di Giuseppe Vullo - Ho letto voracemente in 2 ore le novanta pagine del libro denuncia "gli insolventi" dell'anonimo clandestino del mekong. Mi sono sentito tremare le vene ai polsi, sconvolgere la materia grigia dei depositi cerebrali.Tutti i neuroni dall'accesso più recondito del midollo spinale, dai lobi frontali, fino al sistema limbico hanno subito una scarica adrenalinica ed un travaso di bile.
Dopo una tazza di caffè ed una dose di "tavor" mi riprendo dalla paura e dall'ansia(prefigurando la stessa fine per ognuno di noi). Comincio a ragionare gelidamente per trasmettere a tutte le vittime della finanza rapinosa, dello spread e del capitalismo moribondo che continua ad uccidere....La discesa agli inferi di un cittadino della francia opulenta. Il messaggio dell'insolvente del "MEKONG", fuggito in indocina sommerso dai debiti ed inseguito dai creditori. Questa è la storia di uno di noi. All'inizio un uomo normale.
Un libero porfessionista francese che caduto nelle spire del "TAEG" (tasso annuo di estorsione legalizzata), dalle finanziarie a tasso zero,vittima del prestito flessibile, dell'offerta memorabile, dal mutuo per la casa, dalle rate per comprare l'ultimo pc, palmare e l'ultima tv a schermo piatto che tresforma la vita che è gia piatta in un inferno. Quest'uomo è tutti noi.Azzannato da un" Ennio Doris" qualsiasi che ti piglia in trappola con il suo cerchio disegnato sulla sabbia , con la sua "mediolanum" costruita intorno a te.
Preso nel vortice e frenesia di consumatore compulsivo, vittima di un capitalismo senza regole, senza morale sempre più vorace sempre più cannibale prima ti blandisce e ti lusinga e poi ti uccide. Da "HOMO SAPIENS" ti trasforma in "HOMO CAPITALIS". Pronto a tutto per ottenere un altro prestito per ripianare i debiti precedenti, per bisogno di liquidità. Gli squali della borsa sempre più ricchi, sempre , più vecchi, sempre più cinici. Attraverso i loro trader-kanaglia dapprima cortesi e profumati in giacca e cravatta che poi si trasformano in rottwailer dei padroni del capitale circolente nel pianeta, distruggono la tua vita con un semplice clic. Cari amici di PoliticaPrima e cittadini globalizzati della terra ribellatevi prima che sia troppo tardi...difendete prima che venga ucciso (dalla finanza assassina), nostro fratello "l'insolvente del MEKONG!!
Giuseppe Vullo
27 aprile 2012
Occorre veramente ritrovare un'etica anche nell'economia e nelle scelte a volta sclerotiche e compulsive dei nostri giorni.oppura sarà l'autodistruzione.
RispondiEliminaIniziavano regalando piccole dosi di "fumo" poi di altra m..., diciamo una azione promozionale.
RispondiEliminaFinita la promozione e acquisiti i clienti fino a renderli schiavi, si passava alla fase successiva, depredarli di tutti i loro patrimoni personali e familiari, finiti i quali potevano anche morire.
Ma quelli di cui ho parlato erano e sono dei criminali, cosa ben diversa sono invece i finanzieri i banchieri e gli speculatori.
La finanza più o meno deviata, infatti, non ammazza nessuno, tant'è che non si contano a migliaia gli omicidi ma liberi e spontanei suicidi.
La gente che muore dopo essere stata derubata dai mercati, non viene certamente uccisa, è una libera e giusta decisione quella di impiccarsi o di lanciarsi dai cavalcavia.
Insomma libero mercato libero suicidio .
Ecco perchè a me piace molto l'europa delle banche centrali e dei capitali e dei profitti.
Altro che le cazzate del tipo "RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI".
Bisogna comunque prima di farla finita raggiungere almeno il pareggio di bilancio, ricordiamoci che i mercati, da lassù, ci guardano e ci giudicano.
Il libro dell'anonimo professionista francese fuggito sulle rive del Mekong rappresenta benissimo il quadro della grave situazione sociale che stiamo attraversando. Paesi "civili", "progrediti", "industrializzati", che fanno parte dell'elite che "guida" il mondo, come la Francia, gli USA, l'Italia e altri, risentono, già da qualche anno, le conseguenze degli errori di un'economia drogata dalla finanza speculativa. Tutto ciò ha determinato una crescente dipendenza della politica dai cosiddetti mercati, dall'economia, dai grandi manovratori, dalle agenzie di rating. Insomma, il primato della politica sottoposto alla potenza della finanza. Le famiglie, i lavoratori, i giovani, i disoccupati, gli anziani con le pensioni sociali, alla mercé delle “imposizioni” della BCE e dei tecnici della finanza. L’equità sociale, la garanzia delle fasce deboli, la protezione dei bisognosi, lasciati al loro triste destino. In nome del dio denaro e delle banche. Ma cambierà. Dovrà cambiare!
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