfettamente nei confronti di altri, abbia qualche problema di costituzionalità). Non perchè moralmente riprovevole. Non perchè qualsiasi cittadino condannato dovrebbe accettare la sentenza e a maggior ragione se questi è un politico. Un caso che non esiste al mondo (almeno in quello civile e democratico) che ci squalifica come Paese. Ma anche questo è irrilevante.
RispondiEliminaIn fondo, se gli amici del PD lo garantiranno, 'lui' che colpa ne ha...
NO no, non è così. Io mi limito alla discussione che c'è sulla legge Severino. Se poi questa discussione sia o meno un cavillo, nemmeno mi pongo il problema. Sono gli stessi giornali e telegiornali che parlano sempre di questa cosa. Il mio cruccio non è che ci sia questa condanna, ma che a parti invertite i magistrati sonnecchiano. Ho portato l'esempio di De Benedetti, ma ne potrei portare altri.
EliminaRiguardo la persona di Berlusconi, ognuno può avere e dare tutti i giudizi possibili e immaginabili. Io dico soltanto che questa sentenza definitiva è una sentenza politica e nessuno riuscirà dimostrarmi il contrario, perchè tutti si sono accorti
Eliminadi questo accanimento senza pari, se n'è accorto anche il direttore che ha scritto "Accanimento senza fine".
Ne deriva che da una condanna per motivi politici non possono derivare epiteti come riprovevole, mascalzone,indegno, etc., cose viceversa addebitabili a chi lo ha condannato per motivi politici. Quindi, caro direttore, per me, Berlusconi, condannato appunto per motivi politici, non è riprovevole, mentre lo sono coloro che usano la giustizia politica per eliminare un avversario.
Questo non significa che per me Berlusconi sia immacolato come l'ermellino. Le sue responsabilità sono grandi e le sue colpe politiche sono sesquipedali, e anche se, a mio parere, non sono quelle che gli addebitano gli avversari politici, sono colpe gravi, perchè uno che per tanti anni ha avuto la maggioranza che gli hanno dato gli italiani avrebbe dovuto fare sfracelli, avrebbe dovuto realizzare il fior fiore delle riforme e non l'ha fatto.
Certo, ha avuto in contemporanea i fucili spianati addosso da parte delle procure di tre quarti d'Italia e i problemi esistenziali di Casini e di Fini che lo hanno ostacolavto, ma insomma, non è stato all'altezza delle sue promesse.
Mi chiedo comunque: c'è mai stato , in Italia, un politico all'altezza delle sue promesse? Mi pare che Berlusconi sia in buona cattiva compagnia.
Ok, il mio tempo giornaliero dedicato a questo personaggio è terminato. A domani,con altre polemiche.
Caro Gianni, come dice N. Pepe, forse stiamo dedicando troppo tempo a Berlusconi e poco alle cose serie. Io quasi mi scuso con i lettori, che mi sembrano scocciati per il caldo e per l'argomento. Ma naturalmente comprendo la tua fatica nel trovare da solo temi di discussione, che abbiano un po' di mordente e che trovino l'interesse dei lettori che al momento, ripeto mi sembrano annoiati e demotivati. Allora diciamo che i nostri commenti sono puro esercizio intellettuale, che nulla spostano... un passatempo piccolo borghese, per gente ancora con la pancia piena. Nello specifico come ritenevo insostenibile l'accostamento Berlusconi-Tortora, ritengo altrettanto insostenibile per motivi diversi, il Paragone del comportamento di fronte alla giustizia tra Berlusconi-Cuffaro. Infatti c'è una distanza siderale tra la compostezza, il rispetto delle istituzioni, l'accettazione della condanna e l'espiazione della colpa, con una forza d'animo che riscuote l'ammirazione di tutti, anche degli avversari politici, a favore di Cuffaro. Quasi, quasi...non vorrei suscitare le ire di Pepe, mi sembra un delitto che Berlusconi sia libero, e fa un sacco di casino per ottenere l'impunità e totò sia in carcere. Io dico e spero che se il presidente della repubblica dovesse concedere la grazia, questa dovrebbe riceverla Totò Cuffaro per il suo comportamento esemplare. Naturalmente Totò non ha la grancassa che ha il caimano, i soldi, le televisioni, il partito di servi( come dice Dolcimascolo) e giornalisti a busta paga. Perciò per me, tra i due il più innocuo ed il più innocente è sicuramente Totò. Amen.
RispondiEliminaImprovvisamente Cuffaro dopo la condanna è stato santificato. Non è più l'uomo contiguo ai mafiosi, non è più il raccoglitore di voti tramite personaggi discussi e in odor di mafia, non è più quello che ha rovinato l'immagine della Sicilia dentro e fuori il perimetro nazionale, non è più quello che ha portato la regione Sicilia ad essere serbatoio di posti di lavoro per parenti, amici e amici degli amici, come ce l'hanno sempre descritto quelli della sinistra e i loro giornali prezzolati.
EliminaAdesso , pur di contrapporlo ad un altro condannato, cioè a Berlusconi, è diventato simbolo di virtù e magari anche di bontà.
La verità è che Totò Cuffaro è stato sempre lo stesso uomo che è adesso. Buono lo era anche prima, ed era anche rispettoso delle istituzioni. Essendo in contrapposizione alla sinistra, la solita sinistra che sa soltanto demonizzare gli avversari, la solita sinistra che piagne e fotte (Lusi, Penati, Abbiamo una banca, MPS, e altro ancora) la solita sinistra stalinista ma anche inconcludente che abbiamo sempre avuta, è stato oggetto delle amorevoli cure della procure sempre aizzate dalla sinistra di cui sopra. Hanno inventato un reato che non esisteva nel nostro codice penale, quello di concorso esterno in associazione mafiosa e, batti oggi e batti domani, un pentito imbeccato oggi e un altro imbeccato domani, alla fine ce l'hanno fatto a condannarlo e a farlo uscire dalla scena politica. Certo, il lavoro delle procure su Cuffaro è stato più facile, mentre su Berlusconi ci hanno impiegato 20 anni, ma alla fine il risultato è arrivato.
Soltanto che Cuffaro, privato del potere è rimasto quello che sarebbe stato sempre se non si fosse messo in politica, cioè un uomo mite, affettuoso e intelligente.
Qualche tipo sinistro dovrebbe vergognarsi.
Se fosse vero che la sentenza di condanna Berlusconi a 4 anni è "politica" saremmo di fronte ad un vero e proprio regime. Altre che richiesta di verifica costituzionale di una legge dello stato, altro che richiesta di clemenza, commutazione della pena etc etc etc. Bisognerebbe, a questo punto, scendere nelle piazze contro il sistema giudiziario. Chiedere immediatamente una riunione del parlamento per riformare tutto e, se del caso, mettere sotto accusa i giudici che hanno perpetrato questo delitto contro le istituzioni. Non ci sono alternative. Se fosse come afferma Nino Pepe e i politici che in coro ripetono queste affermazioni saremmo di fronte ad un vero e proprio golpe. Che senso hanno le larghe intese. Che senso ha il governo, e lo stare insieme vittime e carnefici?! C'è qualcosa che non torna affatto.
RispondiEliminaIo, di questo, ne sono più che convinto. Il regime c'è, altro che se c'è!!!
EliminaHo letto e molto apprezzato. Su questa vicenda, importante senza dubbio, tanto da seppellire cassa integrazione, esodati, povertà che tocco ogni giorno con mano, io mi sono fatta una sola idea. La legge va applicata e quell'uomo, condannato, deve scontare la sua pena, senza se e senza ma. Tutto il resto è solo una stucchevole perdita di tempo che butta in faccia ai cittadini italiani altra umiliazione e senso di impotenza davanti agli interessi dei potenti.
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